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lunedì 29 luglio 2024

Riemergono strisce inedite di Ken Hultgren con Paperino!

Sin dalla sua creazione, questo blog riporta nel suo sottotitolo tre parole che possono in qualche modo essere considerate le categorie degli articoli in esso pubblicati: "ricerche, interviste e curiosità". Se, negli ultimi anni, le ricerche e le interviste hanno rappresentato la maggior parte degli scritti, ritengo che ogni tanto sia utile dare spazio anche a qualche curiosità. Ebbene, l'articolo odierno ha, a mio avviso, la stessa intenzione e lo stesso scopo di certi vecchi post, come questi, in cui pubblicavo le rarissime strisce di Topolino di Fred Spencer per il cordone DeMolay (restaurate nel 2011 dallo storico Paul F. Anderson), oppure questi, in cui contestualizzavo le curiose strisce di Lars Bylund realizzate negli anni Trenta per promuovere il dentifricio Vademecum, mettendole a confronto con i disegni originali di Floyd Gottfredson che erano stati utilizzati come riferimento dall'artista svedese. In entrambi i casi, si trattava di materiali per lo più inediti e in larga parte ignoti, soprattutto in Italia (come ricordava l'immenso Luca Boschi qui), e, a distanza di quattordici anni, ho avuto modo di ritrovarne menzione solamente nel libro Disney a fumetti di Alberto Becattini, pubblicato da ANAFI nel 2019.

Ciò di cui scrivo oggi, però, non riguarda strisce apocrife o semi-apocrife, ma vere e proprie strisce ufficiali realizzate nell'ambito delle produzioni sindacate firmate Walt Disney da nientemeno che Ken Hultgren, animatore già coinvolto nella realizzazione di lungometraggi animati come Biancaneve e i sette nani (1937), Bambi (1942) e La bella addormentata nel bosco (1959), nonché autore dell'adattamento a fumetti di Bambi (1942) e del suo "seguito" (1943). Nel settembre 1958, infatti, alla striscia quotidiana di Mickey Mouse, ormai da anni autoconclusiva, se ne affianca un'altra, senza dialoghi, intitolata Mickey Mouse and His Friends. Questa nuova produzione sperimentale prende il via il primo settembre 1958 e viene conclusa il 17 marzo 1962 e i suoi autori sono inizialmente Milt Banta (testi) e Ken Hultgren (disegni), seguiti da Roy Williams (testi), Riley Thomson (disegni), Manuel Gonzales (disegni) e Julius Svendsen (disegni). 

Se, nelle strisce pubblicate, i "friends" di Topolino sono gli stessi che appaiono regolarmente nella coeva produzione di Gottfredson (Minni, Pippo, Pluto, Clarabella e il nipotino Tip), sono recentemente "venute a galla" ben sette prove realizzate da Hultgren in cui figura invece Paperino, sostituito poi in alcune delle versioni definitive. Evidentemente, si è preferito non volere mescolare i due "mondi" dei principali standard character disneyani. D'altronde, come affermerà lo stesso Gottfredson in un'intervista a Malcolm Willits datata 1968: "le due strisce [quella di Topolino e quella di Paperino] venivano a volte vendute a quotidiani concorrenti, perciò se un giornale acquistava Paperino, non sarebbe stato corretto che apparisse nella striscia di Topolino pubblicata dal suo rivale" [trad. mia]. In ogni caso, questa scoperta dimostra quanto la ricerca sull'ingarbugliato mondo dei personaggi su carta possa ancora portare alla luce delle straordinarie perle anche a distanza di sessantasei anni!

Di seguito, riporto alcuni confronti tra le versioni con e senza Paperino. Per visionare la lista delle strisce finora riemerse, rimando a questo link.

4 settembre 1958


8 settembre 1958


11 settembre 1958


13 settembre 1958

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 25 agosto 2022

Il papà di Zio Paperone

Il papà di Zio Paperone potrebbe essere Carl Barks, intendendo colui che l'ha ideato e caratterizzato all'interno di centinaia di storie a fumetti, oppure Fergus de' Paperoni, un poveruomo scozzese dal cuore d'oro introdotto da Don Rosa nella sua famosa Saga. O ancora, grazie alla molteplicità di narrazioni parallele già tangenzialmente incontrate negli scorsi post, potrebbe essere un papero ricco, che ha lasciato a Paperone la sua fortuna. E, curiosamente, è proprio di questo personaggio che vorrei parlare oggi.

Fergus recentemente raffigurato (in maniera piuttosto atipica) in Zio Paperone e il processo numismatico (Martinoli/Panaro, 2014)

Questo altro padre di Paperone, ben distinto da Fergus, viene menzionato da Bob Karp e Al Taliaferro in alcune strisce giornaliere e tavole domenicali pubblicate sui quotidiani statunitensi negli anni Sessanta. La sua prima citazione avviene nella tavola domenicale dell'8 maggio 1960. Qui, Paperino e lo zio recuperano un baule pieno di denaro sepolto nel giardino della villa de' Paperoni. La frase di Paperone, "mio padre non si fidava delle banche!" ("my daddy didn't trust banks!"), lascia intuire che il baule (e, probabilmente, l'intera proprietà) appartenesse un tempo al genitore.


Il ricco padre viene inoltre citato in almeno tre strisce giornaliere: quella dell'11 dicembre 1963, quella del 18 marzo 1966 e quella del 3 ottobre 1968.

Nella prima di queste, Paperone mostra al nipote una poltrona rifoderata personalmente dal padre nel 1912, ripiena di dollari in banconote.


Nella seconda, conversando con un senzatetto, Paperone ricorda di avere abbandonato la scuola al sesto anno ("sixth grade") e che il padre gli ha lasciato venti milioni per iniziare la sua carriera.


Nell'ultima delle tre strisce, alla domanda di uno dei nipotini su come il padre avesse fatto a essere ricco essendo il nonno invece così povero, Paperone risponde: "era uno spendaccione pigro che ha sposato una ricca vedova!" ("he was a lazy spendthrift who married a rich widow!").


Il padre di Paperone dipinto da Karp e Taliaferro è senza dubbio ricco e, almeno nell'ultima parte della sua vita, ha vissuto negli Stati Uniti (ciò è dimostrato dall'utilizzo dei dollari e dalla presenza del suo baule nel giardino della villa di Paperone). Per entrambe queste caratteristiche, lo si potrebbe quasi identificare con il padre di Paperone citato in Paperino e l'incubo dello Zio Paperone (Fallberg/Strobl, 1961), proprietario della banca nella cittadina mineraria situata un tempo vicino al Monte Orso. Inoltre, in Zio Paperone Babbo Natale ad honorem (?/Strobl, 1962), apprendiamo che il padre di Paperone era in società, in quel di Paperopoli, con tale Dreary Duck, pro-prozio di Paperina.



Va comunque ricordato che le strisce giornaliere avevano la valenza di gag istantanee basate su stereotipi della società e non miravano a costituire una continuità narrativa solida e coerente, come dimostrato, ad esempio, dalla tavola domenicale dell'11 dicembre 1960, in cui Paperone ricorda di essere stato un povero contadino da ragazzo, o ancora da quella del 12 maggio 1968, in cui il magnate racconta di essersi fatto da solo.



© Disney per le immagini pubblicate.