Dare un nome o un volto al fondatore di Topolinia non è un'impresa semplice, per una serie di ragioni. Innanzitutto, non esiste un corrispettivo di Carl Barks per l'universo dei topi, considerando che le strisce disegnate da Gottfredson erano destinate a una fruizione frammentata sui giornali quotidiani e non vi era quindi un tentativo di creare una continuità solida o un universo coerente. Manca quindi l'introduzione di una topolinesca Duckburg (Barks, 1944) e, similarmente, di un Cornelius Coot (Barks, 1952).
Il primo riferimento alla città dei paperi (Barks, 1944) |
I personaggi disegnati da Gottfredson vivono infatti in una cittadina senza nome. Al centro rurale abitato da Mickey e co. negli anni '30 viene affidato il nome di Silo Center in una striscia del ciclo Topolino arciere (Gottfredson, 1931) e in una vignetta appartenente al ciclo Topolino e i due ladri (Gottfredson, 1932), nome che verrà recuperato solamente un'ottantina di anni più tardi in Just Like Magic (Gerstein/Kausler, 2011), dove viene citata come la città in cui viveva Oswald the Lucky Rabbit prima di finire a Wasteland (il mondo in cui è ambientato il videogioco Epic Mickey; in italiano: Rifiutolandia).
Riferimento a Silo Center nella striscia del 19 novembre (Gottfredson, 1931) |
Riferimento a Silo Center nella striscia del 29 febbraio (Gottfredson, 1932) |
Nel 1935, Paperino e Topolino (all'epoca appaiono assieme nelle strisce e vivono nella stessa città) abitano in un luogo piuttosto anonimo, chiamato appunto Hometown (città natale).
Hometown nella tavola domenicale del 23 giugno (Osborne/Gottfredson, 1935) |
Hometown nella tavola domenicale del 27 luglio (Osborne/Gottfredson, 1935) |
Pare quindi chiara la mancanza di una necessità di instaurare delle fondamenta stabili e durature nel tempo che reggano insieme l'universo in cui sono ambientate queste prime avventure. Un timido tentativo di dare alla futura Topolinia un nome un po' più originale lo si ha nel ciclo di strisce conosciuto come Topolino e il mistero di Macchia Nera (DeMarris/Gottfredson, 1939). Qui, infatti, viene recapitata una lettera a Topolino (sotto il falso nome "Emanuel Spink"), che riporta Mouseville come nome della cittadina.
Mouseville nella striscia del 14 luglio (DeMerris/Gottfredson, 1939) |
Trovo interessante notare come, in ognuno dei casi citati (pure nella prima indicazione di Duckburg a cura di Barks), il nome della città non venga espresso dai personaggi, ma ci venga invece mostrato mediante espedienti grafici (intestazioni su lettere o pacchi, cartelli stradali, cartelli della stazione ferroviaria, nome stampato su un vagone). A questo proposito, è d'uopo segnalare la striscia dell'8 febbraio 1955, facente parte del ciclo Topolino e Pippo cervello del secolo (Walsh/Gottfredson, 1955), in cui ancora una volta troviamo (ora sul titolo di un quotidiano) il nome Mouseville.
Mouseville nella striscia dell'8 febbraio (Walsh/Gottfredson, 1955) |
Lungi dal diventare un'istituzione (al contrario della Duckburg utilizzata frequentemente da Barks e dagli autori successivi a lui), Mouseville verrà presto dimenticata per rimanere un semplice riferimento interno alla produzione, salvo poi venire rinominata Mouseton negli anni Novanta in seguito a una disputa legale con la Terrytoons di Mighty Mouse. Da segnalare, inoltre, che in molti paesi - come l'Olanda, la Germania, la Finlandia e, fino a qualche anno fa, il Brasile - Topolino e co. vivono proprio a Paperopoli, e non esiste alcun nome alternativo per Topolinia. Come è possibile quindi dare un nome o un volto al fondatore di una città che apparentemente non esiste?
Per rispondere a ciò, bisogna capire da dove proviene Topolinia. La risposta è: dalla produzione Disney italiana. In effetti, la prima attestazione di una città chiamata Topolinia (e non Paperopoli) proviene dalla nostrana Topolino nella valle dell'incanto (Martina/Anzi, 1952).
Il primo riferimento a Topolinia (Martina/Anzi, 1952) |
Si tratta ancora di un tentativo acerbo poiché in questa Topolinia convivono Topolino, Paperino, il commissario Basettoni e zio Paperone. In Topolino e la doppia vigilia di Natale (Martina/Bottaro, 1955), abbiamo poi una simile ambientazione (compresenza di personaggi appartenenti a universi differenti) e il nome indicato è Topolinopoli (quasi un mix tra Topolinia e Paperopoli).
Topolinopoli (Martina/Bottaro, 1955) |
Come è visibile, si tratta comunque di una fase intermedia, di un primo tentativo di definizione geografica, che avrà invece culmine e conferma nella storia Topolino imperatore della Calidornia (Scarpa, 1961), in cui, già dallo splash panel iniziale, vengono mostrate Topolinia e Paperopoli come due città ben distinte. Il dado è tratto!
Paperopoli e Topolinia come due città distinte (Scarpa, 1961) |
Questa pubblicazione sancisce quindi (almeno per quanto riguarda la produzione italiana) l'esistenza di due luoghi fisici differenti: Paperopoli (la Duckburg barksiana) da una parte e la novella, tutta italiana, Topolinia dall'altra. Questo è essenzialmente il motivo per cui nessun autore statunitense ha mai sentito l'esigenza di raccontare la storia della città e del suo fondatore. Però, nonostante la laconica risposta fornita dalla redazione di Topolino sul numero 2535, sarebbe incorretto affermare che nessun autore in assoluto abbia mai provato a colmare questa lacuna.
"non si sa" chi sia il fondatore di Topolinia (Redazione Topolino, 2004) |
In Topolino e la scia delle torpedini (Figus/Valussi, 1987), viene infatti menzionato un tale Harvey Esploribus come fondatore di Topolinia, ma purtroppo la sua statua è fusa ed è dunque difficile dargli un volto.
Harvey Esploribus (Figus/Valussi, 1987) |
Successivamente, in Tip & Tap e il golf su misura (Concina/Cavazzano, 1992) e in Topolino e la gita dal futuro (Gagnor/Meloni, 2006), ci vengono mostrate statue di un innominato fondatore della città.
Il fondatore di Topolinia (Concina/Cavazzano, 1992) |
Il fondatore di Topolinia (Gagnor/Meloni, 2006) |
Come si può notare dalle immagini, le tre statue rappresentano chiaramente personaggi differenti e questo è dovuto, come si diceva in apertura, all'assenza di un corrispettivo del paperopolese Coot. Altri due fondatori di Topolinia fanno capolino in storie pubblicate nel 1995: Toponio McRatt, in Minni e il naufragio spaziale (Russo/Mottura, 1995), e Geremia Ratt, in Topolino e l'effetto trasmutatore (Panaro/DiVita, 1995).
Geremia Ratt (Panaro/DiVita, 1995) |
Credo sia utile soffermarsi su quest'ultimo personaggio poiché è l'unico, a differenza di Harvey, Toponio e dei fondatori senza nome, a essere ripreso una seconda volta, in Gli eroi di Monte Rattmore (Artibani/Mazzarello, 2018), dove Paperino lo ricorda come "uno dei fondatori di Topolinia".
Geremia Ratt (Artibani/Mazzarello, 2018) |
Interessante a questo proposito notare come, nella recente serie Young Donald Duck, Topolino e Paperino frequentino una scuola chiamata "Jeremy Ratt School" a Topolinia. Nonostante non sia chiarito se la figura a cui è intitolata la scuola sia o meno collegata al fondatore della città, escluderei che si tratti dello stesso personaggio; anche perché, nella versione statunitense de Gli eroi di Monte Rattmore, il fondatore è stato reso come Jeremiah Ratt e non Jeremy.
Cercando dunque di rispondere alla domanda che dà il titolo a questo post, tenendo in considerazione tutte le informazioni riportate, mi sento di dire che, come nel caso delle Giovani Marmotte, Topolinia ha avuto più di un fondatore, tra questi: Geremia (o Jeremiah) Ratt, Toponio McRatt, Harvey Esploribus e almeno altri due di cui non conosciamo tuttora l'identità.
© Disney per le immagini pubblicate.
Nessun commento:
Posta un commento