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domenica 9 giugno 2024

Tanti auguri a Paolino Paperino e...

Come è noto, oggi, 9 giugno 2024, ricorrono i 90 anni dalla prima apparizione sul grande schermo di Donald Duck, avvenuta nella Silly Symphony The Wise Little Hen (dir. Wilfred Jackson, 1934). Il giovane Paperino di questo cortometraggio è il degno vice-presidente dell'Idle Hour Club (Club dei Fannulloni), capitanato dall'amico Peter Pig (Meo Porcello). I due, infatti, rifiutano il loro aiuto alla chioccia titolare dell'episodio, fingendo di avere mal di pancia per evitare di dover lavorare. La gallinella saggia è qui raffigurata con nove piccoli e laboriosi pulcini gialli che la seguono e le forniscono l'ausilio necessario, guadagnandosi, infine, un ricco pasto.


Il successo di Paperino è qualcosa di insolito per un personaggio delle Silly Symphony. Il nostro riesce, infatti, a entrare presto nel novero degli standard character e a condividere la scena con Topolino e Pippo, per poi distaccarsene, avere una propria serie di tavole settimanali sui quotidiani, di cartoni animati, di strisce quotidiane, di vere e proprie avventure nei giornalini a fumetti di cui è unico e incontestabile protagonista... e il resto è storia. La fama di Paperino è oggi evidente e non sono pochi gli autori e i lettori che lo prediligono ai suoi compari. Non va dimenticato che gran parte del merito va ascritto a Carl Barks  che gli ha costruito un universo attorno (fornendogli amici, parenti e indicando uno stile ben preciso per i suoi comics e ai suoi colleghi che ne hanno raccontato le gesta fino ai nostri giorni.

Ma, se del papero con la giubba da marinaio sappiamo tutto e di più, che ne è stato dei suoi comprimari originali, che, a ben vedere, meritano di celebrare questo anniversario quanto lui? Nell'articolo odierno, vorrei ripercorrere, attraverso un rapido (ma più completo e preciso possibile) excursus, i percorsi paralleli intrapresi da Meo Porcello e dalla gallinella saggia.

MEO PORCELLO (PETER PIG)


Così come Paperino, Meo esordisce in The Wise Little Hen e nella tavola promozionale illustrata da Tom Wood. Le sue origini sono, però, contraddittorie: nei comunicati stampa pubblicati all'epoca sui vari quotidiani, si possono riscontrare diverse posizioni riguardo a una sua eventuale parentela con i tre porcellini ("the Three Little Pigs were greatly concerned over the safety of their distant cousin, Peter Pig"; "Peter Pig is no relation to the Three Little Pigs but comes of the Back Bay Pigs"). Nell'animazione, Meo affianca nuovamente Paperino in The Band Concert (dir. Wilfred Jackson, 1935), ma è su carta che avrà una vita più duratura. Esclusa la riduzione/rivisitazione a fumetti del corto d'esordio (Osborne/Taliaferro, 1934) e qualche fugace apparizione in gag pubblicate sui giveaway del Mickey Mouse Magazine, il primo ruolo importante che il simpatico porcello ricopre è quello di giornalista in Paolino Paperino inviato speciale (Pedrocchi, 1938). Qui, i due amici si ritrovano dopo anni e vengono assunti dal signor Linotipi come inviati speciali per il suo quotidiano, l'Altro Mondo. Il pericolosissimo compito affidato ai due fannulloni è quello di recarsi al confine tra due Stati in guerra per potere scattare fotografie inedite e, come se non bastasse, i loro tentativi sono ostacolati da un altro reporter senza scrupoli, Bartolomeo Circonlocuzioni, detto "il Gatto", che lavora per il quotidiano rivale, il Mondo Intero. Al termine dell'avventura, i nostri avranno la meglio sul concorrente e il signor Linotipi assegnerà loro un nuovo incarico in Paperino fra i pellirosse (Pedrocchi/Pinochi, 1939), dove saranno nuovamente contrastati dal Gatto, ora esattore delle tasse. L'ultima (breve) apparizione in una storia di Pedrocchi avviene in Paperino chiromante (Pedrocchi/Pinochi, 1939/40). In seguito a questi pionieristici racconti, Meo Porcello scompare dalle scene per ritornare brevemente nella storia di raccordo inclusa nel volume Walt Disney presenta Paperino (Boschi/Carpi, 1993), in cui lo scopriamo essere diventato impiegato dell'ufficio abbonamenti del giornale La Gazzetta del Mezzo Pomeriggio, e per venire ricordato in una vignetta della corale 60 anni insieme con Topolino (Boschi/Camboni, 1994). Le cose sono andate ben diversamente se prendiamo, invece, per buono quanto rivelato in una pagina del Diario di Paperina (Hasselaar, Beekman/Heymans, 1994) pubblicata sul numero commemorativo per i 60 anni di Paperino. Qui, infatti, una amica di Paperina (Cotelette Krul) le fa visita in compagnia di Meo, che rivela al vecchio compare di essere diventato ricchissimo grazie al business dei computer ("Ho quattro case e un castello, e non devo lavorare un solo giorno di più"). Altri dieci anni passano ed è il tempo di una nuova storia celebrativa, 70 jaar buikpijn! (Geradts/Alfonso, 2004). Da tempo, Paperino fa sempre lo stesso sogno: vive su una casa galleggiante e ha un forte mal di pancia, mentre il vicino suona la sua fisarmonica. Coincidenza: il club di Paperina sta ospitando una conferenza dell'esperto sognologo (dreamologist) Meo Porcello, che riesce a trovare le interpretazioni nascoste delle immagini oniriche. Paperino si presenta e scopre che l'esperto fa il suo stesso sogno ricorrente, solo che è lui a suonare la fisarmonica. La soluzione è fornita da Henriëtte Hen: un tempo i tre erano realmente vicini e loro non la avevano aiutata nel momento del bisogno, dimenticandosi poi l'accaduto. Tutta la storia è un omaggio ben riuscito al cortometraggio in cui i tre personaggi hanno debuttato. Un punto di svolta significativo si ha pochi anni più tardi, con Paperino e il certame del nipotame (Pesce/Gula, 2008). Infatti, qui  e nella successiva Paperino e la pigrizia... a doppio taglio (Ambrosio/Soldati, 2010) —, il nome del porcello diventa Pigeon Pig e apprendiamo che si tratta nientemeno che del nipote del sindaco di Paperopoli. Curiosamente, in questa storia, la casa galleggiante di Paperino funge da sede del "Club degli Oziosi". Interpellato a proposito del cambio del nome, lo sceneggiatore Riccardo Pesce mi ha così risposto: "Meo Porcello suonava molto datato... Pigeon Pig risultava più moderno. Non credo d'aver pensato all'originale Peter Pig. Nel nostro paese, i nomi originali dei personaggi sono sempre stati modificati". Meo compie anche un cameo come amico di Ciccio ("The editors asked for a little role for Peter Pig, so I proposed him as a friend of Gus, as they both are lazy sluggards", mi confida l'autore) in Een dag vol buikpijn (Geradts/Pérez, 2019) e appare nelle tavole (ambientate nel passato) De wijze hen (Geradts/Pérez, Fernández, 2019) e De taartfraude (Beekman/Pikula, 2019), realizzate in occasione degli 85 anni di Paperino, per poi comparire nella serie Young Donald Duck (2019-), che rivisita la gioventù del più famoso papero Disney.

LA GALLINELLA SAGGIA (THE WISE LITTLE HEN)


Come già segnalato, i pulcini della gallinella saggia sono nove nel cortometraggio d'esordio, così come nella tavola su Good Housekeeping e nel volume The Wise Little Hen (1937), che propone una versione in prosa del racconto corredata da illustrazioni, ma diventano dieci nella riduzione a fumetti disegnata da Al Taliaferro, ambientata a Barnyard Village. Il decimo pulcino ha le piume di colore nero e, perciò, è chiamato Blackie. Poco si sa del padre dei pulcini, ma, nel volume sopra citato, la chioccia introduce i vicini ai suoi figli come vecchi amici del loro defunto padre ("Your dear father, when he was alive, was Peter Pig's good friend and helped him often"; "Donald and your father were great friends"). In seguito, la gallinella compie brevissime apparizioni in fumetti apocrifi disegnati dall'artista jugoslavo Vlastimir Belkić e pubblicati nel 1936 su Мика Миш. Ritorna in La chioccia saggia fa da sé (?/Eisenberg, 1952), una rivisitazione della Sinfonia Allegra in cui Meo Porcello è sostituito dal porcellino Tommi e in cui vengono aggiunti Clarabella e Orazio. Qui, i pulcini sembrano essere solamente cinque. Vale la pena menzionare anche l'adattamento in prosa corredato da illustrazioni pubblicato nel libro Walt Disney's Story Land: 55 Favorite Stories Adopted from Walt Disney films (1962), intitolato "Mrs. Cackle's Corn" e scritto da Jean Ayer. Qui, la gallinella viene introdotta come una vecchia amica di Chiquita (Clara Cluck) e le viene dato un nome di battesimo: Katie Cackle. Per evitare di associare Paperino (che nel 1962 era già una star) al racconto, il papero viene rinominato "Daniel Duck" e Meo viene rinominato "Patsy Pig". Le ulteriori apparizioni a fumetti sono condivise con i due ex-vicini e, pertanto, sono le stesse riportate nel paragrafo precedente: 70 jaar buikpijn!, in cui le viene assegnato un altro nome, Henriëtte Hen, e la vediamo tra i membri di uno dei club di Paperina; Een dag vol buikpijn, in cui è, invece, chiamata Wies Liddelhen (gioco di parole che richiama il titolo della Symphony in cui debutta); e De wijze hen, ambientata ai tempi di Barnyard Village, in cui i pulcini sono dieci, ma tutti di colore giallo. A tale proposito, va notato che, in Een dag vol buikpijn, Wies diventa la nuova vicina di Nonna Papera e vive assieme alle sue tre identiche figlie ("her daughters gave a nice light romantic interest for Donald's nephews", spiega l'autore).

Non credo che sia difficile prevedere che ne sarà di questi personaggi: il modo in cui sono stati utilizzati nel tempo sembrerebbe escludere un loro improvviso recupero o una integrazione duratura nell'universo paperopolese. A ogni modo, ritenevo doveroso, in questa giornata, rendere loro omaggio e restituire una scheda che ne ripercorresse le gesta fino a qui narrate in maniera precisa e completa. Dunque, tanti auguri a Paolino Paperino, a Meo Porcello e alla gallinella saggia!


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano gli sceneggiatori Evert Geradts e Riccardo Pesce per le dichiarazioni rilasciate sulle storie da loro scritte.

lunedì 26 aprile 2021

Sulla famiglia di Nonna Papera

Il lavoro compiuto da Don Rosa con i paperi Disney può piacere o meno, ma di sicuro non lascia indifferenti. Pochi altri autori con solo una quindicina di anni di lavoro sono riusciti a essere così influenti e a stabilire standard e gettare basi per ciò che viene comunemente chiamato "canone". In questo post, mi chiedevo nello specifico se la visione del cartoonist statunitense fosse l'unica possibile per quanto riguarda la famiglia di Nonna Papera e ho provato a dimostrare il contrario. Oggi, vorrei riprendere da dove ci siamo lasciati.

Dunque, Cornelius Coot è indiscutibilmente il fondatore di Paperopoli. Ce lo dice Carl Barks e praticamente ogni autore dopo lui; ciò che però Barks non dice, e che chiunque tace prima dell'arrivo di Rosa, è che Coot e la famiglia dei Paperi sono collegati. Ora, lo scopo di questo blog e dei miei post è quello di fare ricerca, vagliare dati in modo oggettivo e riportarli in maniera scrupolosa, perciò — almeno statisticamente — questa parentela non è fondata. 

Nonna Papera è figlia di Clinton Coot (Rosa, 1997)

Come già espresso nello scorso articolo, la maggior parte degli autori considera le due famiglie indipendenti, o quantomeno non fornisce indizi che facciano pensare al contrario, mostrando sempre Paperino e nipoti come estranei alla dinastia Coot. Se questo, per forza di cose, è vero in epoca pre-Rosa, rimane veritiero anche in produzioni successive, come le già citate The Red Duck (Anderson/Colomer Fonts, 1990), The New Year's Curse (McGreal, McGreal/Rota, 2015), ma anche la più recente Le Giovani Marmotte in un'indagine da manuale (Nucci/Zanchi, 2020). Tuttavia, in altre storie (prevalentemente nostrane e risalenti allo scorso decennio), la parentela viene rispettata con grande filologia; si vedano Paperino e la corsa al best-seller (Cordara/Barbucci, 1998), Ricordi ramificati (Pesce/Perissinotto, 2013),  Zio Paperone e il gigante di Paperopoli (Panaro/Migheli, 2014), o ancora Nonna Papera e il fantasma dell'opera (Pisapia/Urbano, 2014), in cui l'anziana papera cita addirittura una zio Cinabro Coot.

Lo zio Cinabro Coot (Pisapia/Urbano, 2014)

Ovviamente, i titoli sono a solo titolo esemplificativo e se ne potrebbero aggiungerne altri per entrambe le fazioni. In linea di massima, si può notare che solitamente si è cercato di ignorare la questione senza porre riferimenti espliciti, penso anche a Paperino pioniere in disgrazia (Gerstein/Vicar, 1997), ma la tendenza (almeno per quanto riguarda la produzione italiana) sembra essere quella di andare verso una "canonizzazione" generale dell'universo donrosiano (dovendo comunque giocoforza tradirlo per quanto concerne la linea temporale).

Cornelius Coot e figlio e una piccola Elvira (Cordara/Barbucci, 1998)

Una terza curiosa interpretazione, che io preferisco dal momento che permette di conciliare i due aspetti senza rinunciare ad alcuno, sarebbe quella di considerare i parenti di Coot introdotti da Rosa, ma comunque scollegarli dalla famiglia dei Paperi. Sembra questa la via suggerita da storie come Zio Paperone e il tesoro di Cornelius Coot (Branca, Gattino/Branca, 2002) o Paperinik e il segreto del giardino discreto (Enna/Usai, 2017). Nella prima viene infatti riportato quanto già raccontato in L'invasore di Forte Paperopoli (Rosa, 1994), vale a dire che la terra dove ora sorge il deposito è stata venduta a Paperone dalla famiglia Coot, ma questa famiglia viene descritta come estranea e l'unico collegamento che i paperi hanno con essa sono delle vecchie memorie dei Coot trovate in una scatola rimasta nel forte (e dunque non ereditata).

La famiglia Coot (Branca, Gattino/Branca, 2002)

Inoltre, Branca e Gattino sembrano indicare che Clinton e Casey (padre e figlio secondo l'autore del Kentucky) sono in realtà entrambi figli di Cornelius. 

Casey e Clinton Coot

"nostro padre Cornelius"

Anche nella storia di Enna viene nuovamente ricordata la vendita della Collina Ammazzamotori da parte di Casey, ma, nonostante l'introduzione di un nipote di Cornelius ancora in vita, tale Elias Coot (con cui tra l'altro Paperino interagisce nei panni del diabolico vendicatore), nessun grado di parentela viene qui accennato o quantomeno alluso.

Elias Coot (Enna/Usai, 2017)

Paperino sembra non essere familiare con Casey 

Dunque, questa sarebbe la strada che io personalmente seguirei, come a dire "salviamo il salvabile", anche perché il lavoro di Rosa funziona molto meglio a sé stante, come universo chiuso, ed è talmente ben delimitato che difficilmente è permeabile e integrabile senza essere distorto o inevitabilmente modificato. Per chiudere questo post, vorrei quindi provare a trovare un sostituto a Clinton Coot come padre di Nonna Papera:


I genitori di Nonna Papera (Fallberg/Murry, 1954)

Il papà di Nonna Papera (?, 1987)

  • In Nonna Papera e i bei tempi andati (Nofziger/Diaz Studio, 1983), è presente un flashback in cui vediamo la piccola Elvira che danza assieme a un altro bambino (stranamente somigliante a Paperone) e a due adulti. Nella storia, non è chiarito se si tratta di un fratello o semplicemente di un amico, perciò viene difficile dire se gli adulti siano entrambi genitori della paperetta o meno.

Elvira e i suoi genitori (?) (Nofziger/Diaz Studio, 1983)


Paolo Paperis (Pedrocchi, 1938)

© Disney per le immagini pubblicate.