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sabato 23 dicembre 2023

Buone Feste! ❄

È arrivato il freddo, la neve e sono comparse pure le lucine sui palazzi delle vie del centro. Ci troviamo inequivocabilmente in quel periodo di festa tanto caro a grandi e piccini di tutto il globo. Un altro anno è passato velocissimo, ma, nonostante tutto, in questo 2023, ho conosciuto nuove persone e visto luoghi in cui non ero mai stato.

Per quanto riguarda il blog, tirando un po' le somme di questi ultimi anni, posso fieramente dire che, da quando l'ho ripreso in mano nel 2021, sono stati pubblicati ben 82 post (compreso quello che state leggendo), contro i 35 pubblicati nel periodo 2010-2014. Certo, quantità non è sinonimo di qualità, ma ritengo che gli articoli, le ricerche e le interviste pubblicate in questi ultimi tre anni siano davvero materiale di approfondimento di un certo livello e difficilmente trovabile altrove. L'instancabile curiosità che mi accompagna da quando ho iniziato, il desiderio di completezza e la volontà di avere sempre l'immagine giusta al posto giusto (per quanto non sia affatto facile soddisfare queste tre esigenze) fanno sì che i contenuti che porto sul blog non siano banali o superficiali. E credo che ciò sia riscontrabile oggettivamente. Una nota se la merita anche il canale YouTube aperto alla fine dello scorso anno, sul quale, a oggi, sono presenti ben quattordici video-chiacchierate con autori, disegnatori, (ex-)direttori del settimanale Topolino e con il sommo Alberto Becattini, che non rientra in nessuna delle categorie precedenti.

Essendo stato un lettore di fumetti Disney per la maggior parte della mia vita, mi sono inevitabilmente imbattuto in decine e decine di storie a tema natalizio, partendo da quelle dell'Uomo dei Paperi in persona. Non mi è mai, però, capitato di analizzarle a fondo o di scriverne qualcosa a riguardo. Quali, tra la miriade di storielle e avventure lunghe pubblicate nei decenni nei vari paesi del mondo, meriterebbero di essere prese in considerazione? Per dirne cosa? Dovrei discutere dell'importanza di Paperino e il Natale sul Monte Orso (Barks, 1947)? Dei suoi (forse) troppi seguiti? Del parallelo tra lo Scrooge McDuck di Carl Barks e dell'Ebenezer Scrooge di Charles Dickens? Della serie di strisce giornaliere in cui Babbo Natale (alias Kris Kringle) in persona si interfacciava con i protagonisti dei Classici Disney? Della peculiare striscia datata 25 dicembre 1941, in cui nessun personaggio è visibile e, ciononostante, riusciamo a ricostruire chiaramente cosa è accaduto a Paperino? 

C'è decisamente troppo di cui si potrebbe parlare e temo che lo spazio di un post sul blog non sia sufficiente per permetterne un'analisi approfondita. Per tale ragione, invece di dedicarmi a un saggio sulle storie a fumetti natalizie, ho deciso di fare qualcosa di diverso dal solito, chiedendo ad alcuni artisti Disney di realizzare delle illustrazioni per augurare buone feste ai lettori di questo spazio online. Senza ulteriori chiacchiere, vi lascio in compagnia dei bei disegni realizzati dai professionisti di cui sopra, che ringrazio per avere gentilmente accettato di prendere parte a questa iniziativa e che vi vado a presentare brevemente, in ordine puramente alfabetico.

EMMANUELE BACCINELLI — artista nostrano di chiara ispirazione carpiana, è, tra le altre cose, copertinista ufficiale dell'Almanacco Topolino (ruolo che gli ha permesso di vincere il premio ANAFI 2023 come miglior copertinista), nonché disegnatore di Operazione Zeus (Gervasio/Baccinelli, 2023), avvincente storia enigmistica di questa estate, e della statuetta basata su Steamboat Willie, realizzata per il centenario disneyano e allegata a Topolino 3543.


DIEGO BERNARDO — disegnatore Egmont dal 2015, la sua prima storia pubblicata è DIY Disaster (Gilbert/Bernardo, 2016). Quest'anno, è stata pubblicata la sua prima storia realizzata per l'editore olandese DPG (Vijver/Bernardo, 2023). L'illustrazione proposta è ispirata al mio post dell'anno scorso intitolato "L'evoluzione di Rockerduck" e mette in scena due diverse interpretazioni del miliardario paperopolese.



FEDERICO BUTTICÈ — nuovissima leva del team Panini/Disney, ha esordito quest'anno sulle pagine del settimanale con Archimede e l'automa auto-apprendente (Di Gregorio/Butticè, 2023). Suoi sono i disegni delle tre tavole di prologo a Zio Paperone e la lampada bisestile (Nucci/Intini, 2023), recentemente pubblicate sull'albetto distribuito in occasione del Free Comic Book Day Italia, nonché di Battista e l'amico fenomenale (Faraci/Butticè, 2023), pubblicata giusto la scorsa settimana.


SIMONA CAPOVILLA — disegnatrice torinese, esordisce nel fumetto disneyano con la storia Newton Pitagorico in... sono solo pensieri (Nucci/Capovilla, 2021). In questo 2023, la abbiamo vista all'opera in ben nove storie con protagonista il nipotino di Archimede e tre della saga di Alessandro Sisti sulla gioventù del fondatore di Paperopoli, Cornelius (Van) Coot, l'ultima delle quali è stata pubblicata proprio la scorsa settimana.


PAOLO DE LORENZI — disegnatore Disney dal 2001, ha realizzato, tra le altre cose, alcuni capitoli della serie Universo PK (sceneggiata da Tito Faraci) e ben 50 Ciak/Gulp tra il 2001 e il 2016. Ultimamente, lo abbiamo visto all'opera in Lucidatori provetti (Artibani, Panaro/De Lorenzi, 2023), concepita nell'ambito dei festeggiamenti per i cento anni di Disney e liberamente ispirata al cortometraggio animato Clock Cleaners (1937).


RALPH DU MOSCH — sceneggiatore olandese, ha iniziato a scrivere storie Disney nel 2020 e la sua prima avventura pubblicata è De Prins van Pegelburg (du Mosch/Ferioli, 2021). A lui si deve l'esordio nei fumetti di Gustavo Paperone, il padre di Gastone, avvenuto in De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022) e di cui si è già discusso da queste parti. Per maggiori informazioni, rimando alla chiacchierata che ho avuto modo di fare con l'artista l'anno scorso.


TONY FERNÁNDEZ — disegnatore e inchiostratore spagnolo, fa parte dello Studio Comicup dal 1982 e, dal 1990, ne è direttore artistico. La prima storia accreditatagli è "La fève du samedi noir" (Corteggiani/Rodriguez, Fernández, 1994). Negli ultimi anni, lavora in maniera instancabile per l'Olanda, realizzando un gran numero di storie e strisce a fumetti, sempre in coppia con Jordi Alfonso o Carmen Pérez.


FRANCESCO GUERRINI — disegnatore bolognese dallo stile inconfondibile, realizza fumetti Disney dal 1990, anno di pubblicazione di Paperino e il minerale venuto da lontano (Pezzin/Guerrini, 1990). Per maggiori informazioni, rimando alla lunga chiacchierata che ho avuto modo di fare con l'artista qualche mese fa. Per augurarci buone feste, ha "scomodato" Dotto, dal primo lungometraggio animato Disney, Biancaneve e i sette nani (1937).


GAUTE MOE — sceneggiatore norvegese, la sua prima storia Disney è The Ghost (Moe/Ferioli, 2010). È molto attivo nel Nord Europa e scrive sia per Egmont sia per DPG. Per maggiori informazioni, rimando alla chiacchierata che ho avuto modo di fare con l'autore qualche mese fa. Ha deciso di partecipare a questa iniziativa inviandomi gli storyboard di due sue storie a tema natalizio, The Christmas Ride (Moe/Cabellic, 2017) e The Christmas Present (Moe/Pérez, 2018), di cui vi condivido la prima tavola.


© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 27 luglio 2023

Altre considerazioni sulla famiglia Pitagorico

Torno a scrivere della famiglia dell'inventore paperopolese, alla quale ho già dedicato un post poco più di un mese fa. La scorsa volta, ho voluto fornire delle coordinate per quanto riguarda i parenti principali e le loro vicende editoriali, basi da cui partire per entrare, successivamente, più nel dettaglio. Oggi, infatti, vorrei concentrarmi sul tempo, sulle date in cui queste loro avventure accadono, cercando di delinearne delle "biografie" ed evidenziando, inevitabilmente, alcune incongruenze.

Innanzitutto, secondo quanto riportato da Marco Gervasio sul terzo volume della Definitve Collection dedicato al suo Fantomius, Copernico Pitagorico (e, quindi, suo gemello Cartesio) sarebbe nato nel 1844. La data di nascita del figlio di Copernico, Cacciavite, non è ufficializzata, ma il sito di Andrea Salimbeti sul papero mascherato la identifica con il 1864, rendendo, perciò, il nonno di Archimede appena sedicenne ai tempi del primo incontro con Paperone nel Kentucky, descritto da Don Rosa.

Cacciavite ha solo sedici anni in questa storia?

Cacciavite è, poi, menzionato dallo stesso Gervasio in Il nobile dietro la maschera (Gervasio, 2015). In questa storia, ambientata nel 1910, assistiamo al primo incontro tra Copernico e Lord Quackett (Fantomius) e l'inventore sostiene che il figlio sia "in giro per il mondo con un riccone". Compagni di avventure negli anni Ottanta dell'Ottocento, Cacciavite e Paperone si riunirebbero in seguito a diversi eventi (raccontati, tra gli altri, da Rosa e Korhonen), a inizio Novecento, in una data collocata da Salimbeti nel 1906. Cacciavite appare, quindi, questa volta in carne e ossa, in Sulle tracce di Copernico (Gervasio, 2019), ambientata nel 1925. 

Cacciavite nel 1880 (a sinistra) e nel 1925 (a destra)

C'è, poi, il figlio di Cacciavite, Fulton, che, stando sempre a Salimbeti, sarebbe nato nel 1891. A validare tale data è lo studioso francese Arnaud Hilmarcher, il quale sostiene che, in L'invasore di Forte Paperopoli (Rosa, 1994), ambientata nel 1902, Fulton avrebbe "poco più di 10 anni".

Il giovane Fulton nel 1902

Per quanto già qualcosa potrebbe scricchiolare, l'incongruenza maggiore è messa in scena in La scomparsa dei fratelli Pitagorico (Korhonen, 2020), in cui l'autore mostra il primo incontro tra Paperone e un giovanissimo Archimede (a mio avviso, tra i 10 e i 15 anni), nel lontano 1903! Questa stranezza sposterebbe tutte le date indietro di un bel po', per non avere Archimede "coetaneo" del padre, che, in effetti, sarebbe stata una soluzione più sensata a livello temporale. Nella seguente Finale di partita (Korhonen, 2020), apprendiamo, inoltre, che Archimede è cresciuto in Alaska assieme a Cacciavite, reso "padre" nella versione italiana, forse per tentare di "correggere" l'incongruenza temporale? Da segnalare che questo errore genealogico è presente, ancor prima che sul sesto numero dell'Almanacco Topolino (che pubblica la storia in questione), nella recensione al quinto numero della testata, pubblicata dal Papersera e firmata da Luigi Sammartino. Infatti, nonostante nella storia commentata (La scomparsa dei fratelli Pitagorico) Cacciavite sia correttamente identificato come il nonno di Archimede, Sammartino scrive:

Paperone incontra un giovanissimo Archimede, giunto a Paperopoli al posto del padre e dello zio per dare una mano al protagonista con una gara aerea; [...] spicca soprattutto il finale della storia, dove Archimede si rassegna a vivere a Paperopoli nell’attesa del ritorno del padre.

Archimede e Paperone nel 1903

Archimede figlio di Cacciavite??

Rimanendo su Korhonen: in The Schooling of Scrooge McDuck (Korhonen, 2023), ambientata circa nel 1882 e basata sulla battuta di apertura di Zio Paperone e il gioco vecchio stile (Barks, 1957), Paperone gioca a football nella squadra accademica della Webfoot Tech, dove incontra un professore, zio materno di Cacciavite. La storia non è attualmente edita in lingua inglese, ma lo stesso autore mi ha comunicato privatamente che il nome completo del professore sarebbe Aldous Boltrattle. Siccome questo cognome è un gioco di parole (proprio come il Gearloose di Archimede), sarei propenso a sostituirlo al meno ispirato Anatryn, suggerito da Gervasio per la madre di Cacciavite nel suo albero genealogico.

Aldous Boltrattle

Infine, in Archimede Pitagorico campione di baseball (Barks, 1960), apprendiamo che Archimede è nato nella zona nord di Paperopoli (nessuna data è fornita) e, in Zio Paperone e la fuga nel tempo (Martina/Carpi, 1980), lo stesso inventore dichiara di avere ben 50 anni!

Il luogo di nascita di Archimede

Archimede ha 50 anni?

Mi pare logico che, anche dalle poche storie prese in considerazione, trovare una linea temporale coerente per quanto concerne questa famiglia sembra essere complicato. Ritengo che la soluzione sia da cercare nella pratica dei viaggi nel tempo, che i Pitagorico coltivano da generazioni. Copernico ne è in grado e Archimede pure. Penso che, viaggiando avanti e indietro nel tempo, gli inventori di questa famiglia possano compiere azioni bene o male a qualsiasi età e in qualsiasi epoca, generando ovvie incongruenze, difficilmente spiegabili altrimenti. Perciò, Archimede potrebbe avere 15 anni all'inizio del 1900 e pure vent'anni dopo, e così via...

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 14 maggio 2023

The Secrets of Duck Family Tree

Dopo il successo internazionale riscosso dalle storie de I diari di Paperone (The McDuck Journals), che raccontano la gioventù del papero più ricco del mondo andando a integrare i periodi lasciati scoperti dall'imponente Saga firmata da Don Rosa negli anni Novanta, l'autore finlandese Kari Korhonen torna alla carica con un progetto che parte dall'albero genealogico dei Paperi proposto da Rosa per andare a presentare quei personaggi più oscuri e meno conosciuti. Per usare le parole dell'autore:

Ho scritto e disegnato brevi storie comiche su personaggi dell'albero genealogico di Rosa dei quali conosciamo poco, inclusi Gertrude Gadwall [Gertude Folaga], Sir Swamphole McDuck [Duca Bambaluc de' Paperoni], Eider McDuck [Braccio di Ferro de' Paperoni] e Quagmire [Patrizio], lo zio notoriamente avaro di Paperone. (fonte: post pubblicato su Facebook in data 23 novembre 2022; trad. mia)

Al momento, quattro di queste storie hanno visto la pubblicazione in Scandinavia e Germania, riguardanti rispettivamente Eider, Gertrude, Quagmire e Swamphole, e, in questa sede, scriverò qualche commento sulle prime tre. Nel primo di questi racconti, scopriamo che Paperone, ventisette piani sotto il livello del suo deposito, possiede una importante biblioteca personale, contenente alcuni dei libri più rari al mondo, nella quale conserva vecchi scritti sulla storia della famiglia.


Veniamo, così, a conoscenza di Eider (e del nipote Duncan, che ne scriverà le memorie), un ormai anziano e discutibile commerciante scozzese che, tuttavia, riesce a salvare il regno di re Malcolm, diventandone, in seguito, tesoriere reale. Si apprende, inoltre, che Eider è stato il primo della famiglia a fare il bagno nei soldi.


La seconda storia ci svela retroscena sulla vita di Clinton Coot e Gertrude Gadwall, i genitori di Nonna Papera


Tornato a casa dopo l'ennesima (e ultima) avventura, Clinton non riesce ad abituarsi alla tranquillità domestica e decide di fondare le Giovani Marmotte per poter condividere quanto appreso durante i tanti viaggi.


Quello che impariamo è che Gertrude è, invece, la fondatrice delle Giovani Esploratrici (o Gioiette, Chickadees in lingua originale), istituite perché Clinton non voleva ammettere ragazze nella sua organizzazione. Verrebbe da chiedersi se la sorella di Nonna Papera sia stata introdotta solamente per necessità narrative o se Korhonen volesse fare un riferimento a Paperino direttore... di volo (Gregory, 1982), a cui avevo accennato in questo post dello scorso giugno.


La terza di queste storie si occupa del prozio Quagmire e del suo matrimonio con una certa Elisabeth. Quagmire è rappresentato come un uomo molto avaro: fa il bagno in cortile approfittando dell'acqua piovana, mangia frutta trovata per strada, si dà da fare per avere biglietti del treno gratis...


La sua vita prende una piega inaspettata quando conosce una persona altrettanto oculata: Elisabeth, appunto. Sono veramente anime gemelle che condividono la passione per il risparmio e tecniche per conseguirlo. Korhonen ci informa che i due si sposeranno e daranno alla luce una numerosa prole di tirchi. Tra i tanti bambini (se ne contano nove nella fotografia presente a fine storia), potrebbero essere presenti anche le Elizabeth e Margareth proposte dal sottoscritto assieme all'autore americano John Lustig.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia Lukas Persson (LP dal forum The Feathery Society) per le immagini a colori pubblicate in questo post, provenienti dalla pubblicazione svedese delle storie e tradotte in inglese attraverso Google Translate. L'immagine in bianco e nero proviene, invece, dal profilo Facebook personale di Kari Korhonen, così come anche il testo inglese inserito nel fumetto della vignetta raffigurante Eider e il nipote.

mercoledì 19 ottobre 2022

In Donaldismo Veritas (di Hans von Storch)

Questo post nasce dalla mia volontà di importare in Italia una terminologia e una cultura da decenni diffuse altrove e portate avanti tramite l'ausilio di apposite fanzine e associazioni. Di cosa si occupa il donaldismo? Che cos'è un donaldista? Queste concezioni, molto forti nel Nord Europa, hanno faticato a fare breccia nel nostro paese, impedendo ai cosiddetti donaldisti italiani di prendere coscienza della propria natura e di entrare in contatto con i propri simili. Niels Houlberg Hansen dell'associazione danese DDF(R) — della quale ho già detto qualcosa qui — ha stilato nel 2012 una guida introduttiva al donaldismo, che si può consultare (in lingua danese) a questo link, e così hanno fatto pure i colleghi del Picsou-Soir, a questo indirizzo.

Ciò che vi propongo oggi è però un testo risalente al 1981, pubblicato sul numero 17 della fanzine statunitense The Barks Collector e scritto da nientemeno che Hans von Storch, fondatore nel 1977 dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D., nonché editore (dal 1976 al 1985) della storica fanzine Der Hamburger Donaldist. Il dottor von Storch è oggi uno stimato meteorologo e professore presso l'Istituto di Meteorologia dell'Università di Amburgo e ha recentemente pubblicato in proprio un libretto intitolato Ein Tag im Leben des Herrn Donald Duck, acquistabile a questo link. Ottenuto il permesso dall'autore di tradurre e pubblicare il suo testo, mi reputo onorato di poterlo condividere per la prima volta in lingua italiana, tentando così di offrire uno spaccato di questa disciplina, dei suoi valori e del suo linguaggio, offrendo anche spunti per qualche futura lettura a riguardo.

Copertina della recente pubblicazione di von Storch (2022)

IN DONALDISMO VERITAS
di Hans von Storch

  1. La storia del Donaldismo scientifico

La storia del Donaldismo scientifico comincia negli Stati Uniti all'inizio degli anni Quaranta e in Europa  principalmente in Scandinavia e nella Repubblica Federale di Germania  alla fine dei Quaranta e all'inizio dei Cinquanta, attraverso la pubblicazione dei resoconti di un certo Carl Barks sull'Universo Donaldista all'interno di periodici come, ad esempio, Walt Disney's Comics and Stories, Anders And, Kalle Anka, Donald Duck o Micky Maus.

I resoconti sono estremamente istruttivi e affascinanti, cosicché l'intera popolazione adolescente inizia improvvisamente a studiare il Donaldismo scientifico, anche se  all'epoca  non è ancora percepito come tale. La completezza di questi studi può essere esaminata chiedendo semplicemente a un tedesco, che nel 1951  anno della prima apparizione di letteratura donaldista nella Repubblica Federale di Germania  non avesse più di dodici anni e che non fosse stato esposto a un'educazione irresponsabile, a proposito di uova quadre o della tecnica di portare a galla uno yacht affondato per mezzo di palline da ping pong. Questi fatti sono ben ricordati dai donaldizzati e sono immagazzinati con precisione nella loro memoria. Generalmente, comunque, la maggior parte degli studenti non è mai giunta così lontano nel suo lavoro accademico da ricordare oggi l'identità di Slinky Ratmore e quale crimine abbia commesso nei confronti di chi.

L'assorbimento del Donaldismo da parte dei cervelli e dei cuori dei giovani è, ad ogni modo, fortemente ostacolato, specialmente in Germania. Nella Repubblica Democratica Tedesca, la circolazione dei resoconti su Paperopoli e sulla famiglia dei Paperi è impedita fin dal principio, e, nella Repubblica Federale di Germania, i mass media e il pilastro della morale pubblica, le casalinghe tedesche, si mobilitano presto. In campagne diffamatorie senza precedenti, viene sostenuto che la letteratura donaldista renderebbe le persone deficienti o, perlomeno, ridurrebbe il loro orizzonte intellettuale. Allo stesso tempo, pedagoghi sopra le righe costringono i bambini e gli adolescenti a desistere dai propri fumetti di Topolino e a spostarsi invece sui cosiddetti libri buoni scritti da, per esempio, Goethe o May. A loro volta, le casalinghe tedesche confiscano le informazioni fondamentali degli studi donaldisti, utilizzandole erroneamente per fare fuoco, per pulire le pentole, gettandole nella pattumiera o distruggendole in maniere ancor più brutali. Molti casi, riportati dai donaldisti, sono stati registrati dall'Istituto D.A.D.A. (D.A.D.A. è l'abbreviazione di Documentation of Anti-Donaldistic Aggressions, “Documentazione di Aggressioni Anti-donaldiste”), che nel 1979 ha potuto presentare un documentario su questi crimini di fronte a un pubblico scioccato. Questo film, intitolato The Crimes of German Housewives Against Donaldizing Children, or: Housewife Report, è stato premiato con uno spettacolare quinto premio, la meravigliosa biografia di un certo Helmut Schmidt (Hart am Wind), a una proiezione cinematografica nel 1979.

Copertina di Hart am Wind (1978)

Negli anni Sessanta e Settanta, la resistenza delle “vecchie” forze antidonaldiste diviene sempre più debole, ma nuovi nemici del Donaldismo alzano le loro brutte teste. I primi da citare sono i commercialisti, che provano a togliere dalla circolazione tutti i resoconti sull'universo donaldista portando il loro valore a cifre astronomiche attraverso la speculazione. Questo può essere riconosciuto come un attacco alle fondamenta del Donaldismo attraverso il mezzo economico. Altri spregevoli cattivi sono i Volgari, o Anti-donaldisti, che danneggiano volontariamente o negligentemente i Kulturgut donaldisti (questo temine non ha un equivalente in altre lingue. Significa approssimativamente “beni culturali”, ma tale traduzione manca di tutte le qualità emotive, oscure e mistiche del temine originale. Come Kindergarten, Realpolitik, Angst e Berufsverbot, Kulturgut è destinato a trovare il suo spazio nel linguaggio internazionale) o che diffamano il Donaldismo.

Mentre il Donaldismo esiste più o meno silenziosamente per i suoi primi 25 anni, la fase offensiva ha inizio in tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta. A quel tempo, cinque investigazioni principali vengono pubblicate simultaneamente:

  1. GROBIAN GANS: DIE DUCKS  PSYCHOGRAMM EINER SIPPE, WISSENSCHAFTLICHE VERLAGSANSTALT ZUR PFLEGE DEUTCHES SINNGUTES IM HEINZ MOOS VERLAG, MÜNCHEN, FR GERMANY, 1970 (I Paperi  Psicogramma di un Clan). I risultati più importanti del lavoro di Gans sono l'istituzione della teoria della “nucleizzazione”, un albero genealogico preliminare della famiglia dei Paperi, il sospetto che Gastone Paperone sia un agente della CIA, nonché il tentativo di organizzare un'indagine completa sulle società di Paperon de' Paperoni.

  2. N. NOMIAT: ENTENHAUSEN  DAS NEUE JERUSALEM, ENGLISH DEPARTMENT AT KIEL UNIVERSITY, FR GERMANY, 1970, UNPUBLISHED MANUSCRIPT; RISTAMPATO COME HD-SPECIAL NO. 1 DAL DUCK MUSEUM STORCH, GROSSHANSDORF, FR GERMANY, 1977 (Paperopoli  La nuova Gerusalemme). La tesi di questo libro, che purtroppo non ottiene l'attenzione meritata nel 1970, prova che i resoconti donaldisti possono essere interpretati come una versione aggiornata del Nuovo Testamento.

  3. ARIEL DORFMAN, ARMAND MATTELART: PARA LEER AL PATO DONALD, EDICIONES UNIVERSITARIAS DE VALPARAISO, CHILE, 1971; TRADUZIONE INGLESE: HOW TO READ DONALD DUCK, INTERNATIONAL GENERAL EDITIONS, M. Y., USA, 1975 (Come leggere Paperino). Dorfman e Mattelart rimproverano l'uso improprio dei personaggi donaldisti a fini propagandistici.

  4. JON GISLE: DONALDISMEN, GYLDENDAL NORSK FORLAG OSLO, NORWAY, 1973. Questo libro  così come il primo  assegna al Donaldismo il suo giusto spazio insieme ad altre discipline scientifiche, enfatizzando i suoi aspetti sociologici. È il primo testo a classificare i resoconti e a suddividerli in diverse epoche di stili artistici, ad esempio: “Donaldismus antiquues maximus”, “Donaldismus modernis vulgaris” o “Donaldismus macabris diabolus”. L'autore sviluppa inoltre la “Teoria Cosmo-Caos”; secondo tale teoria, Paperopoli è un “cosmo” pacifico centrato attorno al deposito de' Paperoni e circondato da forze “caotiche”: stranieri, maghi, ladri e natura.

  5. JACK L. CHALKER: AN INFORMAL BIOGRAPHY OF SCROOGE McDUCK, THE MIRAGE PRESS, BALTIMORE, USA, 1974 (Una biografia non ufficiale di Paperon de' Paperoni). Questo libro, che è probabilmente piuttosto conosciuto negli Stati Uniti, descrive la carriera di Paperon de' Paperoni nel dettaglio.

Rappresentazione della Teoria Cosmo-Caos di Gisle

Ma questi libri principali sono solamente l'inizio. Già nell'ottobre 1973, viene pubblicata a Ski (Norvegia) da Pal Jensen, la prima rivista periodica donaldista, DONALDISTEN. In essa, vengono pubblicati molti materiali e teorie importanti, ad esempio: articoli sul clima di Paperopoli e la cosiddetta “Teoria Bjurgren”, che sostiene che i paperi senzatetto siano distribuiti dalla fattoria di Nonna Papera a “zie” e “zii” che si devono ora occupare delle piccole creature. Donaldisten è stata purtroppo sospesa dopo 20 numeri alla fine del 1978. Due altri donaldisti norvegesi hanno provato a produrre un periodico donaldista: CARL BARKS & THE OLD MASTER'S SECRET e DUCKMITE, ma sono durati entrambi un solo numero. Nel 1974, segue una rivista danese, CARL BARKS & CO., pubblicata da Freddy Milton e più interessata ai problemi tecnici e artistici dei cartoni animati e dei film. Al momento, ci sono 15 numeri di CB&Co ed è ancora viva. Il primo numero del DER HAMBURGER DONALDIST, affettuosamente abbreviato HD, vede la luce con una iniziale circolazione di 25 copie nell'agosto del 1976 a Grosshansdorf, FRG. HD è all'inizio una semplice copia carbone di Donaldisten e CB&Co, ma fortunatamente i redattori di alcuni giornali tedeschi lo trovano abbastanza divertente, la voce si diffonde e diventa una sorta di valanga mediatica che permette ai donaldisti che vivono in diaspora di sapere dell'esistenza di propri simili. L'HD è attualmente pubblicato con 28 numeri e 7 speciali all'attivo. Si tratta di una pubblicazione non-profit, i suoi contenuti sono prodotti dai donaldisti ed è l'organo centrale dell'organizzazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D., che si sarebbe formata nel 1977.

Copertina di Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Esistono anche altre riviste donaldiste, come NAFS(K)URIREN, che è stata fondata nel 1977 a Stoccolma (Svezia) o le americane: FUNNYWORLD, THE BARKS COLLECTOR e THE DUCKBURG TIMES.

  1. Il D.O.N.A.L.D.

Questa è l'abbreviazione della DEUTSCHE ORGANISATION NICHTKOMMERZIELLER ANHANGER DES LAUTEREN DONALDISMUS (Organizzazione Tedesca dei Sostenitori Non-commerciali del Puro Donaldismo), che è stata fondata ad Amburgo (FRG) il 16 aprile 1977. Come ogni associazione tedesca che si rispetti, D.O.N.A.L.D. ha formulato una serie di statuti e il suo primo articolo (di sei) recita:

“1.1 Lo scopo dell'associazione è la coltivazione, la promozione e la diffusione della filosofia donaldista.

1.2 L'inno dell'associazione è la ben nota canzone DER RÜHRSELIGE COWBOY.”

(Der rührselige Cowboy è la versione tedesca di The Screaming Cowboy)

L'importante questione dell'adesione è trattata nel

“2.1 L'adesione è aperta a chiunque possa dichiarare in buona fede di rispettare completamente gli statuti dell'associazione, di garantire per la Carta dei Diritti Donaldisti e di essere irreprensibile in senso donaldista. Ad ogni modo, non è richiesto di essere in pieno possesso di facoltà mentali o fisiche o di diritti civili.”

Quest'ultima frase è importante poiché sancisce che anche persone senza esistenza possono diventare membri del D.O.N.A.L.D., come ad esempio il famoso direttore del D.A.D.A. Peter Peinlich, che istituì il cosiddetto PRIMO TEOREMA DI PEINLICH, dichiarando che i veri donaldisti non sono in grado di distruggere i Kulturgut donaldisti.

Come conseguenza di queste richieste, il D.O.N.A.L.D. è una delle poche organizzazioni tedesche in cui i conservatori e i comunisti (e chiunque si trovi tra questi due poli) combattono contro la deprivazione dei diritti e l'ingiustizia (ad esempio: la campagna contro 6.8 nel 1977/1978, si veda HD-Special No. 2). Questa rara alleanza è conseguenza di due principi dell'organizzazione: Conservatorismo (espresso nel 2.15: “L'assemblea di tutti i membri ha il diritto di deliberare tutto tranne la modifica degli statuti. 'Modifica degli statuti' nel senso della suddetta frase sono tutte le alterazioni che mutano lo spirito della Carta dei Diritti Donaldisti.”) e Caos: quest'ultima è una qualità intrinseca del Congresso Annuale dell'Associazione. Quattro ne sono già stati tenuti: il primo nel 1977, ad Amburgo, per fondare l'associazione in modo ufficiale; nel 1978, i donaldisti si sono radunati a Monaco, dove sono finiti assieme ai malvagi sostenitori del deplorevole 6.8. Nel 1979, il congresso ha avuto luogo a Essen e, nel 1980, i donaldisti hanno letteralmente affollato Francoforte.

Prima pagina del secondo speciale del Der Hamburger Donaldist contro il 6.8 (1978)

Una splendida e tradizionale parte del congresso sono i Kolloquiua scientifici con le conferenze dove vengono espressi i reali risultati delle investigazioni donaldiste, ad esempio: “Come sarà il futuro di Paperopoli?”, “Sulla stabilità del corpo dei Paperi”, “Un confronto di foto satellitari della Terra e del pianeta di Paperopoli”, ecc.

Un importante compito del congresso è l'elezione del presidente del D.O.N.A.L.D., il cosiddetto PRÄSIDENTE (Ente è il termine tedesco che indica la papera). Finora, il congresso ha dovuto eleggere un nuovo presidente ogni anno perché i precedenti sono stati tutti dei flop, il che è una caratteristica propria dei donaldisti. I nomi di queste persone di insuccesso sono: Hans V. Storch (1977-78), Christian Zarnack (1978-79), Hartmut II Hansel (1979-80) e Tim Elbers (1980-81).

Ovviamente, il D.O.N.A.L.D. è suddiviso in diverse fazioni divergenti; degni di nota sono i Barksisti/Donaldisti, il B.O.N.A.L.D. (una derivazione bavarese), il R.O.N.A.L.D. (un equivalente del Reno), gli Scroogeisti (deviatori di destra), le Brigate Rosse di Paperopoli e i (femministi) Daisyisti (entrambi deviatori di sinistra).

  1. Le fondamenta teoretiche del Donaldismo scientifico

    1. L'attendibilità delle informazioni

Come in molte altre discipline scientifiche, un'importante e difficile questione è l'attendibilità delle informazioni riportate. Quali sono affidabili, quali ovvi prodotti di pura fantasia?

Membri del gruppo con massima attendibilità e precisione sono Carl Barks, Al Taliaferro e la traduttrice tedesca delle storie dei Paperi, Dr. Erika Fuchs. Non è ancora chiaro se i nuovi giornalisti europei Freddy Milton (Danimarca), Daan Jippes (Olanda) e Volker Reiche (FRG) appartengano a questa categoria.

Un secondo gruppo solamente a volte riporta informazioni corrette. Tra questi, sono da menzionare i nomi di Jack Bradbury, Tony Strobl e [Paul] Murry. Il terzo gruppo, che include le persone che lavorano per l'editore italiano Mondadori e Vicar che lavora per il danese Gutenberghus, è composto da semplici ciarlatani.

I Kulturgut donaldisti (con relativa rappresentazione dell'attendibilità delle fonti) come descritti in Der Hamburger Donaldist, n. 5 (1977)

Siccome non bisogna pretendere che un singolo cronista sia perfetto, bisogna accettare che pure un affidabile giornalista come Barks abbia sbagliato in certe descrizioni dell'Universo Donaldista. È possibile che questi uomini abbiano eseguito una sorta di autocensura  Barks sotto l'influenza del maccartismo?  ad esempio per quanto concerne la sfera sessuale. Inoltre, non si può escludere che i loro resoconti dessero (e ancora diano?) volontariamente a volte informazioni incorrette.

Non tutti i donaldisti sono d'accordo con le analisi proposte nei Kulturgut donaldisti, alcuni ritengono che solo i resoconti provenienti dalla penna di Carl Barks siano congruenti con la realtà. Infatti, ora ottantenne, si tratta del più importante cronista donaldista ed è stato il primo a informare l'umanità circa l'esistenza di personalità illustri, come Paperon de' Paperoni, Gastone Paperone, Archimede Pitagorico, Cuordipietra Famedoro e la fattucchiera Amelia. Ha scoperto Paperopoli, il deposito (“Axis Mundi” secondo la “Teoria Cosmo-Caos” di Gisle) e il primo decino di Paperone. Ma Taliaferro, e il suo collaboratore Karp, avevano già trovato molti dettagli interessanti negli anni Trenta, ad esempio: l'esistenza dei nipotini di Paperino, di Paperina, Nonna Papera e  ultimo, ma non per importanza  di Ciccio. Per questo motivo, una restrizione alla sola opera di Barks sarebbe inappropriata e i Barksisti/Donaldisti sono  come detto sopra  una frangia di deviatori di destra.

Una domanda ancora insoluta riguarda l'attendibilità dei film donaldisti. Mostrano la realtà? La colonna sonora è originale? Si tratta di documentari o di recitazione?

Una difficoltà peculiare è l'impossibilità di svolgere esperimenti. Bisogna affidarsi ai resoconti come fossero dati, tenendo a mente le loro incompletezze e incorrettezze.

    1. Le sotto-discipline donaldiste

Un altro saggio importante è “Die Entität des inneren Donaldismus”, scritto da Eduard Wehmeier e pubblicato sul numero 3 di HD. In questa ricerca, l'autore prova ad associare le varie investigazioni ad altrettante sotto-discipline, caratterizzate dalle diverse concezioni dell'Universo Donaldista. Nella stima di Wehmeier, la due direzioni principali del Donaldismo sono “Donaldismo Interno” e “Donaldismo Esterno”. Il secondo riguarda solamente i problemi materialistici e le analisi viste dal punto di vista delle discipline scientifiche non donaldiste: artisti? autori? periodi? persone? guadagni? Disney? influenze pedagogiche delle storie dei Paperi sui bambini e gli adolescenti? I manuali appartenenti a questa categoria sono How to Read Donald Duck (si veda il Capitolo 1), Donald Duck (Marcia Blitz), “Donald Duck und das pädagogische Ethos des Ehapa-Verlages” (Gerd Sembritzki, HD-Special No. 3) e molti saggi e interviste in fanzine come Funnyworld e Carl Barks & Co.

Prima pagina della ricerca di Wehmeier in Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Tutto ciò che non fa parte del Donaldismo Esterno rientra nel Donaldismo Interno, che a sua volta consiste di “Donaldismo Applicato” (una definizione del quale viene fornita in HD 2) e “Donaldismo Puro”, che si occupa solamente dei contenuti delle storie di Paperi. All'interno del Donaldismo Puro, si possono distinguere la variante letteraria “Donaldismus litteraricus” e la scientifica “Donaldismus archeologicus”.

La prima è di stampo barksiano e riguarda la totalità delle sue storie intese come una gigante opera letteraria. Molti articoli dettagliati appartenenti a questa categoria possono essere letti nella fanzine danese Carl Barks & Co., come “Bing, du er hypnotiseret”, “Barksismus” e le due “Barks analysis”. Un bella guida di Bruno Diepen, “Die tollsten Details im zeichnerischen Werk von Carl Barks” (HD-Special No. 4) mostra una serie di dettagli di sfondo nell'opera di Carl Barks.

Un compito importante del Donaldismus literaricus è l'istituzione di un catalogo di tutte le storie di Barks, un cosiddetto “Indice Barks”. Il primo Indice Barks è stato pubblicato da Mike Barrier in Funnyworld. Al giorno d'oggi, si possono trovare indici in Danimarca (CB&Co 1, 1974), Norvegia (The Old Master's Secret, 1977), Olanda (Barks Boek, 1977), Svezia (NAFS(k)uriren 5, 1978), Repubblica Federale di Germania (Deutscher Barks-Index, 1979; HD 28, 1981) e Finlandia (Sarjainfo 25, 1979).

Il punto di vista del Donaldismus archeologicus è quello di un archeologo che utilizza ogni storia di Paperi attendibile come fonte. Attraverso le informazioni presenti in queste fonti, prova a ricostruire l'Universo Donaldista e la sua società. Testi molto importanti appartenenti a questa categoria sono quelli di Gisle, Gans, Chalker e Nomiat menzionati sopra. Una variante speciale del Donaldismus archeologicus è il “Donaldismus archeologicus futuricus”, che vede la luce nel 1954 con la pubblicazione del saggio fantascientifico The last message di A.C. Clarke: gli astronauti giungono a una Terra distrutta. Non trovano persone, ma soltanto storie di Paperi e film. Con questo materiale, provano a capire il mondo umano del ventesimo secolo.

Più serio è il “Donaldismus archeologicus historicus”, che è basato sull'esistenza (passata? futura?) di un mondo donaldista parallelo al nostro.

Lo scopo del Der Hamburger Donaldist è sostenere il progresso di questa disciplina.

I © delle immagini pubblicate sono degli aventi diritto.
Si ringrazia Hans von Storch per il permesso di traduzione e pubblicazione del suo testo e per l'accesso all'archivio del Der Hamburger Donaldist.

venerdì 6 maggio 2022

Una piccola e piacevole sorpresa

Grazie all'utente Spectrus del forum The Feathery Society, apprendo (in ritardo di dieci anni) che il mio nome appare ben due volte all'interno del quarto volume della bellissima Floyd Gottfredson Library edita da Fantagraphics negli States. Mi dispiace averlo saputo soltanto ora e ringrazio pubblicamente il filologo David Gerstein per avermi menzionato e per aver ricordato la prima chiacchierata fatta assieme a César Ferioli.



© Fantagraphics/Disney per le immagini pubblicate.

venerdì 29 aprile 2022

Archimede indossa un parrucchino?

Il titolo di questo post è strano, ma vi assicuro che non è un caso di clickbait. D'altronde, non vi siete mai chiesti come faccia ad avere dei capelli pagliericci così precisi e mai spettinati (almeno nelle storie non italiane)? Metto comunque le mani avanti dicendo che, questa volta, non si tratta di una ricerca approfondita, ma quanto più di un argomento su cui mi riprometto di tornare in futuro (si legga, in merito, l'aggiornamento posto in fondo all'articolo). Possiamo dire che si tratta piuttosto di una piccola curiosità, di una gag ricorrente introdotta (forse) e spesso ripetuta da Vic Lockman.

Per chi non conoscesse questo autore, mi sento di definirlo una sorta di secondo padre di Archimede. È infatti lui a introdurre elementi come il suo cappello pensatore e personaggi come il nipotino Newton (recentemente recuperato dalla redazione di Topolino) o lo scienziato malvagio Spennacchiotto (Emil Eagle), nato come rivale dell'inventore gallinaceo. Inoltre, stando ai dati forniti da INDUCKS, Lockman conta un totale di 111 storie scritte in cui appare Archimede, contro 76 scritte invece da Barks.

Ebbene, non avendole lette tutte, non posso individuare con certezza dove questa gag abbia origine, o riportare con precisione in quante storie appaia, ma posso confermare la sua presenza in almeno quattro titoli:

  • il primo di questi è Archimede e il pianeta Bitorzolo (Lockman/DeLara, 1969), nel quale la testa calva di Archimede è in qualche modo collegata all'intreccio e viene riconosciuta da altri personaggi all'interno dei dialoghi; 
 
Gli scienziati commentano la capigliatura posticcia di Archimede...

... e studiano il bernoccolo procuratosi con la caduta
 
  • segue poi The Dream Transformer (Lockman, 1995), in cui la gag è solamente visiva e appare nella vignetta iniziale; 
 
Non trovate peculiare il fatto che il nostro genio dorma con cappello e occhiali?
 
  • Beagle Bug-off (Lockman, 1995), con le modalità di cui sopra (senza trovarsi a inizio storia);

La perdita del parrucchino è un evidente segnale di stupore
 
 
Anche qui, Gyro dorme con cappello e occhiali

Dunque, delle storie considerate, la calvizie di Archimede sembra avere una qualche incidenza a livello narrativo solamente in quella degli anni Sessanta, mentre nelle altre si ripete l'immagine limitandola nello spazio a essa dedicato e nel suo significato, senza fornire a essa un riconoscimento nei dialoghi e nello svolgimento del racconto. Curioso notare come la gag del parrucchino (questa voltato portato non da Archimede, ma dal vicino di Nonna Papera) ricorra ancor precedentemente in Nonna Papera e Ciancio brontolone (Lockman/Barks, 1959); che fosse una “fissazione” dell'autore?

[Aggiornamento 18/03/2024]:

L'argomento in questione è stato preso in esame molto dettagliatamente in un saggio intitolato "Vic Lockman and Gyro Gearloose's Hair", nel quale riporto una lista completa delle storie di Lockman in cui questa gag è presente e anche alcune storie di altri autori successivi che la recuperano. Attualmente è in fase di revisione e spero di riuscire a pubblicarlo presto da qualche parte.
 
© Disney per le immagini pubblicate.