giovedì 2 settembre 2010

Intervista a Massimo Fecchi

Classe 1946, Massimo Fecchi esordisce nel mondo dei fumetti Disney con la storia Paperino e il potere dei fiori (Macan/Fecchi, 1997) e da allora ne è diventato un tratto amato e ben riconoscibile.

SC: Simone Cavazzuti
MF: Massimo Fecchi

SC: Quando hai “incontrato” il mondo Disney per la prima volta?

MF: Come forse saprai, ho disegnato molti anni, quasi 25, per diversi comics tedeschi (Fix & Foxi era il più noto) e quindi sono arrivato abbastanza tardi alla Disney, nel 1997 esattamente.

SC: Hai avuto qualche “Maestro” che ti ha insegnato a disegnare i personaggi Disney?

MF: No... sono autodidatta. I “Maestri” che amavo di più erano Jacovitti, Lino Landolfi e Uderzo, senza dimenticare Nidasio, una brava disegnatrice del Corriere dei Piccoli. Mi piacevano gli artisti Disney americani: Taliaferro, Barks, Floyd Gottfredson, e Walt Kelly; tra gli italiani: Scarpa e Bottaro. Quando cominciai a lavorare per la Egmont, mi chiesero di disegnare Paperino nello “stile italiano” per l'edizione “pocket (loro usano anche il Paperino nello stile di Barks per il “quattro strisce).

Non avendo model sheet, studiai  i paperi degli anni '80 di Massimo De Vita e Giorgio Cavazzano, autori che preferisco e che sono più vicini al mio modo di disegnare. Per il disegno di Topolino, mi attenni al  modello Egmont con i calzoncini corti, ma che disegno molto raramente.

SC: Qual è il tuo personaggio Disney preferito?

MF: Naturalmente il personaggio che disegno più spesso, cioè Paperino, mi piace anche disegnare Ezechiele Lupo e i tre Porcellini, ma le loro apparizioni sono sempre più rare...

SC: Nel tuo disegno, ti ispiri o ti sei mai ispirato a qualcuno?

MF: Adesso no, ma da giovane mi ispiravo a Uderzo e un po' a tutta la scuola francese (...ancora non erano arrivati i giapponesi che ormai hanno imposto un “manierismo” che non sopporto).

SC: Hai mai scritto una storia con personaggi Disney?
 
MF: No, perché ritengo che ci siano già tanti bravi sceneggiatori alla Disney. Se capita, preferisco sceneggiare storie con i miei personaggi.

SC: Non hai mai rifiutato una sceneggiatura? Hai sempre disegnato tutte le storie che ti hanno commissionato?

MF: Non mi è mai capitato di rifiutare storie Disney, mentre alcune volte è successo con gli editori tedeschi... ma erano altri tempi! In quegli anni, rifiutai anche la pubblicazione delle strips di un mio personaggio su un noto quotidiano romano... mah!..

SC: Qual è il tuo genere di storia preferito? 

MF: Preferisco il comico, ma mi piace disegnare ogni genere purché sia ben scritto e sequenzialmente corretto.

SC: Io personalmente ho letto molte tue storie apparse sui Mega. Pensi che i colori del Mega si adattino ai tuoi disegni o preferisci i colori del settimanale Topolino?

MF: I colori del settimanale Topolino mi piacciono e li preferisco a tutte le altre edizioni, compresa la danese.

SC: Cosa ne pensi dei tentativi di continuity (come quello operato da Don Rosa)? I paperi dovrebbero vivere negli anni Cinquanta o negli anni Duemila (come noi)?

MFPenso che i paperi debbano vivere assolutamente nel 2000.

SC: Credo che le domande siano finite, se hai qualcosa a cui tieni sulla tua biografia e/o sulla tua carriera da dirci, non risparmiare fiato.

MF: La mia carriera? Nessun rimpianto e un solo dispiacere: aver lavorato troppo poco per l'Italia. Intorno agli anni Settanta (erano i miei inizi), mi dissero che il fumetto non avrebbe avuto futuro perché dal Giappone sarebbe presto arrivato un nuovo mezzo che avrebbe messo in crisi la carta stampata... si trattava del VHS! Adesso, lo scontro con il computer si è fatto più serio, ma... “io speriamo che me la cavo”.


© Disney per l'immagine pubblicata. 

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