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martedì 2 gennaio 2024

L'Almanacco Topolino è in pericolo? Qualche considerazione a ruota libera


Durante la consueta live di fine anno sul canale YouTube The Fisbio Show, il direttore editoriale di Topolino in carica, Alex Bertani, ha confermato che l'Almanacco Topolino passerà dall'essere bimestrale a trimestrale. Una scelta, chiarisce Bertani, motivata dal fatto che "è un prodotto molto di nicchia" e che "fa un po' più fatica degli altri". Non poche le rimostranze degli utenti del forum Papersera, che hanno iniziato ad allarmarsi, subodorando una prossima chiusura dei battenti. Siccome, da principio, ho ritenuto questa testata una potenziale chicca, ho deciso di scriverne a riguardo, illustrando il progetto e le motivazioni che mi hanno spinto ad abbandonarne l'acquisto dopo pochi numeri.

Innanzitutto, un po' di contesto: il primo numero del nuovo Almanacco Topolino esce in edicola il 28 aprile 2021 come allegato a Topolino 3414, è curato da Luca Boschi (pilastro della divulgazione disneyana in Italia) e si rifà allo storico mensile che portava lo stesso nome (1957-1984), di cui recupera anche il logo. Come racconta lo stesso Boschi nel primo redazionale, "il nuovo Almanacco può essere idealmente suddiviso in tre componenti: i classici made in Italy che aprono e chiudono l'albo, a seguire un'antologia di storie contemporanee inedite straniere e infine avventure vintage di rara pubblicazione provenienti da fonti estere, soprattutto americane".

Per una sorta di rispetto e fiducia verso il curatore, nei confronti del quale ho sempre nutrito una forte stima (fortunatamente ricambiata), ho acquistato i primi quattro numeri del progetto, ma mi sono presto accorto che questa formula non mi si confaceva. In poche parole, avevo capito di non essere nel target del prodotto. Ma, allo stesso tempo, non riuscivo realmente a comprendere chi volesse essere il destinatario di questa opera. Cerco di spiegarmi.

Parto dalle "avventure vintage di rara pubblicazione": fondamentalmente, storie provenienti dai comic books americani degli anni Cinquanta e Sessanta. Se dicessi che non meritino di essere scoperte e tramandate, mentirei, ma noi, orfani delle pubblicazioni che lo stesso Boschi (assieme ad Alberto Becattini e Lidia Cannatella) curava, le conosciamo bene, queste storie. Le abbiamo lette proprio lì, su Zio Paperone, su I Maestri Disney, su Disney Anni D'Oro... E, quei mitici albi, irripetibili per contenuti editoriali e selezione delle storie, li conserviamo gelosamente. Se devo pensare all'Almanacco come a "un prodotto molto di nicchia", devo quindi immaginare una nicchia che non possieda le defunte testate citate. O, ancora peggio, una nicchia che non conosca le storie di Carl Barks, dal momento che sono state pubblicate su 8 numeri dei 17 editi al momento. Riconosco che il contributo del cartoonist dell'Oregon sia alla base del fumetto Disney, ma non riesco a immaginare un lettore non occasionale che non lo conosca a memoria e non lo possieda già in molteplice copia, considerando che si tratta dell'autore disneyano più ristampato di sempre (a ragione) e che ha più di una raccolta omnia a suo nome. Purtroppo, lo spazio dedicato a queste storie costituiva per me una sorta di "spreco", in quanto si trattava di doppioni che non mi era utile accumulare.

Lo stesso dicasi per "i classici made in Italy", alcuni già letti su collane come Le imperdibili. Mi dispiace, ma non ho trovato particolarmente coinvolgente la riproposizione di queste storie, se non per il gusto puramente evocativo di replicare la formula degli Almanacchi di una volta. Mi rendo conto che, essendo disposte su quattro strisce, non siano storie agilmente ristampabili altrove, come magari su I Grandi Classici, ma l'effetto nostalgia non ha avuto presa sul mio "cuore di pietra".

Veniamo, quindi, al centro della questione (e degli albi), quello che mi aveva invece incuriosito e su cui avrei puntato di più: le "storie contemporanee inedite straniere". Ogni anno, in Danimarca e in Olanda, vengono prodotte centinaia e centinaia di storie che rimangono inedite nel nostro paese. Qualcuna spunta ogni tanto su Topolino (guai, però, se i disegni non sono di Giorgio Cavazzano!), su Paperino o su Zio Paperone, ma ciò non è assolutamente sufficiente per avere un punto di vista sulla produzione internazionale, sulla maniera che hanno autori diversi di scrivere e disegnare. Ed è un peccato. Qui, Boschi, sulla scia delle esperienze passate, aveva avuto l'intuizione giusta. Portare in Italia una sensibilità differente, contestualizzandola e introducendola appropriatamente. Ben venga il Topolino in calzoncini rossi di Ferioli, le nipotine bionde di Paperina di Heymans, Paperino e Della da bambini di Geradts, il Panchito di Jippes e così via... Ma lo spazio dedicato a questa sezione meritava di essere almeno il doppio.

Tali riflessioni mi hanno portato, dopo soli quattro numeri, a interrompere l'acquisto della testata: non ho ritenuto sufficiente l'apporto di contenuti inediti e non mi è parso sensato continuare a comprare qualcosa che proponesse, per la maggior parte della foliazione, storie che già possiedo e già ho letto. Da qui, non mi sento di appartenere al target. Per quanto io possa apprezzare Kari Korhonen (ricordo di averlo intervistato per questo blog nel lontano 2010, ben prima che il suo nome circolasse in Italia tanto quanto negli ultimi anni), la pubblicazione dei suoi Diari di Paperone non è stata un incentivo abbastanza forte e la scelta di suddividerli in maniera così centellinata (non dimentichiamo che ogni numero distava due mesi da quello successivo!) mi è parsa subito funzionale solamente alla sopravvivenza il più a lungo possibile della testata e non tanto a una fidelizzazione del lettore, tenuto in sospeso per molto più tempo di quanto non fosse necessario. Per mio canto, ho preferito recuperare le storie nell'edizione francese, che le ha pubblicate in massa su due soli volumi del Picsou Magazine. Non mi sorprende che la notizia del cambio di cadenza avvenga proprio ora che si è giunti in pari con la pubblicazione dei Diari e della successiva serie di Korhonen, quasi a confermare quanto avevo supposto con malizia.

Purtroppo, nel maggio dello scorso anno, Luca Boschi è venuto a mancare e le redini dell'Almanacco sono state affidate a Davide Del Gusto, socio fondatore dell'Associazione Papersera. Nonostante gli editoriali siano firmati dal nuovo curatore già dal nono numero, non saprei ben dire quando il contributo e i suggerimenti di Boschi siano scomparsi del tutto, sicuro come sono che avesse un bel catalogo di storie pronte e selezionate da portare in edicola. L'unico albo "delgustiano" che ho acquistato è stato l'undicesimo (datato dicembre 2022), essendo stato incuriosito dall'inedita francese di Corteggiani e Marin. Altra produzione, quella francese, quasi integralmente sconosciuta dalle nostre parti. Il motivo per cui non ho proseguito la collezione è pressoché lo stesso già riportato sopra: Barks, le storie americane degli anni Cinquanta, le storie italiane... e, inoltre, si è aggiunta la ristampa delle storie omaggio a Barks, già viste nel volume Barks' Friends e, ancora, su Zio Paperone.

Chiudendo, mi piacerebbe capire se queste mie considerazioni siano condivise da qualcuno. Considerazioni che, comunque, non vogliono essere impietose nei confronti del lavoro dietro alla selezione e la cura di questa rivista, ma che riflettono semplicemente le motivazioni sottese al mio progressivo disinteresse nella stessa. Credo che l'Almanacco sia nelle intenzioni una signora testata, seria e approfondita, ma mi sembra rivolta a qualcuno che non abbia già letto simili prodotti, come quelli citati nel corso del post (di cui ho l'impressione che questo progetto costituisca una sorta di sintesi più che un'eredità), su cui si trovavano molte delle stesse storie. Il bello delle storiche pubblicazioni curate da Becattini, Boschi e Cannatella è che molto difficilmente si andavano a calpestare i piedi a vicenda, ma invece si integravano alla perfezione l'una con l'altra, invogliando il lettore a collezionarle tutte. Qui, per contro, mi pare che vi sia un insieme eterogeneo di proposte interessanti per un pubblico esigente e di storie che invece tale pubblico dovrebbe avere già viste, rivolte a un lettore ancora "inesperto". E, purtroppo, le seconde vincono numericamente.

© Disney per l'immagine pubblicata.

mercoledì 9 novembre 2022

L'albero genealogico della famiglia PAPERONE (GANDER)

Quando — ormai quasi due anni fa — ho deciso di tornare a scrivere sul blog, ho subito recuperato tutti i vari alberi genealogici della famiglia dei paperi che avevo compilato per mio uso una decina di anni prima, li ho corretti (proseguendo le ricerche da dove erano state interrotte e ragionando un po' meglio su alcuni collegamenti) e aggiornati (andando ad aggiungere tutti quei personaggi che intorno al 2010 non erano ancora stati introdotti). In particolare, il progetto che propongo oggi (probabilmente il più completo e curato tra quelli pubblicati nell'ultimo biennio) mi ha tenuto occupato parecchio tempo e mi considero soddisfatto del risultato, apprezzato pure dal fondatore dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D. (nonché della storica fanzine Der Hamburger Donaldist), Hans Von Storch.

    INTRODUZIONE
C'è un personaggio all'interno della famiglia dei Paperi che si può amare o odiare, ma di certo non si può ignorare, e sto parlando del cugino Gastone Paperone. Introdotto dall'Uomo dei Paperi, Carl Barks, in Paperino lingualunga (Barks, 1948), Gastone non è da subito la persona fastidiosamente fortunata che conosciamo oggi, piuttosto era pigro e più simile a Paperino di quanto si possa credere. Durante i suoi primi anni di apparizioni, il personaggio si è evoluto e la fortuna è stata aggiunta alla pigrizia. Si noti qui che: nonostante la sua fortuna sia formidabile per quanto riguarda vantaggi a breve termine (ad esempio: trofei, premi, riconoscimenti, ecc.), alla fine delle storie di Barks, Gastone è raramente un vincitore al 100%, come riportato da John Nichols nel suo studio intitolato “GLADSTONE GANDER IN THE MAGIC LAND. OR: ‘Winning IS a form of work!’”, pubblicato sul numero 30 del The Barks Collector.

Gastone Paperone in Paperino e la caccia al tacchino (Barks, 1960)

The Barks Collector (1976-1990) è stata una delle prime fanzine americane dedicate ai fumetti dei Paperi (e soprattutto a quelli di Barks) e conteneva interessanti studi e ricerche che andavano a leggere l'opera di Barks in modi differenti, applicandovi un approccio accademico e osservandola attraverso diverse branche. È stata fondata e pubblicata da John Nichols (attraverso la sua Bear Mountain Enterprises) e conteneva articoli scritti da studiosi americani e internazionali, ognuno dei quali era specializzato nei suoi specifici temi e aree di competenza.

    LE BASI
Il grado di parentela che intercorre tra Gastone e Paperino è semplice, sono cugini. La sua relazione con Paperone è un po' più complessa, ma ci viene fornita dallo stesso Barks in Paperino e l'isola misteriosa (Barks, 1949). Qui, Paperone viene detto essere il cognato del fratello della madre di Gastone. Stando all'albero genealogico che Barks aveva abbozzato per uso personale negli anni Cinquanta, Gastone sarebbe stato il figlio di Luke the Goose e Daphne Duck, zia di Paperino e quindi sorella del cognato di Paperone, come dichiarato nella storia citata poco sopra. Sempre secondo questo primo albero, i genitori di Gastone sarebbero però morti quando lui era un bambino e sarebbe quindi stato adottato da Goosetave Gander e dalla sorella di Paperone, Matilda. Questo retroscena macabro serviva a Barks solamente per instaurare una connessione più solida tra i due personaggi (simile a quella tra Paperone e Paperino), ma è stato poi scartato in una bozza successiva del 1991, che ha portato all'albero genealogico di Don Rosa che tutti conosciamo (in cui Daphne e Goosetave sono i genitori naturali di Gastone).

    IN BARKS
Ma chi sono gli altri parenti di Gastone? Barks ne cita solamente uno in Paperino contro l'uomo d'oro (Barks, 1952): Miss Susiebelle Swan. Barks la descrive soltanto come una parente lontana e, stando al titolo “Miss” e al fatto che Gastone viene nominato suo unico erede, possiamo dedurre che non sia mai stata sposata. In questo modo, potrebbe essere la pro-prozia di Gastone, come Don Rosa aveva suggerito nella prima bozza del suo albero. Altri parenti sono stati introdotti da altri autori, perciò vediamo di seguito quelli posizionati sul lato paterno della famiglia.

Miss Susiebelle Swan in Paperino contro l'uomo d'oro (Barks, 1952)

    I NIPOTI
Innanzitutto, ci sono il nipotino fortunato Shamrock Gander e le cuginette fortunate senza nome, che appaiono in Paperino e il festival dei paperi (?/Strobl, 1955), suggerendo che la fortuna in qualche modo appartenga alla famiglia Gander (“Luck sorta runs in the family!”). Solo Shamrock (dei tre) apparirà nuovamente, in una storia brasiliana intitolata O Trevinho da Sorte (Saidenberg/Miyaura, 1978). 

Shamrock Gander in Paperino e il festival dei paperi (?/Strobl, 1955)

Un altro nipote, chiamato Clyde (nessun cognome viene fornito), compare in Le GM e l'aspirante Marmotta (Gregory, 1981). Così come Shamrock, Clyde è molto fortunato (uno dei nipotini di Paperino commenta: “It must run in the family!”), viene da un altro luogo (entrambi i nipoti si trovano in visita dallo zio Gastone) e indossa un cappello simile, ma è visibilmente più grande di età. 

Clyde in Le GM e l'aspirante Marmotta (Gregory, 1981) 

In ogni caso, la sensazione di déjà-vu non termina qui. Infatti, un terzo quasi identico nipote, chiamato Gastoncino, visita lo zio in Qui, Quo, Qua e il cugino Gastoncino (Russo/Comicup Studio, 1992), dove viene esplicitato il fatto che si tratti (come il titolo suggerisce) di un cugino di Qui, Quo e Qua. A causa delle somiglianze tra i tre personaggi (sia nel design sia nella fortuna) e del fatto che essi appaiano soltanto in una storia ciascuno (tranne Shamrock), i lettori tendono a considerarli come un unico personaggio. Una incongruenza riguardante questa teoria è che, nella storia italiana, Gastone si ricorda di avere visto suo nipote l'ultima volta quando era uscito dall'uovo.

Gastoncino in Qui, Quo, Qua e il cugino Gastoncino (Russo/Comicup Studio, 1992)

    I CUGINI
Gastone ha tre cugini dal lato paterno (a parte le cuginette, che probabilmente sono figlie di un primo cugino) che sono apparsi o menzionati in storie pubblicate: Disraeli Duck, Sadstone Gander e Badluck Gander. Disraeli fa la sua unica apparizione in Gladstone and Disraeli (Jensen/Rodriguez, 2013) e si trova in visita a Paperopoli dopo non aver visto Gastone dai tempi della loro infanzia. Disraeli è piuttosto irritante e manipolativo e Gastone non apprezza la sua compagnia; inoltre, nonostante il suo cognome sia Duck, viene esplicitamente dichiarato che non vi è alcun grado di parentela con Paperino.

Disraeli Duck in Gladstone and Disraeli (Jensen/Rodriguez, 2013)

Sadstone Gander appare in The Dark Side of the Luck (Klein/Gulbransson, 2014) come il cugino sfortunato di Gastone da tempo sperduto. Nell'intenzione dell'autore, questo personaggio avrebbe dovuto essere il fratello gemello di Gastone, ma i redattori della Egmont hanno rifiutato questa parentela a causa della sua assenza in storie precedenti, assenza apparentemente ingiustificabile per un parente così prossimo di uno dei personaggi principali. 

Sadstone Gander in The Dark Side of the Luck (Klein/Gulbransson, 2014)

Badluck viene menzionato nella striscia giornaliera del 28 ottobre 1992, a cura dell'artista americano Larry Knighton, e viene descritto come “the black sheep of [Gander] family” perché “he only won the state lottery twice”.

 Badluck Gander nella striscia del 28 ottobre (Knighton, 1992)

    I GENITORI
Menzionati nell'albero abbozzato da Barks negli anni Cinquanta e disegnati da Mark Worden nel 1976?, la zia di Paperino Daphne Duck e Goosetave Gander (conosciuto anche come Goostave, Goosetale e Goosetail) sono resi “ufficialmente” genitori di Gastone da Don Rosa nel suo ben noto albero genealogico dei Paperi. Rosa ha anche usato Daphne in due storie a fumetti (1994; 1998), ma non ha invece mai mostrato Goosetave, recentemente comparso in De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022).

Goosetave Gander in De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022)

Un'altra coppia di genitori senza nome è stata data a Gastone in un editoriale pubblicato sul numero 46 del settimanale olandese Donald Duck nel 1993, disegnata da un artista non accreditato. Inoltre, la mamma di Gastone (o almeno la sua parte inferiore) viene mostrata in un flashback nella già menzionata Gladstone and Disraeli, apparendo piuttosto differente dalla Daphne di Rosa.

 I genitori di Gastone nell'illustrazione olandese (1993)

    LE ZIE
Gastone ne ha almeno due dal lato paterno. Zia Gastolinda è mostrata in un flashback in Gastone Paperone in: Rivoglio il quadrifoglio! (Michelini/Barbucci, 1995) e zia Esmeralda è menzionata da Gastone e Sadstone nella storia in cui appare il cugino sfortunato. Secondo corrispondenza privata con l'autore, Rob Klein, quest'ultima sarebbe una sorella del padre di Gastone.

Gastolinda in Gastone Paperone in: Rivoglio il quadrifoglio! (Michelini/Barbucci, 1995)

    ALTRI PARENTI
Nonostante non si tratti di una pubblicazione Disney ufficiale, The Barks Collector introduce anche un personaggio importante per la genealogia di Gastone. Un articolo del barksista John Nichols, pubblicato nel numero doppio 31-32 della fanzine e intitolato “FINE FEATHERED FRIENDS: THE DISNEY DUCKS. Part two: Gyro Gearloose, aninterview”, suggerisce che la fortuna dei Gander provenga dal nonno di Gastone, Gemstone Gander (“Gemstone’s the reason Gladstone’s family wound up here. He won the Irish Sweepstakes five times, and finally had to come over here to find a lottery they’d let him enter. Got to the point he wasn’t allowed to buy a ticket for the Irish one”). Dal momento che questo sarebbe attualmente uno spazio vuoto nella continuity ufficiale e, dato che l'articolo in questione di fatto prova a spiegare la caratteristica principale della famiglia Gander, lo considero degno di nota.

Gastone ha anche due prozii: il prozio Guberto, dal quale ha ereditato la casa in cui vive, menzionato in Gastone e l’eclissi di fortuna (Barosso/Scarpa, 1962), e il prozio Coodle O'Luck, che appare in carne e ossa in Gastone e il cugino dimenticato (Faccini, 2005). Inoltre, in Zio Paperone e l'incentivo dell'eredità (Chendi/Bottaro, 1971), Gastone riceve un'eredità dal suo “lontanissimo parente” Jellat De' Scalognati; il loro grado di parentela è, tuttavia, ignoto.

Coodle O'Luck in Gastone e il cugino dimenticato (Faccini, 2005)

Altri parenti sparsi (probabilmente antenati) sono mostrati in Gastone e la luna storta (Faccini, 2014), rispettivamente: Gappo Buonasorte, Paperella De Quadrifoglis, Fortunio ?Paperunio? (il cognome non è completamente leggibile) e Felice Cornucopia. Nella stessa storia, Gastone incontra anche il suo sfortunato bis-bis-bisnonno Badstone Badluck in un luogo onirico in cui il tempo pare essersi fermato. Tale incontro riporterà Badstone alla sua epoca e lo renderà fortunato, cambiando perciò il suo destino.

 Badstone Badluck in Gastone e la luna storta (Faccini, 2014)

Ancora altri parenti vengono mostrati da Marco Gervasio nel capitolo Dolly Paprika (Gervasio, 2017) della sua recente saga su Fantomius: Samantha Gander, prozia di Gastone, suo marito Clement Duck e le loro figlie Margaret e Dolly Duck (vera identità di Dolly Paprika), partner dello stesso Fantomius.

    PARENTELE CONTROVERSE
In Qui Quo Qua esattori (Barks, 1946), Paperino afferma di aver prestato un libro a sua cugina Mehitabel Mudhen per evitare di saldare un conto in sospeso. Nella storia, non è specificato se tale personaggio esista realmente o se il nome sia inventato da Paperino (come nel caso del “Marmaduke Mallard” menzionato in questo post), ma suppongo che avrebbe poco senso inventarsi il nome di un parente di fronte ai propri nipoti. Si tratta comunque della sua unica menzione e, siccome non si conoscono altri Mudhen e siccome lo spazio per la madre dei nipoti di Gastone è tuttora vacante, suggerirei che potrebbe ricoprirne il ruolo. Ciò la renderebbe una cugina acquisita di Paperino.

 Mehitabel Mudhen in Qui Quo Qua esattori (Barks, 1946)

In Paperino e il papero preistorico (Fallberg/Strobl, 1960), Nonna Papera mostra un albero genealogico della famiglia dei Paperi e, come Paperino commenta, Gastone si trova sullo stesso ramo di Blackduck, il pirata. Oltre a questa citazione, nulla è detto riguardo al personaggio, se sia ancora in vita e che grado di parentela abbia esattamente con Gastone.

Blackduck in Paperino e il papero preistorico (Fallberg/Strobl, 1960)

Oscar Paperone fa il suo debutto in Zio Paperone e l'amuleto su misura (Chendi/Scarpa, 1962) come nipote di Paperon de' Paperoni. Vive lontano da Paperopoli e non è né fortunato (come Gastone e praticamente il resto della sua famiglia) né sfortunato (come Sadstone), ma è uno iettatore che porta accidentalmente sfortuna a Paperone (facendogli perdere “venti miliardi per ogni minuto secondo”) e fortuna a Rockerduck (raddoppiandone la ricchezza). Oltre a essere nipote di Paperone, apprendiamo che è anche cugino di Paperino e, siccome il suo cognome è lo stesso di Gastone, si potrebbe pensare a una qualche connessione tra i due personaggi. Purtroppo, non sono mai apparsi insieme.

Oscar Paperone in Zio Paperone e il nipote portasfortuna (Chendi/Scarpa, 1966) 

Nel 1975, il redattore del settimanale olandese Donald Duck Thom Roep vuole pubblicare il classico barksiano Paperino contro l'uomo d'oro, ma, non avendo ricevuto tutte le pagine della storia dalla Danimarca, decide di riscrivere i dialoghi per dare un senso alle poche tavole di cui è in possesso. In questa nuova versione, viene menzionato che un cugino di secondo grado di Gastone, Snek Snavel, è recentemente deceduto.

    I PARENTI INEDITI
Esistono alcuni parenti tuttora inediti, ma che potrebbero essere introdotti in future storie Disney: si tratta di Wayward D. e Luckstone Gander, ideati dall'autore Rob Klein e comunicatimi personalmente dallo sceneggiatore una volta appreso dell'esistenza di questo progetto. Secondo Klein, questi personaggi sarebbero rispettivamente il padre e il fratello gemello di Sadstone (“The backstory is that as soon as they came out of their mother, or the egg, Sadstone started having bad luck, and his twin had only good things happen to him”).

    TENTARE UNA RAPPRESENTAZIONE
Unire Shamrock e Clyde in un unico personaggio potrebbe non sembrare un problema inizialmente. Dal momento che Il festival dei paperi è narrata da Paperino mentre commenta vecchie diapositive, potremmo presupporre che la vicenda sia accaduta in un passato in cui Shamrock era ancora bambino; l'assenza dei nipotini di Paperino potrebbe avallare questa tesi senza contraddizioni e il piccolo potrebbe essere poi cresciuto e diventato il ragazzo che vediamo ne L'aspirante Marmotta, quando incontra i tre paperini per la prima volta. Questa teoria sarebbe però in contraddizione con la storia brasiliana in cui appaiono sia Shamrock che i nipoti di Paperino, perché lì si vede chiaramente che non hanno la stessa età. Il problema con Gastoncino riguarda – come dicevo sopra – la frase pronunciata da Gastone a proposito del loro ultimo incontro, perciò si tratta con molta probabilità di un ulteriore nipote.

Anche le due cuginette di Gastone sembrano molto piccole, perciò preferirei considerarle come le figlie di qualche cugino di Gastone; dopotutto, anche Qui, Quo e Qua chiamano Gastone “cugino” invece che “zio” nelle storie di Barks (ad esempio: qui o qui). Per questi due personaggi femminili, ho utilizzato i loro nomi francesi (Rose e Elise), siccome nella versione originale rimangono anonime. Per quanto riguarda il padre delle cuginette, la mia scelta è ricaduta sul cugino Luckstone, secondo indicazione di Klein (“And that very lucky Gander – Sadstone's twin – should be the father of the very lucky girl twins – Elise and Rose –, who were shown – or, at least assumed, and needed – to be very lucky in the Shamrock story”).

Elise e Rose nella traduzione francese di Paperino e il festival dei paperi

A proposito di Oscar: inizialmente, lo avevo pensato come un ulteriore fratello di Sadstone (credevo avrebbe avuto senso), ma ciò non lo avrebbe reso né nipote di Paperone né cugino di Paperino, perciò ho ritenuto che l'unico modo per rispettare queste parentele fosse collocarlo come fratello di Gastone. Alcuni teorici (come Gilles Maurice) lo vorrebbero figlio di Matilda (in seguito a una eventuale separazione tra Daphne e Goosetave), ma non lo considero necessario. È vero che non sarebbe tecnicamente nipote di Paperone senza la parentela con Matilda, ma ciò vale anche per Gastone.

Per quanto riguarda il prozio Guberto, ho deciso di utilizzare il nome presente nella versione francese (Gilbert) poiché suona più internazionale. Mehitabel Mudhen è stata collocata – come anticipato – come cognata di Gastone, Blackduck il pirata come padre di Badstone (poiché entrambi hanno a che fare con il mare) e Disraeli come figlio di zia Esmeralda (siccome entrambi vengono ricordati come parte dell'infanzia di Gastone nelle rispettive storie). Ancora una volta, dopo vari scambi di e-mail, Rob Klein ha suggerito il nome “Boffo Beakface” come anglicizzazione di Snek Snavel, e l'ho accettato.

Gilbert nella traduzione francese di Gastone e l’eclissi di fortuna (Barosso/Scarpa, 1962)

Ho anche accettato l'idea iniziale di Rosa di avere Susiebelle Swan come prozia di Gustavo. Ero in realtà perplesso all'inizio poiché nella storia viene detto che ha nominato Gastone come suo unico erede, perciò non avrebbe potuto morire prima della sua nascita e anzi avrebbe dovuto conoscerlo. Quindi, il fatto di essere più anziana di ben tre generazioni mi sembrava strano e ho dovuto pensarci un po', ma poi mi sono ricordato delle zie di mia nonna che erano ancora in vita durante i miei vent'anni, perciò ho reputato che non fosse impossibile. Come Susiebelle Swan, anche Jellat De' Scalognati ha nominato Gastone suo unico erede, perciò non dovrebbe essere troppo lontano cronologicamente; l'ho collocato come una specie di zio/cugino alla lontana e l'ho agglomerato nel ramo “Badluck”, siccome mi sembra la traduzione ideale per il cognome che ha nella versione italiana.

L'unico personaggio presente nella seguente rappresentazione che non ho ancora menzionato è Lochbert Gander, un antenato di Gastone citato in Paperino e il castello stregato (Lockman/DeLara, 1955), come il marito della figlia di McTavish Duck (antenato, seppure in maniera differente, sia di Paperino che di Paperone).


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano Rob Klein per la preziosa e costante consulenza e l'utente farmspirit del forum The Feathery Society per la rappresentazione grafica finale (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

giovedì 13 gennaio 2022

Una chiacchierata con... Cèsar Ferioli

La nostra ultima chiacchierata risale al 2011, undici anni fa, e si era conclusa con la sua frase “irreparabile tempus fugit”. Vediamo cosa è successo nel frattempo...
 
SC: Simone Cavazzuti
CF: Cèsar Ferioli

SC: È stata per me una piacevole sorpresa trovare il tuo nome all’interno del volume collettivo Mickey All Stars, edito dalla casa editrice francese Glénat. Come è stato realizzare una tavola che si dovesse incastrare narrativamente all’interno del lavoro di altri artisti, ognuno con uno stile personale e differente? Quando hai scritto la tua gag, avevi già modo di sapere come si sarebbe sviluppata la storia o si trattava di un continuo work in progress?
 
CF: A dire il vero, l’incarico era libero. L’unica condizione era che Topolino nella prima vignetta dovesse entrare da una porta, e nell’ultima uscire per un’altra. Quel che succedesse lungo la pagina era affare nostro, e nessuno aveva modo di sapere quale fosse l’autore precedente o quello che veniva dopo (se ben ricordo), in modo che loro, nel montaggio finale, immagino che abbiano deciso l’ordine.

La tavola di Ferioli per il volume francese Mickey All Stars

SC: L’anno scorso [2020], in Francia, è stata ristampata una tua storia che non conoscevo, Twice Upon a Time (Åstrup/Ferioli, 2011) e, leggendola, mi sono davvero commosso per la sua intensità e per la riflessione su quanto un singolo istante possa effettivamente cambiare il corso della vita. Ovviamente, questo tema era già presente nel film a cui la sceneggiatrice della storia si è ispirata (Sliding Doors), ma come ti sei sentito a trasformare quel testo in disegni? Graficamente, le tavole sono suddivise in due parti quasi simmetriche che dimostrano come potrebbero andare le cose in entrambe le direzioni; quanto ti ha messo alla prova a livello creativo/artistico questo tipo di rappresentazione?
 
CF: Era una sceneggiatura di Maya Åstrup, e la ricordo bene per la sua particolarità. Conoscevo anche il film. Ricordo una certa difficoltà nel risolvere gli shot per mostrare le storie parallele, ma in complesso la storia filò liscia. Questo genere di discorsi nuovi nelle sceneggiature è sempre molto interessante. Se i fumetti sono stati sempre una fonte di contenuti per il cinema, è bello che ogni tanto ci restituiscano qualche idea innovativa.
 
Esempio di narrazione parallela in Twice Upon a Time (Åstrup/Ferioli, 2011)

SC: Al di fuori di questa storia in particolare, pensi che Donald e Daisy potrebbero mai sposarsi o preferisci immaginarli nel loro eterno limbo immutabile?
 
CF: Preferisco che il loro rapporto rimanga lo stesso. Spesso tutto crolla quando si cade nella consuetudine familiare: le storie sarebbero diverse e sempre condizionate dal legame. Il fatto che i personaggi tra di loro non abbiano dei legami ben definiti permette una più grande libertà creativa.
 
SC: Da INDUCKS, vedo che stai attualmente lavorando a una storia in cui, stando alla descrizione fornita sul sito, appare il padre di Gastone (!). Se questa informazione fosse corretta, sarebbe un’ottima notizia per chi come me si occupa di genealogia papera, trattandosi di un personaggio che (fuori dall’albero genealogico di Don Rosa) non era mai apparso in storie a fumetti prima d’ora.
 
CF: È vero, e questa storia la sto proprio inchiostrando in questi giorni. La sceneggiatura era schizzata, e ho fatto una ricerca per sapere se questo personaggio esistesse in precedenza, trovando il famoso albero genealogico creato da Don Rosa. Comunque, in questa storia, il padre di Gastone è un militare non troppo orgoglioso di suo figlio. Ho cercato di combinare il disegno di Rosa con l’idea di un sergente un po’ alla “britannica”.

Il severo padre di Gastone raffigurato da Ferioli

SC: Che rapporto hai con il personaggio di Gastone? Ricordo ancora la tua storia realizzata come tributo a Barks e non mi era sembrato troppo simpatico e, nel finale, non si poteva dire che avesse avuto la meglio.
 
CF: La storia del tributo a Barks è stata la mia unica sceneggiatura. Come omaggio mi sono mantenuto stretto al cliché del personaggio, il finale non buono per Gastone è il desiderio che molti di noi hanno sempre avuto.
 
SC: Trovi che in Olanda (e forse in generale nel Nord Europa) ci sia più libertà su certi temi nelle storie a fumetti Disney?
 
CF: Libertà? Non saprei dirti… forse negli ’80, specialmente in Olanda. Adesso siamo tutti sotto controllo della Disney e il politicamente corretto, perciò i criteri, in sostanza, sono più o meno gli stessi dappertutto.

SC: Mi sembra di ricordare un amico di Qui, Quo e Qua sulla sedia a rotelle...
 
CF: Sì, ricordo quel papero in sedia a rotelle. Forse una creazione degli autori olandesi. L’ho disegnato in una sola storia e ho adoperato i modelli di storie precedenti che mi sono state fornite dagli editori.

Un bellissimo Paperino di Ferioli

SC: Al momento su cosa stai lavorando? Ti ho chiesto solamente di progetti Disney, ma hai avuto modo di realizzare qualcosa al difuori di questo universo?
 
CF: Siccome i prezzi non sono variati dal 2007! (anzi in qualche caso pagano anche meno!), sono costretto a lavorare per più editoriali, sempre sul piano dei Main Standard Characters della Disney (Danimarca, Olanda, Italia…), ma sto anche facendo qualche altro personaggio, come Bamse, ogni tanto per l’Egmont svedese.
 
Qualche tempo fa ho iniziato un progetto con Jukka Heiskanen, creando dei personaggi propri per una sua storia che si è concretizzata finalmente in un racconto illustrato, colorato dalla superba Cris Alencar. Comunque, non è ancora stato pubblicato ed è da un po’ che non ne parlo con Jukka.
 
SC: Come i recenti accadimenti mondiali hanno condizionato il tuo lavoro o il tuo modo di rapportarti a esso (se l’hanno fatto)? E a cosa ti piacerebbe dedicarti in futuro?
 
CF: Gli ultimi sono stati degli anni difficili, e ancora non ne vedo la fine: la crisi economica iniziata nel 2008 che ci ha resi “quasi” tutti più poveri (ci sono quei pochi che diventano sempre più ricchi sulle spalle degli altri), la pandemia del Covid-19 e la minaccia climatica che incombe sul pianeta e della quale non saremo capaci di fare un granché per evitarla… 

Sul piano personale si invecchia (un fatto biologico normale), ma non lo si può fare in pace nel vedere come va tutto e come questo ti arriva e ti genera dei grossi problemi e continui motivi per preoccuparti. Avere cura degli anziani 24 ore su 24 (la suocera che vive con noi che ha dei grossi problemi di salute), vedere che i figli lavorano tantissimo e sono mal pagati (l’unica soluzione è andare via dal paese), ecc. Niente che non possa vedere da te stesso nella tua propria realtà, penso…
 
Cèsar Ferioli nel 2009

SC: Quanto tempo, in media, impieghi a lavorare su una tavola nelle varie fasi? (bozze preparatorie, matita, inchiostro…)
 
CF: Questa è forse la domanda che mi è stata posta più volte lungo la mia carriera. Non potrei dirti… molte sono le variabili da considerare: la voglia con cui prendi la storia, il tuo “momentum” personale, la difficoltà della sceneggiatura e la quantità di personaggi o cose che vi appaiono, il fatto che sia l’inizio della storia o la fine (quando ormai tutto quanto è in testa)… Prima controllavo di più, adesso vado avanti quando “si puote, ciò che si vuole…”
 
SC: Quale è il tuo approccio quando ricevi una nuova sceneggiatura? come inizi a pensare alla resa grafica?
 
CF: Leggerla, innanzitutto. E visualizzarla. Se ambedue le azioni sono concordanti nel tempo, vuol dire che la sceneggiatura è buona e ben spiegata. Se non riesco a visualizzarla in modo immediato, so che avrò dei problemi.
 
Molti anni fa mi servivo di libri per cercare gli oggetti o certi personaggi da disegnare. Adesso, con la ricerca delle immagini sul Mac, si fa tutto. Però i vecchi libri ancora non mi decido a buttarli via… non li adopero, ma non mi piace distruggere i libri. Forse finirò per farlo, so quanto duro sia ereditare delle case piene zeppe di roba inutile… non si finisce di svuotarle mai.
 
SC: C’è qualche storia che ancora, a distanza di anni, ricordi a causa di qualche particolare nel corso della sua lavorazione?
 
CF: Molte. Quelle più popolari come la saga di Mythos Island o quella di Shambor, ma anche, come dici, storie che hanno segnato qualcosa sul mio percorso professionale o fatti accaduti nella mia vita personale. Anche se è un fatto che si è mitigato lungo gli anni, è un po’ come se adesso fossi in grado di dissociare meglio quel che disegno e quello che mi capita lungo la vita. Comunque, ancora me ne ricordo, ogni tanto… come la storia che dovetti interrompere più di un mese mentre ero ricoverato all’ospedale per il Covid-19 e quanto mi costò essere in grado di ricuperare la capacità di lavorare.

Topolino e Paperino in Mythos Island

© Disney per le immagini pubblicate.