Nel 1985, sulle pagine di Exploit Comics 36, lo studioso Leonardo Gori scriveva: "[Luciano Bottaro] è uno dei pochi 'giganti' fra i 'Disney italiani'", aggiungendo poi: "il suo nome è accostabile solo a quelli di Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi". Oggi, a poco meno di quarant'anni di distanza, l'autore rapallese pare essere al centro di una curiosa e più che benvenuta riscoperta. Infatti, nel primo trimestre di questo 2024, Nona Arte/Editoriale Cosmo ha proposto un volume contenente una selezione di dieci storie del giovane pirata Pepito (personaggio di enorme successo in Francia, paese in cui sta per tornare, dopo una assenza di sette anni, grazie all'editore Cornélius) realizzate tra il 1957 e il 1969, mentre Panini Comics è uscita in edicola con un volume della collana Grandi Autori interamente dedicato al Bottaro disneyano, che conta sette storie originariamente pubblicate tra il 1961 e il 2005. Come se non bastasse, Unique Heritage (di cui ho già scritto qui, in merito alla retrospettiva su Daan Jippes) ha dedicato ben due volumi (più un terzo in arrivo, annunciato giusto ieri sera) del suo Les trésors de Picsou (opportunamente sottotitolato "Les grands maîtres de la BD Disney", "I grandi maestri del fumetto Disney") all'opera disneyana dell'autore ligure. Si tratta di un'operazione analoga a quella svolta per Jippes, che punta a raccontare il percorso di Bottaro a un pubblico differente da quello originario.
Nel secondo volume, da ieri nelle edicole francesi, è presente anche un mio contributo sul rapporto di reciproca (!) stima tra Barks e Bottaro. D'altronde, l'influenza del lavoro dell'Uomo dei Paperi è da decenni oggetto di vari studi donaldisti, tra i quali si possono citare "Views on the European Disneys" (1979) di Horst Schröder oppure "Kopisten am Werk" (1983) di Boemund Von Hunoltstein, in cui l'autore mette a confronto vignette tratte dalle storie dei due cartoonist. Von Hunoltstein, che già dal 1979 aveva intrapreso la pubblicazione della sua ricerca sulla fanzine Der Hamburger Donaldist (seppur concentrandosi su storie di disegnatori quali Luciano Capitanio, Massimo De Vita e Giovan Battista Carpi), riprende a occuparsi della relazione tra le storie di Barks e Bottaro nel 2019, sulle pagine (online) del forum ufficiale dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D., fornendo una quantità notevole di nuovo materiale a favore delle proprie tesi e offrendo interessanti riflessioni sul risultato delle proprie indagini.
A ogni modo, come si può notare dalla selezione delle storie nei recenti volumi francesi (e anche, in maniera più concentrata, in quello edito da Panini), il prendere in prestito pose ed espressioni dei personaggi barksiani (principalmente nella prima fase del proprio operato) è stato per Bottaro (come per altri) un esercizio necessario per affinare la grammatica del fumetto Disney, sviluppando poi uno stile completamente originale e altro. Personalmente, sono molto contento della rinnovata attenzione mostrata nei confronti di questa figura chiave del fumetto italiano (disneyano e non solo) e mi auspico che si tratti di pubblicazioni che possano aprire la strada anche alla sua produzione meno conosciuta e meno diffusa. Per il momento, comunque, gioiamo per quello che c'è e rifacciamoci gli occhi perdendoci tra le delicate linee dell'inchiostro sulla carta.
© Bottaro e Disney per le immagini pubblicate.
Ma quanto è bello Bottaro
RispondiEliminaGrande Bottaro, uno dei miei disegnatori preferiti riguardo i fumetti disney. Dovrei recuperare anche i suoi fumetti extra disney!
RispondiEliminaTratto originalissimo e tipiche espressioni dei personaggi...
RispondiEliminaDavvero un grande maestro!
Sempre un piacere la riscoperta di Maestri come Bottaro, Recentemente ho avuto modo di rispolverare storie del suo Re di Picche!
RispondiEliminaRe di Picche che tra l'altro era molto apprezzato proprio da Barks. In una lettera datata 17 maggio 1969, indirizzata all'amico Carlo Chendi, il fumettista dell'Oregon scriveva:
EliminaI enjoyed looking at it [Re di Picche], and even though I cannot read the dialogue, I get a good idea of the story plots. The drawing is superb. We have no artists in America with the ability to caricature the types of people your artists do.
Your little kings of hearts and spades are like actors in an operetta, and your Western cowboys and Indians are the funniest parodies I've seen. My wife, too, liked all the stories. We laughed very much at the outer space story with its traffic jams and temperamental robot. The mob scene on page 40 is worth a frame.
In uno scambio di un paio di anni più tardi, Barks tornerà sull'argomento, sentenziando:
I enjoy looking at them [Re di Picche], and I marvel at the wonderful drawings. Like I said before, America has no art of the fine quality produced by Bottaro, Rebuffi, and the other artists in your group. I will certainly keep these comics with me wherever I go. [...] I want to show the books to other artists [...]. Too many young Americans have never seen good cartoons.