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giovedì 9 gennaio 2025

Indice delle chiacchierate presenti sul blog (e sul canale YouTube)

Per inaugurare il 2025, anno in cui il blog spegnerà metaforicamente quindici candeline, riporto in maniera ordinata e con i relativi collegamenti l'indice delle chiacchierate svolte nel corso degli anni e che è possibile recuperare sulle pagine di Eco del Mondo e sull'omonimo canale YouTube, suddivise per data di realizzazione.

2010

Michael T. Gilbert

2011

Rob Klein (a cura di Andrea Cara)

2012


2013

Daan Jippes (realizzata per la fanzine Rappet)

2014


2021


2022

Claretta Muci (video) 

2023

Vito Stabile (video) 
Carlo Panaro (video) 
Alex Bertani (video) 
Marco Gervasio (video) 
Roberto Gagnor (video) 
Francesco Vacca (video) 

2024

Sergio Badino (video) 
Massimo Fecchi (video) 

Vi sono poi autori che non ho mai formalmente intervistato, ma con i quali mi è capitato di confrontarmi nel corso delle mie ricerche, così come disegnatori che hanno collaborato con il blog in qualche maniera. Tra questi, ricordo con piacere John Lustig, William Van Horn, Paul Halas, Lucio Leoni, Francisco Rodriguez, Riccardo Pesce, Tim Artz, Diego Bernardo, Federico Butticè, Simona Capovilla, Paolo De Lorenzi e Adrien Miqueu. 

Il presente indice verrà costantemente aggiornato in modo da avere sempre la possibilità di accedere alle varie chiacchierate da un unico luogo di riferimento. Le interviste condotte per altri progetti non saranno incluse, ma mi riservo di dedicare loro uno spazio diverso in futuro.

domenica 9 giugno 2024

Tanti auguri a Paolino Paperino e...

Come è noto, oggi, 9 giugno 2024, ricorrono i 90 anni dalla prima apparizione sul grande schermo di Donald Duck, avvenuta nella Silly Symphony The Wise Little Hen (dir. Wilfred Jackson, 1934). Il giovane Paperino di questo cortometraggio è il degno vice-presidente dell'Idle Hour Club (Club dei Fannulloni), capitanato dall'amico Peter Pig (Meo Porcello). I due, infatti, rifiutano il loro aiuto alla chioccia titolare dell'episodio, fingendo di avere mal di pancia per evitare di dover lavorare. La gallinella saggia è qui raffigurata con nove piccoli e laboriosi pulcini gialli che la seguono e le forniscono l'ausilio necessario, guadagnandosi, infine, un ricco pasto.


Il successo di Paperino è qualcosa di insolito per un personaggio delle Silly Symphony. Il nostro riesce, infatti, a entrare presto nel novero degli standard character e a condividere la scena con Topolino e Pippo, per poi distaccarsene, avere una propria serie di tavole settimanali sui quotidiani, di cartoni animati, di strisce quotidiane, di vere e proprie avventure nei giornalini a fumetti di cui è unico e incontestabile protagonista... e il resto è storia. La fama di Paperino è oggi evidente e non sono pochi gli autori e i lettori che lo prediligono ai suoi compari. Non va dimenticato che gran parte del merito va ascritto a Carl Barks  che gli ha costruito un universo attorno (fornendogli amici, parenti e indicando uno stile ben preciso per i suoi comics e ai suoi colleghi che ne hanno raccontato le gesta fino ai nostri giorni.

Ma, se del papero con la giubba da marinaio sappiamo tutto e di più, che ne è stato dei suoi comprimari originali, che, a ben vedere, meritano di celebrare questo anniversario quanto lui? Nell'articolo odierno, vorrei ripercorrere, attraverso un rapido (ma più completo e preciso possibile) excursus, i percorsi paralleli intrapresi da Meo Porcello e dalla gallinella saggia.

MEO PORCELLO (PETER PIG)


Così come Paperino, Meo esordisce in The Wise Little Hen e nella tavola promozionale illustrata da Tom Wood. Le sue origini sono, però, contraddittorie: nei comunicati stampa pubblicati all'epoca sui vari quotidiani, si possono riscontrare diverse posizioni riguardo a una sua eventuale parentela con i tre porcellini ("the Three Little Pigs were greatly concerned over the safety of their distant cousin, Peter Pig"; "Peter Pig is no relation to the Three Little Pigs but comes of the Back Bay Pigs"). Nell'animazione, Meo affianca nuovamente Paperino in The Band Concert (dir. Wilfred Jackson, 1935), ma è su carta che avrà una vita più duratura. Esclusa la riduzione/rivisitazione a fumetti del corto d'esordio (Osborne/Taliaferro, 1934) e qualche fugace apparizione in gag pubblicate sui giveaway del Mickey Mouse Magazine, il primo ruolo importante che il simpatico porcello ricopre è quello di giornalista in Paolino Paperino inviato speciale (Pedrocchi, 1938). Qui, i due amici si ritrovano dopo anni e vengono assunti dal signor Linotipi come inviati speciali per il suo quotidiano, l'Altro Mondo. Il pericolosissimo compito affidato ai due fannulloni è quello di recarsi al confine tra due Stati in guerra per potere scattare fotografie inedite e, come se non bastasse, i loro tentativi sono ostacolati da un altro reporter senza scrupoli, Bartolomeo Circonlocuzioni, detto "il Gatto", che lavora per il quotidiano rivale, il Mondo Intero. Al termine dell'avventura, i nostri avranno la meglio sul concorrente e il signor Linotipi assegnerà loro un nuovo incarico in Paperino fra i pellirosse (Pedrocchi/Pinochi, 1939), dove saranno nuovamente contrastati dal Gatto, ora esattore delle tasse. L'ultima (breve) apparizione in una storia di Pedrocchi avviene in Paperino chiromante (Pedrocchi/Pinochi, 1939/40). In seguito a questi pionieristici racconti, Meo Porcello scompare dalle scene per ritornare brevemente nella storia di raccordo inclusa nel volume Walt Disney presenta Paperino (Boschi/Carpi, 1993), in cui lo scopriamo essere diventato impiegato dell'ufficio abbonamenti del giornale La Gazzetta del Mezzo Pomeriggio, e per venire ricordato in una vignetta della corale 60 anni insieme con Topolino (Boschi/Camboni, 1994). Le cose sono andate ben diversamente se prendiamo, invece, per buono quanto rivelato in una pagina del Diario di Paperina (Hasselaar, Beekman/Heymans, 1994) pubblicata sul numero commemorativo per i 60 anni di Paperino. Qui, infatti, una amica di Paperina (Cotelette Krul) le fa visita in compagnia di Meo, che rivela al vecchio compare di essere diventato ricchissimo grazie al business dei computer ("Ho quattro case e un castello, e non devo lavorare un solo giorno di più"). Altri dieci anni passano ed è il tempo di una nuova storia celebrativa, 70 jaar buikpijn! (Geradts/Alfonso, 2004). Da tempo, Paperino fa sempre lo stesso sogno: vive su una casa galleggiante e ha un forte mal di pancia, mentre il vicino suona la sua fisarmonica. Coincidenza: il club di Paperina sta ospitando una conferenza dell'esperto sognologo (dreamologist) Meo Porcello, che riesce a trovare le interpretazioni nascoste delle immagini oniriche. Paperino si presenta e scopre che l'esperto fa il suo stesso sogno ricorrente, solo che è lui a suonare la fisarmonica. La soluzione è fornita da Henriëtte Hen: un tempo i tre erano realmente vicini e loro non la avevano aiutata nel momento del bisogno, dimenticandosi poi l'accaduto. Tutta la storia è un omaggio ben riuscito al cortometraggio in cui i tre personaggi hanno debuttato. Un punto di svolta significativo si ha pochi anni più tardi, con Paperino e il certame del nipotame (Pesce/Gula, 2008). Infatti, qui  e nella successiva Paperino e la pigrizia... a doppio taglio (Ambrosio/Soldati, 2010) —, il nome del porcello diventa Pigeon Pig e apprendiamo che si tratta nientemeno che del nipote del sindaco di Paperopoli. Curiosamente, in questa storia, la casa galleggiante di Paperino funge da sede del "Club degli Oziosi". Interpellato a proposito del cambio del nome, lo sceneggiatore Riccardo Pesce mi ha così risposto: "Meo Porcello suonava molto datato... Pigeon Pig risultava più moderno. Non credo d'aver pensato all'originale Peter Pig. Nel nostro paese, i nomi originali dei personaggi sono sempre stati modificati". Meo compie anche un cameo come amico di Ciccio ("The editors asked for a little role for Peter Pig, so I proposed him as a friend of Gus, as they both are lazy sluggards", mi confida l'autore) in Een dag vol buikpijn (Geradts/Pérez, 2019) e appare nelle tavole (ambientate nel passato) De wijze hen (Geradts/Pérez, Fernández, 2019) e De taartfraude (Beekman/Pikula, 2019), realizzate in occasione degli 85 anni di Paperino, per poi comparire nella serie Young Donald Duck (2019-), che rivisita la gioventù del più famoso papero Disney.

LA GALLINELLA SAGGIA (THE WISE LITTLE HEN)


Come già segnalato, i pulcini della gallinella saggia sono nove nel cortometraggio d'esordio, così come nella tavola su Good Housekeeping e nel volume The Wise Little Hen (1937), che propone una versione in prosa del racconto corredata da illustrazioni, ma diventano dieci nella riduzione a fumetti disegnata da Al Taliaferro, ambientata a Barnyard Village. Il decimo pulcino ha le piume di colore nero e, perciò, è chiamato Blackie. Poco si sa del padre dei pulcini, ma, nel volume sopra citato, la chioccia introduce i vicini ai suoi figli come vecchi amici del loro defunto padre ("Your dear father, when he was alive, was Peter Pig's good friend and helped him often"; "Donald and your father were great friends"). In seguito, la gallinella compie brevissime apparizioni in fumetti apocrifi disegnati dall'artista jugoslavo Vlastimir Belkić e pubblicati nel 1936 su Мика Миш. Ritorna in La chioccia saggia fa da sé (?/Eisenberg, 1952), una rivisitazione della Sinfonia Allegra in cui Meo Porcello è sostituito dal porcellino Tommi e in cui vengono aggiunti Clarabella e Orazio. Qui, i pulcini sembrano essere solamente cinque. Vale la pena menzionare anche l'adattamento in prosa corredato da illustrazioni pubblicato nel libro Walt Disney's Story Land: 55 Favorite Stories Adopted from Walt Disney films (1962), intitolato "Mrs. Cackle's Corn" e scritto da Jean Ayer. Qui, la gallinella viene introdotta come una vecchia amica di Chiquita (Clara Cluck) e le viene dato un nome di battesimo: Katie Cackle. Per evitare di associare Paperino (che nel 1962 era già una star) al racconto, il papero viene rinominato "Daniel Duck" e Meo viene rinominato "Patsy Pig". Le ulteriori apparizioni a fumetti sono condivise con i due ex-vicini e, pertanto, sono le stesse riportate nel paragrafo precedente: 70 jaar buikpijn!, in cui le viene assegnato un altro nome, Henriëtte Hen, e la vediamo tra i membri di uno dei club di Paperina; Een dag vol buikpijn, in cui è, invece, chiamata Wies Liddelhen (gioco di parole che richiama il titolo della Symphony in cui debutta); e De wijze hen, ambientata ai tempi di Barnyard Village, in cui i pulcini sono dieci, ma tutti di colore giallo. A tale proposito, va notato che, in Een dag vol buikpijn, Wies diventa la nuova vicina di Nonna Papera e vive assieme alle sue tre identiche figlie ("her daughters gave a nice light romantic interest for Donald's nephews", spiega l'autore).

Non credo che sia difficile prevedere che ne sarà di questi personaggi: il modo in cui sono stati utilizzati nel tempo sembrerebbe escludere un loro improvviso recupero o una integrazione duratura nell'universo paperopolese. A ogni modo, ritenevo doveroso, in questa giornata, rendere loro omaggio e restituire una scheda che ne ripercorresse le gesta fino a qui narrate in maniera precisa e completa. Dunque, tanti auguri a Paolino Paperino, a Meo Porcello e alla gallinella saggia!


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano gli sceneggiatori Evert Geradts e Riccardo Pesce per le dichiarazioni rilasciate sulle storie da loro scritte.

martedì 2 gennaio 2024

L'Almanacco Topolino è in pericolo? Qualche considerazione a ruota libera


Durante la consueta live di fine anno sul canale YouTube The Fisbio Show, il direttore editoriale di Topolino in carica, Alex Bertani, ha confermato che l'Almanacco Topolino passerà dall'essere bimestrale a trimestrale. Una scelta, chiarisce Bertani, motivata dal fatto che "è un prodotto molto di nicchia" e che "fa un po' più fatica degli altri". Non poche le rimostranze degli utenti del forum Papersera, che hanno iniziato ad allarmarsi, subodorando una prossima chiusura dei battenti. Siccome, da principio, ho ritenuto questa testata una potenziale chicca, ho deciso di scriverne a riguardo, illustrando il progetto e le motivazioni che mi hanno spinto ad abbandonarne l'acquisto dopo pochi numeri.

Innanzitutto, un po' di contesto: il primo numero del nuovo Almanacco Topolino esce in edicola il 28 aprile 2021 come allegato a Topolino 3414, è curato da Luca Boschi (pilastro della divulgazione disneyana in Italia) e si rifà allo storico mensile che portava lo stesso nome (1957-1984), di cui recupera anche il logo. Come racconta lo stesso Boschi nel primo redazionale, "il nuovo Almanacco può essere idealmente suddiviso in tre componenti: i classici made in Italy che aprono e chiudono l'albo, a seguire un'antologia di storie contemporanee inedite straniere e infine avventure vintage di rara pubblicazione provenienti da fonti estere, soprattutto americane".

Per una sorta di rispetto e fiducia verso il curatore, nei confronti del quale ho sempre nutrito una forte stima (fortunatamente ricambiata), ho acquistato i primi quattro numeri del progetto, ma mi sono presto accorto che questa formula non mi si confaceva. In poche parole, avevo capito di non essere nel target del prodotto. Ma, allo stesso tempo, non riuscivo realmente a comprendere chi volesse essere il destinatario di questa opera. Cerco di spiegarmi.

Parto dalle "avventure vintage di rara pubblicazione": fondamentalmente, storie provenienti dai comic books americani degli anni Cinquanta e Sessanta. Se dicessi che non meritino di essere scoperte e tramandate, mentirei, ma noi, orfani delle pubblicazioni che lo stesso Boschi (assieme ad Alberto Becattini e Lidia Cannatella) curava, le conosciamo bene, queste storie. Le abbiamo lette proprio lì, su Zio Paperone, su I Maestri Disney, su Disney Anni D'Oro... E, quei mitici albi, irripetibili per contenuti editoriali e selezione delle storie, li conserviamo gelosamente. Se devo pensare all'Almanacco come a "un prodotto molto di nicchia", devo quindi immaginare una nicchia che non possieda le defunte testate citate. O, ancora peggio, una nicchia che non conosca le storie di Carl Barks, dal momento che sono state pubblicate su 8 numeri dei 17 editi al momento. Riconosco che il contributo del cartoonist dell'Oregon sia alla base del fumetto Disney, ma non riesco a immaginare un lettore non occasionale che non lo conosca a memoria e non lo possieda già in molteplice copia, considerando che si tratta dell'autore disneyano più ristampato di sempre (a ragione) e che ha più di una raccolta omnia a suo nome. Purtroppo, lo spazio dedicato a queste storie costituiva per me una sorta di "spreco", in quanto si trattava di doppioni che non mi era utile accumulare.

Lo stesso dicasi per "i classici made in Italy", alcuni già letti su collane come Le imperdibili. Mi dispiace, ma non ho trovato particolarmente coinvolgente la riproposizione di queste storie, se non per il gusto puramente evocativo di replicare la formula degli Almanacchi di una volta. Mi rendo conto che, essendo disposte su quattro strisce, non siano storie agilmente ristampabili altrove, come magari su I Grandi Classici, ma l'effetto nostalgia non ha avuto presa sul mio "cuore di pietra".

Veniamo, quindi, al centro della questione (e degli albi), quello che mi aveva invece incuriosito e su cui avrei puntato di più: le "storie contemporanee inedite straniere". Ogni anno, in Danimarca e in Olanda, vengono prodotte centinaia e centinaia di storie che rimangono inedite nel nostro paese. Qualcuna spunta ogni tanto su Topolino (guai, però, se i disegni non sono di Giorgio Cavazzano!), su Paperino o su Zio Paperone, ma ciò non è assolutamente sufficiente per avere un punto di vista sulla produzione internazionale, sulla maniera che hanno autori diversi di scrivere e disegnare. Ed è un peccato. Qui, Boschi, sulla scia delle esperienze passate, aveva avuto l'intuizione giusta. Portare in Italia una sensibilità differente, contestualizzandola e introducendola appropriatamente. Ben venga il Topolino in calzoncini rossi di Ferioli, le nipotine bionde di Paperina di Heymans, Paperino e Della da bambini di Geradts, il Panchito di Jippes e così via... Ma lo spazio dedicato a questa sezione meritava di essere almeno il doppio.

Tali riflessioni mi hanno portato, dopo soli quattro numeri, a interrompere l'acquisto della testata: non ho ritenuto sufficiente l'apporto di contenuti inediti e non mi è parso sensato continuare a comprare qualcosa che proponesse, per la maggior parte della foliazione, storie che già possiedo e già ho letto. Da qui, non mi sento di appartenere al target. Per quanto io possa apprezzare Kari Korhonen (ricordo di averlo intervistato per questo blog nel lontano 2010, ben prima che il suo nome circolasse in Italia tanto quanto negli ultimi anni), la pubblicazione dei suoi Diari di Paperone non è stata un incentivo abbastanza forte e la scelta di suddividerli in maniera così centellinata (non dimentichiamo che ogni numero distava due mesi da quello successivo!) mi è parsa subito funzionale solamente alla sopravvivenza il più a lungo possibile della testata e non tanto a una fidelizzazione del lettore, tenuto in sospeso per molto più tempo di quanto non fosse necessario. Per mio canto, ho preferito recuperare le storie nell'edizione francese, che le ha pubblicate in massa su due soli volumi del Picsou Magazine. Non mi sorprende che la notizia del cambio di cadenza avvenga proprio ora che si è giunti in pari con la pubblicazione dei Diari e della successiva serie di Korhonen, quasi a confermare quanto avevo supposto con malizia.

Purtroppo, nel maggio dello scorso anno, Luca Boschi è venuto a mancare e le redini dell'Almanacco sono state affidate a Davide Del Gusto, socio fondatore dell'Associazione Papersera. Nonostante gli editoriali siano firmati dal nuovo curatore già dal nono numero, non saprei ben dire quando il contributo e i suggerimenti di Boschi siano scomparsi del tutto, sicuro come sono che avesse un bel catalogo di storie pronte e selezionate da portare in edicola. L'unico albo "delgustiano" che ho acquistato è stato l'undicesimo (datato dicembre 2022), essendo stato incuriosito dall'inedita francese di Corteggiani e Marin. Altra produzione, quella francese, quasi integralmente sconosciuta dalle nostre parti. Il motivo per cui non ho proseguito la collezione è pressoché lo stesso già riportato sopra: Barks, le storie americane degli anni Cinquanta, le storie italiane... e, inoltre, si è aggiunta la ristampa delle storie omaggio a Barks, già viste nel volume Barks' Friends e, ancora, su Zio Paperone.

Chiudendo, mi piacerebbe capire se queste mie considerazioni siano condivise da qualcuno. Considerazioni che, comunque, non vogliono essere impietose nei confronti del lavoro dietro alla selezione e la cura di questa rivista, ma che riflettono semplicemente le motivazioni sottese al mio progressivo disinteresse nella stessa. Credo che l'Almanacco sia nelle intenzioni una signora testata, seria e approfondita, ma mi sembra rivolta a qualcuno che non abbia già letto simili prodotti, come quelli citati nel corso del post (di cui ho l'impressione che questo progetto costituisca una sorta di sintesi più che un'eredità), su cui si trovavano molte delle stesse storie. Il bello delle storiche pubblicazioni curate da Becattini, Boschi e Cannatella è che molto difficilmente si andavano a calpestare i piedi a vicenda, ma invece si integravano alla perfezione l'una con l'altra, invogliando il lettore a collezionarle tutte. Qui, per contro, mi pare che vi sia un insieme eterogeneo di proposte interessanti per un pubblico esigente e di storie che invece tale pubblico dovrebbe avere già viste, rivolte a un lettore ancora "inesperto". E, purtroppo, le seconde vincono numericamente.

© Disney per l'immagine pubblicata.

domenica 28 maggio 2023

I collaboratori di Cuordipietra Famedoro

Dopo avere tracciato la caratterizzazione di Cuordipietra Famedoro nel corso dei decenni e delle differenti produzioni, mi è parso sensato intraprendere una ricerca sui suoi collaboratori poiché, se è vero che tutti noi conosciamo Battista o Lusky, non si può certamente dire lo stesso delle loro controparti sudafricane. Come dicevo, infatti, la scorsa volta, "Famedoro è prevalentemente solo", ma non sempre è così.

Il primissimo collaboratore del miliardario africano viene introdotto dallo stesso Barks e appare in due vignette di Zio Paperone... tutto per la concessione (Barks, 1966). Si tratta di un personaggio senza nome che interviene solamente per aggiornare il suo principale e la loro precisa relazione rimane quindi non chiara.


Ho individuato, poi, due personaggi nella olandese Boksen (Vis/Colomer Fonts, 1984), che ritengo le copie speculari dei barksiani Clerkly e Miss Paperett (Miss Quackfaster). Di questi dipendenti, che compaiono rispettivamente in due e una vignetta, solo della segretaria ci viene fornito il nome: juffrouw Dora (Miss Dora).


Si può, quindi, rintracciare un aiutante di Famedoro in No Thanks for the Memories (Korhonen/Massaroli, 1999). Questo personaggio, ancora una volta senza nome, compare in ben nove vignette (di cui una solo come silhouette), in cui segue fedelmente il miliardario e lo consiglia. Potrebbe ricordare vagamente l'aiutante barksiano nel design, ma, interrogato a proposito, il disegnatore della storia ha negato una eventuale ispirazione.


Discorso diverso è invece quello che riguarda Zio Paperone e il tesoro di Cornelius Coot (Branca, Gattino/Branca, 2002). Qui, infatti, il personaggio che accompagna Famedoro per tutta la durata della storia non è altri che lo stesso presentato in Tutto per la concessione (design e abiti identici) e gli autori gli forniscono pure un nome: Seymour. Finora, si tratta del personaggio più definito e interessante: partecipa alla storia, si sporca le mani e, diversamente dai suoi predecessori, ha un ruolo rilevante.


Il successivo collaboratore che ho trovato proviene da un'altra storia olandese di qualche anno più tardi: TNT-verhaal (Geradts/Tortajada Aguilar, 2010). Il nome è Schaapstra e il becco sembra essere lo stesso di Seymour, ma non ci è dato conoscere molto altro su di lui.


Si passa, dunque, a Guus als adviseur (Heymans, 2012), in cui veniamo a conoscenza di Ferdi Fiskus, consulente finanziario di Famedoro.


Si arriva, perciò, al primo collaboratore introdotto nella produzione italiana. Nella lunga Zio Paperone e il segreto di Cuordipietra (Artibani/Perina, 2017), gioca un ruolo importante il "maggiordomo per necessità" Desmond, una specie di Battista/Archie (il Duckworth di DuckTales) al servizio del miliardario criminale.


In De rijkste ter wereld (Heymans/Heymans, 2018), vediamo un altro contabile senza nome.


È, quindi, il turno di altri due collaboratori considerabili dei corrispettivi di Battista/Lusky: uno senza nome, dalla francese L'idole sacrée de l'île aux cent volcans (Chamblain/Pérez, Fernández, 2018), e Alfons, dall'olandese Een harteloze oude vrek (Roozen/Alfonso, Fernández, 2021).



Proseguiamo con il contabile Ko Sinus, da Zio Paperone e la sfida matematica (du Mosch/Pérez, Fernández, 2022). Anche il nome di questo personaggio, così come quello proposto da Heymans, è basato su un gioco di parole.


Infine, l'ultimo esempio che ho individuato e presente nella lunga saga Minaccia dallo spazio (Vacca/Casty, 2022) e si tratta del fedele maggiordomo Fiorenzo.


Se tentare di recuperare tutti questi personaggi mi sembra poco sensato e dispersivo, sarebbe, comunque, auspicabile vedere una certa continuità per quanto riguarda i collaboratori del miliardario sudafricano nelle storie di futura produzione.

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 18 maggio 2023

Alla ricerca di Della Duck

Il mistero attorno ai genitori di Qui, Quo e Qua affascina i donaldisti di tutto il mondo da sempre. Si possono trovare commenti sull'argomento tra le pagine di libri, come Para leer al Pato Donald (Dorfman, Mattelart, 1971) o Donaldismen (Gisle, 1973) — che affrontano la questione dell'assenza di paternità nei fumetti Disney —, di fanzine, come la tedesca Der Hamburger Donaldist (1976-1985) o la danese Rappet (2002-), e, più recentemente, sui siti internet e nelle discussioni sui forum. Al giorno d'oggi, fortunatamente, possediamo qualche strumento in più rispetto che in passato per poter tracciare che ne è stato di certi personaggi, perciò ho deciso di dedicare questa mia ricerca a definire più precisamente Della Duck.

Innanzitutto, Della viene citata nella tavola domenicale del 17 ottobre 1937 (Osborne/Taliaferro, 1937), in cui manda i suoi figli a stare da Paperino dopo che questi hanno fatto scoppiare un petardo sotto la sedia del padre, facendolo finire in ospedale (dove sarebbe poi deceduto secondo Marovelli et al., 1974). Da notare che, nella lettera che annuncia l'arrivo dei nipoti, Della si firma come “cugina”. Il trio di bambini dispettosi rimane da zio Paperino fino alla tavola domenicale del 21 novembre dello stesso anno (Osborne/Taliaferro, 1937), quando la madre li richiama a casa attraverso un telegramma. Dopo il rientro a casa, i nipotini ricompaiono al fianco dello zio in un totale di sei strisce giornaliere tra il 23 febbraio 1938 e il 29 aprile dello stesso anno (Brightman, Karp/Taliaferro, 1938), per poi ritornare in pianta stabile nella striscia del 23 maggio (Karp/Taliaferro, 1938), in cui Della chiede a Paperino per telefono di tenere i suoi figli per un po', dovendosi recare fuori città. Da questo momento in poi, i nipotini non faranno più ritorno a casa propria e l'ultima menzione dei loro genitori nelle strisce giornaliere si avrà il 10 settembre 1938 (Karp/Taliaferro, 1938), quando i paperini vengono mostrati pregare per loro e per lo zio Paperino.

La prima apparizione dei nipotini

Il rientro a casa

Il ritorno dei nipotini

L'ultimo riferimento ai genitori nelle strisce

Successivamente, in Buon Compleanno Paperino (Rota, 1984), storia celebrativa realizzata per celebrare i cinquant'anni di Paperino e raccontare la sua vita, viene riproposto (seppure leggermente alterato) l'arrivo dei nipoti presentato nella tavola domenicale sui quotidiani e Della viene fedelmente chiamata “cugina”.

Rota riprende la sequenza introduttiva dalla tavola domenicale del 17 ottobre

Ma, se sui quotidiani (e per Rota) Della è la cugina di Paperino, nei cartoon è invece la sorella. In Donald's Nephews (dir. Jack King, 1938), la cartolina che annuncia l'arrivo dei nipoti è, infatti, firmata “Sister Dumbella” (dumbbell significa “stupido”). Alcune teorie hanno cercato di far coincidere i due nomi, proponendo che uno fosse soprannome dell'altro e viceversa, ma ci torneremo più tardi. Nel libro The Life of Donald Duck (1941), viene riportata la stessa cartolina, con la dicitura “Sister”, ma senza il nome della parente.

“Sister Dumbella”

Fino agli anni Novanta, si hanno dunque due diverse parentele per lo stesso personaggio, ma, dopo la pubblicazione dell'albero genealogico dei Paperi realizzato da Don Rosa (1993), Della viene universalmente riconosciuta come sorella di Paperino. Inoltre, in Il cuore dell'Impero (Rosa, 1994), l'autore stabilisce che i due sono gemelli. Tra le versioni internazionali dell'albero genealogico di Rosa pubblicate negli anni, ritengo interessante citare (per quanto riguarda l'oggetto della nostra ricerca) quella realizzata dall'artista olandese Michel Nadorp (1995), in cui Della è chiamata “Dumbella Duck”, e quella pubblicata sul primo numero della collana Mickey Donald & Cie — La Grande Galerie des Personnages (2019), realizzata da Fernando Güell.

Il ritratto di Della proposto da Rosa (a sinistra), da Nadorp (al centro) e da Güell (a destra)

Prima di proseguire in ordino cronologico, vorrei però tornare un attimo agli anni Cinquanta. È in questo periodo che Carl Barks abbozza un albero genealogico dei Paperi per proprio uso personale. Si tratta di uno schema spoglio e rudimentale, utile per delineare le parentele principali, in cui Barks annota i nipotini come figli della sorella di Paperino, qui chiamata “Thelma Duck”. Nella versione disegnata di questo albero, realizzata da Mark Worden e pubblicata nella sua Carl Barks Checklist (Worden, 1976?), Thelma prende in prestito il look di una delle due ragazze presenti sulla copertina del numero 276 di Walt Disney's Comics and Stories (1963), realizzata proprio da Barks.

Confronto tra la papera presente sulla copertina di Walt Disney's Comics and Stories (a sinistra) e la “Thelma Duck” di Worden (a destra)

Ritornando agli anni Novanta, dopo Don Rosa, Della viene citata nella storia della serie italiana PKNA intitolata Crepuscolo (Artibani/Forcelloni, 1998), in cui Paperinik risponde affermativamente quando gli viene chiesto se abbia o meno una sorella. In aggiunta, per restare nell'ambito della produzione italiana, un'ulteriore citazione si ha nel terzo episodio di 2010 Mondiali al cubo. Verso il Sudafrica (Secchi/Mangiatordi, 2010), in cui Paperone, raccontando ai nipotini la storia della famiglia dei Paperi (citando tra l'altro le sorelle Matilda e Ortensia), esclama: “... e fu per questo che vostra madre, Della Duck, vi portò a vivere da vostro zio Paolino Paperino!” Tuttavia, la spiegazione avviene off-screen e, pertanto, non ci è dato conoscere la motivazione che ha spinto Della a separarsi dai figli.

Zio Paperone menziona Della

Il punto di svolta per la ricerca di Della Duck si ha solamente nel 2014, attraverso la storia 80 is prachtig! (Geradts/Tortajada Aguilar, 2014), pubblicata su un numero speciale della testata settimanale olandese Donald Duck. Qui, infatti, attraverso alcune scene di flashback, possiamo vedere i due fratelli Duck da bambini e durante la loro crescita, fino al momento in cui Della affida a Paperino i suoi figli. Della è rappresentata come una intrepida e coraggiosa pilota e lascia al fratello i suoi piccoli appena nati prima di partire per lo spazio. Grazie al tablet di Archimede, i Paperi riescono a connettersi con lo spazio, dove Della si trova tuttora a bordo del suo razzo.

Della porta i suoi figli al fratello prima di partire per lo spazio

A questo punto, bisogna però fare una distinzione tra la versione della storia pubblicata e gli storyboard originali di Geradts, caricati dall'autore sul proprio blog. Spesso, infatti, gli editor olandesi cambiano alcune cose nei dialoghi per renderli più semplici, senza che gli sceneggiatori lo sappiano. A tale proposito, è curioso notare che negli storyboard Della afferma di essere nata nel 1936 e crede di trovarsi nel 1958, dichiarando perciò di avere 22 anni. Inoltre, mentre nella versione pubblicata Della sostiene di essere partita da un quarto d'ora e di tornare a casa tra un'ora (avendo perciò compiuto un quinto del proprio viaggio), negli storyboard si trova in viaggio da cinque minuti e prevede di ritornare in un quarto d'ora (avendo compiuto così un quarto del proprio viaggio). Per questo motivo, considerando i dati presenti nella versione originale dell'autore, è possibile prevedere il ritorno di Della sulla terra con dei semplici calcoli matematici:

2014 (anno in cui la storia è ambientata) - 1958 (anno in cui Della è partita) = 56 (numero di anni corrispondenti a un quarto del viaggio)

56 x 3 (quarti di viaggio rimanenti) = 168 (anni rimanenti di viaggio)

2014 + 168 = 2182 (anno in cui Della ritornerà sulla Terra)

Paperino ammette invece di essere nato nel 1934, pertanto i due, almeno secondo questa storia, non sarebbero gemelli. Inoltre, è utile considerare che, se negli storyboard il nome della sorella di Paperino è Della, nella versione pubblicata è invece Dumbella, come peraltro nell'albero genealogico disegnato da Nadorp.

Geradts riprende poi il personaggio di Della da bambina in un totale di 23 storie da una pagina disegnate da Carmen Pérez e pubblicate tra il 2017 e il 2019. Mentre le prime 22 fanno parte di una serie annuale di 52 gag con protagonisti i vari Paperi Disney da bambini, realizzata su richiesta della redazione e pubblicata sulla quarta di copertina del settimanale, l'ultima è stata stampata su un numero speciale dedicato alla vita di Paperino e ha come protagonista dichiarato “Donnie Duck” (vale a dire il Paperino Paperotto dell'omonima serie italiana degli anni Novanta/Duemila, in cui Della non figurava).

Della e Paperino da bambini

Per motivare l'utilizzo del nome Dumbella nelle storie olandesi, gli editor chiedono a Geradts di scrivere una tavola apposita, pubblicata sul numero 10 del 2017 della rivista, in cui una Della adolescente si lamenta del suo nome di battesimo e ringrazia Paperino per avere scritto una canzone in cui la chiama Dumbella, dichiarando: “Voglio che d'ora in poi tutti mi chiamino 'Dumbella'!” Desiderio quantomeno discutibile...

Della adolescente ringrazia il fratello per il soprannome

Nel reboot di DuckTales (Disney XD 2017, 2020-2021; Disney Channel 2018-2019), vengono poi forniti ulteriori retroscena sulla sorella (gemella) di Paperino. Descritta come una grande avventuriera, Della lascia le uova contenenti i suoi figli al fratello prima di partire segretamente per lo spazio (con un razzo sperimentale fatto costruire da Zio Paperone), dove però viene data per dispersa a causa di una potente tempesta cosmica. L'ispirazione per questa rappresentazione del personaggio viene proprio dalla già citata storia di Geradts. Frank Angones, showrunner della serie, afferma infatti: 

C'era stata una storia europea celebrativa che spiegava che Della era partita per una esplorazione spaziale, ed ecco dove era. Ci è piaciuto perché era una delle domande nascoste in bella vista. È una delle cose che dai per scontate quando guardi il DuckTales originale. Non ti fermi a chiederti: Aspetta. Dove sono i loro genitori? (fonte: Plume, 2022; trad. mia)

Nella serie, Della viene mostrata anche nel presente, dove si ricongiunge con la famiglia, e indossa una gamba prostetica. Per trattare l'argomento con la giusta sensibilità, la produzione si è interfacciata in ogni fase con la Amputee Coalition. Suzanna Olson, producer della serie, dichiara infatti:

Stavo parlando con qualcuno che ha una figlia sulla sedia a rotelle e mi diceva che sua figlia non vede molta rappresentazione di persone con disabilità fisiche nell'intrattenimento per bambini e nell'animazione. Ho sentito che questa potesse essere un'area in cui avremmo potuto fare la nostra parte e perciò mi sono rivolta a Frank [Angones], chiedendogli se potenzialmente ci fossero opportunità per portare un personaggio con disabilità fisiche in DuckTales. Frank ha pensato che sarebbe stato molto organico, con lo schianto di Della sulla Luna, se si fosse procurata un infortunio. [...] [H]a fatto una scelta difficile per la sua salute e per la sua famiglia e deve imparare a vivere con una disabilità. Matt [Youngberg, l'altro showrunner della serie] era pienamente favorevole. Così, come facciamo sempre quando cerchiamo di essere inclusivi e rappresentativi, abbiamo lavorato con Disney e collaborato con dei consulenti, in particolare la Amputee Coalition. L'Amputee Coalition ha revisionato i character design e i cicli di animazione di Della per quando cammina e corre — sia sulla Luna e sulla Terra. Abbiamo chiesto loro di revisionare le sceneggiature e gli animatic per ricevere i loro input sul suo carattere e sul modo in cui si presentava e parlava di sé stessa e della sua differenza negli arti, e anche l'interazione con i suoi figli. Attraverso l'Amputee Coalition, abbiamo imparato che i bambini sono molto curiosi e interessati alle protesi. Vogliono sapere come funzionano e come sono fatte. Il fatto che Della chiami la sua gamba “gamba robot” è stato suggerito da quelle sessioni di consultazione con l'Amputee Coalition, poiché è qualcosa che i bambini capiscono, toglie il mistero e lo rende più immedesimabile. (fonte: ibidem; trad. mia)

Una versione adulta di Della appare anche in alcune storie a fumetti ambientate nell'universo del reboot di DuckTales (2017; 2019), ma si tratta di racconti che hanno luogo prima della sua partenza per lo spazio e la vedono intraprendere avventure in giro per il globo assieme al fratello e allo zio. Curiosamente, nel sesto episodio della seconda stagione della serie tv, intitolato “Last Christmas!” (dir. Jason Zureck, 2018), vediamo Paperino da bambino chiamare la sorella “Dumbella”, soprannome che lei non sembra affatto apprezzare.

Della in DuckTales

Alcuni autori, come Don Rosa e Francesco Artibani, hanno pensato di far comparire Della e il marito in storie ambientate nel presente, ma il primo ci ha ripensato per mancanza di idee abbastanza convincenti e il secondo è stato apparentemente bloccato dalla Disney stessa, presumibilmente a causa della lavorazione di DuckTales (fonte: un post pubblicato su Facebook da Artibani nel 2017 e successivamente rimosso dall'autore). Don Rosa, che aveva intenzione di includere un riferimento alla coppia in Zio Paperone e il ritorno a Xanadu (Rosa, 1991), spiega così il motivo che l'ha fatto desistere dal voler utilizzare questi personaggi:

Ho sempre avuto tra le mie note di realizzare una storia riguardante la ricerca dei genitori da parte dei nipotini perché è sempre stata la PRIMA richiesta dai fan. Ma non sono mai riuscito a capire come farla. Ci potrebbero essere solo 4 possibili finali:

1) Cercano i genitori senza trovarli mai -- inutile e triste.
2) Cercano e scoprono che i genitori sono morti -- triste e inutile.
3) Trovano i genitori e vanno a vivere con loro, lasciando zio Paperino -- chiaramente inaccettabile e molto molto triste.
4) Trovano i genitori e restano con zio Paperino -- illogico, probabilmente illegale (ne scaturirebbero cause legali) e triste.

Perciò, non ho mai nemmeno provato a suggerire la storia a Egmont. 
Ma ho *sempre* avuto un'idea su dove sono stati i loro genitori. Ho immaginato che li avrei resi naturalisti e intrepidi esploratori, forse il padre era un leader delle Giovani Marmotte, e che si sarebbero persi in una valle himalayana dopo avere lasciato i figli a Paperino, presumibilmente solo per poche settimane. Avevo anche incluso una sequenza che indicasse ciò in uno script che ho scritto, ma abbiamo deciso di escludere quella parte dalla storia finale quando ho portato a termine i disegni. (fonte: Rosa, 2009; trad mia)

Rosa aggiunge poi che “Egmont considera Ortensia de' Paperoni, Pico De Paperis, Della Duck e il marito sconosciuto di Della 'ufficialmente morti' e inutilizzabili” (fonte: ibidem; trad mia). Questo divieto pare comunque essere, parzialmente, decaduto, dal momento che Pico appare in ben 31 storie prodotte da Egmont e pubblicate tra il 2008 e il 2024.

Una versione di Della adulta realizzata da Rosa per il fan Michele Miglionico (2011)

Dunque, dove si trova oggi Della? Perduta in qualche valle asiatica assieme al marito? Nello spazio profondo? Si trova a Paperopoli o in qualche città limitrofa e incontra la sua famiglia tra una storia a fumetti e l'altra? Chi può dirlo... Vale la pena menzionare la recente The Life and Lies of Donald Duck (Holmås/Ferioli, 2024), in cui Paperino stesso racconta fatti della sua gioventù in compagnia della sorella e della madre, seppur alterati notevolmente. È difficile prevedere se i fumetti Disney mostreranno mai un ritorno del personaggio nell'universo dei Paperi che conosciamo e amiamo perché, ovviamente, ciò non sarebbe ininfluente nei confronti dello status quo e aprirebbe diverse questioni (morali? legali?) sulla custodia dei nipotini da parte di Paperino. Spero di essere riuscito a tracciare un profilo quanto più completo possibile su Della e rimarrò bene attento a nuovi e potenziali sviluppi sul tema.

Fonti consultate:

CAVAZZUTI Simone, “Una Chiacchierata con... Evert Geradts”, Eco del Mondo, 25 febbraio 2022, https://ecodelmondo.blogspot.com/2022/02/una-chiacchierata-con-evert-geradts.html.
DER HAMBURGER DONALDIST, fanzine, Germania 1976-1985.
DORFMAN Ariel, MATTELART Armand, Para leer al Pato Donald, Ediciones Universitarias de Valparaiso, Chile 1971 (trad. en. di David Kunzle, How to Read Donald Duck. Imperialist Ideology in the Disney Comic, International General, New York 1975).
GERADTS Evert, “Donald, Della, Dumbella”, Working For The Disney Dollar, 26 settembre 2014, http://workingforthedisneydollar.blogspot.com/2014/09/donald-della-dumbella.html.
GISLE Jon, Donaldismen. En muntert-vitenskapelig studie over Donald Duck og hans verden, Gyldendal Norsk Forlag, Oslo 1973 (trad. dk. di Freddy Milton, Andelogien, Runepress, Bagsværd 1979).
MAROVELLI Piero, PAOLINI Elvio, SACCOMANO Giulio, Introduzione a Paperino. La fenomenologia sociale nei fumetti di Carl Barks, Sansoni, Firenze 1974.
MAURICE Gilles, “Della 'Dumbella' Thelma Duck”, Calisota Onlinehttp://goofy313g.free.fr/calisota_online/Characters/della.html.
PLUME Ken, DuckTales Guidebook, Dark Horse Books, Milwaukie 2022.
RAPPET, fanzine, Danimarca 2002-.
ROSA Don, Don Rosa, Forum del Papersera, 7 agosto 2009, https://www.papersera.net/forum/index.php/topic,2673.1482.html.

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 8 agosto 2022

Una chiacchierata con... Ralph du Mosch

Oggi vorrei presentarvi un giovane autore olandese che credo valga la pena tenere d'occhio (e di cui in realtà ho già avuto modo di parlare qui): Ralph du Mosch. Ralph inizia la sua carriera appena due anni fa con De prins van Pegelburg (du Mosch/Ferioli, 2021), pubblicata in Olanda nel marzo 2021. In Italia, sono state recentemente ristampate due delle sue storie e personalmente mi auguro che Panini prosegua nel dare spazio alle più che valide avventure ideate da questo sceneggiatore.

SC: Simone Cavazzuti
DM: Ralph du Mosch
 
SC: Essendo un autore (super)nuovo, ho avuto qualche difficoltà a reperire informazioni biografiche su di te. Ti andrebbe di condividere qualcosa a proposito della tua vita e di come sei finito a scrivere fumetti? Conoscevi bene l'universo Disney?

DM: Sì, sono cresciuto leggendo fumetti Disney, anche se, stranamente, non ero un grande fan dei fumetti in generale. Ho sempre amato disegnare, per quanto mi ricordi. Da bambino, scrivevo spesso brevi storie che poi "illustravo" anche.

Quando avevo 6 o 7 anni, ho iniziato a leggere la rivista olandese Donald Duck e ho iniziato naturalmente a provare a disegnare anche quei personaggi. Ricordo che, da ragazzi, un amico e io creavamo i nostri "fumetti" di Paperino (solitamente un foglio A4 era una vignetta). Erano probabilmente pessimi sia nei "disegni" che nella "scrittura", ma sono ricordi piacevoli.

Un paio di anni fa, ho trovato un blog di Evert Geradts sul quale pubblicava alcune sue vecchie sceneggiature sotto forma di storyboard, sono rimasto davvero affascinato da questa combinazione di scrittura e disegno e ho immaginato: "forse potrei provare a farlo anch'io".

Nel 2020, durante il primo lockdown, ho improvvisamente avuto del tempo in più da trascorrere a casa e, per capriccio, ho deciso di provare a realizzare un paio di sceneggiature e di provare a mandarle all'editore. La risposta è stata molto positiva ed entrambe le storie sono state vendute. Più tardi, un paio di settimane dopo, ricevo una e-mail in cui mi si chiede se sia libero per scrivere una storia di 10 pagine delle Giovani Marmotte. Da allora, mi hanno chiesto di scrivere sempre più storie. E il resto è storia (molto breve).

SCQuali sono i tuoi autori e artisti preferiti?

DM: Carl Barks è il mio autore preferito. Quando ero bambino, in biblioteca avevano molti volumi con solo storie di Barks e così ne ho lette molte da lì. Ho letto molto Barks anche a casa dei miei nonni: avevano conservato i numeri di Donald Duck degli anni Settanta e Ottanta che appartenevano a mio papà e a mio zio quando erano bambini e quei numeri ristampavano molte storie di Barks.

Era l'età perfetta per leggere quelle storie, intorno ai 7-10 anni. Ora, molte di queste avventure, come Zio Paperone e la Stella del Polo e Paperino e i terremotari, hanno per me un grande valore nostalgico. Se dovessi scegliere la mia preferita, sarebbe probabilmente Zio Paperone pesca lo skirillione; la maniera in cui la storia si sviluppa da una situazione apparentemente banale a una grande avventura sottomarina è un esempio così indicativo dello storytelling barksiano: invece di presentare le situazioni fantastiche come racconti supereroistici, raccontava le storie come se fossero potute accadere a te!

Le storie di Barks erano così ben costruite che mi ricordo di aver pensato: "perché si deve complicare le cose in questo modo!!" Ogni volta che pensavi di poter prevedere quello che sarebbe successo, capovolgeva le tue aspettative e ti chiedevi come diavolo i paperi avrebbero risolto i loro problemi. Barks non ha mai preso la via più facile per uscire da una storia (anche quando avrebbe potuto semplicemente farlo) e ha sempre fatto uno sforzo maggiore piuttosto che realizzare una "storia per bambini" mezza assurda. Questo è qualcosa che ammiro molto della sua narrazione ed è qualcosa che provo a fare anch'io: non scrivere qualcosa di facile e veloce pensando: "chi se ne frega, è solo per i bambini", ma cercare davvero di realizzare una bella storia, che sia divertente da leggere a tutte le età.

Devo avere letto molti altri autori Disney, ovviamente, ma a parte Barks non ho mai saputo i loro nomi! Sono cresciuto leggendo anche un sacco di storie italiane, dato che venivano pubblicate nei tascabili olandesi che leggevo, e le considero notevoli. Per quanto riguarda gli artisti, i miei preferiti da ragazzo erano Daan Jippes e Carlos Mota. Hanno stili differenti, ma quello che hanno in comune è lo stile di disegno fluido, quasi "snello", e quel meraviglioso senso di "leggerezza" dei personaggi, che sembrano quasi saltare fuori dalla pagina.

SC: Sia in De rijkeluis-race (du Mosch/Pérez, Fernández, 2022) sia in Een speciale gast (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022), troviamo il trio Topolino/Paperino/Pippo e ciò possibile perché in Olanda vivono tutti nella stessa città, Duckstad (Paperopoli). Siccome sono personaggi così ben caratterizzati da stare solitamente per conto proprio, è più difficile scrivere una buona storia in cui abbiano tutti il giusto spazio?

DM: Alla fine del 2020, l'editore mi chiede una "storia lunga" in cui Topolino, Paperino e Pippo partecipano a una corsa per risolvere una sorta di scommessa. Non avevo pensato di usare il trio, dal momento che anche nei fumetti olandesi si vedono raramente insieme per quanto ne so, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso da come sia uscita la storia. Circa un anno dopo, mi chiedono un'altra storia con Topolino/Paperino/Pippo, questa volta una storia di dieci pagine sul compleanno di Pippo. Sembrava una premessa molto noiosa, ma ancora una volta i personaggi sembravano scriversi da soli. È molto piacevole vedere Donald recitare tra i suoi coetanei. Offre l'opportunità per un tipo diverso di storie rispetto a quelle con Zio Paperone e Qui, Quo e Qua. Inoltre, la sincerità e la natura gentile di Topolino e Pippo bilanciano alcuni dei personaggi più cinici come Paperino e Zio Paperone.

Alcune vignette dallo storyboard di Een speciale gast

SCIn De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022), abbiamo il debutto officiale di Gustavo Paperone in una storia a fumetti. Vorrei sapere come ti è venuta questa idea e se hai ricevuto qualche commento dai redattori o dall'editore a proposito dell'utilizzo di un genitore di uno Standard Character.

DM: Io stesso non ero così sicuro di farla franca, ma hanno accettato la storia e non hanno mai detto nulla a proposito. Per coincidenza, leggendo la tua intervista con Evert Geradts, ho notato che aveva usato lo stesso identico approccio per portare a termine la sua storia con Della Duck: la redazione non gli aveva chiesto una storia con Della in particolare, ma ne ha scritta una di sua spontanea volontà, sperando che l'avrebbero accettata.

Ma, siccome i redattori spesso cambiano cose nel testo, ho aspettato ansiosamente per vedere che non lo cambiassero in uno zio all'ultimo minuto; fortunatamente, non lo hanno fatto. Cèsar Ferioli è un altro meraviglioso artista di cui ricordo le opere dalla mia infanzia e ha fatto un incredibile lavoro con le illustrazioni della storia.

Per me, la tradizione secondo cui i personaggi non hanno genitori sembra una limitazione autoimposta agli scrittori, dal momento che così tante trame comiche possono derivare da una dinamica genitore-figlio. Posso in qualche modo comprenderlo con Paperino, dal momento che molti lettori probabilmente vedono Nonna Papera come la madre di Paperino, e anche con Qui, Quo e Qua lo capisco, perché ciò solleverebbe la domanda sul perché vivono con Paperino e non con i loro genitori, ma per gli altri personaggi non vedo la necessità di mantenere mamma e papà un mistero.

Pensavo che non sarebbe stato divertente avere il padre di Gastone come una copia carbone di Gastone stesso, o "addirittura più fortunato di lui, bla bla bla". Pensavo che sarebbe stato più divertente renderlo un sergente istruttore, ossessionato dalla disciplina e dal duro lavoro. Ho preso ispirazione dalle storie del Lupo Cattivo, nelle quali il padre e il figlio sono agli antipodi.

Gastone alle prese con il padre nello storyboard di De komst van oom Fortunus

SC: Pensi di far tornare Gustavo in futuro?

DM: Sì, ho ancora un paio di idee in testa per storie con Gustavo. Probabilmente, però, dato il mio lento ritmo di lavoro, riuscirò a trasformarle in storie finite solamente in un futuro distante. Ovviamente, anche altri autori potrebbero utilizzare il personaggio, siccome ora è lì fuori.

SC: Quello che mi piace nelle tue storie sono le combinazioni insolite dei personaggi, che permettono di mostrare alcuni aspetti che non erano stati mai (o comunque non così funzionalmente) esplorati prima. Cuordipietra contro Paperone e Ciccio in Zio Paperone e la sfida matematica (du Mosch/Pérez, Fernández, 2022), il "triangolo romantico" tra Paperino, Miss Paperett e un Bassotto in De kaart van Eugenia (du Mosch/Pérez, Fernández, 2022), e così via... Come ti vengono queste idee e ci sono altri personaggi che vorresti esplorare?

DM: La prima cosa che le persone mi chiedono quando gli dico che scrivo fumetti Disney è: "da dove ti vengono le idee?" e non riesco mai a dare una risposta interessante. Faccio solo brainstorming in base ai parametri che l'editor mi fornisce, oppure un'idea mi viene in mente a caso durante il giorno e (se non mi dimentico di scriverla) provo a vedere se riesco a tirarne fuori una storia.

La combinazione dei personaggi non nasce da uno sforzo consapevole. Cerco semplicemente di ottenere una storia che non abbia letto prima, qualcosa che mi sarebbe piaciuto leggere da bambino. E, quando cerchi di entrare nel "territorio inesplorato", provi giocoforza combinazioni di personaggi che non si erano visti insieme prima. Per esempio, mi è appena stata pubblicata una storia in cui Herbert, l'amico di Qui, Qui e Qua, parte per un'avventura assieme a Zio Paperone. Dimmi se non è una strana coppia!

SC: A proposito di Herbert, come mai pensi che sia un personaggio così popolare in Olanda?

DM: Bella domanda. Credo sia perché la produzione barksiana è molto radicata nei fumetti olandesi. Come il cane Bolivar e il vicino Jones, Herbert è un personaggio popolare qui, ma raramente (forse mai?) appare in storie straniere. Inoltre, il suo nome olandese, "Keessie", ha un suono divertente e orecchiabile.

SC: A proposito dei fumetti olandesi, credo che la qualità dei disegni dei vostri artisti sia notevole. Le tue storie per ora sono state disegnate da Jippes, Ferioli, Pérez... Quanto è soddisfacente vedere quello che scrivi in una veste grafica così bella? C'è qualche artista (olandese e non) con il quale sogneresti di collaborare?

DMDaan Jippes è stata una sorpresa totale per me e, solo la settimana scorsa, mi è stata pubblicata una storia disegnata dal mio altro artista preferito, Carlos Mota!! Dopo avere ammirato le loro opere da quando ero un ragazzo, pensare che un giorno avrebbero disegnato le mie storie è quasi surreale.

Ci sono molti altri artisti con i quali spero di lavorare su mie storie un giorno: Mau Heymans è un altro dei preferiti dalla mia infanzia. Ci sono anche nuovi nomi, come Tim Artz, Henrieke Goorhuis e Jan-Roman Pikula, che sono tra i migliori cartoonist che io conosca.

Kari Korhonen è un altro dei miei preferiti, che ha lo stesso stile "fluido" e leggermente buffo che ammiro in Jippes e Mota. Ma Korhonen lavora solo per Egmont, perciò dovrei prima vendere una storia a loro affinché ciò possa accadere.

Due vignette da Slapen op commando (du Mosch/Jippes, Schröder, 2021)

SC: Mi hai raccontato da dove viene l'ispirazione per le storie, ma poi come sottoponi il tuo lavoro ai redattori e all'editore una volta terminato? Realizzi una sceneggiatura scritta oppure lo consegni sotto forma di storyboard?

DM: Solitamente, il redattore mi chiede un numero preciso di pagine per un dato personaggio e, spesso, mi viene dato un tema generico che la storia dovrà sviluppare (ad esempio, "eredità" o "caccia al tesoro"), nonostante io mi prenda molte libertà. Altre volte, creo semplicemente una storia senza che me lo chiedano e la invio, come avevo fatto la prima volta. In questo caso, ho più libertà di decidere quante pagine saranno, ecc., e queste storie non hanno una data di consegna, perciò ho più tempo per lavorarci.

Una volta che ho completato la storia, disegno l'intero script sotto forma di storyboard (molto) veloce e abbozzato; tutti gli autori per la produzione olandese lavorano così. La parte più difficile per me è capire come avere il giusto numero di vignette nel limite della pagina. C'è spazio solo per 8 vignette per pagina, ma a volte vorresti una vignetta più grande, o più piccola, se la storia lo richiede. Mi piace avere delle grandi vignette iniziali, ma ciò significa che dovrò rimuovere o accorciare una vignetta da qualche altra parte nella storia per fare combaciare il tutto e, se quando sommi tutte le vignette, ce n'è una di troppo, devi ricominciare a ricomporre il puzzle da capo: aarggh!

Sebbene le bozze possano essere veloci e non debbano essere grandiose, aggiungono MOLTO lavoro in più alla stesura di una sceneggiatura, ma mi piace dare l'input visuale alla storia. Realizzo il primo design per ogni nuovo personaggio che posso creare per le mie storie e ogni volta è molto divertente vedere come l'artista finale lo interpreta. Ad esempio, Nelis de Nozem, il consulente per la gestione della rabbia di Paperone in Innerlijke rust: Paco Rodriguez ha fatto suo il personaggio, aggiungendogli una piccola treccia sotto becco che lo ha reso molto più divertente!

Nelis de Nozem da Innerlijke rust (du Mosch/Rodriguez, 2021)

Una volta che la sceneggiatura è completamente scritta e abbozzata, la invio alla redazione e il mio editor la leggerà e deciderà se acquistarla o rifiutarla. All'inizio, ricevevo spesso note su cose che andavano cambiate. Ad esempio, nella storia con Ciccio, Cuordipietra avrebbe dovuto drogare Ciccio mettendogli dei sonniferi nel cibo. A quanto pare, non si poteva fare, così l'ho sostituito con un orologio ipnotico raffigurato sul cartellone di un tifoso (molto inverosimile, lo so, ma probabilmente anche più divertente). Fortunatamente, con il passare del tempo, ho ricevuto meno note e la maggior parte delle storie viene accettata senza bisogno di modificare nulla (toccando ferro!).

Ciò che avviene successivamente è fuori dal mio controllo e la storia verrà assegnata a un artista.

Spesso, la redazione cambia la mia sceneggiatura per renderla più breve o più semplice ed è un peccato a volte, perché mi piace mettere dell'umorismo nei dialoghi che viene quindi tagliato per rendere il testo più breve. Secondo me, il testo non dovrebbe essere troppo semplice, ma dovrebbe sfidare un po' i bambini, in modo che possano migliorare inconsciamente il loro vocabolario in una maniera che li diverta. Molti bambini che leggono la rivista sanno già leggere perfettamente, perciò non ritengo che debba rimanere a un livello prescolare.

Inoltre, devo sottolineare che, mentre ovviamente ci guadagno un po' di soldi, quello del fumettista non è il mio "lavoro principale", ma è essenzialmente un hobby, e perciò devo utilizzare il mio tempo libero per farlo. Questo significa anche che ho pochissimo tempo per lavorare alle mie storie e, a volte con le scadenze, devo fare molto lavoro in tempi brevi! Perciò, alcune storie risultano un po' più affrettate di altre, ma cerco comunque di fare il meglio che posso.

SCQualche commento su progetti a cui stai lavorando?

DM: Ho appena consegnato una storia di 12 pagine con Paperina che la redazione mi aveva chiesto e una storia di 5 pagine con Paperino e Gastone. Recentemente, ho anche venduto un'altra storia Paperone-contro-Famedoro, 10 pagine in cui Paperone viaggia indietro nel tempo per ottenere un'eredità. Finora, questa storia è stata una delle mie preferite da scrivere e spero che piacerà anche ai lettori.

Sto anche lavorando a una storia di 9 pagine con Archimede e una di 10 pagine con Amelia, oltre ad avere molte idee "in cantiere", ma, come ho detto, queste storie non commissionate richiedono più tempo per essere completate.

Vignetta iniziale dallo storyboard di Strijd om een erfenis

Vignetta iniziale dallo storyboard di Pech gehad!

SCSentiti libero di aggiungere qualsiasi cosa di cui non abbiamo parlato durante questa chiacchierata.

DM: Non ho molto da aggiungere, se non ringraziarti per la decisione di intervistare me: l'autore di fumetti MENO conosciuto al mondo!

Ti auguro buona fortuna con il tuo blog e spero che altre mie storie vengano pubblicate in Italia, affinché i lettori italiani possano (si spera!) apprezzarle.

© Disney per le immagini pubblicate.