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sabato 30 agosto 2025

... e sono 15!


Nato come Daily War Drum (dal titolo del quotidiano edito da Topolino in una ben nota storia a strisce del 1935), il blog su cui state leggendo questo articolo ha dato il via alle sue pubblicazioni esattamente quindici anni fa... auguri!

A dire il vero, però, a voler essere pignoli, non è proprio così. Come qualcuno saprà, infatti, Eco del Mondo non è che una copia del vecchio blog (cancellato anni fa perché non più accessibile) e, tecnicamente, è stato creato solo nel 2021. Tuttavia, se siete d'accordo con me, si tratta solamente di una questione di pura formalità. Eco del Mondo è Daily War Drum. Ne è una versione migliorata, certo, e questo è dovuto alla maturità acquisita dal suo autore negli anni grazie all'accrescere dell'età anagrafica, ai percorsi di studi, alle diverse influenze e suggestioni e a tutto ciò che ne consegue. Fatto sta che, in ogni caso, i post precedenti al 2021 sono tuttora consultabili, e tanto basta per dimostrare, a mio avviso, la continuità di questo spazio web.

Chiusa tale parentesi (forse necessaria forse no), possiamo tornare agli auguri. Quindici anni... questo blog mi accompagna da oltre metà della mia vita. In effetti, quando per qualche strana ragione ho deciso di aprirlo, io non li avevo ancora compiuti, quindici anni... a pensarci, fa uno strano effetto!

E se vi dicessi che, inoltre, al momento del mio primo acquisto consapevole, consideravo i fumetti Disney una cosa da bambini? Sacrilegio, me ne rendo conto! Non fraintendetemi, però... se avrete un po' di pazienza, vi spiego per bene come sono andate le cose e come ne sono "guarito". Come tutti, ho iniziato a leggerli da bambino: mi piaceva Pk, mi affascinavano le atmosfere di X-Mickey, leggevo Topolino e qualche raccolta di quelle che uscivano ai tempi... e poi stop. Ci deve essere stato un periodo di vuoto, da circa metà delle elementari, in cui, forse spinto dai gusti della massa, mi sono avvicinato a franchise che sembravano più "adulti". Ovviamente, c'erano i Pokémon, Dragon Ball, Yu-Gi-Oh!, la WWE... tutto quello che, insomma, si potesse seguire in televisione e collezionare sotto forma di carte acquistabili in edicola.

Un paio di anni più tardi, verso la fine del 2007, vedo una pubblicità in tv: reclamizza il numero 2710 del settimanale Topolino. "Cose da bambini", penso, ma c'è un particolare che attira la mia attenzione: un gadget. Allegata alla rivista, vi è una riproduzione della Numero Uno di Zio Paperone. Certo, con il senno di poi, non era proprio la Numero Uno... ma non è rilevante ai fini del racconto. Decido di acquistare il fumetto e, visto che ormai l'ho comprato, lo leggo. Tra le storie, ce ne è una che mi rapisce per i suoi bellissimi disegni: Zio Paperone e la carrozza fantasma (Hedman/Gattino, 2007). All'epoca, non lo sapevo, ma si trattava di una storia straniera, pubblicata quasi in contemporanea rispetto ai paesi scandinavi. Gattino (il cui nome, Wanda, mi faceva pensare a una disegnatrice nostrana) si rifaceva allo stile del suo mentore, il grande Daniel Branca, ma non sapevo neppure questo... mi piaceva e basta. La storia, però, non era completa: era soltanto il primo di sei episodi ed era persino accompagnata da un concorso sull'allora immaginifico sito internet della rivista. Non potevo lasciarne la lettura in sospeso e, così, sono tornato bambino.

Da quel momento, la mia vita ha preso una strada da cui non sarei più riuscito a tornare indietro. Acquistavo regolarmente tutto quello che usciva in edicola: I Classici, I Grandi Classici, Paperino, Mega (sigh), Zio Paperone (doppio sigh), Disney BIG, Pocket Love, Disney Comix, Disney Anni d'Oro... e chi se li ricorda tutti? Il punto di svolta è, comunque, rappresentato dal volumetto Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni (2007), che riproponeva le sette storie di Carl Barks presenti nell'omonimo Oscar Mondadori del 1968, arricchite dai preziosi redazionali di due giganti: Alberto Becattini e Luca Boschi. Se scoprire Barks dopo avere letto giusto un paio di numeri di Topolino è un'esperienza in sé, non sono sicuro di riuscire a spiegare a parole cosa possa significare farlo attraverso i commenti dei due esperti toscani, che avrei imparato ad apprezzare molto presto. Ancora oggi, a distanza di diciotto anni dall'uscita di quel volume, ricordo addirittura le immagini che avevano selezionato per gli editoriali: Jones che tira una palla da football nella pancia di Paperino, i due emissari egiziani con i loro sguardi sinistri, la terribile Banda Bassotti... e una vignetta di Paperone da ragazzo nella barca di suo zio Manibuche. Cosa? Paperone da giovane? Quel disegno mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Scoprivo che anche lo zio di Paperino aveva avuto un passato e che era stato narrato da un autore chiamato Don Rosa... dovevo per forza recuperarlo!

Così, accanto agli acquisti in edicola, vagavo per fumetterie, mercatini e fiere alla ricerca di tutto quello che potesse attrarmi. Negli anni, ho messo insieme una bella collezione di testate e letto migliaia di storie diverse, di autori diversi, realizzate in epoche diverse. Mi divertivo a riconoscere i disegnatori. Tornando un attimo indietro, va aggiunto anche che, per una fortunata congiunzione astrale, appena dopo che avevo preso a interessarmi, è iniziata una ristampa completa di Carl Barks, seguita da una di Floyd Gottfredson (peraltro la prima, e finora unica, al mondo!), e chi le cura? Becattini e Boschi! Ero giovane, ma come mi piaceva leggere i loro articoli: le curiosità, i dettagli... il modo in cui condividevano il loro sapere, le informazioni che avevano raccolto in decenni sugli autori, sui personaggi, sulle storie. Il loro amore per la materia era ravvisabile e mi è stato trasmesso attraverso l'attenta fruizione dei loro scritti.

Poi, chiaramente, c'è stato altro. Oltre alle pubblicazioni ufficiali, ho letto diversi saggi, recuperato vecchie fanzine, frequentato forum, ricercato e consultato il consultabile... e questo continuo a fare oggi. Se la matematica non mi inganna, non ho ancora trent'anni, ma faccio tesoro dell'esperienza che decine di studiosi hanno accumulato in circa sei decenni, senza contare gli studi e le ricerche che ho compiuto direttamente e le conversazioni che ho avuto con gli autori. Non vorrei peccare di immodestia, ma penso si tratti di un bel bagaglio di informazioni, e a mia volta cerco di condividerlo al mio meglio, non appena se ne presenti l'occasione.

In ogni caso, se oggi sono qui a scrivere questo articolo riepilogativo, lo devo ad alcune persone che negli anni mi hanno supportato e permesso di crescere a livello personale, tenendo sempre vivo in me l'interesse per queste cose da bambini. Probabilmente, ne scorderò qualcuna, ma vorrei provare a ringraziarle, in ordine rigorosamente cronologico: Tutti i collaboratori di INDUCKS, naturalmente, per il fondamentale servizio reso; Luca Boschi perché, oltre ad avermi trasmesso tantissime nozioni attraverso i suoi articoli, è stato il primo a credere in questo blog, ospitandolo e promuovendolo fin da subito nei suoi spazi, dando a un poco-più-che-bambino l'impressione di stare facendo qualcosa di importante e di utile e incoraggiandolo a proseguire; Carlo Chendi per la sua estrema disponibilità ad approfondire tematiche inerenti ai fumetti disneyani e per la generosità con cui mi ha fatto dono di aneddoti e oggetti che conservo ancora con affetto e gratitudine; Niels Jakob Søe Loft e Timo Ronkainen, rispettivamente ex-redattori di Rappet e Ankkalinnan Pamaus, per avere accettato di pubblicare (entrambi nel 2011) i miei primi articoli su fanzine, dando il via a un percorso parallelo al blog, stampato su carta; tutti gli autori che si sono lasciati intervistare negli anni e coloro i quali hanno risposto alle mie e-mail e ai miei messaggi per risolvere dubbi e curiosità; tutti i "colleghi" fanzinari sparsi per il mondo; gli autentici donaldisti di una volta per avere offerto ai posteri teorie strampalate e affascinanti e per avere trattato questi personaggi come un argomento meritevole di studi approfonditi; Jean-Baptiste Roux, caporedattore di Picsou Magazine e delle altre pubblicazioni Disney in Francia per avere trasformato questo ingombrante hobby in qualcosa di più; Alberto Becattini per tutto (!!!); la redazione disneyana di Panini Comics per la bella collaborazione che abbiamo intrapreso quest'anno; e, infine, ogni persona che abbia mai letto anche un solo mio articolo negli ultimi quindici anni. Chiedo davvero scusa se qualcuno si sentirà escluso da questa lista, ma la mia memoria non è proprio ottima... ci sono anche altre persone che non posso menzionare pubblicamente, ma che sicuramente hanno reso tutto questo più vero e più serio, e, se mai mi dovessero leggere, le ringrazio telepaticamente!

Prima di salutare tutti voi, vi lascio a una galleria di simpatici omaggi/pensierini che alcuni amici del blog hanno realizzato in occasione dell'odierna ricorrenza. Diversamente da come era stato per il post natalizio di due anni fa, gli artisti coinvolti non sono disposti in ordine alfabetico, ma ho cercato di costruire una sorta di percorso cronologico. 

WANDA GATTINO — Come scrivevo sopra, Wanda Gattino è stato il mio imprinting al fumetto disneyano. A lui va ascritto il merito/la colpa della mia predilezione per uno stile più classico e vicino ai modelli barksiani, seppur reinterpretati con una sensibilità che definirei elegante. Per questo motivo, è stato l'artista a cui da subito ho pensato per aprire questa galleria e lo ringrazio infinitamente per averne preso parte, andando in un certo senso a chiudere un metaforico cerchio. Nella sua illustrazione, possiamo ammirare due zii di Paperino: Gedeone e Pico, rispettivamente simboli del giornalismo e della cultura. Quale sintesi migliore per definire questo piccolo spazio online?


LUCIANO GATTO — Onestamente, non credo che Luciano Gatto abbia bisogno di presentazioni. È stato per decenni presenza fissa all'interno delle pubblicazioni disneyane e non solo. Diverse generazioni di lettori sono cresciute apprezzando i suoi disegni e sembra che ci sia da sempre. Esattamente quindici anni fa, l'intervista fatta con lui è stata il primo post sul Daily War Drum e lo ringrazio tantissimo per avere dedicato un po' del suo prezioso tempo per ricordarla attraverso una splendida illustrazione realizzata con il suo riconoscibilissimo stile, inchiostrata digitalmente da Rumpelstiltskin.


ADRIEN MIQUEU — Adrien Miqueu è un amico e collega donaldista da tanti anni. Per le pubblicazioni ufficiali, ha curato i fascicoli della collana Mickey Donald & Cie. Trovo molto interessante il suo stile di illustrazione, quasi underground. Sue sono le caricature che avete visto nel post riassuntivo dell'anno scorso e diverse copertine della fanzine Rappet, come questa, concepita per il trentacinquesimo numero, la cui ispirazione è stata il mio articolo sui fondatori delle Giovani Marmotte. Ps: riconoscete un nome familiare sulla busta tenuta in mano dal postino?


FRANCESCO GUERRINI — Ottimo "paperigrafo bolognese", come lui stesso si definisce, Francesco Guerrini è un caro amico del blog dal 2023, anno in cui ci siamo conosciuti di persona e in cui abbiamo avuto una lunga chiacchierata, molto apprezzata dai lettori di queste pagine. Per festeggiare l'anniversario, Francesco ha realizzato non uno, ma ben due ispiratissimi omaggi (il primo è in apertura al post). Grazie!


RUMPELSTILTSKIN — A proposito di questo strano nome... vi ricordate il pesce d'aprile pubblicato qualche mese fa? Ebbene sì: nonostante l'alta qualità del disegno, non si trattava di un artista professionista, bensì di un giovane appassionato dei Paperi Disney. L'idea è stata quella di ricreare una tavola della storia Zio Paperone e le notizie... fraterne (Sisti/Soave, 1996) come se fosse stata disegnata oggi, sostituendo Nonna Papera con la Zia Matilda (qui reminiscente della recente interpretazione di Libero Ermetti), effettivamente sorella di Gedeone e Paperone.


VILLE TANTTU — Ville Tanttu è un artista finlandese che si occupa di fumetti Disney per l'editore olandese DPG dall'estate del 2023. Circa un anno prima, aveva disegnato la copertina dell'undicesimo numero della (ormai defunta, sigh sob!) fanzine francese Picsou-Soir, ispirata a un mio articolo su Fantomius, il ladro gentiluomo. Il suo contributo è un bel Paperino dal gusto tradizionale.


LUIS BÄRENFALLER — Indicizzatore per INDUCKS, nonché realizzatore di loghi per l'associazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D. dal 2024, Luis Bärenfaller ha uno stile originalissimo che trovo molto simpatico e divertente. Nell'omaggiare il blog, ha deciso di dare vita all'immagine visibile sul suo sfondo, animandola e palesando i pensieri e le frustrazioni di Paperino.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano altresì le pazienti persone che si sono rese disponibili a colorare le illustrazione seguendo ottimamente le mie richieste: Josh Jones per il disegno di Luciano Gatto, David Bühring per il disegno di Ville Tanttu e Simone Cavazzuti (che poi sarei io!) per i disegni di Francesco Guerrini e Rumpelstiltskin (per cui ho provato ad adottare quella che la redattrice Graziella Calatroni ha definito "colorazione sentimentale"). I disegni non menzionati in questa nota sono stati colorati dai propri artisti.

lunedì 30 giugno 2025

Un Romano Scarpa inedito in Svezia?

È il novembre 2009 quando nelle edicole italiane esce il quinto numero del bimestrale Disney Anni d'Oro, che reca in copertina il seguente strillo: "INEDITO MONDIALE: una storia di Romano Scarpa!"


Si tratta di Zio Paperone e gli uccelli dorati, disegnata da Scarpa nel 1985 per il programma Overseas dello Studio Disney di Burbank, che sforna storie per il mercato internazionale. Per intenderci, è lo stesso contesto produttivo in cui nascono personaggi come Paperoga e 01 Paperbond o nel quale possiamo vedere Amelia e Maga Magò vivere in un castello paperopolese assieme a due corvi e a nonna Amelia (Granny De Spell).

Purtroppo, tale impresa della famiglia dei Paperi va perduta e una sorte analoga capita anche ad altri racconti del Maestro veneziano: Topolino e la marmitta fotonica (pubblicata in Zio Paperone 201, nel 2006), Zio Paperone e il segreto della palandrana (pubblicata in Zio Paperone 210, nel 2007), Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata in Le Grandi storie Disney 24, nel 2014), Nonna Papera e il rospo da guardia (pubblicata in Le Grandi storie Disney 40, nel 2014) e un'altra manciata di avventure tuttora inedite.

Tuttavia, se i disegni di queste storie vengono ritrovati, lo stesso non si può dire dei testi, che sembrano essere smarriti definitivamente. Per tale motivo, in ognuno dei casi sopra citati, a eccezione di Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata muta per la difficoltà di ricostruirne le dinamiche), i dialoghi sono riscritti da capo dall'esperto Luca Boschi, basandosi sulla scansione degli eventi raffigurata da Scarpa. Inoltre, in Zio Paperone e gli uccelli dorati, Boschi non si limita a re-immaginare le conversazioni dei personaggi e le didascalie, ma disegna ex-novo mezza pagina della storia, anch'essa introvabile.


Ebbene, nel terzo numero di quest'anno del bimestrale svedese Kalle Anka Klassiker (nelle edicole da poco più di una settimana), viene proposta per la prima volta nel paese scandinavo la storia di Scarpa, ma con una piccola differenza (peraltro non indicata su INDUCKS al momento della scrittura di questo post): le quattro vignette disegnate da Boschi sono state ricostruite mettendo insieme vignette provenienti da Zio Paperone e la condizione imposta (1980).


© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 23 gennaio 2025

Una chiacchierata con... Batem

In occasione della pubblicazione italiana dell'ultimo volume della collana Glénat di fumetti Disney originali, Un lavoro per Paperinik, ho posto qualche domanda senza spoiler al suo disegnatore, Batem (al secolo Luc Collin), un artista belga principalmente noto come il successore di André Franquin nella serie Marsupilami. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
BA: Batem

SC: Come sei entrato nel mondo del fumetto?

BA: All'età di sette anni, ho scoperto che mio papà era abbonato a Spirou! Prima di disegnare le avventure di Marsupilami, ho lavorato per dei giornali scolastici e sono stato il caricaturista di un quotidiano, La Nouvelle Gazette di Charleroi.

Successivamente, sono stato assunto dalla S.E.P.P., una società sorella delle edizioni Dupuis, per lavorare su un progetto di cartoni animati di Marsupilami, ed è così che André Franquin ha scoperto i miei disegni di Marsupilami.

SC: Com'è stato lavorare con André Franquin? 

BA: È stata un'avventura e una scuola straordinaria durante la quale il mio maestro e il mio idolo ha tenuto la mia mano e la mia matita con enorme tatto e grande cura. Ho imparato di più in pochi mesi che nei ventisei anni precedenti!!

SC: Sentivi la pressione?

BA: La pressione c'era, eccome: André Franquin, Marsupilami, Greg e la promessa di una grande tiratura... tutto questo per un volume che doveva essere disegnato in meno di 4 mesi!! Ma ero giovane e avrei fatto di tutto, abbandonato tutto, anche solo per cancellare le matite dalle tavole di Franquin o addirittura per spazzare il suo studio! E, poi, ripeto: Franquin ha fatto di tutto per mettermi a mio agio e rassicurarmi, la favola poteva cominciare!

SC: Prima che Glénat lanciasse la sua serie di volumi Disney d'autore, avresti mai immaginato di lavorare un giorno a un fumetto Disney? 

BA: Prima che Glénat mi proponesse questa collaborazione su Paperinik, non avrei immaginato un giorno di lavorare per questo universo e di vedere uscire un volume Disney con il mio nome in copertina!

Ma da bambino mangiavo tutti i giorni con Paperino. Era lui che decorava la mia tazza e il mio piatto ed è stato il primo personaggio che ho imparato a disegnare (male) a memoria prima ancora di compiere cinque anni.

Il Topolino di Batem

SC: A dire il vero, il tuo primo lavoro Glénat/Disney è stata una pagina di Topolino scritta da Nicolas Pothier e pubblicata nel volume collettivo Mickey All Stars. Come sei stato coinvolto nel progetto?

BA: Non ricordo più come sono stato coinvolto nel progetto Mickey All Stars. Penso che sia stato tramite Nicolas Pothier, che già lavorava con Johan Pilet [ndr. disegnatore di Mickey contre L'Alliance Maléfique], con cui condivido lo studio.

SC: Più tardi, nel 2020, tu e Pothier avete cominciato a lavorare a un nuovo titolo, Un lavoro per Paperinik, in uscita oggi in Italia. Avevi familiarità con i personaggi?

BA: Conosco abbastanza bene l'universo Disney che ha scosso la mia infanzia, ma, sorprendentemente, non conoscevo Paperinik, le cui avventure non venivano pubblicato sulla rivista di Mickey. Ma si tratta di Paperino e dato che ero anche un grande fan di Super Pippo, l'aspetto da piccolo supereroe non ha fatto altro che rafforzare il mio entusiasmo!

SC: Ti sei occupato solo della parte visiva o hai contribuito anche alla trama e alle gag della storia?

BA: Io sono il disegnatore e Nicolas Pothier lo sceneggiatore e, a parte qualche dettaglio grafico, non sono intervenuto né nella trama né nelle gag.

SC: Nel volume, possiamo vedere alcuni schizzi preparatori e model sheet dei personaggi che hai messo insieme copiando le loro pose dagli artisti Disney. Quanto tempo hai impiegato per studiare i personaggi, per imparare a disegnarli e per sviluppare il tuo stile?

BA: Effettivamente, mi sono divertito a ridisegnare i personaggi che ho trovato in qualche libro e su internet per iniziare a farci la mano. È stato, comunque, abbastanza veloce perché l'universo grafico di Marsupilami non è poi così lontano da quello di Paperopoli, e, poi, non ho cercato di appropriarmi dei personaggi rendendoli qualcosa di diverso da quello che mi faceva sognare da bambino. Ho disegnato il Paperino che era sui miei piatti! Almeno, ho fatto del mio meglio!! Ah! Ah! Ah!

Studi preparatori di Paperino e Archimede

SC: Pensi che potremmo vederti disegnare nuovamente questi personaggi? Magari anche come sceneggiatore? È qualcosa che ti interesserebbe?

BA: È ovvio che se le Edizioni Glénat ci propongono un secondo volume delle avventure di Paperinik e di tutta la sua banda, noi lo facciamo! Non so se avrei il tempo o la capacità di scrivere storie per Paperinik, ma in ogni caso, anche se ciò mi interessasse, non credo che riuscirei a farlo bene come Nicolas!

SC: A cosa stai lavorando al momento?

BA: Il prossimo volume di Marsupilami uscirà a febbraio 2025 e sto attualmente lavorando al numero 35, che è sceneggiato da Ced e Kid Troussaint. Ho abbozzato le prime venti tavole ed è previsto per febbraio 2026, contemporaneamente all'uscita del film di Philippe Lacheau!

Una bellissima (e recentissima!) illustrazione di Marsupilami

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 12 gennaio 2025

Indice ragionato degli articoli presenti sul blog

Sulla falsariga del precedente post, ho deciso di compilare un indice analitico degli articoli e delle ricerche pubblicati sul blog negli ultimi anni, suddiviso questa volta per oggetto preso in esame, in modo da avere una sorta di guida di lettura cronologica in base all'argomento interessato.




CICCIO



CUORDIPIETRA FAMEDORO








PAPERINO



giovedì 9 gennaio 2025

Indice delle chiacchierate presenti sul blog (e sul canale YouTube)

Per inaugurare il 2025, anno in cui il blog spegnerà metaforicamente quindici candeline, riporto in maniera ordinata e con i relativi collegamenti l'indice delle chiacchierate svolte nel corso degli anni e che è possibile recuperare sulle pagine di Eco del Mondo e sull'omonimo canale YouTube, suddivise per data di realizzazione.

2010

Michael T. Gilbert

2011

Rob Klein (a cura di Andrea Cara)

2012


2013

Daan Jippes (realizzata per la fanzine Rappet)

2014


2021


2022

Claretta Muci (video) 

2023

Vito Stabile (video) 
Carlo Panaro (video) 
Alex Bertani (video) 
Marco Gervasio (video) 
Roberto Gagnor (video) 
Francesco Vacca (video) 

2024

Sergio Badino (video) 
Massimo Fecchi (video) 

Vi sono poi autori che non ho mai formalmente intervistato, ma con i quali mi è capitato di confrontarmi nel corso delle mie ricerche, così come disegnatori che hanno collaborato con il blog in qualche maniera. Tra questi, ricordo con piacere John Lustig, William Van Horn, Paul Halas, Lucio Leoni, Francisco Rodriguez, Riccardo Pesce, Tim Artz, Diego Bernardo, Federico Butticè, Simona Capovilla, Paolo De Lorenzi e Adrien Miqueu. 

Il presente indice verrà costantemente aggiornato in modo da avere sempre la possibilità di accedere alle varie chiacchierate da un unico luogo di riferimento. Le interviste condotte per altri progetti non saranno incluse, ma mi riservo di dedicare loro uno spazio diverso in futuro.

sabato 13 gennaio 2024

Si parla de Il Corsaro (Stabile/Ferracina, 2024) assieme al suo autore

Torno a scrivere di Topolino (il settimanale, non il personaggio) in occasione della pubblicazione di una nuova e bella storia, Il Corsaro (Stabile/Ferracina, 2024), il cui insolito protagonista è Malcolm de' Paperoni. Per chi avesse bisogno di una rinfrescata: questo personaggio esordisce in Paperino e il tesoro della regina (Barks, 1956), in cui lo scopriamo essere stato nientemeno che Zio Paperone in una vita precedente. Ebbene, Matey McDuck, questo il nome suggerito dall'Uomo dei Paperi, era un luogotenente della marina britannica sulla nave da guerra Falcone Reale (Falcon Rover), capitanata da John Sparviero (Loyal Hawk). Purtroppo, a quanto risulta dai documenti, il Falcone Reale è stato affondato, con tutto il suo equipaggio, dai galeoni spagnoli, in data 9 dicembre 1564. Il nome di battesimo, Malcolm, è stato aggiunto in seguito da Don Rosa, che lo mostra anche in Il nuovo proprietario del castello de' Paperoni (Rosa, 1993), quinto capitolo della sua Saga, all'interno del tribunale dei de' Paperoni 

Il luogotenente de' Paperoni e Paperinocchio Codacorta

Sarà Vito Stabile a resuscitare (quasi letteralmente!) Malcolm in occasione del settantesimo anniversario della prima apparizione di Zio Paperone, in Zio Paperone e la corona dei desideri (Stabile/Perina, 2017). E, ora, a distanza di sei anni e poco più, il marinaio britannico torna sulle pagine del settimanale, in una storia che ne esplora le origini, mostrandolo ancora ragazzo, nella contea di Featherton, Inghilterra. Per l'occasione, ho deciso di presentare questo lavoro attraverso un botta e risposta con il suo autore.

SC: Simone Cavazzuti
VS: Vito Stabile

SC: La premessa de Il Corsaro (ragazzo che si allontana dai genitori e dall'attività di famiglia per seguire la ricerca della propria passione e di sé stesso) potrebbe richiamare alla mente l'incipit della saga del giovane Cornelius, narrata da Alessandro Sisti. Anche se, a ben vedere, il conflitto generazionale è presente nei fumetti Disney fin dai suoi albori, basti pensare alle storie di Barks degli anni '40 (in cui Paperino aveva spesso di che discutere con i nipotini) o anche, più in generale, al rapporto tra Paperino e suo zio Paperone. Quale pensi sia la chiave per inserire questo tropo in modo da valorizzare l'idea di base, senza banalizzare il racconto o farlo risultare qualcosa di già visto?

VSPremesso che la sceneggiatura è stata consegnata prima che uscisse il primo episodio di Cornelius, e che quindi alcuni collegamenti sono solo casuali, come tu dici, si tratta di tematiche classiche presenti in centinaia di racconti di formazione che vogliono mostrare proprio dei personaggi giovani alle prese con il desiderio di emancipazione e rivalsa. Nel mio caso, ho pensato che il conflitto genitori-figli fosse un tema generalmente poco presente nel fumetto Disney (dove abbondano parenti “meno stretti”, come zii e cugini), e legarlo a un componente del Clan de' Paperoni mi è parsa fin da subito un'idea stimolante. Non so se sono riuscito a renderlo originale o meno, quel che ti posso dire in maniera più oggettiva è che si tratta di qualcosa che non leggiamo tutte le settimane su Topolino... ed è già un buon punto di partenza, secondo me!

I genitori di Malcolm non condividono la sua visione

SC: Nella storia, sono presenti vignette, sequenze e tavole in cui il dialogo è assente o, comunque, molto rarefatto (esempi alle pagine 11, 16, 22, 27, 29-30, 34, 44, 50, 62). Si tratta di attimi che, grazie agli ottimi disegni (di Mario Ferracina) e colori (di Emanuele Virzì), riescono a trasmettere emozioni e sensazioni vivide al lettore, senza il bisogno di parole. La regia si fa più intimista, riflessiva, e rimanda a un certo tipo di esperienza riscontrabile in prodotti audiovisivi, quali film e serie tv. Quanto pensi sia importante aggiornare il linguaggio del fumetto integrandolo con grammatiche proprie di altri media? Ritieni che esista un limite a questo tipo di sperimentazione o ti auspichi che gli autori contemporanei lascino andare certi freni conservatori?

VS: Per questa storia ho ritenuto fosse necessario, per certi versi doveroso, adottare una struttura di questo tipo. Non ritengo che tavole mute ed espedienti simili si adattino a ogni tipo di racconto e penso sia comunque giusto non abusarne in linea generale, ma ci sono occasioni  come nelle vicende de Il Corsaro  dove la narrazione preferisco avvenga in maniera più rilassata e intimista, nelle quali si ha modo di prendere fiato per dare spazio a suggestioni ed emozioni. Anche questo vuol dire raccontare per immagini, dopotutto.

Va anche detto che io penso che il fumetto non debba mai fossilizzarsi troppo, e che basta aprire un manga qualsiasi fra i più letti per trovare gabbie inusuali, regie dinamiche, vignette d'effetto a tutta pagina. Trovo giusto che un lettore odierno apra Topolino e non debba imbattersi sempre e solo nella gabbia a sei vignette con due balloon a vignetta, perché bisogna ricordarsi che quello che per uno sceneggiatore può essere “corretto”, per un lettore può voler dire solo banale e noioso. Per certi versi, vado molto fiero della splash page (disegnata splendidamente da Mario) con Malcolm che corre entusiasta verso la libertà dopo aver preso la decisione di mollarsi tutto alle spalle: per me la scena non avrebbe mai funzionato allo stesso modo, se raccontata in maniera convenzionale.

Le parole non sono necessarie

SC: A pagina 15, il giovane Malcolm, osservato dai ritratti degli antenati, dichiara di sentirsi fuori posto e si sente la vergogna della famiglia: Un de' Paperoni a cui non interessa il profitto! Dove si è mai visto? Ti ritrovi nelle sue parole pessimiste e sconfortate? Credi che esistano delle qualità proprie insite nella natura dei de' Paperoni o si tratta, piuttosto, di caratteristiche incidentali che trascendono dall'esperienza individuale di ogni soggetto?

VS: Non penso che esistano persone “fatte in un certo modo”, e i McDuck non fanno eccezione. Però esistono le aspettative, il senso di appartenenza, “l'onore” di portare un certo nome e quando ti chiami de' Paperoni non puoi proprio far finta di nulla. Malcolm sente il peso di questo nome e lo vediamo come personaggio in conflitto: da un lato il dispiacere di non essere visto come un membro onorevole del Clan, dall'altro il desiderio di infischiarsene di tutto questo e seguire i propri obiettivi. Alla fine della storia, volevo evidenziare proprio questo aspetto: lui si vede come grande corsaro, che è il suo sogno, ma pensa che un giorno sarà l'orgoglio dei de' Paperoni, per sottolineare ancora quel desiderio di approvazione genitoriale che non l'ha abbandonato.

I turbamenti esistenziali non hanno epoca

SC: I comprimari di Malcolm mi paiono originali e promettenti: Elaine Vanderbeak — cartografa di bordo —, Basilio Cinnamon (un orso!) — cuoco —, Sawyer Scuttle — timoniere —, Henry Greenbottle — capitano — e, infine, l'enigmatico Joe Smith. Quali sono le influenze che ti hanno ispirato i loro caratteri e nomi?

VS: Un po' di tutto. Per i collegamenti più diretti: Elaine è un chiaro omaggio fin dal nome a Elaine Marley di Monkey Island, mentre Sawyer viene dal mio personaggio del cuore di LOST (la mia serie d'avventura preferita). Non c'è stato ancora modo di approfondire i personaggi dal punto di vista caratteriale, ma posso dire che nessuno di loro è stato pensato a caso. Ne approfitto per ringraziare anche pubblicamente Mario Ferracina per la splendida caratterizzazione visiva della ciurma. Il mio preferito è l'orso Basilio, che ricorda celebri icone come Baloo e Little John. Graficamente, un vero personaggio Disney.

Il misterioso Joe Smith

SC: Idealmente, quanto/fino-a-che-periodo ti piacerebbe raccontare di questi personaggi?

VS: Il Corsaro è un racconto di formazione, quindi mi piacerebbe seguire Malcolm per tutto il suo percorso di crescita, fino all'epoca elisabettiana mostrataci in Paperino e il tesoro della regina di Carl Barks. Mi stimola l'idea di vedere cosa lo porterà a diventare un vero Paperone del Cinquecento, perché ho idea che non si tratterà di un cammino facile e senza inciampi. Vedremo!

SC: Si tratta di un'operazione isolata o ti interesserebbe ripercorrere le gesta di altri personaggi “dimenticati” o poco esplorati?

VS: Non saprei, di certo ritengo che bisognerebbe esserci un'idea valida da giustificare l'operazione. In questo caso, parliamo dell'avo dei Paperi più interessante (a mio parere), proprio per via del suo legame strettissimo con Paperone, ma certamente non ho il feticcio dei personaggi poco esplorati “perché sì”. Se ci riproverò, sarà soltanto perché avrò trovato un'idea davvero intrigante da cucire attorno al personaggio.

Il riflesso rivelatore

SC: E, infine, per i lettori appassionati di genealogia papera: come si chiamano i genitori di Malcolm?

VS: Mamma e Papà. Per me era fondamentale identificarli in questa storia esclusivamente come figure genitoriali con le quali il protagonista è in contrasto. Sono genitori severi e poco comprensivi, per certi versi “distanti”, e Malcolm li vede soltanto in questo modo. E così il lettore. Se e quando ci saranno le circostanze per approfondire il loro punto di vista, magari conosceremo anche i loro nomi.

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 6 aprile 2023

Lo stato senza mappa (Sisti/Capovilla, 2023)

Nel numero di Topolino attualmente in edicola, il 3515, è presente (a grande richiesta dei lettori dopo l'apprezzamento della storia precedente) il seguito de L'esilio dei Van Coot, intitolato Lo stato senza mappa (Sisti/Capovilla, 2023).

Il giovane Cornelius disegnato da Simona Capovilla

Questo secondo episodio della saga Cornelius vede il protagonista proseguire la sua avventura lontano dalla natia New York, assieme ai compagni Percy (Perceval de Roquerduc) e Marmotta (Aloysius Luff). Sisti prosegue quindi il suo grande lavoro di studio e ricerca storico-geografica (come ci ha raccontato a partire dal minuto 30:31 della nostra video-chiacchierata, giustificando le varie scelte e ragionamenti), mentre Bigarella (impegnato in altri progetti) viene sostituito dalla valida Simona Capovilla (qui alla sua nona storia pubblicata, nonché la prima di così lunga durata).


Studi preparatori ad acquerello di Ivan Bigarella per i personaggi principali (2021)

Rimaniamo quindi in attesa di nuovi sviluppi di questa serie che, come si auspica Sisti, "potrebbe addirittura diventare il canone ufficiale dei Van Coot". A questo proposito, stona però l'errore presente per ben due volte nella pagina di riassunto firmata da Marco Nucci, che riporta il secondo nome del pioniere come "Emogene" invece di "Ermogene".

Dettaglio da una storia di futura pubblicazione in cui è ripreso il nome suggerito da Sisti

© Disney per le immagini pubblicate.

sabato 11 febbraio 2023

Scrooge's Quest

Oggi vorrei parlare di una storia in sette parti scritta dall'autore veterano DC Marv Wolfman e pubblicata sui primi sette numeri del mensile statunitense DuckTales nel 1990. La trama generale non è particolarmente complicata: Amelia rapisce Gaia per chiedere a Paperone la sua Numero Uno come riscatto, il miliardario accetta, consegnando la sua monetina, ma la fattucchiera non mantiene il patto e conserva sia la bambina sia il decino. Nel corso di questi racconti, la famiglia dei Paperi cercherà di recuperare entrambi, dovendo affrontare diverse minacce, oltre ad Amelia, i Bassotti e Cuordipietra Famedoro.

Lungi da me voler commentare ogni singola vignetta e recensire queste avventure trentenni (non l'ho mai fatto e non comincerò ora), intendo invece riportare alcuni dettagli che ho molto gradito e che bene si inseriscono in un eventuale contesto di continuity.

Partendo con una piccola curiosità, nel primo capitolo, The Ice Demon (Wolfman/Quartieri, Bat, 1990), Paperone afferma di avere comprato la sua tuba “trent'anni fa” per la somma di 37 centesimi.


Nel terzo capitolo, The Fall of New Atlantis! (Wolfman/Quartieri, 1990), assistiamo poi al primo incontro tra Amelia e Cuordipietra.


Inoltre, nella stessa storia, compare Savin Cash, il banchiere di Paperone, che ha le fattezze di Carl Barks. A rimarcare il riferimento al creatore di Scrooge, nonché ispiratore della serie stessa DuckTales, Famedoro menziona l'allevamento di polli di Cash/Barks a San Jacinto.


Sul numero 5 del mensile, viene dunque pubblicata una lettera dello stesso Barks, che ringrazia per la propria caricatura e si complimenta per le storie.


Rimanendo sul quinto numero, trovo che nel capitolo pubblicato al suo interno, Down, but Not Out, in Duckburg (Wolfman/Quartieri, Uzal, 1990), sia possibile ritrovare diversi particolari interessanti. Innanzitutto, scopriamo che Paperone possiede la più grande fabbrica di graffette del mondo, situata “da qualche parte vicino a Paperopoli”. In realtà, questa fabbrica è una copertura per un sotterraneo segreto in cui Paperone custodisce laboratori di sperimentazione per le proprie industrie, cimeli di avventure passate e un caveau pieno di gemme. È qui che facciamo la conoscenza di Gabby McDrake, un vecchio papero brontolone, guida di Scrooge ai tempi del Klondike, che vorrebbe vivere nel passato e rifiuta ogni tipo di innovazione. A proposito del Klondike, Gabby ricorda come si fosse preso cura del giovane miliardario febbricitante (per ben 37 giorni!) assieme a una certa Tess Gander (parente di Gastone?).


La sala dei cimeli, che Joe Torcivia paragona alla Fortezza della Solitudine di Superman, è ricca di citazioni alle opere di Barks: le percussioni del villaggio di Cura De Coco da Paperino e gli indiani Paperuti (Barks, 1962), il vello d'oro da Paperino e il vello d'oro (Barks, 1955), la canoa d'oro da Paperon de' Paperoni e la barca d'oro (Barks, 1961), le armature-robot dei Bassotti da Paperino e i “buoni compagni” (Barks, 1953) e gli uccelli urlatori da Paperon de' Paperoni e la cassaforte di cristallo (Barks, 1962).




Inoltre, è curioso notare come, secondo questa storia, la madre di Cuordipietra sia ancora in vita e come il figlio non sembri essere a lei particolarmente legato, come invece traspare da Zio Paperone e il campionato di quattrini (Barks, 1959) e Cuordipietra e l'eredità dei Famedoro (Jensen/Rota, 2015).


Nel sesto capitolo, Witch Way Did She Go? (Wolfman/Quartieri, Valenti, 1990), i Paperi si recano in Indiastan per incontrare Ali Blabber (“blabber” significa “blaterare”, ma anche “chiacchierone”), “il più saggio di tutti i saggi”, e i nipotini si dimostrano subito scettici a riguardo poiché non ne trovano riferimento all'interno del loro Manuale.


La cosa che mi ha divertito di più a proposito di questo personaggio è che, nonostante viva in una caverna difficilmente accessibile e apparentemente in ascesi, mantiene questa estetica solo per tradizione. Da tempo, ha infatti aggiornato gli affari di famiglia, utilizzando una sofisticata tecnologia.


Stranamente, Amelia non sa che farsene della Numero Uno, che tutti (compreso Paperone) continuano a chiamare “lucky dime” (decino fortunato). A tal proposito, il papero più ricco del mondo sostiene che il decino possa portare fortuna solo a lui perché l'ha “guadagnato [...] attraverso il suo duro lavoro.


Infine, nell'ultimo capitolo, All That Glitters is Not Glomgold (Wolfman/Quartieri, Bat, Valenti, 1990), Paperone deve vedersela con uno spietato Cuordipietra che ora possiede tutta Paperopoli, rinominata per l'occasione Famedoropoli (Glomgoldburg). Qui, Scrooge fa atterrare Jet in un parco chiamato Barks Park, ennesima citazione all'Uomo dei Paperi.


Tirando le somme: ho apprezzato questa lunga saga (182 tavole in totale), capitolo più capitolo meno. Ho trovato i disegni molto validi, mi sono piaciuti i vari riferimenti e i dettagli che ho riportato in questo post e ritengo che sia un peccato che non sia mai stata pubblicata in Italia. Per ovvie ragioni, non mi sono addentrato nello specifico dei singoli intrecci della storia, che nel complesso valuto piuttosto positivamente.

I crediti dei capitoli, a volte discordanti con quanto riportato su INDUCKS, sono ricavati dalle pubblicazioni originali.

© Disney per le immagini pubblicate.