Cosa succede quando uno sceneggiatore che ama Zio Paperone vede un disegno che raffigura il miliardario paperopolese in abiti scozzesi? Per nostra fortuna, nell'universo che abitiamo, un tale accadimento ha generato una gran bella storia a fumetti. Zio Paperone e la prova di scozzesità (Stabile/Ermetti, 2023), attualmente in edicola, è stata infatti suggerita all'autore Vito Stabile da un post pubblicato dal disegnatore Libero Ermetti sul proprio profilo Instagram in data 27 marzo 2022.
Il Paperone scozzese di Ermetti |
Ciò che salta subito all'occhio in questa avventura (promossa a pieni voti) è la presenza di Matilda, sorella minore di Paperone. Pur comparendo sporadicamente in alcuni ricordi e racconti ambientati nel passato, Matilda appariva "nel presente" solamente in Una lettera da casa (Rosa, 2004), nella quale si riconciliava con il fratello dopo quasi 25 anni di allontanamento, e agiva, seppur off-screen, in Paperone e il drago di Glasgow (Chamblain/Petrossi, 2022).
Il rapporto tra i due non era certo idilliaco |
Da segnalare, poi, la presenza (in flashback) anche di Piumina, Jake e Ortensia, recentemente visti sul settimanale in L'anniversario misterioso (Vacca/Held, 2021).
La famiglia di Paperone raffigurata da Held |
... da Petrossi |
... e da Ermetti |
Inoltre, va notato che i due personaggi secondari qui introdotti, Alan McWallace e Bonnie Young, sono un omaggio allo storico doppiatore di Zio Paperone, Alan Young.
Alan McWallace (a sinistra) e Bonnie Young (a destra) |
Stabile e Ermetti confezionano, quindi, un titolo che funziona: divertente, romantico, scritto bene e con ottimi disegni. Personalmente, ritengo che ci vorrebbero più storie di questo genere, con una idea interessante alla base, sapientemente sviluppata, che ne giustifichi l'ampio respiro (forse, troppo spesso abusato).
© Disney per le immagini pubblicate.
Non sono particolarmente d'accordo, secondo me è una storia abbastanza debole. Le premesse sono tutto sommato ok, ma la motivazione per Paperone di rimanere in Scozia letteralmente non esiste, passa di punto in bianco a volersi trasferire (certo, c'è la sequenza dove si esercita nelle specialità locali per giorni, ma non c'è niente che faccia pensare ci tenga davvero, al punto che ho pensato inizialmente si trattasse di una finta). Le motivazioni dei parenti per dissuaderlo, poi, sono tremende: a loro manca essere maltrattati? Sua sorella non lo vuole in casa sua... perché? Semplicemente lo status quo non può permettere questo cambiamento e i parenti decidono di andare contro la sua volontà (improvvisa ma legittima) senza di nuovo nessun motivo in particolare. Mi sembra una storia che cerca con tutte le sue forze di giustificarsi e successivamente nella maniera opposta si sforza di non esistere perché altrimenti negherebbe lo status quo. Tolta la patina di nostalgia e riferimenti a Don Rosa la trovo traballante e addirittura triste nelle parti in cui i parenti vogliono fare di tutto perché Paperone non esaudisca il suo desiderio.
RispondiEliminaA ognuno il suo comunque e sono contento che a qualcuno piaccia. Io ne ho apprezzato parecchio i disegni.