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venerdì 10 settembre 2021

Chi ha fondato Topolinia?

Dare un nome o un volto al fondatore di Topolinia non è un'impresa semplice, per una serie di ragioni. Innanzitutto, non esiste un corrispettivo di Carl Barks per l'universo dei topi, considerando che le strisce disegnate da Gottfredson erano destinate a una fruizione frammentata sui giornali quotidiani e non vi era quindi un tentativo di creare una continuità solida o un universo coerente. Manca quindi l'introduzione di una topolinesca Duckburg (Barks, 1944) e, similarmente, di un Cornelius Coot (Barks, 1952).

Il primo riferimento alla città dei paperi (Barks, 1944)

I personaggi disegnati da Gottfredson vivono infatti in una cittadina senza nome. Al centro rurale abitato da Mickey e co. negli anni '30 viene affidato il nome di Silo Center in una striscia del ciclo Topolino arciere (Gottfredson, 1931) e in una vignetta appartenente al ciclo Topolino e i due ladri (Gottfredson, 1932), nome che verrà recuperato solamente un'ottantina di anni più tardi in Just Like Magic (Gerstein/Kausler, 2011), dove viene citata come la città in cui viveva Oswald the Lucky Rabbit prima di finire a Wasteland (il mondo in cui è ambientato il videogioco Epic Mickey; in italiano: Rifiutolandia).

Riferimento a Silo Center nella striscia del 19 novembre (Gottfredson, 1931)

Riferimento a Silo Center nella striscia del 29 febbraio (Gottfredson, 1932)

Nel 1935, Paperino e Topolino (all'epoca appaiono assieme nelle strisce e vivono nella stessa città) abitano in un luogo piuttosto anonimo, chiamato appunto Hometown (città natale).

Hometown nella tavola domenicale del 23 giugno (Osborne/Gottfredson, 1935)

    Hometown nella tavola domenicale del 27 luglio (Osborne/Gottfredson, 1935)

Pare quindi chiara la mancanza di una necessità di instaurare delle fondamenta stabili e durature nel tempo che reggano insieme l'universo in cui sono ambientate queste prime avventure. Un timido tentativo di dare alla futura Topolinia un nome un po' più originale lo si ha nel ciclo di strisce conosciuto come Topolino e il mistero di Macchia Nera (DeMarris/Gottfredson, 1939). Qui, infatti, viene recapitata una lettera a Topolino (sotto il falso nome "Emanuel Spink"), che riporta Mouseville come nome della cittadina.

Mouseville nella striscia del 14 luglio (DeMerris/Gottfredson, 1939)

Trovo interessante notare come, in ognuno dei casi citati (pure nella prima indicazione di Duckburg a cura di Barks), il nome della città non venga espresso dai personaggi, ma ci venga invece mostrato mediante espedienti grafici (intestazioni su lettere o pacchi, cartelli stradali, cartelli della stazione ferroviaria, nome stampato su un vagone). A questo proposito, è d'uopo segnalare la striscia dell'8 febbraio 1955, facente parte del ciclo Topolino e Pippo cervello del secolo (Walsh/Gottfredson, 1955), in cui ancora una volta troviamo (ora sul titolo di un quotidiano) il nome Mouseville.

Mouseville nella striscia dell'8 febbraio (Walsh/Gottfredson, 1955)

Lungi dal diventare un'istituzione (al contrario della Duckburg utilizzata frequentemente da Barks e dagli autori successivi a lui), Mouseville verrà presto dimenticata per rimanere un semplice riferimento interno alla produzione, salvo poi venire rinominata Mouseton negli anni Novanta in seguito a una disputa legale con la Terrytoons di Mighty Mouse. Da segnalare, inoltre, che in molti paesi - come l'Olanda, la Germania, la Finlandia e, fino a qualche anno fa, il Brasile - Topolino e co. vivono proprio a Paperopoli, e non esiste alcun nome alternativo per Topolinia. Come è possibile quindi dare un nome o un volto al fondatore di una città che apparentemente non esiste?

Per rispondere a ciò, bisogna capire da dove proviene Topolinia. La risposta è: dalla produzione Disney italiana. In effetti, la prima attestazione di una città chiamata Topolinia (e non Paperopoli) proviene dalla nostrana Topolino nella valle dell'incanto (Martina/Anzi, 1952).

Il primo riferimento a Topolinia (Martina/Anzi, 1952)

Si tratta ancora di un tentativo acerbo poiché in questa Topolinia convivono Topolino, Paperino, il commissario Basettoni e zio Paperone. In Topolino e la doppia vigilia di Natale (Martina/Bottaro, 1955), abbiamo poi una simile ambientazione (compresenza di personaggi appartenenti a universi differenti) e il nome indicato è Topolinopoli (quasi un mix tra Topolinia e Paperopoli).

Topolinopoli (Martina/Bottaro, 1955)

Come è visibile, si tratta comunque di una fase intermedia, di un primo tentativo di definizione geografica, che avrà invece culmine e conferma nella storia Topolino imperatore della Calidornia (Scarpa, 1961), in cui, già dallo splash panel iniziale, vengono mostrate Topolinia e Paperopoli come due città ben distinte. Il dado è tratto!

Paperopoli e Topolinia come due città distinte (Scarpa, 1961)

Questa pubblicazione sancisce quindi (almeno per quanto riguarda la produzione italiana) l'esistenza di due luoghi fisici differenti: Paperopoli (la Duckburg barksiana) da una parte e la novella, tutta italiana, Topolinia dall'altra. Questo è essenzialmente il motivo per cui nessun autore statunitense ha mai sentito l'esigenza di raccontare la storia della città e del suo fondatore. Però, nonostante la laconica risposta fornita dalla redazione di Topolino sul numero 2535, sarebbe incorretto affermare che nessun autore in assoluto abbia mai provato a colmare questa lacuna.

"non si sa" chi sia il fondatore di Topolinia (Redazione Topolino, 2004)

In Topolino e la scia delle torpedini (Figus/Valussi, 1987), viene infatti menzionato un tale Harvey Esploribus come fondatore di Topolinia, ma purtroppo la sua statua è fusa ed è dunque difficile dargli un volto.

Harvey Esploribus (Figus/Valussi, 1987)

Successivamente, in Tip & Tap e il golf su misura (Concina/Cavazzano, 1992) e in Topolino e la gita dal futuro (Gagnor/Meloni, 2006), ci vengono mostrate statue di un innominato fondatore della città.

Il fondatore di Topolinia (Concina/Cavazzano, 1992)

Il fondatore di Topolinia (Gagnor/Meloni, 2006)

Come si può notare dalle immagini, le tre statue rappresentano chiaramente personaggi differenti e questo è dovuto, come si diceva in apertura, all'assenza di un corrispettivo del paperopolese Coot. Altri due fondatori di Topolinia fanno capolino in storie pubblicate nel 1995: Toponio McRatt, in Minni e il naufragio spaziale (Russo/Mottura, 1995), e Geremia Ratt, in Topolino e l'effetto trasmutatore (Panaro/DiVita, 1995).

Toponio McRatt (Russo/Mottura, 1995)

Geremia Ratt (Panaro/DiVita, 1995)

Credo sia utile soffermarsi su quest'ultimo personaggio poiché è l'unico, a differenza di Harvey, Toponio e dei fondatori senza nome, a essere ripreso una seconda volta, in Gli eroi di Monte Rattmore (Artibani/Mazzarello, 2018), dove Paperino lo ricorda come "uno dei fondatori di Topolinia".

Geremia Ratt (Artibani/Mazzarello, 2018)

Interessante a questo proposito notare come, nella recente serie Young Donald Duck, Topolino e Paperino frequentino una scuola chiamata "Jeremy Ratt School" a Topolinia. Nonostante non sia chiarito se la figura a cui è intitolata la scuola sia o meno collegata al fondatore della città, escluderei che si tratti dello stesso personaggio; anche perché, nella versione statunitense de Gli eroi di Monte Rattmore, il fondatore è stato reso come Jeremiah Ratt e non Jeremy.

Cercando dunque di rispondere alla domanda che dà il titolo a questo post, tenendo in considerazione tutte le informazioni riportate, mi sento di dire che, come nel caso delle Giovani Marmotte, Topolinia ha avuto più di un fondatore, tra questi: Geremia (o Jeremiah) Ratt, Toponio McRatt, Harvey Esploribus e almeno altri due di cui non conosciamo tuttora l'identità.

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 5 aprile 2021

Chi ha fondato le Giovani Marmotte?

Introdotte in Paperino e l'E.S.S.B. (Barks, 1951), le Giovani Marmotte (Junior Woodchucks in lingua originale) sono un'organizzazione di esploratori scout con una gerarchia ben delineata da gradi e titoli stravaganti; i suoi membri sono caratterizzati da forti valori civici ed etici come la disciplina e il rispetto della natura. Sebbene l'Uomo dei Paperi in persona ne abbia scritte le gesta in decine di avventure, nelle sue storie non viene mai affrontato il tema delle loro origini. Da qui, la domanda che dà il titolo a questo post: chi ha fondato le Giovani Marmotte?

Aprendo la pagina di Wikipedia (o di qualsiasi wikia sui paperi) a loro dedicata, troviamo scritto che le Giovani Marmotte sono state fondate da Clinton Coot, figlio di Cornelius (fondatore di Paperopoli, del quale si è già parlato qui). Questa informazione proviene infatti da Le Giovani Marmotte Q.U.E.S.T.I.O.N.E.D.I.G.E.R.G.O. (Rosa, 1997).

Clinton Coot fonda le Giovani Marmotte (Rosa, 1997)

Si tratta di un dato interessante che riempie quella che apparentemente era una lacuna. Perché scrivo "apparentemente"? Il motivo è che, consultando gli ottantuno numeri della testata statunitense Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks (pubblicata tra il 1966 e il 1984), mi sono reso conto che le Giovani Marmotte avevano già un fondatore, anzi forse più di uno.

  • Nel primo numero troviamo una storia intitolata Newton contagia le Giovani Marmotte (Lockman/Strobl, 1966), in cui il fondatore del movimento ci viene presentato come un papero chiamato Pioneer O'Duck.

Piooner O'Duck (Lockman/Strobl, 1966)



Woodrew Woodchuck (?/Wright, 1974)


Cyrus P. Woodchuck scrive il manuale (Gregory, 1976)

  • È la volta poi di Woodrow C. Woodchuck in Le GM e la candela naturale (?/Carey, 1977). In questa storia i paperini raccontano alle reclute che Woodrow, perdendosi nel bel mezzo di una tempesta nella valle che avrebbe poi preso il suo nome, trovò una specie di candela naturale perpetua in seguito all'abbattersi di un fulmine sul Monte Fumio, il tutto più di ottant'anni prima rispetto agli avvenimenti attuali. Il medesimo racconto viene mostrato in Le GM e la notte senza luce (?/Wright, 1978), anche se in questo caso il fondatore rimane innominato e appare più anziano.

Woodrow C. Woodchuck scopre la candela naturale (?/Carey, 1977)

Lo stesso racconto ma con un fondatore visibilmente più anziano (?/Wright, 1978)

  • In Le GM e l'attacco delle sassotermiti (?/Wright, 1977), il fondatore viene invece presentato come Silas P. Woodchuck ed il suo look è molto simile a quello di Woodrow ne La candela naturale.

Silas P. Woodchuck (?/Wright, 1977)

  • Per la prima volta, in Le GM e lo Yodel Mogol (?/Wright, 1979), veniamo a conoscenza del fatto che le Giovani Marmotte hanno in realtà più di un fondatore (chiamati qui "padri fondatori"). Infatti vediamo in questo caso sia lo Yodel Mogul del titolo sia Rip van Woodchuck, con un evidente richiamo al popolare Rip van Winkle.

Yodel Mogul (?/Wright, 1979)

Rip van Woodchuck (?/Wright, 1979)

  • A distanza di un numero, in Le GM e il furto del purè (Gregory, 1978), ci viene raccontata la storia di come Cyrus P. Woodchuck decise di fondare la gloriosa organizzazione. Il nome e l'aspetto del personaggio sono gli stessi de Il manoscritto originale, probabilmente perché i disegni sono a cura del medesimo artista.

Cyrus P. Woodchuck decide di fondare le GM (Gregory, 1978)



Wadly Owlhoot (Lockman/Wright, 1980)

  • Cyrus P. Woodchuck torna per la terza e quarta volta in Le GM e l'erba trombina (?/Gregory, 1980) e Le GM e il mistero dei mufloni sbam (Gregory, 1980). Nonostante i disegni di Gregory (che ha già ritratto Cyrus ne Il manoscritto originale e Il furto del purè), il fondatore è in queste storie stranamente raffigurato come un papero.

Cyrus P. Woodchuck per la prima volta con sembianze papere (?/Gregory, 1980)

Ancora una volta Cyrus P. Woodchuck appare come un papero (Gregory, 1980)

  • L'ultima volta che un fondatore delle Giovani Marmotte viene menzionato all'interno della collana Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks accade nella storia (mai ristampata in Italia) intitolata Learning The Ropes (?/Gregory, 1981). Qui, non solo Cyrus P. Woodchuck torna al suo aspetto canino (sebbene differente dalla versione bionda e baffuta), ma ci viene anche presentato il suo bisnipote, Timothy Woodchuck.

Cyrus P. Woodchuck (qui di nuovo canide) e il suo bisnipote Timothy (?/Gregory, 1980)

  • Sebbene non appartenente alla testata e facente invece parte della produzione dello Studio Disney per il mercato non statunitense, in Zio Paperone e la giovenbacca tibetana (Fallberg/Strobl, 1974), viene menzionato un tale Marmut Marmot (nella versione italiana) come uno dei fondatori delle GM; in seguito, in Le GM e il pianto caprino (Lockman?/?, 1987), il fondatore è chiamato Jack Astor (nella versione colombiana); e ancora, in L'avventura ambientale (Lockman/?, 1989), il fondatore assume l'identità di Baden Castor (nella versione colombiana).  Non essendo queste storie mai state pubblicate negli Stati Uniti, è praticamente impossibile risalire ai nomi originali che gli autori avevano in mente per questi personaggi, ma — date le traduzioni — possiamo supporre che il cognome fosse comunque Woodchuck. Va inoltre notato che la statua di un fondatore chiamato Cyrus, sebbene con fattezze stranamente umane, ci viene mostrata in Le G.M. e l'aereo alle veneziane (?/Jaime Diaz Studio, 1989).

Marmut Marmot (Fallberg/Strobl, 1974)

Assimilati questi dati e tornando alla domanda iniziale, come è dunque possibile risolvere la questione? Basandoci solo su un fattore numerico dettato dalla maggior frequenza di apparizioni, Cyrus P. Woodchuck sembrerebbe essere il più adatto al titolo (comparendo in ben cinque — sei se si considera anche il Cyrus da L'aereo alle veneziane — storie, contro le singole apparizioni di tutti gli altri). Un'altra spiegazione, proposta da tre delle storie menzionate, sarebbe che le Giovani Marmotte hanno più di un padre fondatore.

Quello che io ritengo più probabile è che Cyrus P. sia veramente il fondatore delle GM, o almeno colui che ne abbia effettivamente avuta l'idea (come si vede in il furto del purè), affiancato in seguito da un gruppo di altri pionieri ed esploratori riportati nell'elenco sopra: Piooner O'Duck, Woodrew, Woodrow C. e Silas Woodchuck (forse imparentati tra loro e con lui), Yodel Mogul, Rip van Woodchuck e Wadly Owlhoot. In tutto ciò dove collocare il Clinton Coot creato da Rosa e ricordato ovunque come l'unico fondatore? La risposta sta in una storia antecedente di qualche anno a quella menzionata in apertura, vale a dire Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta (Rosa, 1993). Qui, i nipotini ricordano infatti Clinton non come il fondatore delle GM, bensì come colui che donò ai fondatori gli appunti per poter scrivere il famigerato manuale.

Clinton Coot dona ai fondatori delle GM gli appunti per scrivere il manuale (Rosa, 1992)

Questo ultimo tassello ci permette di dare un senso al tutto trovando un punto di incontro nuovo ed interessante che mi auguro posso essere preso in considerazione da chi si occuperà in futuro di trattare l'argomento.

© Disney per le immagini pubblicate.