giovedì 25 agosto 2022

Il papà di Zio Paperone

Il papà di Zio Paperone potrebbe essere Carl Barks, intendendo colui che l'ha ideato e caratterizzato all'interno di centinaia di storie a fumetti, oppure Fergus de' Paperoni, un poveruomo scozzese dal cuore d'oro introdotto da Don Rosa nella sua famosa Saga. O ancora, grazie alla molteplicità di narrazioni parallele già tangenzialmente incontrate negli scorsi post, potrebbe essere un papero ricco, che ha lasciato a Paperone la sua fortuna. E, curiosamente, è proprio di questo personaggio che vorrei parlare oggi.

Fergus recentemente raffigurato (in maniera piuttosto atipica) in Zio Paperone e il processo numismatico (Martinoli/Panaro, 2014)

Questo altro padre di Paperone, ben distinto da Fergus, viene menzionato da Bob Karp e Al Taliaferro in alcune strisce giornaliere e tavole domenicali pubblicate sui quotidiani statunitensi negli anni Sessanta. La sua prima citazione avviene nella tavola domenicale dell'8 maggio 1960. Qui, Paperino e lo zio recuperano un baule pieno di denaro sepolto nel giardino della villa de' Paperoni. La frase di Paperone, "mio padre non si fidava delle banche!" ("my daddy didn't trust banks!"), lascia intuire che il baule (e, probabilmente, l'intera proprietà) appartenesse un tempo al genitore.


Il ricco padre viene inoltre citato in almeno tre strisce giornaliere: quella dell'11 dicembre 1963, quella del 18 marzo 1966 e quella del 3 ottobre 1968.

Nella prima di queste, Paperone mostra al nipote una poltrona rifoderata personalmente dal padre nel 1912, ripiena di dollari in banconote.


Nella seconda, conversando con un senzatetto, Paperone ricorda di avere abbandonato la scuola al sesto anno ("sixth grade") e che il padre gli ha lasciato venti milioni per iniziare la sua carriera.


Nell'ultima delle tre strisce, alla domanda di uno dei nipotini su come il padre avesse fatto a essere ricco essendo il nonno invece così povero, Paperone risponde: "era uno spendaccione pigro che ha sposato una ricca vedova!" ("he was a lazy spendthrift who married a rich widow!").


Il padre di Paperone dipinto da Karp e Taliaferro è senza dubbio ricco e, almeno nell'ultima parte della sua vita, ha vissuto negli Stati Uniti (ciò è dimostrato dall'utilizzo dei dollari e dalla presenza del suo baule nel giardino della villa di Paperone). Per entrambe queste caratteristiche, lo si potrebbe quasi identificare con il padre di Paperone citato in Paperino e l'incubo dello Zio Paperone (Fallberg/Strobl, 1961), proprietario della banca nella cittadina mineraria situata un tempo vicino a Monte Orso. Inoltre, in Zio Paperone Babbo Natale ad honorem (?/Strobl, 1962), apprendiamo che il padre di Paperone era in società, in quel di Paperopoli, con tale Dreary Duck, pro-prozio di Paperina.



Va comunque ricordato che le strisce giornaliere avevano la valenza di gag istantanee basate su stereotipi della società e non miravano a costituire una continuità narrativa solida e coerente, come dimostrato, ad esempio, dalla tavola domenicale dell'11 dicembre 1960, in cui Paperone ricorda di essere stato un povero contadino da ragazzo, o ancora da quella del 12 maggio 1968, in cui il magnate racconta di essersi fatto da solo.



© Disney per le immagini pubblicate.

2 commenti:

  1. È sempre un piacere leggere un tuo nuovo post. Non conoscevo queste striscie quotidiane e nemmeno questi altri ipotetici padri ricchi di Paperone. Tuttavia alla fine i topi e i paperi si adattano un po' a qualsiasi storia si voglia raccontare quindi ci sta, tanto più che si trattava di strisce dall'intento ironico. Però l'idea che Paperone possa aver ereditato la sua fortuna cambierebbe completamente il personaggio e il rapporto con alcuni dei personaggi. Per esempio Rockerduck è sempre stato chiamato "pivello" da Paperone anche in relazione al fatto che ha ereditato la sua fortuna. Una storia dove si scopre che Paperone nella realtà non si è proprio fatto da solo sarebbe scoppiettante e ci sarebbe proprio da ridere se ci fosse anche Rockerduck😂. Tuttavia temo che non vedremo mai una cosa del genere qui in Italia, nemmeno come linea narrativa alternativa. Ormai tutti i personaggi hanno un po' le loro caratteristiche e per quanto le nuove storie che sto leggendo su topolino siano decisamente più belle e avvincenti di quelle di qualche anno fa moto che si preferisce mantenere sempre più o meno le stesse linee narrative salvo qualche eccezione.

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  2. mi ha sempre fatto morire l'aspetto di paperone con frac e farfallino e occhi da pazzo

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