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mercoledì 14 febbraio 2024

Amelia made in USA (parte prima)

Quest'oggi, sulla scia di quanto scritto qualche mese fa da Giuseppe Benincasa sulla caratterizzazione di Amelia nelle sue prime apparizioni italiane, mi andrò a occupare delle storie realizzate negli Stati Uniti per la Western, la licenziataria dei fumetti Disney negli States fino al 1984. Future analisi saranno dedicate all'Amelia presente negli albi degli editori americani successivi (Gladstone e Disney) e nelle storie prodotte dallo Studio Disney di George Sherman e Tom Goldberg. 

Pur essendo più che sicuro che tutti qui conosciamo le origini editoriali della fattucchiera che ammalia, trovo impensabile scrivere a proposito delle sue avventure americane senza fare qualche riferimento all'opera del suo ideatore, Carl Barks. Innanzitutto, va detto che Magica De Spell (questo il suo nome originale) è l'ultima grande creazione dell'Uomo dei Paperi, nonché "una delle più significative" (Marovelli et al., 1974): una papera affascinante e misteriosa che si diletta in pozioni e incantesimi in una bottega situata nel villaggio di Sulfuria (Sulphuria), alle pendici del Vesuvio. Nonostante, nella versione originale, la sua casetta venga chiamata "sorcery shop" ("negozio di stregoneria"), Amelia non è mai mostrata alle prese con clienti di alcuna sorta.

Barks impiega il suo nuovo personaggio in dieci storie, sette delle quali pubblicate sulle pagine della testata Uncle Scrooge tra il 1961 e il 1964, due su Walt Disney's Comics and Stories nel 1962 e, infine, una (di cui cura solamente i testi) su Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks nel 1971. Come si può immaginare, nel corso degli anni, alcune caratteristiche subiscono cambiamenti ed evoluzioni, ma procediamo con ordine. Amelia esordisce in Zio Paperone e la fattucchiera (Barks, 1961), in cui la vediamo collezionare monete toccate dagli uomini più ricchi del mondo, con lo scopo di fonderle tra le fiamme del Vesuvio e ottenere un amuleto in grado di renderla ricchissima. È in questa storia che viene a conoscenza della Numero Uno di Zio Paperone e ne diviene ossessionata.


Da questo punto, non si torna più indietro: il primo decino di Scrooge diventa il chiodo fisso della fattucchiera, che proverà a impossessarsene in quasi ogni storia successiva. La sua seconda apparizione, in Zio Paperone e il giorno di San Valentino (Barks, 1962), complice anche il cambio di testata (e, quindi, il rischio che i lettori di Walt Disney's Comics and Stories potessero non avere letto la storia pubblicata sull'Uncle Scrooge di sei mesi prima), è in diretta continuità con la precedente. I nipotini, infatti, ricordano esplicitamente quanto accaduto: "She's the sorceress who almost melted Unca Scrooge's Old Number One in Mount Vesuvius!"


Rimandi di questo tipo non sono rari in relazione ad Amelia e diventano ancora più frequenti dopo Zio Paperone novello Ulisse (Barks, 1962). Finora, infatti, la fattucchiera si limitava a lanciare bombe al fosforo (foof bombs) o a ipnotizzare i malcapitati attraverso un dispositivo elettronico nascosto sotto alla manica del vestito, ma è qui che scopre casualmente il laboratorio della maga Circe all'interno di una caverna e recupera una bacchetta magica con la quale riesce a trasformare i Paperi in animali. Il rinvenimento della caverna di Circe viene, quindi, citato in Zio Paperone e l'inespugnabile deposito (Barks, 1963) e in Amelia maga del cangiante (Barks, 1964) ed è evidente attraverso i nuovi poteri acquisiti dalla papera partenopea: ne L'inespugnabile deposito, può controllare fulmini, uragani, comete, meteore e riesce senza problemi ad assumere le sembianze di altre persone, animali o oggetti ("I can turn myself into a deer, a tiger, or a battleship"); in Zio Paperone e l'Arcipelago dei Piumati (Barks, 1963), può controllare le creature degli abissi e dell'aria grazie alle sue pozioni numero sei e sette; e, in Zio Paperone e il tappeto volante (Barks, 1964), si trasforma in diverse specie di uccelli (anche mitologici). Inoltre, ne L'inespugnabile deposito, veniamo a conoscenza di un suo rifugio paperopolese, che potrebbe essere lo stesso utilizzato poi ne L'Arcipelago dei Piumati.

Una rinnovata e ancor più temibile rivale

Va, comunque, notato che Amelia è completamente disinteressata alla monetina portafortuna in ben due delle dieci storie scritte da Barks: L'arcipelago dei Piumati, in cui si allea con i Bassotti per andare a recuperare le oche d'oro sull'Isola Starnazzo (Featherbrain Island), e Il tappeto volante, in cui le interessa solamente mettere le mani su un antico tesoro. Risulta, invece, difficile determinare il suo obiettivo in I tre nipotini e la battaglia in bottiglia (Barks/Strobl, 1971), siccome la vediamo intenta a dirigersi verso il deposito di Paperone (a bordo di una scopa volante!), ma non vi è alcuna menzione del decino. Prima di chiudere con l'Amelia di Barks e passare oltre, penso sia utile citare Paperino e il corvo parlante (Barks, 1962), in cui la fattucchiera sostiene di aver trovato una nuova formula per ottenere un'enorme ricchezza dalla Numero Uno: scioglierla nel sole e attendere che i raggi solari le restituiscano buona sorte.


Dopo essere stata introdotta e raccontata dal cartoonist dell'Oregon come ho descritto fino a qui, la fattucchiera che ammalia è apparsa in altre tredici storie realizzate negli Stati Uniti tra il 1964 e il 1984 e pubblicate su cinque diverse testate: Walt Disney's Comics and Stories, Donald Duck, Moby Duck, Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks e Uncle Scrooge. Si parte da Paperina fattucchiera per un giorno (Gregory?/Strobl, 1964), della serie Daisy Duck's Diary, in cui, scontrandosi al supermercato, Amelia e Paperina (estranee una all'altra) si scambiano involontariamente i diari. Qui, ci troviamo chiaramente di fronte all'Amelia potenziata dalle conoscenze di Circe: può infatti volare a bordo di una scopa e potrebbe trasformare Paperina in uno scorpione. Sembrerebbe che la fattucchiera viva a Paperopoli, ma ciò è facilmente giustificabile, come abbiamo visto, da L'inespugnabile deposito. Qui, come nella successiva Magò, Amelia e il filtro della generosità (Fallberg/Strobl, 1966), non vi è alcun riferimento alla Numero Uno. Il filtro della generosità mette in scena l'unica collaborazione sulle pagine delle riviste statunitensi tra Amelia e Magò, già complici nelle storie realizzate dallo Studio Disney, a partire da Zio Paperone sgomina la stregoneria (?/Fletcher, 1965).


Le storie realizzate per Donald Duck sono, in qualche misura, più convenzionali, pur non avendo Paperone come protagonista. In Amelia e l'iceberg-pepita (?/Strobl, 1965), per esempio, la fattucchiera è in grado di lanciare fulmini e piccole comete, come ne L'inespugnabile deposito, nonché di trasformarsi in un orso polare; in The Raven Raiders (?/Carey, 1973), invece, ha l'abilità di farsi obbedire dai corvi. Da notare, inoltre, che, in Paperino e la corsa all'arcobaleno (Lockman?/Strobl, 1966), non vi è alcun riferimento alla Numero Uno e Amelia segue i Paperi per cercare la pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno (!). Qui, è in grado di far piovere e di volare senza scopa.


Non ho molto da dire sulle due storie di Moby Duck in cui appare. Nella seconda, Moby Duck e lo specchio magico (Evanier/Wright, 1975), non vi è alcun riferimento a Paperone o al suo decino e Amelia segue Moby Duck e il suo mozzo, Paperotto (Dimwitty Duck), per sottrarre loro lo specchio magico di Biancaneve, che i due marinai sono incaricati di trasportare da Disneyland a Disney World (!). Curiosamente, l'affascinante papera è in possesso di un simile oggetto nelle storie per il mercato estero, a partire da Amelia e l'incantesimo di Cleopatra (?/Fletcher, 1965).


Star Wreck (?/Wright, 1975), pubblicata sulla testata dedicata alle Giovani Marmotte, presenta probabilmente uno dei soggetti più riusciti tra quelli presi in considerazione. La storia è, tutto sommato, semplice e breve ed è ambientata a Paperopoli. Amelia non sembra una grande minaccia perché la Numero Uno è protetta da un elemento all'apparenza indistruttibile, sulla falsariga di Zio Paperone e la cassaforte di cristallo (Barks, 1962). Paperone la prende in giro, invitandola a sottrargli il decino, e sbruffoneggia, chiamandola "Maggie" (soprannome che Amelia non sopporta). Ma è quando l'anziano papero scopre di essere vulnerabile che il suo fare da bulletto scompare e il tono cambia immediatamente: la paura è avvertibile nel suo sguardo e dallo scherzoso "Maggie" passa a un ben più serio "Magica". Tra i tentativi della fattucchiera per rubare la Numero Uno, troviamo le classiche bombe al fosforo, ma pure una palla di cannone fatta di impervium, il metallo speciale di cui Paperone si era servito in Zio Paperone e il ratto del ratto (Barks, 1955).


Non credo di dire falsità se sostengo che le ultime cinque storie, pubblicate su Uncle Scrooge, sono quanto di meno interessante e di più out-of-character. Basti pensare che in nessuna di esse è presente il minimo riferimento al decino di Paperone. In Zio Paperone e la vacanza fortunata (Lockman/Alvarado, 1981), Amelia è in grado di assumere le sembianze del miliardario scozzese e di entrare indisturbata nel suo deposito (e persino di fare il bagno nelle sue monete!), ma ciò non le dà alcuna soddisfazione. Per essere una fattucchiera felice, ha bisogno di recuperare un tesoro esotico e si mette sulle tracce di Paperone e Gastone. Se non altro, mantiene l'abilità di trasformarsi in diversi animali: un corvo, un'iguana, un pesce e un polipo. Le storie successive, comunque, sono anche peggio, veramente poco ispirate e lontane anni luce da quelle di Barks: in Zio Paperone e la fattucchiera antifattucchiera (Lockman/Alvarado, 1982), Amelia non ha nessun problema a entrare nell'ufficio di Paperone e si fa assumere come sua segretaria, ma si limita a concludere affari stralunati di nascosto per fargli un dispetto; in Playing It Safe (Lockman/Manning, 1982), le sue vittime sono i Bassotti, terrorizzati da alcuni esseri mostruosi che la fattucchiera fa apparire per ripicca; in Zio Paperone e il diamante gemello (Lockman/Manning, 1983), possiamo ammirare (per l'unica volta in questa serie) Amelia alle prese con altre streghe e con uno specchio magico molto somigliante a quello delle storie dello Studio Disney; infine, in A Touch of Magic (Lockman/Manning, 1984), presa dalla noia, lancia un incantesimo a distanza a Paperone (ogni cosa che Scrooge tocca si trasforma in una rapa), ma fa tornare presto le cose alla normalità quando vede che il papero più ricco del mondo riesce a trarre vantaggio anche da una simile situazione. 


Quest'ultima storia vede la luce sul numero 206 di Uncle Scrooge, nel 1984, e il numero finale della serie sarà il 209. Ci troviamo, evidentemente, di fronte al punto più basso di un declino qualitativo cominciato tempo prima. Una "storia" che si fa fatica anche a definire tale, essendo poco più di una gag. Termina, così, la prima parte della mia analisi sulla caratterizzazione USA della fattucchiera che ammalia, un personaggio potenzialmente impareggiabile. Abbiamo osservato come Barks ci abbia costruito attorno una sorta di continuity sempre in evoluzione e come alcuni autori successivi abbiano saputo bene collegarsi alla lore, presentando una Magica con i giusti attributi. Prossimamente, assisteremo, invece, alle differenze con la fattucchiera presente nelle storie per il mercato internazionale, per arrivare alle produzioni Gladstone e Disney negli anni Ottanta e Novanta.

© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 31 ottobre 2023

Amelia made in Italy (di Giuseppe Benincasa)

Oggi è Halloween, la Notte delle Streghe. E, nei fumetti dei Paperi Disney, ne abbiamo viste parecchie, di streghe. Basti pensare a storie classiche come Paperino e l'albero di Natale (Barks, 1948) o Paperino e le forze occulte (Barks, 1952), per poi arrivare a Zio Paperone e la fattucchiera (Barks, 1961). Ed è proprio su questo personaggio (e sulla sua successiva caratterizzazione all'interno delle storie dei fratelli Barosso) che verte l'articolo di oggi, scritto da Giuseppe Benincasa. Buona Lettura!

AMELIA MADE IN ITALY
di Giuseppe Benincasa

Amelia la fattucchiera che ammalia (in originale: Magica De Spell) è uno dei personaggi più iconici creati da Carl Barks, l’Uomo dei Paperi, e, anche grazie alle sue origini partenopee, ha presto fatto colpo sui lettori (e sugli autori) italiani. Infatti, la prima storia nostrana con Amelia risale al 1962, cioè un anno dopo il suo debutto americano e sei mesi dopo l'avvento sulle pagine di Topolino.

Si tratta di Zio Paperone e la strega antistrega (Barosso, Barosso/Perego, 1962), che detiene anche i primati di prima storia non barksiana col personaggio e di primo incontro con la strega Nocciola (Witch Hazel), nata in animazione e fatta debuttare nei fumetti proprio da Barks, in Paperino e le forze occulte (Barks, 1952). I fratelli Abramo e Giampaolo Barosso sono gli autori dei testi e si può dire che, da questo momento in poi, abbiano “adottato” il personaggio, stabilendone col tempo alcune caratteristiche che si sono poi imposte nella sua versione italiana. La trama è presto detta: Zio Paperone si allea con Nocciola per difendersi da Amelia, intenzionata — come al solito — a rubare il primo decino guadagnato dal miliardario per trarne un amuleto che la renda ricca. È degno di nota l'aspirapolvere volante utilizzato dalla fattucchiera campana (in contrapposizione alla classica scopa volante, usata dalla più anziana Nocciola), elemento che ritornerà in alcune storie successive.


Nelle storie americane, la prima volta in cui si vede Amelia a cavallo di una scopa risale alla breve Paperina fattucchiera per un giorno (Gregory?/Strobl, 1964), mentre, nelle storie di Barks, la papera napoletana utilizza abitualmente un più prosaico aeroplano, con l’unica eccezione di I tre nipotini e la battaglia in bottiglia (Barks/Strobl, 1971). La scelta dell'aereo è in linea con l'iniziale visione più realistica del personaggio, che, nelle prime avventure, sembra quasi più un’illusionista che una vera strega, dal momento che si serve di bombe al fosforo e meccanismi elettrici nascosti per sparare raggi ipnotizzanti. È a partire da Zio Paperone novello Ulisse (Barks, 1962) che Amelia comincia a mostrare caratteristiche più prettamente magiche, con il ritrovamento della bacchetta magica e delle pozioni della Maga Circe. Comunque, questa prima caratterizzazione più terrena ha echi nella già citata Zio Paperone e la strega antistrega: nonostante Amelia sia indubbiamente una vera e propria strega (tanto da essere accostata a Nocciola e alla strega di Biancaneve), la si vede utilizzare un microfono nascosto per spiare Paperone.


All’epoca, il potenziale del personaggio era ancora da esplorare e i Barosso continuano a farlo nel 1963 in Zio Paperone e la duplice alleanza (Barosso, Barosso/Gatto, 1963), dove Amelia e i Bassotti si alleano per la prima volta in assoluto con lo scopo di derubare il ricco papero. Qui e in Zio Paperone e la sorpresa pasquale (Barosso, Barosso/Carpi, 1963), i fratelli torinesi si divertono a inserire delle parole in napoletano nelle formule magiche pronunciate: “Funicolì, funicolà! Foto! Su, dite immantinente: dove si trova tutta ‘sta gente?”; “Iamme… iamme… è mio volere che si spalanchi tosto il forziere!”


Giocare sulla napoletanità della fattucchiera viene naturale agli autori italiani e un altro esempio viene sempre da Zio Paperone e la sorpresa pasquale: Amelia accende un razzo su cui volare, esclamando: “Volevo lanciarlo a Piedigrotta, questo bel petardone, ma pazienza!”


Zio Paperone e l’orribile ossessione (Barosso, Barosso/Carpi, 1964) segna un altro passaggio importante: il debutto del corvo di Amelia in una storia italiana. Qui, per la prima volta, viene usato il nome Gennarino (Ratface). Da notare che, nelle prime traduzioni delle storie barksiane, il nome era omesso e la prima volta che “Gennarino” compare in una traduzione di una storia americana è in Amelia e l’iceberg-pepita (?/Strobl, 1965). I Barosso non si limitano, però, soltanto al nome: infatti, diversamente dalla versione americana, il corvo non parla, rispettando la propria natura animale, caratteristica rimasta nella tradizione italiana.


Si gioca ancora sulla napoletanità, questa volta con citazioni a brani classici della canzone napoletana: Gennarino, grazie a un incantesimo, canta ‘O sole mio e Funiculì funiculà; sul finale, Amelia, finita vittima dello stesso incantesimo, intona Marechiaro. È da citare, inoltre, l’ironico impiego dei turisti intorno al Vesuvio, presenti in questa e altre storie, spesso spaesati e interessati alla fattucchiera (per esempio, una turista teutonica, vedendo Amelia cantare, afferma: “Oh, Italien! Ke terra ti marafiliose canzona!”)


Nel 1965, i Barosso introducono un'ulteriore novità in Zio Paperone e l’ampolla di Alabastro (Barosso, Barosso/Bordini, 1965): l’aglio come arma difensiva contro le streghe; da allora, elemento immancabile nella produzione italiana. Come dice qui Amelia, l’aglio è “l’unica cosa che streghe, vampiri e fattucchiere non possono sopportare!” Non deve essere un caso che, secondo una nota formula scaramantica napoletana (portata all'attenzione nazionale dalla televisione e il cinema), basterebbe l’aglio a non “far quagliare le fatture” (“Aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio”).


È, quindi, proprio grazie a due autori spesso poco ricordati che la fattucchiera che ammalia ha cominciato a muovere i primi passi in Italia, sviluppando caratteristiche e stilemi che continuano a essere utilizzati tutt’ora, a decenni di distanza.


© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 20 settembre 2023

Tutti i Bassotti (o quasi...)

Vi siete mai chiesti quanti siano i Bassotti? Quanti zii, cugini, fratelli abbiano? Ebbene, trattandosi di una numerosissima organizzazione internazionale, la risposta a questa domanda non è semplice e immediata. E, a dire il vero, non è neppure il nucleo del post odierno. In questo articolo, infatti, andrò a elencare tutti i Bassotti apparsi o menzionati tra le pagine dei 59 numeri delle testate americane The Beagle Boys (1964-1979) e The Beagle Boys vs. Uncle Scrooge (1979-1980).

Prima di procedere, vi lascio alcune note per comprendere meglio la catalogazione: 

  • per semplicità, ho dato per scontato che i tre Bassotti principali, nonostante abbiano numeri diversi a seconda delle storie, siano sempre gli stessi;
  • i parenti elencati, anche se appaiono in più di una storia, vengono indicati solamente con riferimento alla prima apparizione e attraverso il loro nome in lingua originale;
  • il cognome “Beagle” è riportato unicamente quando esplicitato nella storia, con la sola eccezione dello zio Elmo, a cui è stato aggiunto in quanto padre di Buzz Beagle;
  • può essere che alcuni parenti siano indicati più di una volta, questo succede solo se cambia il loro numerino o il grado di parentela con i Bassotti principali;
  • i numerini identificativi (ove disponibili) sono indicati tra parentesi tonde;
  • se il nome del Bassotto equivale al numerino sul proprio maglione, questi non sarà indicato tra parentesi;
  • il grado di parentela tra i Bassotti elencati e i tre Bassotti principali (ove disponibile) è indicato tra parentesi quadre;
  • oltre al grado di parentela, alcune informazioni aggiuntive e degne di nota potrebbero essere indicate tra parentesi quadre.

THE BEAGLE BOYS

W BB    1-01: I Bassotti e il dono mancato (Lockman/Strobl, 1964) → Auntie [zia]
W BB    2-03: I Bassotti e il problema del campeggio (Lockman/Strobl, 1965) → Beagle Brats (1, 2, 3) [nipoti]
W BB    3-03: I Bassotti e il crollo del record (Lockman/Strobl, 1966) → Grandpa Beagle [nonno; vive a Doomtown]
W BB    3-04: Zio Paperone e il supersensibile 666 (Lockman/Strobl, 1966) → Supersensitive 666 (176-666) [fratello]
W BB    4-03: I Bassotti e la via traversa (Lockman/Strobl, 1966) → Uncle 001 (001) [zio dei Bassottini]
W BB    5-05: Zio Zero: Lezione di strategia (Lockman/Strobl, 1966) → Zero (0) [fratello]
W BB    5-06: Le avventure dei Bassotti (Lockman/Strobl, 1966) → Granny [nonna]
W BB    6-04: Capitan Uncino e... l'odiato progresso (Lockman/Alvarado, 1967) → Grandpa (102-201) [nonno]
W BB    7-02: Ah, questi intellettuali! (Lockman/Alvarado, 1967) → Intellectual 176 (I-176) [fratello]
W BB    7-02: Ah, questi intellettuali! (Lockman/Alvarado, 1967) → Supersensitive-666 (S-666)
W BB    7-02: Ah, questi intellettuali! (Lockman/Alvarado, 1967)  → Countdown (7654321)
W BB    7-03: I Bassotti e lo spione della banda (Lockman/Alvarado, 1967) → 1234U [zio dei Bassottini]
W BB    7-03: I Bassotti e lo spione della banda (Lockman/Alvarado, 1967) → Beagle Boys of Detroit [fratelli]
W BB    7-03: I Bassotti e lo spione della banda (Lockman/Alvarado, 1967) → Beagle Boys of Chicago [fratelli]
W BB    8-03: I Bassotti e la magistrale spolverata (Lockman/Alvarado, 1969) → Grandma [nonna; senza mascherina]
S 68004: Metti un tigre nel... Bassotto (Lockman/Alvarado, 1968) → Tic-Tac-Toe [cugino]
S 68004: Metti un tigre nel... Bassotto (Lockman/Alvarado, 1968) → Countdown (654321) [cugino]
S 68006: Lupetto e il congresso dei furfanti (Lockman/Alvarado, 1968) → Grandpa Beagle (999)
S 68006: Lupetto e il congresso dei furfanti (Lockman/Alvarado, 1968) → Super-Sensitive 666 (666)
S 68005: I Bassotti e la fiducia mal ripagata (Lockman/Strobl, 1968) → Dumb-One (1) [cugino]
W BB   13-02: Boom Beagle's Big Backfire (Lockman/Alvarado, 1972) → Boom Beagle [fratello]
W BB   13-04: I Bassotti e lo sceriffo disarmato (Lockman/Alvarado, 1972) → “Whole Truth” Beagle 
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Supersensitive-666 (SS-666)
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Dippy-103 (D-103)
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Strike-3 (STRIKE 3)
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Billy-The-Actor-Beagle (B.A.B.)
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Sentimental-333 (S-333) 
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Skinny 00½ (00½)
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Sophie the Shoplifter [mamma di S-333]
W BB   15-01: Zio Paperone e il dente ipnotico (Lockman/Wright, 1972) → Arson Annie [mamma di I-176]
W BB   16-01: La Banda Bassotti e la deduzione scientifica (Lockman/Alvarado, 1973) → Bumrap Beagle → Sherlock Beagle (SB-176) [fratello]
W BB   16-01: La Banda Bassotti e la deduzione scientifica (Lockman/Alvarado, 1973) → Doc Beagle (MD-176) [fratello]
W BB   18-02: I Bassotti e il gas ipno ah, ah! (Lockman/Alvarado, 1973) → Gizmo-020 (GIZMO) [fratello]
W BB   21-02: I Bassotti e il fratello musicista (Lockman/Wright, 1974) → 38-38-38 (38 38 38) [sorella]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 47-521 (45-521) [cugino]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 77-334 [cugino]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 228-910 [zio]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 6-18 [cugino]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 9-02 [cugino]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 11-45½ [cugino]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 54-671
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 473-08 [bisnonna]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → dal 378-420 al 378-571 [nipoti di 473-08]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 556-98 [ottava cugina, rimossa due volte]
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → 24-628
W BB   23-01: I Bassotti e la carica degli 800 e rotti (Evanier/Wright, 1974) → Grandpappy Beagle Number One (1)
W BB   23-03: I Bassotti e la caccia alla perlona (Lockman/Alvarado, 1974) → Stoolie-123 Beagle (123)
W BB   24-02: I Bassotti e la riscossione sofferta (Lockman/Alvarado, 1975) → Straight Aunt Annie [zia; senza mascherina]
W BB   25-01: I Bassotti e il sogno avverato (Lockman/Alvarado, 1975) → Nitwitz [zio]
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Dum-Dum-321
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Beagie the Dip
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Banker Beagle
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → International-176
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Second Story-123
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Sea-Beagle
W BB   28-01: I Bassotti e l'evasione agli spaghetti (Lockman/Alvarado, 1976) → Double Agent-ZZZ [senza mascherina]
W BB   28-02: I Bassotti e il cugino tascabile (Evanier/Alvarado, 1976) → Half-Pint (½) [cugino]
W BB   29-01: I Bassotti e la beffa insulare (Lockman/Wright, 1976) → Beagle Con-Evil [cugino]
W BB   29-03: I Bassotti e il cugino leguleio (Lockman/Wright, 1976) → Stoolie (123) [cugino]
W BB   30-02: La Banda Bassotti e i tempi nuovi (Lockman/Wright, 1976) → Gran'pa (G) [nonno; diverso da quello in W BB    3-03]
W BB   31-01: I Bassotti e i colpi allo sciroppo (Lockman/Wright, 1976) → Sweet Tooth (ST-1) [cugino]
W BB   31-02: I Bassotti e la pecora nera (Lockman/Alvarado, 1976) → Royal Beagle [senza mascherina; vive a Bonville]
W BB   31-03: I Bassotti eroi dell'arena (Lockman/Alvarado, 1976)  → Downdraft [cugino]
W BB   32-01: I Bassotti e il piccolo favore (?/Wright, 1976) → Generous [zio]
W BB   32-01: I Bassotti e il piccolo favore (?/Wright, 1976) → Granpa Beagle (G-176) [nonno; lo stesso di W BB   30-02]
W BB   32-01: I Bassotti e il piccolo favore (?/Wright, 1976) → *senza nome* [figlio?/nipote? di I-176]
W BB   32-01: I Bassotti e il piccolo favore (Lockman/Wright, 1976) → Boomer-Beagle (B-176)
W BB   32-03: I Bassotti e il furto... d'occasione (?/Gregory, 1976) → Lucky 7-11
W BB   32-04: I Bassotti e il pezzo mancante (Lockman/Wright, 1976) → Grabbucks Beagle (zio) [deceduto]
W BB   32-04: I Bassotti e il pezzo mancante (Lockman/Wright, 1976) → Shyster Beagle
W BB   32-04: I Bassotti e il pezzo mancante (Lockman/Wright, 1976) → 342-10
W BB   33-03: I Bassotti e la cura di disinnesco (Lockman/Wright, 1976) → Shortfuse (S-F) [cugino]
W BB   34-01: I Bassotti e la rapina motorganizzata (Lockman/Armstrong, 1977) → Beagle Con Beagle (BCB) [cugino]
W BB   34-02: I Bassotti e l'armadio del tempo (Lockman/Wright, 1977) → Nanny [nonna]
W BB   34-04: I Bassotti e l'ospite invisibile (?/Armstrong, 1977) → Bashful Beagle
W BB   35-01: I Bassotti e il terremoto di famiglia (Lockman/Manning, 1977) → Tremor 404 (T-404) [fratello]
W BB   36-04: Mago Bassotto e la bacchetta dell'invisibilità (Lockman/Wright, 1977) → Humbug Beagle (0001)
W BB   37-01: I Bassotti e l'aspirapolvere scassaforti (Lockman/Manning, 1977) → Tumblers Beagle (78) [fratello]
W BB   37-02: I Bassotti e la cura lacrimosa (Lockman/Armstrong, 1977) → Bawl Baby Beagle (BBB 123)
W BB   37-02: I Bassotti e la cura lacrimosa (Lockman/Armstrong, 1977) → Shrink Beagle (SB-1)
W BB   37-03: The Perfect Partner (?/Manning, 1977) → B.V.D. Beagle [Big Victorious Daddy Beagle]
W BB   37-03: The Perfect Partner (?/Manning, 1977) → B-000
W BB   37-03: The Perfect Partner (?/Manning, 1977) → Perfect Beagle (P-B-123) [robot]
W BB   37-05: A Visit From Hoopla (Lockman/Manning, 1977) → Hoopla Beagle (H-321) [fratello]
W BB   38-03: I Bassotti e l'eccesso di prudenza (Lockman/Manning, 1977) → Watch-Beagle (W-121) 
W BB   38-04: Gramp's Great Gift (?/Gregory, 1977) → Artie Beagle
W BB   39-03: I Bassotti e la deformazione professionale (Lockman/Alvarado) → Buzz Beagle (B.B.B.) [cugino]
W BB   39-03: I Bassotti e la deformazione professionale (Lockman/Alvarado) → Elmo Beagle [padre di Buzz Beagle; senza mascherina]
W BB   40-02: The Dry Run (Lockman/Wright, 1977) → Edison Beagle [cugino]
W BB   40-03: I Bassotti e l'umiliazione pubblica (Lockman/Alvarado, 1977) → Royal Beagle [cugino; senza mascherina; vive a Lawville]
W BB   40-04: La Banda Bassotti e il cugino 7-11 (?/Gregory, 1977) → 7-11 [cugino]
W BB   41-02: The Rip Van Beagle Plot (?/Manning, 1978) → Rip Van Beagle [cugino]
W BB   41-03: Bassotto Talpone re dei tunnel (?/Manning, 1978) → Benny [zio]
W BB   41-03: Bassotto Talpone re dei tunnel (?/Manning, 1978) → Mole Beagle
W BB   41-04: I Bassotti e lo scambio dello scambio (?/Manning, 1978) → Choo-Choo Beagle (CHOO-CHOO) [cugino]
W BB   43-01: La Banda Bassotti e... i capricci del nonno (?/Wright, 1978) → Gran'pa (G-1) [nonno, diverso da quello in W BB   30-02]
W BB   43-02: I Bassotti e l'arte del buonanulla (?/Manning, 1978) → Buttinski Beagle [cugino]
W BB   44-04: I Bassotti figli della natura (?/Manning, 1978) → Herbal Herb [cugino; senza mascherina]
W BB   45-01: I Bassotti e l'operazione Cervello (?/Wright, 1978) → Telepathic Beagle (TELE B.) [cugino]
W BB   45-02: I Bassotti e la macchina super (Lockman/Voorhees, 1978) → Grease Monkey Beagle [cugino]
W BB   45-04: I Bassotti e lo scherzo postumo (?/Wright, 1978) → Joker Beagle (J.B.) [cugino]
W BB   46-03: The Hocus-Pocus Plot (?/Voorhees, 1978) → Hocus-Pocus Beagle [cugino]
W BB   46-04: I Bassotti e il cugino Vibrisse (?/Manning, 1978) → Catnip Beagle (KAT) [cugino]
W BB   47-01: I Bassotti borsaioli... vegetali (?/Manning, 1978) → Bio Beagle [cugino]
W BB   47-02: Beach Party (?/Gregory, 1978) → Shyster Beagle [cugino; diverso da quello in W BB   32-04]
W BB   47-02: Beach Party (?/Gregory, 1978) → Oscar [zio]
W BB   47-02: Beach Party (?/Gregory, 1978) → “Mimic” Beagle (721) [cugino]
W BB   47-03: Honest Abe's Charade (?/Manning, 1978) → Honest Abe Beagle [cugino]
W BB   47-04: Mitraglia demolitore di sofà (?/McKimson, 1978) → Stuffy [cugino]

THE BEAGLE BOYS VS. UNCLE SCROOGE

W BBVS  1-01: Zio Paperone e la sindrome da sabbia (Lockman/Alvarado, 1979) → The Jesse Beagle Gang [3 bassotti; antenati]
W BBVS  3-02: I Bassotti e la spada magica (Lockman/Alvarado, 1979) → Lippy the Ventriloquist (B-LIP) [cugino]
W BBVS  5-01: Zio Paperone e la mappa del filibustiere (?/Manning, 1979) → Buccaneer Beagle [antenato]
W BBVS  5-02: I Bassotti e il gas atmosferico (?/Manning, 1979) → Beaker Beagle
W BBVS  7-04: Zio Paperone e la combinazione vincente (Lockman/Manning, 1979) → Psychic-176 (PSY-176) [cugino]
W BBVS  8-02: Zio Paperone e il pozzo dei raddoppi (?/Gregory,1979) → Gypsy Beagle
W BBVS 11-01: I Bassotti spendaccioni della costa (Lockman/Manning, 1980) → Bumpkin [zio]
W BBVS 12-01: Zio Paperone e il dollaro “number one” (Lockman/Manning, 1980) → Misty [cugino]

sabato 6 maggio 2023

Chi è Pico de Paperis?

Pico de Paperis (Ludwig Von Drake) è il tuttologo di casa Disney creato per la serie televisiva Walt Disney's Wonderful World of Color negli anni Sessanta, ma quale è il suo esatto rapporto con la famiglia dei Paperi? Nelle strisce giornaliere pubblicate sui quotidiani americani, Paperino si riferisce a Pico come "zio" e questi viene direttamente da Vienna per visitare il nipote, rimanendo poi da lui per i trent'anni successivi. Per essere lo zio di Paperino, dovrebbe, però, essere il fratello di uno dei suoi genitori e il suo cognome (Von Drake) non sembra, invece, essere lo stesso del padre (Duck) o della madre (McDuck). L'esatta parentela con Paperino ci viene fornita da Walt Disney in persona in "The Hunting Instinct" (dir. Wolfgang Reitherman, 1961), dove, infatti, afferma che "è in realtà zio di Paperino. [...] I Drake sono il lato paterno della famiglia, il ramo continentale. [...] Il professore, essendo il fratello del padre di Paperino, è un Drake, ovviamente". A tale proposito, è curioso notare che Pico, nella striscia del 24 giugno 1988 (Foster/Alvarado, 1988), ricorda di avere usato il nome d'arte "Lou Drake" in passato.


Quindi, secondo Disney, Paperino si chiamerebbe in realtà Donald (Von) Drake. Perché allora tutti lo conosciamo come "Duck"? La risposta si può trovare in almeno tre differenti fonti: 

- In "The Donald Duck Story" (dir. Robert Florey, Jack Hannah, 1954), vediamo il momento della creazione di Paperino da parte degli animatori degli studi Disney, nel 1932, che cercano di trovare l'animale giusto da associare alla sua iconica voce. Dopo aver individuato il design paperinesco, passano, quindi, alla ricerca del nome: "Jimmy Duck? Joe Duck? Roger Duck? Ma aspettate un attimo, un papero maschio è un Drake. Vediamo [...] Donald Drake!" Siccome, però, il nome sembra suonare male, dichiarano: "gli daremo il cognome di sua madre da nubile, Duck. Donald Duck!"
 
- D'altronde, il fatto di mantenere il nome della madre viene confidato dallo stesso Disney in un'intervista del 1961 riportata parzialmente dallo storico Jim Korkis: "In realtà, i Drake sono i maschi e la femmina è chiamata Duck. Paperino ha preso il cognome della madre. È una storiella che racconto e che strappa sempre una risata. La gente dice: 'Come mai si chiama Donald Duck se è un maschio?' Così, li sorprendo dicendo: 'Beh, era un piccolo bastardo, così ha preso il cognome della madre.'"

- La fonte più datata che conferma questa visione risale, addirittura, al 1935 e si tratta del secondo episodio dello spettacolo radiofonico Meet Mickey Mouse, in cui Paperino racconta la sua storia sotto forma di filastrocca: "Mio Padre ha lasciato mia Madre,// E anche tutti i suoi bambini,// L'ha lasciata per un'altra,// [...] Così ho preso il cognome da nubile di mia Madre,// Ecco perché sono Donald Duck."

Esistendo però Zio Paperone, e quindi tutto il ramo de' Paperoni/McDuck, risulta complicato conciliare questa peculiare versione con la famiglia dei Paperi così come viene abitualmente presentata nelle storie a fumetti. Per questa ragione, quando il personaggio viene menzionato per la prima volta, nella tavola domenicale del 24 settembre 1961, Paperina si limita a definirlo "una specie di zio" di Paperino. Pure nelle successive storie pubblicate nei comics americani, a partire da Paperopoli, U.S.A. (?/Strobl, 1961), Ludwig rimane genericamente un "relative" (parente) e Paperino lo definisce "zio" solo in Pico de Paperis e l'albero genealogico (?/Strobl, 1962), ma la parentela rimane vaga quando, alla fine, ricorda al genio di essergli imparentato per evitare che questi diffonda il suo/loro albero genealogico. Il fatto che in tale albero venga riportato un antenato chiamato Colombust Duck potrebbe far pensare che la relazione di Pico alla famiglia dei Paperi avvenga tramite il lato materno della famiglia di Paperino.

Nonostante Paperino lo identifichi come "zio", la parentela sembra essere abbastanza lontana da poter essere dimenticata da entrambi

Curiosamente, nella traduzione tedesca di Paperopoli, U.S.A., Nonna Papera afferma che Pico sia il figlio della sorella di sua madre, rendendolo di fatto suo cugino di primo grado. Tale relazione, per quanto assente nella versione originale, viene proposta in Barn Dance Doctor (?/Strobl, 1961), in cui Nonna Papera definisce Pico il suo "cugino urbanizzato". A valorizzare timidamente l'ipotesi della cuginanza, Luca Boschi, a pagina 7 del volume Walt Disney presenta Qui Quo Qua (1992), definisce Paperino "pronipote" del genio austriaco, ponendolo sulla stessa linea generazionale di Elvira.

Nonna Papera e Pico sono cugini

Secondo l'autore americano Don Rosa, questa parentela non sussisterebbe e "l'unico modo possibile in cui potrebbe essere uno zio di Paperino è se fosse sposato con la sorella di Paperone, Matilda" (grassetto presente nel testo originale). Questo matrimonio, apparentemente rifiutato "da chiunque, da Bob Foster a Carl Barks", contraddirebbe comunque quanto enunciato dallo stesso Pico in "Kids Is Kids" (dir. Jack Hannah, Hamilton Luske, 1961): "sono uno scapolo". Da notare, comunque, che il termine inglese "bachelor" può tradursi sia come "scapolo" che come "laureato". Facendo leva sullo stesso gioco di parole, intraducibile in italiano, Pico si dichiara scapolo anche nella striscia del 23 novembre 1970 (Karp/Grundeen, 1970), mentre ammette di essere stato in passato impegnato con una certa Hulda nella striscia del 12 settembre 1972 (Karp/Grundeen, 1972) e, addirittura, ha due appuntamenti, nel corso di quattro strisce pubblicate tra l'11 e il 16 luglio 1985 (Foster/Smith, 1985), con una tale Alice, conosciuta attraverso il club di appuntamenti per distratti (Absentminded Dating Club), che Pico menziona anche nelle strisce dall'8 al 10 luglio (Foster/Smith, 1985). Va fatto presente che, nel racconto illustrato "Pico de Paperis, genio a ripetizione", pubblicato nel volume L'allegra brigata di Paperopoli (1962), l'illustre scienziato si reca negli Stati Uniti per fare la conoscenza di Paperon de' Paperoni, mai incontrato prima. Una volta respinto dal miliardario, Pico incontrerà casualmente e per la prima volta Paperino, Qui, Quo e Qua, Nonna Papera, Ciccio e Archimede Pitagorico. Nonostante non vengano menzionate parentele con l'anziana Elvira, è da segnalare il modo in cui il professore si presenta a Paperino: "Ma io sono tuo zio, Paperino! La tua bisnonna apparteneva alla nobile stirpe dei De Paperis!" Non essendo direttamente collegato a Paperone o Nonna Papera, la bisnonna in questione (quindi zia o prozia di Pico) dovrebbe essere la madre del nonno paterno di Paperino. In questo caso, Pico sarebbe cugino del nonno di Paperino e cugino acquisito di Nonna Papera, andando a salvare la relazione presentata in Barn Dance Doctor. In Paperino e le affinità pittoriche (Sisti/Held, 1993), invece, Paperino si riferisce al parente chiamandolo "cugino Pico" mentre ne parla con Paperone, lasciandoci intendere che si tratti di un cugino del miliardario.


Oltre a Nonna Papera (e alla famiglia dei Paperi in generale), chi sono gli altri parenti di Pico de Paperis? 

  • Innanzitutto, in "The Truth About Mother Goose" (dir. Bill Justice, Hamilton Luske, Wolfgang Reitherman, Bill Roberts, 1963), apprendiamo che sua nonna è nientemeno che Mother Goose, ovvero la Mamma Oca raccontafiabe della tradizione popolare.

Mamma Oca assieme a Pico
 
  • Pico menziona poi la sua bisnonna in Pico de Paperis e le salsicce (?/Strobl, 1961), dalla quale ha ricevuto la ricetta del suo piatto preferito, il Wiener Schnitzel à la Weltschmerz. 
  • Nella striscia giornaliera del 7 febbraio 1963 (Karp/Taliaferro, 1963), cita suo bis-bisnonno e un nipote di quest'ultimo come gli inventori della polvere da sparo.
  • In quella del 31 marzo 1970 (Karp/Grundeen, 1970), menziona suo nonno come l'inventore della vasca da bagno e del telefono.
  • In quella del 12 ottobre 1989 (Foster/Alvarado, 1989), rivela che suo padre era un pompiere. 
  • La nipote di Pico, Clementina de Paperis ("Clem" per le amiche) appare in Viaggio a Stell-Ath (Macchetto/Bizzi, 2001).
  • Un antenato austriaco di Pico, chiamato Franz Von Paperis (Von Drake?), viene poi raccontato in Pico de Paperis e il primo erudito (Panaro/Dalena, 2006). 
  • La madre di Pico appare come voce fuoricampo in "Time Reverser" (dir. Tony Craig, Bobs Gannaway, 1999) e in Il bianco Natale di Topolino (dir. Rick Calabash, Tony Craig, Roberts Gannaway, Burny Mattinson, 2001) e viene infine menzionata in Wiener Schnitzel Woes (Jensen/Tortajada Aguilar, 2008), in cui apprendiamo che invia per posta aerea al figlio il suo piatto preferito una volta a settimana, direttamente dall'Austria. 
  • Entrambi i genitori di Pico sono mostrati in flashback in Pico torna a scuola (de Mojana/Gervasio, 2010). 
  • Pico ha anche uno zio comparso in flashback in due storie brasiliane, chiamato Frederico Von Pato. Siccome "Von Pato" è l'equivalente portoghese di "Von Drake", si dovrebbe trattare di uno zio paterno; allo stesso modo, il nome "Frederico" richiama quello portoghese del nipote "Ludovico", e si potrebbe quindi trasporre in maniera più tedesca, come "Friedrich". 
  • In un'altra storia brasiliana, Il messaggio del presidente (Saidenberg/Fukue,1982), appare anche il bisnonno di Pico, il prof. Von Pattus.
  • Considerato la pecora nera della famiglia, il prozio Vitold Von Drake viene menzionato nel redazionale "Ne parlons pas de Draco, non, non, non !" (Leloup, 2025).
  • Lo zio Wolfgang Von Drake appare in due recenti storie di Kari Korhonen (2025).

Il padre di Pico era un vigile del fuoco

Nell'animazione, Pico ha un cugino malvagio, lo scienziato Victor Von Goose, presentato in "The Hapless Helpers" (dir. Broni Likomanov, 2018) e, addirittura, tre figli, Anya, Corvus e Klara, che appaiono in "Raiders of the Doomsday Vault!" (dir. Matthew Humphreys, 2019), tredicesimo episodio della seconda stagione del reboot di DuckTales.

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 12 gennaio 2023

Sulla Numero Uno

La Numero Uno di Zio Paperone (Old Number One) è probabilmente la monetina più famosa del mondo e mi sembrava una mancanza non scrivere qualcosa a riguardo. Innanzitutto, viene introdotta in Paperone e la Banda Bassotti (Barks, 1953), dove gioca un ruolo decisivo per la liberazione della famiglia dei Paperi.

Paperone si ricorda di avere ancora il suo primo decino

A dire il vero, la prima versione di questa sequenza (pubblicata solamente nel 1984) differiva leggermente dalla versione definitiva. Come Barks stesso riferisce in un'intervista datata 1984: Il paragone tra queste quattro vignette scartate e le vignette pubblicate dimostra come le ultime rendano meglio l'idea. [...] I dialoghi e i disegni sono più pertinenti”. (fonte: J. Michael Catron, “It Was the Best of Dimes”, in The Complete Carl Barks Disney Library, n. 26, agosto 2022, p. 203; trad. mia)

La prima versione (scartata) della stessa sequenza

Nata quindi come semplice espediente narrativo per proseguire il racconto mostrando al tempo stesso l'estrema parsimonia di Zio Paperone, quella monetina da dieci centesimi verrà recuperata regolarmente nelle storie di Barks, fino a ricoprire un ruolo di prim'ordine con l'introduzione della fattucchiera Amelia (Magica De Spell), avvenuta in Zio Paperone e la fattucchiera (Barks, 1961). Da qui in avanti, infatti, Amelia cercherà in ogni modo di impadronirsi del decino, convinta che le possa permettere di generare un amuleto in grado di renderla “ricca, ricca, ricca!”

Il piano della fattucchiera

Non solo i Bassotti e Amelia, ma pure Cuordipietra Famedoro ha avuto a che fare con il decino, proprio nel corso della sua prima apparizione, in Paperino e il torneo monetario (Barks, 1956). Lo spago con cui Paperone avvolge la monetina gli permette, infatti, di vincere la sfida come papero più ricco del mondo.

Paperone porta con sé il suo primo decino legato a uno spago

Ma come mai questa moneta è così importante? Da dove arriva? Barks non lo dice direttamente. In Zio Paperone e la fattucchiera, Paperone nega ogni coinvolgimento talismanico della monetina, affermando che si tratti invece del “simbolo del risparmio”. Successivamente, però, in Paperino reporter degli abissi (Barks, 1963), gli affari di Paperone iniziano a colare a picco quando questi perde il suo “portafortuna” e finché esso non viene infine recuperato.

Il diverso atteggiamento di Paperone nei confronti della Numero Uno in La fattucchiera (sopra) e in Reporter degli abissi (sotto)

Per conoscere l'origine del decino, bisogna attendere una storia non-barksiana, Paperon de' Paperoni e la noia da dollaro (Fallberg/Strobl, 1964), in cui un flashback corre in nostro aiuto, mostrandoci come Paperone ha ottenuto il suo primo decino lustrando gli scarponi di uno scavafossi.

Paperone ricorda come ha guadagnato la Numero Uno

Significativo il fatto che questo evento sia stato apprezzato da Don Rosa e inserito in L'ultimo del Clan de' Paperoni (Rosa, 1992), primo capitolo della sua Saga di Paperon de' Paperoni, divenendo perciò più noto e fruibile da chi non conoscesse la storia di Fallberg.

Il piccolo Paperone ottiene il suo primo decino in L'ultimo del Clan de' Paperoni

Da notare, inoltre, che il mestiere di lustrascarpe era già stato anticipato in Zio Paperone e l'intruso invisibile (Lockman/Barks, 1963), da cui Rosa riprende (sempre all'interno del primo capitolo della sua Saga) un flashback pari pari, modificando solamente il design del giovane Paperone e convertendo la valuta da centesimi a pence.

Il piccolo Paperone lustrascarpe

Confronto del flashback tra L'intruso invisibile (sinistra) e L'ultimo del clan de' Paperoni (destra)

Sebbene mostrato soltanto da Lockman e Fallberg in terra straniera prima dell'avvento di Rosa, il passato di Paperone come lustrascarpe entra subito a far parte dell'immaginario degli autori italiani, che lo ripropongono di tanto in tanto. Si potrebbe citare, per esempio, Amelia e il sogno sfortunato (Cimino/Gatto, 1969), in cui la scena accade in un sogno della protagonista, Zio Paperone e il decino scalognato (Bencivenni/Bordini, 1982) oppure Zio Paperone e la Numero Uno... bis (Ramello/Comicup Studio, 1995). Rare sono, al contrario, eventuali varianti: secondo quanto narrato in Zio Paperone la storia miliardaria (?/?, 1988), Paperone avrebbe guadagnato la Numero Uno nelle miniere di carbone, mentre, stando ad Amelia e la scopa temposonica (Volta/Comicup Studio, 1992), la avrebbe ottenuta nel Klondike, vendendo un setaccio a tale Smith.

Paperone guadagna la monetina nel sogno di Amelia

Paperone ricorda il suo passato da lustrascarpe

Don Rosa spiega, inoltre, come sia stato possibile per un paperotto in Scozia entrare in possesso di un decino americano all'interno di Zio Paperone in decini e destini (Rosa, 1995), mostrando come la moneta passi dalle mani di Howard Rockerduck (padre del rivale di Paperone), in quelle di Fergus (padre di Paperone) e quindi in quelle di Burt lo scavafossi, a cui Fergus porge il decino per insegnare al figlio una lezione.

Howard Rockerduck si disfa di varie monete tra cui la Numero Uno

Fergus consegna la monetina a Burt istruendolo sul da farsi

Perciò, Paperone che guadagna la sua prima monetina lustrando scarpe diventa un fatto assodato per i diversi autori internazionali, che spesso riprendono (più o meno) fedelmente quanto narrato nella Saga.

La Numero Uno in Zio Paperone e il processo numismatico (Martinoli/Panaro, 2014)

... in Zio Paperone e la comoda tentazione (Arrighini/Tosolini, 2020)

... in Una questione di piumaggio (Nucci/Soffritti, 2020)

... e in Paperino e la lucidatura delucidata (Fontana/Greppi, 2022)

Curioso, però, notare come Fallberg stesso avesse successivamente recuperato la trama de La noia da dollaro, riproponendola in Zio Paperone e il tesoro vichingo (Fallberg/Uzal, 1983), offrendo una diversa origine per la prima monetina di Paperone. In questa storia, che ricalca l'incipit della precedente, il miliardario ricorda come ha ottenuto il suo primo stipendio arando i campi. Nella versione italiana della storia in questione, il valore della moneta è pari a un dollaro, mentre, in quella brasiliana, a venti centesimi.

Paperone ricorda diversamente il modo in cui ha guadagnato la sua prima monetina

In che anno è stata coniata la Numero Uno? In Zio Paperone e il riduttore atomico (Barks, 1961), è possibile leggere la data 1899 sulla moneta.

1899

Don Rosa, però, trovando questo anno troppo in là nel tempo (all'epoca, Paperone avrebbe già dovuto aver fatto fortuna in Klondike), decide di anticipare la data sulla monetina, portandola al 1875 (come mostrato in L'ultimo del Clan de' Paperoni).


1875

Una terza data è mostrata, forse per errore, in Size Matters (McGreal, McGreal/Tortajada Aguilar, 2009): 1857.

1857

Nonostante, appunto, questa ultima data potrebbe semplicemente essere stata scritta per errore (invertendo le ultime due cifre di quella proposta da Rosa), i coniugi americani hanno deciso di riprenderla in The New Year that Wasn't (McGreal, McGreal/Pérez, 2019), spiegandone l'origine. Qui, infatti, Paperone è costretto a cedere la sua Numero Uno ad Amelia e decide perciò di tornare nel passato per dare al piccolo sé stesso un decino del 1857 invece di quello canonico, rendendo di fatto inutile quello in possesso di Amelia nel presente. Questa storia potrebbe essere dunque collocata temporalmente prima di quella del 2009, correggendone di fatto l'errore.

Paperone prende il posto dello scavafossi

... e conferisce a sé stesso la nuova Numero Uno

© Disney per le immagini pubblicate.