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lunedì 3 novembre 2025

Un po' di chiarezza su The Greatest Comics Collection


Circa un mese fa, Panini Comics ha dato alle stampe un nuovo titolo che si va ad aggiungere al loro già vasto catalogo: The Greatest Comics Collection. Introdotta da un primo volume dedicato a Paperino, denominato Icona di stile, questa collana di libri cartonati si promette di costituire una pubblicazione imperdibile tanto per i collezionisti più esigenti quanto per i lettori che vogliono conoscere meglio i propri beniamini. Oltre a riproporre storie fondamentali per comprendere le caratteristiche dei protagonisti, le loro evoluzioni stilistiche e le diverse interpretazioni fornite negli anni dagli autori, ogni tomo è introdotto da un prezioso approfondimento di carattere storico e ogni singola avventura è attentamente presa in esame da esperti di calibro internazionale. Se questo non bastasse, vi sono pure interviste con autori e disegnatori!

Ora, come mai ho scritto "un po' di chiarezza"? Chi gira su internet potrebbe avere notato che opere simili a Icona di stile sono state distribuite un po' in tutta Europa. Come è possibile? La verità è che si tratta di un progetto (oserei dire il primo di questa portata e con queste caratteristiche) la cui produzione è centralizzata a livello mondiale e che viene poi fornito ai vari editori, con alcune possibilità di modifica sui contenuti in base alle eventuali esigenze. Per esempio, le versioni edite da Egmont presentano selezioni leggermente differenti delle storie e alcuni articoli scritti da redattori locali. La regia internazionale alla base dell'iniziativa spiega anche come mai i redazionali sono firmati da critici i cui nomi si incontrerebbero altrimenti difficilmente in serie nostrane.

Una panoramica delle edizioni internazionali già uscite di cui sono a conoscenza

La versione proposta da Panini Comics, con riferimento al primo numero (di cui sono stato chiamato a curare la revisione e l'adattamento delle traduzioni), risulta essere la più completa e contiene un articolo di introduzione al volume a cura di Jim Fanning, sedici articoli introduttivi alle storie a cura del sottoscritto, dello stesso Fanning e di David Gerstein e un'intervista al disegnatore spagnolo Paco Rodriguez svolta da me. Oltre ai contenuti già citati, una bellissima illustrazione originale di Ivan Bigarella, commentata dall'artista, e due pagine informative realizzate graficamente da Oreste Iavazzo su testi miei.

Forse, essendone coinvolto in prima persona, potrebbe sembrare che io sia di parte nel raccomandarne l'acquisto, ma credo di potere affermare in tutta onestà intellettuale che un prodotto del genere è assolutamente da prendere in considerazione. Ritengo che sia un'ottima occasione per avere storie intramontabili in un'edizione di qualità, accompagnate da un ampio contenuto critico di alto livello che va a coprire il copribile, rendendo di fatto ogni libro un saggio sull'argomento trattato. Non mancano nemmeno interessanti avventure da noi ancora inedite! Cosa desiderare di più?


In conclusione, ne approfitto per comunicarvi che sono disponibili da qualche giorno altri due volumi che ho avuto il piacere di curare per Panini: la Artist's Edition di Dragon Lords e una nuova veste per il classico Casablanca. Entrambi presentano una mia introduzione generale, materiale esclusivo e interviste ricche di aneddoti e curiosità ai grandi autori che hanno reso possibile l'esistenza di queste storie: Giorgio Cavazzano, Silvano Mezzavilla e Rudy Salvagnini.

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 20 ottobre 2025

Una chiacchierata con... Lara Molinari

Molti di voi conosceranno la mia odierna ospite come una promettente artista Disney le cui storie e illustrazioni circolano attraverso diversi media da una trentina di anni. Di recente, Lara Molinari ha aperto un profilo Instagram sul quale pubblica esempi dei suoi lavori e vecchie fotografie in compagnia di colleghi. Ho colto la palla al balzo per contattarla e scoprire un po' di più sul suo percorso artistico. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
LM: Lara Molinari

SC: Buongiorno, Lara! Quando è avvenuto il tuo primo incontro con i personaggi Disney?

LM: A quattro anni già leggevo Topolino. Strappavo in blocco le storie che mi piacevano e me le mettevo da parte, per averle senza la pubblicità. Erano tutte di Cavazzano, Scarpa... Non c'era scritto il nome degli autori all'epoca, ma, già a quell'età, riuscivo a identificare le più belle.

SC: C'è qualche storia in particolare che ricordi?

LM: Ce ne sono talmente tante che ne ho quintali a casa. Praticamente tutte quelle di Cavazzano, Massimo De Vita... Da loro ho imparato qualcosa.

SC: Quando hai avuto la possibilità di trasformare questa passione in un lavoro?

LMQuando ho finito il liceo artistico, ho iniziato a lavorare per delle agenzie di pubblicità e, una sera, mio papà mi ha mostrato un articolo sul Corriere della Sera in cui c'era scritto che Giovan Battista Carpi stava cercando dei disegnatori per la Disney. Allora, mi sono detta: "Perché non provare?" Tanto, male che sarebbe andata, non mi avrebbero accettata. Mio papà non era molto ottimista: "Ma cosa vuoi che ti prendano? Con tutte le persone che si presenteranno..." Speranzosa, sono andata da Carpi quando la Disney era ancora in Via Dante a Milano. Non mi ha fatto lavorare subito perché, per due anni e mezzo, ho fatto le prove per imparare a disegnare i personaggi Disney: tutte le anatomie, le strutture corporee. Per farli recitare, bisogna saperli sviluppare nelle loro anatomie. Lui diceva: "Ti insegno volentieri perché vedo che ti piace il disegno". Io avevo sempre disegnato, il mio lavoro era quello, ma non Disney. Disegnavo in stile realistico, facevo la visualizer, realizzavo gli storyboard per la pubblicità. Cose completamente diverse... Dopo due anni e mezzo, mi hanno dato la prima storia e ho iniziato a lavorare. Era l'inizio degli anni Novanta.

Lara assieme a Giovan Battista Carpi

SC: Come era Carpi come insegnante?

LM: Molto rigoroso. Voleva forgiarti, quindi non era uno zuccherino. Ti diceva solo le cose che andavano male, mai quelle che andavano bene. Dopo anni, mi ha detto: "Sai, io ti ho detto solo le cose che andavano male perché volevo vedere come reagivi, se eri pronta ad affrontare tutte le difficoltà che ti avrebbe dato lavorare per una azienda così grande". Io ero mingherlina, magrolina, ma ha capito che ero forte. Tutte le volte che mi diceva che qualcosa andava male, gliele correggevo e gli portavo anche di più. Non soltanto l'essenziale, come facevano magari altri, perché volevo iniziare a lavorare.

SC: C'erano, invece, disegnatori che si scoraggiavano con questo metodo?

LM: Sì, molti che hanno iniziato con me hanno lasciato. Mi ricordo che all'inizio inizio eravamo tipo trecento, ma solo una trentina sono riusciti ad arrivare in fondo. Era veramente una prova di resistenza... psicologica, più che altro. Carpi voleva selezionare gli artisti più resistenti mentalmente, perché poi c'era una quantità di lavoro... Negli anni Novanta, lavorare per la Disney era impressionante: c'era una pressione incredibile perché lavoravi anche per tutti i licenziatari intorno alla Disney: Il Sole 24 Ore, la Banca BNL, i puzzle Clementoni, i videogiochi della Sony... In più, quando c'era ancora la Scuola Disney, arrivavo alle sette e un quarto del mattino e mi apriva la donna delle pulizie, poi arrivavano Carpi e tutti gli altri, ma io già iniziavo a disegnare e, fino alle dieci di sera, rimanevo lì. Inoltre, sabato e domenica, la Disney ti mandava alle mostre mercato a disegnare per il pubblico tutto il giorno, pagandoti un gettone di presenza: all'Expocartoon di Roma, a Milano, a Lucca Comics, a Napoli... Praticamente, ho fatto cinque anni non stop in cui i genitori non mi vedevano neanche... era una prova di resistenza fisica! Io ho iniziato che avevo diciannove anni e i miei coetanei andavano in discoteca, mentre io disegnavo... era molto impegnativo. Per raggiungere un certo traguardo, bisogna fare dei sacrifici. È un lavoro che mi piace, e sono fortunata per questo, ma bisogna impegnarsi tanto.

Da sinistra a destra: Giorgio Cavazzano, Lara Molinari, Carlo Chendi e Silvia Ziche

SC: Su Instagram, pubblichi diverse foto con i tuoi colleghi. Che rapporto avevi con loro?

LM: Un ottimo rapporto. Condividevamo il bene e il male in una grande azienda che aveva più di seicento persone che ci lavoravano dentro, tra cui anche noi collaboratori esterni. Era praticamente come una grande famiglia, anche perché stavo più lì che a casa mia. Poi, ai tempi, c'erano i meeting annuali per fare incontrare gli sceneggiatori e i disegnatori e far nascere idee per creare qualcosa di nuovo. Ne abbiamo fatti tantissimi, a Disneyland Paris, all'Isola d'Elba o a Stresa... stavamo lì una settimana e faceva piacere perché, essendo i disegnatori distribuiti in tutta Italia, non capitava di incontrare tutti i giorni chi abitava magari in Sicilia...


SC: Ripercorrendo le storie che hai disegnato, c'è una serie che ricordo con molta simpatia: le storie di Umperio Bogarto.

LM: Umperio Bogarto mi piace tantissimo essendo un personaggio di Cavazzano. È molto simile a Paperino: pasticcione, un po' ebete e ne combina di tutti i colori anche nel suo lavoro! A me piacciono i personaggi che sono più vicini a noi esseri umani. È simpatico anche Topolino, ma per me è troppo perfetto... per questo ho fatto quasi tutte storie dei Paperi. Paperino e Paperoga era una coppia che mi piaceva tantissimo. Riesco di più a immedesimarmi in questi personaggi che non in Topolino.


SC: Alle soglie del nuovo millennio, hai disegnato Paperino e il grande zio, ispirato al reality show Grande Fratello, che stava nascendo in quel periodo. Con il senno di poi, e con il successo ottenuto in seguito dal programma, cosa puoi raccontare di questa esperienza?

LM: Io non amo l'idea di persone rinchiuse per mesi e mesi, lo considero contro natura. Sicuramente, lo portano avanti anche per un discorso di esposizione mediatica, per un interesse di visibilità dei concorrenti. Ho fatto il titolo molto simile all'occhio della telecamera del Grande Fratello, però la storia era molto all'acqua di rose rispetto al reality vero e proprio. Io l'ho dovuto guardare per fare la storia, ma non lo seguo, non mi appassiona.

SC: Hai anche disegnato Zio Paperone e il codice Metsys, addirittura prima che uscisse il famoso film tratto dallo stesso libro!

LM: Sì. È stata una lunga storia, ben 36 tavole. Anche in questo caso, ho dovuto leggermi il libro di Dan Brown.


SC: Cosa ricordi, invece, delle Cronache da Invisibilia?

LM: Lì, non c'era da disegnare niente, ahahah. C'erano solo i balloon da fare! Dovevi far capire al lettore cosa stesse succedendo senza disegnare i personaggi. Dovevi esprimere tutto con il dialogo: la paura, lo sgomento, la rabbia, la gioia... Infatti, molti testi erano movimentati. È stato un po' strano farlo...

SC: Oltre alle storie, hai da sempre fatto un sacco di illustrazioni, di copertine...

LM: Sì, parecchie, di tante testate. Inoltre, lavorando per la Disney, avevi anche la possibilità di lavorare con tutte le divisioni: editoria, licensing, home video, dischi, libri...


SC: Come colori le tue illustrazioni?

LM: Alcune con l'ecoline, altre con gli acrilici, altre ancora a olio. Uso tutti i tipi di colori perché amo tantissimo il colore. Infatti, è un peccato dover fare solo il bianco e nero quando si disegnano le storie. Io faccio molte illustrazioni a colori anche per richieste private, se qualcuno vuole incorniciarle. Ora, si usa la colorazione virtuale, mentre Carpi colorava tutto manualmente. Il digitale è molto più veloce, ma alla fine non rimane niente di originale... non è la stessa cosa stampare un'immagine a colori dal computer. Avendo sempre utilizzato i colori, fin dai tempi della pubblicità, mi manca non farli: ho l'esigenza di dipingere, sporcarmi di colore.

SC: Mi sembra che i tuoi colori siano belli vivaci, accesi...

LM: Vivaci come è la Disney. Sono parecchio stata influenzata nella mia produzione di quadri e di illustrazioni anche non Disney... Quando faccio delle cose non Disney, hanno i colori accesi come quelle Disney perché, dopo trent'anni, l'influenza è stata notevole.


SC: Ho notato che c'è una pausa nella tua collaborazione disneyana tra il 2010 e il 2013...

LM: Sì, mi ero dedicata a qualcosa di diverso. In quel periodo, ho incontrato un mercante d'arte che mi ha proposto di fare dei quadri dedicati all'infanzia e che mi ha organizzato diverse mostre un po' ovunque. Perciò, ho lasciato un po' perdere il mondo Disney, a parte qualche illustrazione che continuavo a fare ogni tanto. Mi piace variare e, così, alterno i lavori.

SC: Dal 2014, hai iniziato a disegnare delle storie di raccordo scritte da Massimo Marconi, sulla falsariga di quelle de I Classici di tanti anni fa.

LM: Le ho fatte volentieri. Per me, ogni esperienza è un arricchimento personale e non ho mai detto di no a nessun lavoro.


SC: Invece, negli ultimi anni, hai realizzato storie per Paperino, Zio Paperone e Paperinik.

LM: Sì. Faccio quello che mi viene richiesto e, in quei casi, c'era bisogno di questo tipo di storie. Non ho mai fatto un solo lavoro: alterno le storie a illustrazioni anche grandi che mi richiedono mesi per completarle.

SC: Leggi ancora Topolino?

LM: Sì, volentieri. L'ho sempre letto e non credo che smetterò mai, è troppo radicato in me.

SC: Adesso, cosa stai facendo di bello?

LM: Molti quadri a colori, specialmente per privati, anche perché non ci sono molti disegnatori che usano il colore. Quando me li chiedono, li faccio volentieri. Non è solo un lavoro per me, ma una passione. Se mi chiederanno nuove storie, le farò. Non dico mai di no.


© Disney per i disegni pubblicati.
Si ringrazia l'artista per le fotografie e le immagini messe a disposizione.

sabato 30 agosto 2025

... e sono 15!


Nato come Daily War Drum (dal titolo del quotidiano edito da Topolino in una ben nota storia a strisce del 1935), il blog su cui state leggendo questo articolo ha dato il via alle sue pubblicazioni esattamente quindici anni fa... auguri!

A dire il vero, però, a voler essere pignoli, non è proprio così. Come qualcuno saprà, infatti, Eco del Mondo non è che una copia del vecchio blog (cancellato anni fa perché non più accessibile) e, tecnicamente, è stato creato solo nel 2021. Tuttavia, se siete d'accordo con me, si tratta solamente di una questione di pura formalità. Eco del Mondo è Daily War Drum. Ne è una versione migliorata, certo, e questo è dovuto alla maturità acquisita dal suo autore negli anni grazie all'accrescere dell'età anagrafica, ai percorsi di studi, alle diverse influenze e suggestioni e a tutto ciò che ne consegue. Fatto sta che, in ogni caso, i post precedenti al 2021 sono tuttora consultabili, e tanto basta per dimostrare, a mio avviso, la continuità di questo spazio web.

Chiusa tale parentesi (forse necessaria forse no), possiamo tornare agli auguri. Quindici anni... questo blog mi accompagna da oltre metà della mia vita. In effetti, quando per qualche strana ragione ho deciso di aprirlo, io non li avevo ancora compiuti, quindici anni... a pensarci, fa uno strano effetto!

E se vi dicessi che, inoltre, al momento del mio primo acquisto consapevole, consideravo i fumetti Disney una cosa da bambini? Sacrilegio, me ne rendo conto! Non fraintendetemi, però... se avrete un po' di pazienza, vi spiego per bene come sono andate le cose e come ne sono "guarito". Come tutti, ho iniziato a leggerli da bambino: mi piaceva Pk, mi affascinavano le atmosfere di X-Mickey, leggevo Topolino e qualche raccolta di quelle che uscivano ai tempi... e poi stop. Ci deve essere stato un periodo di vuoto, da circa metà delle elementari, in cui, forse spinto dai gusti della massa, mi sono avvicinato a franchise che sembravano più "adulti". Ovviamente, c'erano i Pokémon, Dragon Ball, Yu-Gi-Oh!, la WWE... tutto quello che, insomma, si potesse seguire in televisione e collezionare sotto forma di carte acquistabili in edicola.

Un paio di anni più tardi, verso la fine del 2007, vedo una pubblicità in tv: reclamizza il numero 2710 del settimanale Topolino. "Cose da bambini", penso, ma c'è un particolare che attira la mia attenzione: un gadget. Allegata alla rivista, vi è una riproduzione della Numero Uno di Zio Paperone. Certo, con il senno di poi, non era proprio la Numero Uno... ma non è rilevante ai fini del racconto. Decido di acquistare il fumetto e, visto che ormai l'ho comprato, lo leggo. Tra le storie, ce ne è una che mi rapisce per i suoi bellissimi disegni: Zio Paperone e la carrozza fantasma (Hedman/Gattino, 2007). All'epoca, non lo sapevo, ma si trattava di una storia straniera, pubblicata quasi in contemporanea rispetto ai paesi scandinavi. Gattino (il cui nome, Wanda, mi faceva pensare a una disegnatrice nostrana) si rifaceva allo stile del suo mentore, il grande Daniel Branca, ma non sapevo neppure questo... mi piaceva e basta. La storia, però, non era completa: era soltanto il primo di sei episodi ed era persino accompagnata da un concorso sull'allora immaginifico sito internet della rivista. Non potevo lasciarne la lettura in sospeso e, così, sono tornato bambino.

Da quel momento, la mia vita ha preso una strada da cui non sarei più riuscito a tornare indietro. Acquistavo regolarmente tutto quello che usciva in edicola: I Classici, I Grandi Classici, Paperino, Mega (sigh), Zio Paperone (doppio sigh), Disney BIG, Pocket Love, Disney Comix, Disney Anni d'Oro... e chi se li ricorda tutti? Il punto di svolta è, comunque, rappresentato dal volumetto Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni (2007), che riproponeva le sette storie di Carl Barks presenti nell'omonimo Oscar Mondadori del 1968, arricchite dai preziosi redazionali di due giganti: Alberto Becattini e Luca Boschi. Se scoprire Barks dopo avere letto giusto un paio di numeri di Topolino è un'esperienza in sé, non sono sicuro di riuscire a spiegare a parole cosa possa significare farlo attraverso i commenti dei due esperti toscani, che avrei imparato ad apprezzare molto presto. Ancora oggi, a distanza di diciotto anni dall'uscita di quel volume, ricordo addirittura le immagini che avevano selezionato per gli editoriali: Jones che tira una palla da football nella pancia di Paperino, i due emissari egiziani con i loro sguardi sinistri, la terribile Banda Bassotti... e una vignetta di Paperone da ragazzo nella barca di suo zio Manibuche. Cosa? Paperone da giovane? Quel disegno mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Scoprivo che anche lo zio di Paperino aveva avuto un passato e che era stato narrato da un autore chiamato Don Rosa... dovevo per forza recuperarlo!

Così, accanto agli acquisti in edicola, vagavo per fumetterie, mercatini e fiere alla ricerca di tutto quello che potesse attrarmi. Negli anni, ho messo insieme una bella collezione di testate e letto migliaia di storie diverse, di autori diversi, realizzate in epoche diverse. Mi divertivo a riconoscere i disegnatori. Tornando un attimo indietro, va aggiunto anche che, per una fortunata congiunzione astrale, appena dopo che avevo preso a interessarmi, è iniziata una ristampa completa di Carl Barks, seguita da una di Floyd Gottfredson (peraltro la prima, e finora unica, al mondo!), e chi le cura? Becattini e Boschi! Ero giovane, ma come mi piaceva leggere i loro articoli: le curiosità, i dettagli... il modo in cui condividevano il loro sapere, le informazioni che avevano raccolto in decenni sugli autori, sui personaggi, sulle storie. Il loro amore per la materia era ravvisabile e mi è stato trasmesso attraverso l'attenta fruizione dei loro scritti.

Poi, chiaramente, c'è stato altro. Oltre alle pubblicazioni ufficiali, ho letto diversi saggi, recuperato vecchie fanzine, frequentato forum, ricercato e consultato il consultabile... e questo continuo a fare oggi. Se la matematica non mi inganna, non ho ancora trent'anni, ma faccio tesoro dell'esperienza che decine di studiosi hanno accumulato in circa sei decenni, senza contare gli studi e le ricerche che ho compiuto direttamente e le conversazioni che ho avuto con gli autori. Non vorrei peccare di immodestia, ma penso si tratti di un bel bagaglio di informazioni, e a mia volta cerco di condividerlo al mio meglio, non appena se ne presenti l'occasione.

In ogni caso, se oggi sono qui a scrivere questo articolo riepilogativo, lo devo ad alcune persone che negli anni mi hanno supportato e permesso di crescere a livello personale, tenendo sempre vivo in me l'interesse per queste cose da bambini. Probabilmente, ne scorderò qualcuna, ma vorrei provare a ringraziarle, in ordine rigorosamente cronologico: Tutti i collaboratori di INDUCKS, naturalmente, per il fondamentale servizio reso; Luca Boschi perché, oltre ad avermi trasmesso tantissime nozioni attraverso i suoi articoli, è stato il primo a credere in questo blog, ospitandolo e promuovendolo fin da subito nei suoi spazi, dando a un poco-più-che-bambino l'impressione di stare facendo qualcosa di importante e di utile e incoraggiandolo a proseguire; Carlo Chendi per la sua estrema disponibilità ad approfondire tematiche inerenti ai fumetti disneyani e per la generosità con cui mi ha fatto dono di aneddoti e oggetti che conservo ancora con affetto e gratitudine; Niels Jakob Søe Loft e Timo Ronkainen, rispettivamente ex-redattori di Rappet e Ankkalinnan Pamaus, per avere accettato di pubblicare (entrambi nel 2011) i miei primi articoli su fanzine, dando il via a un percorso parallelo al blog, stampato su carta; tutti gli autori che si sono lasciati intervistare negli anni e coloro i quali hanno risposto alle mie e-mail e ai miei messaggi per risolvere dubbi e curiosità; tutti i "colleghi" fanzinari sparsi per il mondo; gli autentici donaldisti di una volta per avere offerto ai posteri teorie strampalate e affascinanti e per avere trattato questi personaggi come un argomento meritevole di studi approfonditi; Jean-Baptiste Roux, caporedattore di Picsou Magazine e delle altre pubblicazioni Disney in Francia per avere trasformato questo ingombrante hobby in qualcosa di più; Alberto Becattini per tutto (!!!); la redazione disneyana di Panini Comics per la bella collaborazione che abbiamo intrapreso quest'anno; e, infine, ogni persona che abbia mai letto anche un solo mio articolo negli ultimi quindici anni. Chiedo davvero scusa se qualcuno si sentirà escluso da questa lista, ma la mia memoria non è proprio ottima... ci sono anche altre persone che non posso menzionare pubblicamente, ma che sicuramente hanno reso tutto questo più vero e più serio, e, se mai mi dovessero leggere, le ringrazio telepaticamente!

Prima di salutare tutti voi, vi lascio a una galleria di simpatici omaggi/pensierini che alcuni amici del blog hanno realizzato in occasione dell'odierna ricorrenza. Diversamente da come era stato per il post natalizio di due anni fa, gli artisti coinvolti non sono disposti in ordine alfabetico, ma ho cercato di costruire una sorta di percorso cronologico. 

WANDA GATTINO — Come scrivevo sopra, Wanda Gattino è stato il mio imprinting al fumetto disneyano. A lui va ascritto il merito/la colpa della mia predilezione per uno stile più classico e vicino ai modelli barksiani, seppur reinterpretati con una sensibilità che definirei elegante. Per questo motivo, è stato l'artista a cui da subito ho pensato per aprire questa galleria e lo ringrazio infinitamente per averne preso parte, andando in un certo senso a chiudere un metaforico cerchio. Nella sua illustrazione, possiamo ammirare due zii di Paperino: Gedeone e Pico, rispettivamente simboli del giornalismo e della cultura. Quale sintesi migliore per definire questo piccolo spazio online?


LUCIANO GATTO — Onestamente, non credo che Luciano Gatto abbia bisogno di presentazioni. È stato per decenni presenza fissa all'interno delle pubblicazioni disneyane e non solo. Diverse generazioni di lettori sono cresciute apprezzando i suoi disegni e sembra che ci sia da sempre. Esattamente quindici anni fa, l'intervista fatta con lui è stata il primo post sul Daily War Drum e lo ringrazio tantissimo per avere dedicato un po' del suo prezioso tempo per ricordarla attraverso una splendida illustrazione realizzata con il suo riconoscibilissimo stile, inchiostrata digitalmente da Rumpelstiltskin.


ADRIEN MIQUEU — Adrien Miqueu è un amico e collega donaldista da tanti anni. Per le pubblicazioni ufficiali, ha curato i fascicoli della collana Mickey Donald & Cie. Trovo molto interessante il suo stile di illustrazione, quasi underground. Sue sono le caricature che avete visto nel post riassuntivo dell'anno scorso e diverse copertine della fanzine Rappet, come questa, concepita per il trentacinquesimo numero, la cui ispirazione è stata il mio articolo sui fondatori delle Giovani Marmotte. Ps: riconoscete un nome familiare sulla busta tenuta in mano dal postino?


FRANCESCO GUERRINI — Ottimo "paperigrafo bolognese", come lui stesso si definisce, Francesco Guerrini è un caro amico del blog dal 2023, anno in cui ci siamo conosciuti di persona e in cui abbiamo avuto una lunga chiacchierata, molto apprezzata dai lettori di queste pagine. Per festeggiare l'anniversario, Francesco ha realizzato non uno, ma ben due ispiratissimi omaggi (il primo è in apertura al post). Grazie!


RUMPELSTILTSKIN — A proposito di questo strano nome... vi ricordate il pesce d'aprile pubblicato qualche mese fa? Ebbene sì: nonostante l'alta qualità del disegno, non si trattava di un artista professionista, bensì di un giovane appassionato dei Paperi Disney. L'idea è stata quella di ricreare una tavola della storia Zio Paperone e le notizie... fraterne (Sisti/Soave, 1996) come se fosse stata disegnata oggi, sostituendo Nonna Papera con la Zia Matilda (qui reminiscente della recente interpretazione di Libero Ermetti), effettivamente sorella di Gedeone e Paperone.


VILLE TANTTU — Ville Tanttu è un artista finlandese che si occupa di fumetti Disney per l'editore olandese DPG dall'estate del 2023. Circa un anno prima, aveva disegnato la copertina dell'undicesimo numero della (ormai defunta, sigh sob!) fanzine francese Picsou-Soir, ispirata a un mio articolo su Fantomius, il ladro gentiluomo. Il suo contributo è un bel Paperino dal gusto tradizionale.


LUIS BÄRENFALLER — Indicizzatore per INDUCKS, nonché realizzatore di loghi per l'associazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D. dal 2024, Luis Bärenfaller ha uno stile originalissimo che trovo molto simpatico e divertente. Nell'omaggiare il blog, ha deciso di dare vita all'immagine visibile sul suo sfondo, animandola e palesando i pensieri e le frustrazioni di Paperino.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano altresì le pazienti persone che si sono rese disponibili a colorare le illustrazione seguendo ottimamente le mie richieste: Josh Jones per il disegno di Luciano Gatto, David Bühring per il disegno di Ville Tanttu e Simone Cavazzuti (che poi sarei io!) per i disegni di Francesco Guerrini e Rumpelstiltskin (per cui ho provato ad adottare quella che la redattrice Graziella Calatroni ha definito "colorazione sentimentale"). I disegni non menzionati in questa nota sono stati colorati dai propri artisti.

lunedì 30 giugno 2025

Un Romano Scarpa inedito in Svezia?

È il novembre 2009 quando nelle edicole italiane esce il quinto numero del bimestrale Disney Anni d'Oro, che reca in copertina il seguente strillo: "INEDITO MONDIALE: una storia di Romano Scarpa!"


Si tratta di Zio Paperone e gli uccelli dorati, disegnata da Scarpa nel 1985 per il programma Overseas dello Studio Disney di Burbank, che sforna storie per il mercato internazionale. Per intenderci, è lo stesso contesto produttivo in cui nascono personaggi come Paperoga e 01 Paperbond o nel quale possiamo vedere Amelia e Maga Magò vivere in un castello paperopolese assieme a due corvi e a nonna Amelia (Granny De Spell).

Purtroppo, tale impresa della famiglia dei Paperi va perduta e una sorte analoga capita anche ad altri racconti del Maestro veneziano: Topolino e la marmitta fotonica (pubblicata in Zio Paperone 201, nel 2006), Zio Paperone e il segreto della palandrana (pubblicata in Zio Paperone 210, nel 2007), Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata in Le Grandi storie Disney 24, nel 2014), Nonna Papera e il rospo da guardia (pubblicata in Le Grandi storie Disney 40, nel 2014) e un'altra manciata di avventure tuttora inedite.

Tuttavia, se i disegni di queste storie vengono ritrovati, lo stesso non si può dire dei testi, che sembrano essere smarriti definitivamente. Per tale motivo, in ognuno dei casi sopra citati, a eccezione di Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata muta per la difficoltà di ricostruirne le dinamiche), i dialoghi sono riscritti da capo dall'esperto Luca Boschi, basandosi sulla scansione degli eventi raffigurata da Scarpa. Inoltre, in Zio Paperone e gli uccelli dorati, Boschi non si limita a re-immaginare le conversazioni dei personaggi e le didascalie, ma disegna ex-novo mezza pagina della storia, anch'essa introvabile.


Ebbene, nel terzo numero di quest'anno del bimestrale svedese Kalle Anka Klassiker (nelle edicole da poco più di una settimana), viene proposta per la prima volta nel paese scandinavo la storia di Scarpa, ma con una piccola differenza (peraltro non indicata su INDUCKS al momento della scrittura di questo post): le quattro vignette disegnate da Boschi sono state ricostruite mettendo insieme vignette provenienti da Zio Paperone e la condizione imposta (1980).


© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 23 gennaio 2025

Una chiacchierata con... Batem

In occasione della pubblicazione italiana dell'ultimo volume della collana Glénat di fumetti Disney originali, Un lavoro per Paperinik, ho posto qualche domanda senza spoiler al suo disegnatore, Batem (al secolo Luc Collin), un artista belga principalmente noto come il successore di André Franquin nella serie Marsupilami. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
BA: Batem

SC: Come sei entrato nel mondo del fumetto?

BA: All'età di sette anni, ho scoperto che mio papà era abbonato a Spirou! Prima di disegnare le avventure di Marsupilami, ho lavorato per dei giornali scolastici e sono stato il caricaturista di un quotidiano, La Nouvelle Gazette di Charleroi.

Successivamente, sono stato assunto dalla S.E.P.P., una società sorella delle edizioni Dupuis, per lavorare su un progetto di cartoni animati di Marsupilami, ed è così che André Franquin ha scoperto i miei disegni di Marsupilami.

SC: Com'è stato lavorare con André Franquin? 

BA: È stata un'avventura e una scuola straordinaria durante la quale il mio maestro e il mio idolo ha tenuto la mia mano e la mia matita con enorme tatto e grande cura. Ho imparato di più in pochi mesi che nei ventisei anni precedenti!!

SC: Sentivi la pressione?

BA: La pressione c'era, eccome: André Franquin, Marsupilami, Greg e la promessa di una grande tiratura... tutto questo per un volume che doveva essere disegnato in meno di 4 mesi!! Ma ero giovane e avrei fatto di tutto, abbandonato tutto, anche solo per cancellare le matite dalle tavole di Franquin o addirittura per spazzare il suo studio! E, poi, ripeto: Franquin ha fatto di tutto per mettermi a mio agio e rassicurarmi, la favola poteva cominciare!

SC: Prima che Glénat lanciasse la sua serie di volumi Disney d'autore, avresti mai immaginato di lavorare un giorno a un fumetto Disney? 

BA: Prima che Glénat mi proponesse questa collaborazione su Paperinik, non avrei immaginato un giorno di lavorare per questo universo e di vedere uscire un volume Disney con il mio nome in copertina!

Ma da bambino mangiavo tutti i giorni con Paperino. Era lui che decorava la mia tazza e il mio piatto ed è stato il primo personaggio che ho imparato a disegnare (male) a memoria prima ancora di compiere cinque anni.

Il Topolino di Batem

SC: A dire il vero, il tuo primo lavoro Glénat/Disney è stata una pagina di Topolino scritta da Nicolas Pothier e pubblicata nel volume collettivo Mickey All Stars. Come sei stato coinvolto nel progetto?

BA: Non ricordo più come sono stato coinvolto nel progetto Mickey All Stars. Penso che sia stato tramite Nicolas Pothier, che già lavorava con Johan Pilet [ndr. disegnatore di Mickey contre L'Alliance Maléfique], con cui condivido lo studio.

SC: Più tardi, nel 2020, tu e Pothier avete cominciato a lavorare a un nuovo titolo, Un lavoro per Paperinik, in uscita oggi in Italia. Avevi familiarità con i personaggi?

BA: Conosco abbastanza bene l'universo Disney che ha scosso la mia infanzia, ma, sorprendentemente, non conoscevo Paperinik, le cui avventure non venivano pubblicato sulla rivista di Mickey. Ma si tratta di Paperino e dato che ero anche un grande fan di Super Pippo, l'aspetto da piccolo supereroe non ha fatto altro che rafforzare il mio entusiasmo!

SC: Ti sei occupato solo della parte visiva o hai contribuito anche alla trama e alle gag della storia?

BA: Io sono il disegnatore e Nicolas Pothier lo sceneggiatore e, a parte qualche dettaglio grafico, non sono intervenuto né nella trama né nelle gag.

SC: Nel volume, possiamo vedere alcuni schizzi preparatori e model sheet dei personaggi che hai messo insieme copiando le loro pose dagli artisti Disney. Quanto tempo hai impiegato per studiare i personaggi, per imparare a disegnarli e per sviluppare il tuo stile?

BA: Effettivamente, mi sono divertito a ridisegnare i personaggi che ho trovato in qualche libro e su internet per iniziare a farci la mano. È stato, comunque, abbastanza veloce perché l'universo grafico di Marsupilami non è poi così lontano da quello di Paperopoli, e, poi, non ho cercato di appropriarmi dei personaggi rendendoli qualcosa di diverso da quello che mi faceva sognare da bambino. Ho disegnato il Paperino che era sui miei piatti! Almeno, ho fatto del mio meglio!! Ah! Ah! Ah!

Studi preparatori di Paperino e Archimede

SC: Pensi che potremmo vederti disegnare nuovamente questi personaggi? Magari anche come sceneggiatore? È qualcosa che ti interesserebbe?

BA: È ovvio che se le Edizioni Glénat ci propongono un secondo volume delle avventure di Paperinik e di tutta la sua banda, noi lo facciamo! Non so se avrei il tempo o la capacità di scrivere storie per Paperinik, ma in ogni caso, anche se ciò mi interessasse, non credo che riuscirei a farlo bene come Nicolas!

SC: A cosa stai lavorando al momento?

BA: Il prossimo volume di Marsupilami uscirà a febbraio 2025 e sto attualmente lavorando al numero 35, che è sceneggiato da Ced e Kid Troussaint. Ho abbozzato le prime venti tavole ed è previsto per febbraio 2026, contemporaneamente all'uscita del film di Philippe Lacheau!

Una bellissima (e recentissima!) illustrazione di Marsupilami

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 12 gennaio 2025

Indice ragionato degli articoli presenti sul blog

Sulla falsariga del precedente post, ho deciso di compilare un indice analitico degli articoli e delle ricerche pubblicati sul blog negli ultimi anni, suddiviso questa volta per oggetto preso in esame, in modo da avere una sorta di guida di lettura cronologica in base all'argomento interessato.




CICCIO



CUORDIPIETRA FAMEDORO








PAPERINO



giovedì 9 gennaio 2025

Indice delle chiacchierate presenti sul blog (e sul canale YouTube)

Per inaugurare il 2025, anno in cui il blog spegnerà metaforicamente quindici candeline, riporto in maniera ordinata e con i relativi collegamenti l'indice delle chiacchierate svolte nel corso degli anni e che è possibile recuperare sulle pagine di Eco del Mondo e sull'omonimo canale YouTube, suddivise per data di realizzazione.

2010

Michael T. Gilbert

2011

Rob Klein (a cura di Andrea Cara)

2012


2013

Daan Jippes (realizzata per la fanzine Rappet)

2014


2021


2022

Claretta Muci (video) 

2023

Vito Stabile (video) 
Carlo Panaro (video) 
Alex Bertani (video) 
Marco Gervasio (video) 
Roberto Gagnor (video) 
Francesco Vacca (video) 

2024

Sergio Badino (video) 
Massimo Fecchi (video) 

2025

Keramidas

Vi sono poi autori che non ho mai formalmente intervistato, ma con i quali mi è capitato di confrontarmi nel corso delle mie ricerche, così come disegnatori che hanno collaborato con il blog in qualche maniera. Tra questi, ricordo con piacere John Lustig, William Van Horn, Paul Halas, Lucio Leoni, Francisco Rodriguez, Riccardo Pesce, Tim Artz, Diego Bernardo, Federico Butticè, Simona Capovilla, Paolo De Lorenzi e Adrien Miqueu. 

Il presente indice verrà costantemente aggiornato in modo da avere sempre la possibilità di accedere alle varie chiacchierate da un unico luogo di riferimento. Le interviste condotte per altri progetti non saranno incluse, ma mi riservo di dedicare loro uno spazio diverso in futuro.