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giovedì 9 gennaio 2025

Indice delle chiacchierate presenti sul blog (e sul canale YouTube)

Per inaugurare il 2025, anno in cui il blog spegnerà metaforicamente quindici candeline, riporto in maniera ordinata e con i relativi collegamenti l'indice delle chiacchierate svolte nel corso degli anni e che è possibile recuperare sulle pagine di Eco del Mondo e sull'omonimo canale YouTube, suddivise per data di realizzazione.

2010

Michael T. Gilbert

2011

Rob Klein (a cura di Andrea Cara)

2012


2013

Daan Jippes (realizzata per la fanzine Rappet)

2014


2021


2022

Claretta Muci (video) 

2023

Vito Stabile (video) 
Carlo Panaro (video) 
Alex Bertani (video) 
Marco Gervasio (video) 
Roberto Gagnor (video) 
Francesco Vacca (video) 

2024

Sergio Badino (video) 
Massimo Fecchi (video) 

Vi sono poi autori che non ho mai formalmente intervistato, ma con i quali mi è capitato di confrontarmi nel corso delle mie ricerche, così come disegnatori che hanno collaborato con il blog in qualche maniera. Tra questi, ricordo con piacere John Lustig, William Van Horn, Paul Halas, Lucio Leoni, Francisco Rodriguez, Riccardo Pesce, Tim Artz, Diego Bernardo, Federico Butticè, Simona Capovilla, Paolo De Lorenzi e Adrien Miqueu. 

Il presente indice verrà costantemente aggiornato in modo da avere sempre la possibilità di accedere alle varie chiacchierate da un unico luogo di riferimento. Le interviste condotte per altri progetti non saranno incluse, ma mi riservo di dedicare loro uno spazio diverso in futuro.

domenica 3 dicembre 2023

La retrospettiva francese su Daan Jippes è una delle cose migliori accadute al fumetto Disney negli ultimi anni


Quest'anno, in Francia, Unique Heritage ha pubblicato una retrospettiva sul lavoro disneyano di quel grande artista europeo che risponde al nome di Daan Jippes ed è, a mio avviso, una delle cose migliori accadute al fumetto Disney negli ultimi anni. Si tratta di quattro volumi brossurati di 244 pagine facenti parte della collana Les Trésors de Picsou, nata come edizione speciale del mensile (ora, in realtà, a cadenza irregolare) Picsou Magazine.

L'opera è suddivisa per periodi e si apre con gli esordi olandesi: Topolino e un corvo per amico (Jippes, 1972), edita in Italia solo lo scorso aprile su Almanacco Topolino 13, è la prima storia, seguita da Paperino in “per un pugno di patatine (Jippes, 1975), dieci storie realizzate in collaborazione con l'autore danese Freddy Milton tra il 1976 e il 1982, altre due storie come autore completo e una che lo vede solo in veste di sceneggiatore (Jippes/Nadorp, 1993), ancora inedita nel nostro paese. Il primo volume si conclude con una storia barksiana scelta da Jippes, Paperino e la lotta dei rumori (Barks, 1955), una storia finlandese (!) nata in maniera insolita, Kovat ajat, pehmeät keinot (Honkasalo, Tietäväinen/Tietäväinen, 2014), e una parentesi sul compianto François Corteggiani, con la riproposizione della bella Mickey à travers le temps (Corteggiani/Marin, 1994) e di alcune tavole della serie Bébés Disney.

Il secondo volume si occupa, invece, delle storie barksiane ridisegnate da Jippes (ne sono pubblicate dieci, di cui otto con protagoniste le Giovani Marmotte), di Paperino temerario della consegna (Jippes, 2002) e di tre storie nate da soggetti o idee incompiute di Carl Barks: Zio Paperone e il riscatto del roditore (Barks, Jippes/Jippes, 2002), Paperino da qualche parte, oltre il nulla (Barks, Lustig/Jippes, 2010) e Archimede in “Il pifferaio magico di Paperopoli” (Barks, Jippes/Jippes, 2007). Questo volume, come il successivo, propone inoltre una selezione di strisce e tavole realizzate da Jippes per i quotidiani statunitensi negli anni Ottanta, materiale rarissimo e (con poche eccezioni) mai ristampato.

Il terzo appuntamento di questa collana si concentra sul periodo danese di Jippes, ovvero sulle storie realizzate per l'editore Egmont. Sono state scelte quattordici storie realizzate come autore completo e quattro tratte da soggetti o idee incompiute di Carl Barks: Archimede Pitagorico e lo zerbino da guardia (Barks, Jippes/Jippes, 2011), Paperino accalappiacani accanito (Barks, Jippes/Jippes, 2012), Paperino e il problema del doppio (Barks, Lustig/Jippes, 2013) e L'agente di Archimede (Barks, Lustig/Jippes, 2014). Inoltre, anche qui, come già dichiarato, una selezione di strisce e tavole risalenti agli anni Ottanta.

L'ultimo volume si apre con tredici storie danesi, tra le quali un'altra nata da un soggetto di Barks, Metti un papero a cena (Barks, Lustig/Jippes, 2011), per poi giungere al ritorno in Olanda: Slapen op commando (du Mosch/Jippes, Schröder, 2021), Bam! Boe! (Geradts/Jippes, Schröder, 2021) e Te veel Kerstmannen (Geradts/Jippes, Schröder, 2021). Chiudono il volume tre appendici: una su Pippo (ventisei storie brevi scritte da François Corteggiani, pubblicate tra il 2008 e il 2019), una su Panchito (nove storie brevi pubblicate tra il 2021 e il 2023) e ancora una su Pippo (quindici storie brevi pubblicate tra il 2018 e il 2023).

Oltre a questa, io ritengo, eccellente selezione e suddivisione, i volumi sono accompagnati da un incredibile lavoro editoriale di approfondimento. Basti pensare che ogni storia è introdotta da una pagina di testo contenente curiosità o dietro le quinte e, oltre ad articoli di saggistica (solitamente posti in fondo ai numeri), si possono trovare ben trenta (!) pagine di interviste originali sparse per l'intera opera. Se ciò non fosse abbastanza, oltre a storie, articoli e quattro copertine inedite, sono tantissime le illustrazioni di Jippes riproposte e, attenzione attenzione, sono presenti ben due tavole di fumetti realizzate da Jippes appositamente per questo progetto, tra cui la sua ultima storia Disney in assoluto, che condivido qui sotto. 


Come scrivevo in apertura, non fatico a definire questa retrospettiva una delle cose migliori accadute al fumetto Disney negli ultimi anni e credo vivamente che sia da prendere a esempio per future pubblicazioni.

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 27 luglio 2023

Altre considerazioni sulla famiglia Pitagorico

Torno a scrivere della famiglia dell'inventore paperopolese, alla quale ho già dedicato un post poco più di un mese fa. La scorsa volta, ho voluto fornire delle coordinate per quanto riguarda i parenti principali e le loro vicende editoriali, basi da cui partire per entrare, successivamente, più nel dettaglio. Oggi, infatti, vorrei concentrarmi sul tempo, sulle date in cui queste loro avventure accadono, cercando di delinearne delle "biografie" ed evidenziando, inevitabilmente, alcune incongruenze.

Innanzitutto, secondo quanto riportato da Marco Gervasio sul terzo volume della Definitve Collection dedicato al suo Fantomius, Copernico Pitagorico (e, quindi, suo gemello Cartesio) sarebbe nato nel 1844. La data di nascita del figlio di Copernico, Cacciavite, non è ufficializzata, ma il sito di Andrea Salimbeti sul papero mascherato la identifica con il 1864, rendendo, perciò, il nonno di Archimede appena sedicenne ai tempi del primo incontro con Paperone nel Kentucky, descritto da Don Rosa.

Cacciavite ha solo sedici anni in questa storia?

Cacciavite è, poi, menzionato dallo stesso Gervasio in Il nobile dietro la maschera (Gervasio, 2015). In questa storia, ambientata nel 1910, assistiamo al primo incontro tra Copernico e Lord Quackett (Fantomius) e l'inventore sostiene che il figlio sia "in giro per il mondo con un riccone". Compagni di avventure negli anni Ottanta dell'Ottocento, Cacciavite e Paperone si riunirebbero in seguito a diversi eventi (raccontati, tra gli altri, da Rosa e Korhonen), a inizio Novecento, in una data collocata da Salimbeti nel 1906. Cacciavite appare, quindi, questa volta in carne e ossa, in Sulle tracce di Copernico (Gervasio, 2019), ambientata nel 1925. 

Cacciavite nel 1880 (a sinistra) e nel 1925 (a destra)

C'è, poi, il figlio di Cacciavite, Fulton, che, stando sempre a Salimbeti, sarebbe nato nel 1891. A validare tale data è lo studioso francese Arnaud Hilmarcher, il quale sostiene che, in L'invasore di Forte Paperopoli (Rosa, 1994), ambientata nel 1902, Fulton avrebbe "poco più di 10 anni".

Il giovane Fulton nel 1902

Per quanto già qualcosa potrebbe scricchiolare, l'incongruenza maggiore è messa in scena in La scomparsa dei fratelli Pitagorico (Korhonen, 2020), in cui l'autore mostra il primo incontro tra Paperone e un giovanissimo Archimede (a mio avviso, tra i 10 e i 15 anni), nel lontano 1903! Questa stranezza sposterebbe tutte le date indietro di un bel po', per non avere Archimede "coetaneo" del padre, che, in effetti, sarebbe stata una soluzione più sensata a livello temporale. Nella seguente Finale di partita (Korhonen, 2020), apprendiamo, inoltre, che Archimede è cresciuto in Alaska assieme a Cacciavite, reso "padre" nella versione italiana, forse per tentare di "correggere" l'incongruenza temporale? Da segnalare che questo errore genealogico è presente, ancor prima che sul sesto numero dell'Almanacco Topolino (che pubblica la storia in questione), nella recensione al quinto numero della testata, pubblicata dal Papersera e firmata da Luigi Sammartino. Infatti, nonostante nella storia commentata (La scomparsa dei fratelli Pitagorico) Cacciavite sia correttamente identificato come il nonno di Archimede, Sammartino scrive:

Paperone incontra un giovanissimo Archimede, giunto a Paperopoli al posto del padre e dello zio per dare una mano al protagonista con una gara aerea; [...] spicca soprattutto il finale della storia, dove Archimede si rassegna a vivere a Paperopoli nell’attesa del ritorno del padre.

Archimede e Paperone nel 1903

Archimede figlio di Cacciavite??

Rimanendo su Korhonen: in The Schooling of Scrooge McDuck (Korhonen, 2023), ambientata circa nel 1882 e basata sulla battuta di apertura di Zio Paperone e il gioco vecchio stile (Barks, 1957), Paperone gioca a football nella squadra accademica della Webfoot Tech, dove incontra un professore, zio materno di Cacciavite. La storia non è attualmente edita in lingua inglese, ma lo stesso autore mi ha comunicato privatamente che il nome completo del professore sarebbe Aldous Boltrattle. Siccome questo cognome è un gioco di parole (proprio come il Gearloose di Archimede), sarei propenso a sostituirlo al meno ispirato Anatryn, suggerito da Gervasio per la madre di Cacciavite nel suo albero genealogico.

Aldous Boltrattle

Infine, in Archimede Pitagorico campione di baseball (Barks, 1960), apprendiamo che Archimede è nato nella zona nord di Paperopoli (nessuna data è fornita) e, in Zio Paperone e la fuga nel tempo (Martina/Carpi, 1980), lo stesso inventore dichiara di avere ben 50 anni!

Il luogo di nascita di Archimede

Archimede ha 50 anni?

Mi pare logico che, anche dalle poche storie prese in considerazione, trovare una linea temporale coerente per quanto concerne questa famiglia sembra essere complicato. Ritengo che la soluzione sia da cercare nella pratica dei viaggi nel tempo, che i Pitagorico coltivano da generazioni. Copernico ne è in grado e Archimede pure. Penso che, viaggiando avanti e indietro nel tempo, gli inventori di questa famiglia possano compiere azioni bene o male a qualsiasi età e in qualsiasi epoca, generando ovvie incongruenze, difficilmente spiegabili altrimenti. Perciò, Archimede potrebbe avere 15 anni all'inizio del 1900 e pure vent'anni dopo, e così via...

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 14 maggio 2023

The Secrets of Duck Family Tree

Dopo il successo internazionale riscosso dalle storie de I diari di Paperone (The McDuck Journals), che raccontano la gioventù del papero più ricco del mondo andando a integrare i periodi lasciati scoperti dall'imponente Saga firmata da Don Rosa negli anni Novanta, l'autore finlandese Kari Korhonen torna alla carica con un progetto che parte dall'albero genealogico dei Paperi proposto da Rosa per andare a presentare quei personaggi più oscuri e meno conosciuti. Per usare le parole dell'autore:

Ho scritto e disegnato brevi storie comiche su personaggi dell'albero genealogico di Rosa dei quali conosciamo poco, inclusi Gertrude Gadwall [Gertude Folaga], Sir Swamphole McDuck [Duca Bambaluc de' Paperoni], Eider McDuck [Braccio di Ferro de' Paperoni] e Quagmire [Patrizio], lo zio notoriamente avaro di Paperone. (fonte: post pubblicato su Facebook in data 23 novembre 2022; trad. mia)

Al momento, quattro di queste storie hanno visto la pubblicazione in Scandinavia e Germania, riguardanti rispettivamente Eider, Gertrude, Quagmire e Swamphole, e, in questa sede, scriverò qualche commento sulle prime tre. Nel primo di questi racconti, scopriamo che Paperone, ventisette piani sotto il livello del suo deposito, possiede una importante biblioteca personale, contenente alcuni dei libri più rari al mondo, nella quale conserva vecchi scritti sulla storia della famiglia.


Veniamo, così, a conoscenza di Eider (e del nipote Duncan, che ne scriverà le memorie), un ormai anziano e discutibile commerciante scozzese che, tuttavia, riesce a salvare il regno di re Malcolm, diventandone, in seguito, tesoriere reale. Si apprende, inoltre, che Eider è stato il primo della famiglia a fare il bagno nei soldi.


La seconda storia ci svela retroscena sulla vita di Clinton Coot e Gertrude Gadwall, i genitori di Nonna Papera


Tornato a casa dopo l'ennesima (e ultima) avventura, Clinton non riesce ad abituarsi alla tranquillità domestica e decide di fondare le Giovani Marmotte per poter condividere quanto appreso durante i tanti viaggi.


Quello che impariamo è che Gertrude è, invece, la fondatrice delle Giovani Esploratrici (o Gioiette, Chickadees in lingua originale), istituite perché Clinton non voleva ammettere ragazze nella sua organizzazione. Verrebbe da chiedersi se la sorella di Nonna Papera sia stata introdotta solamente per necessità narrative o se Korhonen volesse fare un riferimento a Paperino direttore... di volo (Gregory, 1982), a cui avevo accennato in questo post dello scorso giugno.


La terza di queste storie si occupa del prozio Quagmire e del suo matrimonio con una certa Elisabeth. Quagmire è rappresentato come un uomo molto avaro: fa il bagno in cortile approfittando dell'acqua piovana, mangia frutta trovata per strada, si dà da fare per avere biglietti del treno gratis...


La sua vita prende una piega inaspettata quando conosce una persona altrettanto oculata: Elisabeth, appunto. Sono veramente anime gemelle che condividono la passione per il risparmio e tecniche per conseguirlo. Korhonen ci informa che i due si sposeranno e daranno alla luce una numerosa prole di tirchi. Tra i tanti bambini (se ne contano nove nella fotografia presente a fine storia), potrebbero essere presenti anche le Elizabeth e Margareth proposte dal sottoscritto assieme all'autore americano John Lustig.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia Lukas Persson (LP dal forum The Feathery Society) per le immagini a colori pubblicate in questo post, provenienti dalla pubblicazione svedese delle storie e tradotte in inglese attraverso Google Translate. L'immagine in bianco e nero proviene, invece, dal profilo Facebook personale di Kari Korhonen, così come anche il testo inglese inserito nel fumetto della vignetta raffigurante Eider e il nipote.

giovedì 2 marzo 2023

Lo strano caso di Rumpus McFowl

Ho menzionato Rumpus nel post/guida su Gedeone de' Paperoni poiché si tratta di un altro parente molto prossimo alla famiglia dei Paperi. Questo personaggio poco conosciuto, arrivato in Italia come "Anatrone de' Pennuti" o "Rufus", fa la sua prima apparizione nelle storie a fumetti in It's All Relative (Van Horn, 1994), realizzata dall'autore americano nel 1991. Qui, appare come zio pigro, affamato, senza fissa dimora e piuttosto antipatico di Paperino, pronto a sconvolgere i delicati equilibri della famiglia più popolare di Paperopoli.

L'esordio di Rumpus nei fumetti

Come mi ha confidato Van Horn in una lettera datata 15 aprile 2012, al momento in cui lo stav[a] sviluppando, pensav[a] a Rumpus come una combinazione dell'attore Monty Wolley [sic!] nei panni di Harrison [sic!] Whiteside nel film Il signore resta a pranzo e l'attore comico W. C. Fields.” Stando ad Alberto Becattini, “Van Horn aveva in origine creato il personaggio intorno al 1985, per un libro da lui stesso illustrato, intitolato Uncle Rumpus Arrives. Il libro, tuttavia, non è mai uscito, e l'autore ha riproposto Rumpus in versione anatrina nelle sue storie con i Paperi.” (fonte: Alberto Becattini, Leonardo Gori, Francesco Stajano, Don Rosa e il Rinascimento Disneyano, Comic Art, Roma 1997)

Rumpus ritorna tra le pagine dei comics in Paperino e l'ospite indesiderato (Van Horn, 1995), in cui lo vediamo interagire per la prima volta con suo cugino Paperon de' Paperoni. Fino a qui, non c'è nulla di particolarmente problematico nell'esistenza di questo personaggio, ma le cose iniziano a complicarsi nel finale della sua terza apparizione, Secrets (Van Horn, 1998), in cui Paperone rivela ai nipotini che Rumpus non è in realtà suo cugino, bensì suo fratellastro (half brother).

Il segreto di Paperone

Nella successiva storia in cui appare, Zio Paperone e il fraterno problema (Van Horn, 2000), vengono poi rivelate informazioni e dettagli che intricano ulteriormente la questione, rendendola difficilmente conciliabile con versioni precedenti. Ma andiamo con ordine... Rumpus irrompe infatti nel deposito del ricco parente con l'intento di richiedere metà dei suoi averi in quanto fratellastro, ai sensi dello statuto calisotiano 313 del 1818. Il papero barbuto, che nella storia antecedente a questa non era a conoscenza della vera parentela tra lui e Paperone, racconta qui il momento della scoperta.

Strane leggi a Paperopoli

Rumpus, accompagnato dall'avvocato J. Benchbar Crunch, afferma di avere fatto un recente soggiorno da tale zia Vera (a quanto pare, zia di entrambi, indipendentemente dal fatto che fossero o meno fratelli) e di avere lì trovato una vecchia lettera all'interno di un vecchio album di famiglia. Questa lettera, scritta dalla madre di Rumpus a zia Vera, racconta del breve matrimonio tra la mittente e Fergus de' Paperoni (padre di Scrooge) e di come lei lo abbia poi lasciato per andarsene assieme al figlio, senza che questi venisse a sapere di essere uno di quegli orribili de' Paperoni o di avere “un giovane antipatico e scorbutico” come Paperone come fratellastro. A questo punto, Paperino chiede come mai dichiarare per tutti questi anni che Paperone fosse suo cugino se lui e la sua famiglia erano tanto odiosi e Rumpus, citando la lettera della madre, sostiene che hanno optato per il grado di cuginanza a causa di altri legami con i de' Paperoni da parte di altri membri della loro famiglia. Da questa storia in poi, Paperone e Rumpus si riconoscono reciprocamente come fratellastri.

La lettera della madre di Rumpus a zia Vera

Elencati questi dati, cercherò di fare emergere alcune questioni a mio avviso di difficile risoluzione. 

1) Innanzitutto, Crunch sostiene che Rumpus sia l'unico fratello (sole sibling) di Paperone, il che è piuttosto improbabile. Anche volendo escludere Gedeone e il fratello gemello da l'Uomo del West (di cui l'autore probabilmente non era a conoscenza), Paperone ha le sorelle proposte da Barks/Rosa, quantomeno la madre di Paperino, di cui altrimenti non potrebbe essere lo zio… Potremmo fingere che l'avvocato intendesse l'unico fratello in vita” (come peraltro suggerito dalla traduzione italiana), decidendo così di far decedere tutti gli altri, ma la soluzione non mi sembra meno peggiore della precedente.

2) Passiamo a zia Vera. Vera è zia di entrambi anche quando questi non sanno di essere fratelli, ma da che lato dell'albero genealogico andrebbe collocata? Si tratta di una sorella di Fergus o di Piumina? Escluderei Piumina perché, da ciò che sappiamo, Rumpus non ha nessuna parentela con quel ramo della famiglia. Vera è dunque una de' Paperoni, forse l'unica che la madre di Rumpus non odi, o forse la moglie di un de' Paperoni fratello di Fergus (a questo proposito, va notato che Rumpus menziona anche uno zio Crankmore che parrebbe vivere con zia Vera). Purtroppo, la parentela di cuginanza tra Rumpus e Paperone è molto vaga, non possono chiaramente essere cugini di primo grado e la madre afferma che alcuni membri della loro famiglia sono legati ai de' Paperoni, quindi si tratta di un rapporto molto lontano. Perciò, Vera potrebbe essere una zia di Rumpus molto alla lontana (ignorando il fatto che lui sia figlio di Fergus) oppure potrebbe, essendo solo una cognata di Fergus, avere dei fratelli imparentati in qualche modo con la madre di Rumpus... Più ci penso, più la faccenda diventa complicata, perciò preferirei non perderci la testa. La mia collocazione preferita rimane quella di moglie di un fratello di Fergus, possibilmente Crankmore. Una eventuale altra parentela con la madre di Rumpus spiegherebbe la confidenza con cui questa le parla del suo matrimonio e del figlio.

Riferimento allo zio Crankmore (de' Paperoni?)

3) Proprio quel breve matrimonio” di Fergus con la madre di Rumpus è un altro fattore problematico. Quando avviene? Prima del matrimonio con Piumina? Dopo? Forse, dopo avrebbe più senso, se non fosse che vediamo Fergus passare a miglior vita in Il miliardario di Colle Fosco (Rosa, 1993) e, sinceramente, quel personaggio non sembra avere avuto per la testa altre donne (o addirittura un matrimonio) dopo la perdita di Piumina.

Fergus e Piumina si ricongiungono ne Il miliardario di Colle Fosco

Per tentare di risolvere queste tre incongruenze, ho provato a contattare Van Horn nel 2012 e lui mi ha risposto con la lettera menzionata a inizio post. Purtroppo, le parole dell'autore non sono state molto utili per identificare la parentela con zia Vera o la collocazione temporale del matrimonio di Fergus. Cito testualmente: “Alcune delle tue domande non hanno veramente una risposta. Credo di aver letto qualche riferimento al fatto che il padre di Paperone si chiamasse Fergus. Oltre a ciò, ho semplicemente inventato zia Vera. [...] Non so davvero se Rumpus sia più vecchio di Paperone. Potrebbe.

Van Horn, che ha collaborato con il creatore di Zio Paperone in Una cavalcata nella storia (Barks/Van Horn, 1994), mi dice di non aver mai parlato con lui del personaggio di Rumpus

Rumpus è apparso a oggi in 20 storie, tutte scritte e disegnate da William Van Horn, pubblicate tra il 1994 e il 2014. A questo proposito, David Gerstein ha dichiarato sul forum The Feathery Society che, durante i suoi anni come editor alla Egmont (1997-2005), gli editor Egmont di Van Horn scoraggiavano attivamente altri creatori nell'utilizzare Rumpus, in parte a causa della credenza che Van Horn fosse l'unico in grado di renderlo bene.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 22 febbraio 2023

La fabbrica di margarina

“È invalso l'uso di considerare Paperino un fannullone”, scrivevano Marovelli, Paolini e Saccomano nel loro saggio Introduzione a Paperino. La fenomenologia socialedei fumetti di Carl Barks (1974), “dall'esame delle storie di Barks risulta che egli ha fatto 110 mestieri diversi e ha avuto una trentina di hobbies” (corsivo presente nel testo originale). D'altronde, l'eccellenza di Donald in vari lavori viene analizzata a fondo da Lonnie McAllister in The Brittle Mastery of Donald Duck, un lungo articolo di 12 pagine pubblicato sul numero doppio 25-26 della fanzine statunitense The Barks Collector nel 1983 e di cui forse parlerò in futuro.

Ciò che mi interessa riportare oggi è un mestiere in particolare, tra i tanti intrapresi (con più o meno successo) dal nostro papero preferito, che ogni tanto viene riproposto nelle storie di produzione danese: il suo impiego presso la fabbrica di margarina di Paperopoli. All'interno della guida ufficiale distribuita dall'editrice Gutenberghus ai suoi autori dal 1978, si legge:

Il normale stato sociale di Paperino è quello di disoccupato. Quando lavora ha quattro alternative:
 
1) Come assistente sottopagato di Zio Paperone.

2) Come impiegato in una azienda o negozio in cui è sempre perseguitato dalla sfortuna.

3) Come proprietario di una attività, nel ruolo di esperto. Svolge impieghi nel modo più soddisfacente fino a quando non gli viene assegnato il compito più importante, che fallirà catastroficamente.

4) Come impiegato alla fabbrica di margarina di Paperopoli. Questo collocamento serve solo come “scusa” per lasciare Paperino partire per una vacanza di cui ha un disperato bisogno a causa del noioso lavoro di routine alla fabbrica.
 
Dunque, questo ruolo è istituzionalizzato almeno dal 1978, viene menzionato in Per un pugno di diamanti (Lilley/Vicar, 1982), ha una parte di rilievo in Paperino e la vocazione (Angus/Branca, 1987) ed è presente in decine di storie che arrivano fino ai giorni nostri, la più recente delle quali è forse Days at the Margarine Factory (Seppälä/Fernández Martinez, 2019), essendo canonico anche nelle storie danesi di Paperinik, come Paperinik e l'eredità (Pihl/Smet, 2005). La domanda a cui voglio rispondere è: quale è l'origine di questo impiego incredibilmente stabile?

La spiegazione mi viene fornita dall'editor e storico del fumetto David Gerstein. Cito testualmente:

La decisione di avere la fabbrica di margarina come luogo di lavoro ricorrente per Paperino è stata fatta dagli editor Egmont Lars Bergström e Stefan Printz-Påhlson intorno al 1980. Era un tentativo di essere fedeli a Barks, perché [...] sia Bergström e Printz-Påhlson sono cresciuti con la versione svedese di Paperino e il fischiofono [Barks, 1953], che aveva tradotto la fabbrica di olio di puzzola come fabbrica di margarina. Nessun editor Egmont aveva accesso a una edizione inglese all'epoca — la Carl Barks Library sarebbe arrivata un paio di anni dopo —, ma, siccome gli impiegati Egmont danesi e tedeschi ricordavano con affetto la fabbrica di margarina dalle traduzioni locali, tutti presupponevano che dovesse provenire dall'originale di Barks (ma in realtà non era così; nel 1955, la Danimarca aveva fatto la modifica e altri paesi l'avevano copiata).
 
Questa dunque la motivazione della presenza abituale della fabbrica nelle storie danesi e nella citata guida di fine anni Settanta.

Galeotta fu la traduzione!

© Disney per l'immagine pubblicata.

giovedì 12 gennaio 2023

Sulla Numero Uno

La Numero Uno di Zio Paperone (Old Number One) è probabilmente la monetina più famosa del mondo e mi sembrava una mancanza non scrivere qualcosa a riguardo. Innanzitutto, viene introdotta in Paperone e la Banda Bassotti (Barks, 1953), dove gioca un ruolo decisivo per la liberazione della famiglia dei Paperi.

Paperone si ricorda di avere ancora il suo primo decino

A dire il vero, la prima versione di questa sequenza (pubblicata solamente nel 1984) differiva leggermente dalla versione definitiva. Come Barks stesso riferisce in un'intervista datata 1984: Il paragone tra queste quattro vignette scartate e le vignette pubblicate dimostra come le ultime rendano meglio l'idea. [...] I dialoghi e i disegni sono più pertinenti”. (fonte: J. Michael Catron, “It Was the Best of Dimes”, in The Complete Carl Barks Disney Library, n. 26, agosto 2022, p. 203; trad. mia)

La prima versione (scartata) della stessa sequenza

Nata quindi come semplice espediente narrativo per proseguire il racconto mostrando al tempo stesso l'estrema parsimonia di Zio Paperone, quella monetina da dieci centesimi verrà recuperata regolarmente nelle storie di Barks, fino a ricoprire un ruolo di prim'ordine con l'introduzione della fattucchiera Amelia (Magica De Spell), avvenuta in Zio Paperone e la fattucchiera (Barks, 1961). Da qui in avanti, infatti, Amelia cercherà in ogni modo di impadronirsi del decino, convinta che le possa permettere di generare un amuleto in grado di renderla “ricca, ricca, ricca!”

Il piano della fattucchiera

Non solo i Bassotti e Amelia, ma pure Cuordipietra Famedoro ha avuto a che fare con il decino, proprio nel corso della sua prima apparizione, in Paperino e il torneo monetario (Barks, 1956). Lo spago con cui Paperone avvolge la monetina gli permette, infatti, di vincere la sfida come papero più ricco del mondo.

Paperone porta con sé il suo primo decino legato a uno spago

Ma come mai questa moneta è così importante? Da dove arriva? Barks non lo dice direttamente. In Zio Paperone e la fattucchiera, Paperone nega ogni coinvolgimento talismanico della monetina, affermando che si tratti invece del “simbolo del risparmio”. Successivamente, però, in Paperino reporter degli abissi (Barks, 1963), gli affari di Paperone iniziano a colare a picco quando questi perde il suo “portafortuna” e finché esso non viene infine recuperato.

Il diverso atteggiamento di Paperone nei confronti della Numero Uno in La fattucchiera (sopra) e in Reporter degli abissi (sotto)

Per conoscere l'origine del decino, bisogna attendere una storia non-barksiana, Paperon de' Paperoni e la noia da dollaro (Fallberg/Strobl, 1964), in cui un flashback corre in nostro aiuto, mostrandoci come Paperone ha ottenuto il suo primo decino lustrando gli scarponi di uno scavafossi.

Paperone ricorda come ha guadagnato la Numero Uno

Significativo il fatto che questo evento sia stato apprezzato da Don Rosa e inserito in L'ultimo del Clan de' Paperoni (Rosa, 1992), primo capitolo della sua Saga di Paperon de' Paperoni, divenendo perciò più noto e fruibile da chi non conoscesse la storia di Fallberg.

Il piccolo Paperone ottiene il suo primo decino in L'ultimo del Clan de' Paperoni

Da notare, inoltre, che il mestiere di lustrascarpe era già stato anticipato in Zio Paperone e l'intruso invisibile (Lockman/Barks, 1963), da cui Rosa riprende (sempre all'interno del primo capitolo della sua Saga) un flashback pari pari, modificando solamente il design del giovane Paperone e convertendo la valuta da centesimi a pence.

Il piccolo Paperone lustrascarpe

Confronto del flashback tra L'intruso invisibile (sinistra) e L'ultimo del clan de' Paperoni (destra)

Sebbene mostrato soltanto da Lockman e Fallberg in terra straniera prima dell'avvento di Rosa, il passato di Paperone come lustrascarpe entra subito a far parte dell'immaginario degli autori italiani, che lo ripropongono di tanto in tanto. Si potrebbe citare, per esempio, Amelia e il sogno sfortunato (Cimino/Gatto, 1969), in cui la scena accade in un sogno della protagonista, Zio Paperone e il decino scalognato (Bencivenni/Bordini, 1982) oppure Zio Paperone e la Numero Uno... bis (Ramello/Comicup Studio, 1995). Rare sono, al contrario, eventuali varianti: secondo quanto narrato in Zio Paperone la storia miliardaria (?/?, 1988), Paperone avrebbe guadagnato la Numero Uno nelle miniere di carbone, mentre, stando ad Amelia e la scopa temposonica (Volta/Comicup Studio, 1992), la avrebbe ottenuta nel Klondike, vendendo un setaccio a tale Smith.

Paperone guadagna la monetina nel sogno di Amelia

Paperone ricorda il suo passato da lustrascarpe

Don Rosa spiega, inoltre, come sia stato possibile per un paperotto in Scozia entrare in possesso di un decino americano all'interno di Zio Paperone in decini e destini (Rosa, 1995), mostrando come la moneta passi dalle mani di Howard Rockerduck (padre del rivale di Paperone), in quelle di Fergus (padre di Paperone) e quindi in quelle di Burt lo scavafossi, a cui Fergus porge il decino per insegnare al figlio una lezione.

Howard Rockerduck si disfa di varie monete tra cui la Numero Uno

Fergus consegna la monetina a Burt istruendolo sul da farsi

Perciò, Paperone che guadagna la sua prima monetina lustrando scarpe diventa un fatto assodato per i diversi autori internazionali, che spesso riprendono (più o meno) fedelmente quanto narrato nella Saga.

La Numero Uno in Zio Paperone e il processo numismatico (Martinoli/Panaro, 2014)

... in Zio Paperone e la comoda tentazione (Arrighini/Tosolini, 2020)

... in Una questione di piumaggio (Nucci/Soffritti, 2020)

... e in Paperino e la lucidatura delucidata (Fontana/Greppi, 2022)

Curioso, però, notare come Fallberg stesso avesse successivamente recuperato la trama de La noia da dollaro, riproponendola in Zio Paperone e il tesoro vichingo (Fallberg/Uzal, 1983), offrendo una diversa origine per la prima monetina di Paperone. In questa storia, che ricalca l'incipit della precedente, il miliardario ricorda come ha ottenuto il suo primo stipendio arando i campi. Nella versione italiana della storia in questione, il valore della moneta è pari a un dollaro, mentre, in quella brasiliana, a venti centesimi.

Paperone ricorda diversamente il modo in cui ha guadagnato la sua prima monetina

In che anno è stata coniata la Numero Uno? In Zio Paperone e il riduttore atomico (Barks, 1961), è possibile leggere la data 1899 sulla moneta.

1899

Don Rosa, però, trovando questo anno troppo in là nel tempo (all'epoca, Paperone avrebbe già dovuto aver fatto fortuna in Klondike), decide di anticipare la data sulla monetina, portandola al 1875 (come mostrato in L'ultimo del Clan de' Paperoni).


1875

Una terza data è mostrata, forse per errore, in Size Matters (McGreal, McGreal/Tortajada Aguilar, 2009): 1857.

1857

Nonostante, appunto, questa ultima data potrebbe semplicemente essere stata scritta per errore (invertendo le ultime due cifre di quella proposta da Rosa), i coniugi americani hanno deciso di riprenderla in The New Year that Wasn't (McGreal, McGreal/Pérez, 2019), spiegandone l'origine. Qui, infatti, Paperone è costretto a cedere la sua Numero Uno ad Amelia e decide perciò di tornare nel passato per dare al piccolo sé stesso un decino del 1857 invece di quello canonico, rendendo di fatto inutile quello in possesso di Amelia nel presente. Questa storia potrebbe essere dunque collocata temporalmente prima di quella del 2009, correggendone di fatto l'errore.

Paperone prende il posto dello scavafossi

... e conferisce a sé stesso la nuova Numero Uno

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