domenica 16 febbraio 2025

Le vere origini di Gennarino

Se sulla affascinante Amelia qualcosa ho già scritto, vorrei dedicare questo articolo al suo fedele alleato, il corvo Ratface. Mentre il personaggio debutta nell'universo Papero grazie alla penna di Carl Barks già nel 1962 (dapprima come anonimo corvo e dal 1963 come il fidato Ratface), è solo due anni più tardi che acquisirà il suo iconico nome italiano, Gennarino, per merito degli infaticabili fratelli Abramo e Giampaolo Barosso. I Barosso non si limitano, però, solamente al nome, ma tolgono a Gennarino il dono della parola, restituendogli la sua natura più "animale"; una caratteristica rimasta invariata nelle storie italiane, laddove Ratface ha continuato per decenni a esprimersi in perfetto inglese nelle storie di produzione estera. Tenete a mente questa apparentemente insignificante differenza perché ci torneremo più tardi.


Nel 1965, quando George Sherman e Tom Goldberg decidono di produrre internamente presso lo Studio Disney a Burbank nuove storie con la fattucchiera per il mercato non statunitense, la trasferiscono in un castello alla periferia di Paperopoli dove convive con Maga Magò e due corvi chiacchieroni, chiamati Ed e Al, dal nome di Edgar Allan Poe, autore della poesia "The Raven" ("Il corvo"). Oltre ad apparire in una quarantina delle cosiddette storie da esportazione, questa coppia di simpatici uccellacci del malaugurio fa capolino in una manciata di storie brasiliane, nonché in tre racconti italiani (uno dei quali a cura di Guido Martina e due scritti da Bruno Mandelli). Curiosamente, in questi ultimi titoli, i corvi non sono in grado di comunicare con la padrona di casa, proprio come Gennarino.


Come se non bastasse, le cose cambiano ulteriormente con l'avvento della serie animata DuckTales (1987-1990). Qui, infatti, troviamo nuovamente un singolo corvo parlante a tenere compagnia ad Amelia, ma il suo nome è Poe (il riferimento al poeta risulta conservato) e si scopre essere nientemeno che il fratello (!) di Amelia, trasformato in corvo da un incantesimo irreversibile.


Comunque stiano le cose, va tenuto in considerazione che il corvo è un animale che ben si presta all'immaginario oscuro e, non a caso, già nella prima apparizione di Amelia (1961), vediamo la temibile papera nel suo rifugio in compagnia di un corvo, un pipistrello e un gatto nero. Poi, in Paperino e il corvo parlante (Barks, 1962), è intenta a ipnotizzare il corvo di Qui, Quo e Qua, Randolph e, ancora, in The Raven Raiders (?/Carey, 1973), possiede circa una dozzina di corvi che impiega per tentare di recuperare la Numero Uno.

In realtà, un proto-Ratface è già visibile nella prima apparizione della fattucchiera

Per tornare al quesito iniziale, dove si colloca il buon Ratface in tutto ciò? La risposta ci viene fornita da una bella storia danese, Amelia in: le origini di una fattucchiera (Åstrup/Cavazzano, 2021). In questo toccante prequel, difatti, si apprende che Gennarino è in realtà il risultato del primo incantesimo di Amelia: un pupazzo che le era stato donato quando era ancora neonata da sua madre, reso animato. 


Ottimo, dunque, mistero risolto! Ehm... non proprio. Vedete, ci viene fornita un'altra risposta, apparentemente inconciliabile, nel graphic novel The Book of Doom (Blengino, Andolfo/Xella, 2023). In questa peculiare storia, infatti, Gennarino non è altro che l'amico d'infanzia di Amelia, Gennaro, inavvertitamente trasformato da lei in un corvo e impossibilitato a tornare nella sua forma originale. Quanto qui raccontato ricorda da vicino ciò che è successo all'alleato della fattucchiera nella serie animata, motivo per cui, nella traduzione tedesca della storia, il nome del personaggio è stato reso come Poe.

La trasformazione di Gennaro in corvo

Ottimo, dunque, mistero risolto! Ora, abbiamo ben due origini (abbastanza simili) per Gennarino: la versione che lo vuole un pupazzo e quella in cui era invece un papero amico di Amelia. Ma vi ricordate quando, all'inizio dell'articolo, vi ho chiesto di tenere a mente la differenza tra il Ratface parlante e il Gennarino "animale"? Ecco... nelle storie italiane, non c'è spazio per interpretazioni creative come quelle appena discusse: Gennarino è un corvo, punto. E, come tale, si comporta in compagnia di altri volatili puri. Si veda, per esempio, il suo fidanzamento con la corvetta Rosa in Gennarino e l'amore difficile (Concina/Deiana, 2001) o con la colomba Bianchina in Amelia e la cugina fata (Gentina/Vetro, 2007), o la sua amicizia con i corvi Gennargentu e Tiberio e Caio (anche noti come "Fratelli Gracchi") in Zio Paperone e la cupidigia di Cupido (Badino/Limido, 2024). 

Gennarino e Rosa

Qualora questi esempi non dovessero bastare a confermare oltre ogni ragionevole dubbio le sue origini animali, è il caso di ricordare i suoi numerosi parenti corvi al 100%: L’antenato Ciro (Sisti/Castellani, 2015), il cugino Croccantino da Amelia, Gennarino e un attore per cugino (Badino/Molinari, 2006) e, infine, la madre, il cugino Gennariello, due nipotini senza nome e il nonno Gennarone da Amelia e lo sciopero del corvo (Salvatori/Bozzano, 1994). Ebbene, in quest'ultima storia, è anche rivelato che i cosiddetti "corvi Gennari" sono al servizio delle streghe fin dal Medioevo, a partire dal capostipite della famiglia, Gennaro Gennari.


Dunque, come risolvere le incongruenze presentate nel corso della mia dissertazione? Come già ho dichiarato precedentemente, questo non è lo scopo e il fine delle mie ricerche. Ciò che interessa a me è offrire spunti, mostrare i diversi punti di vista attraverso cui medesimi fatti possono essere raccontati, prestando attenzione anche ai meno noti. Trovare risposte univoche a questioni aperte da così tanto tempo non è di mia competenza e lo trovo pure un esercizio poco affascinante. Tuttavia, sarà curioso vedere quale direzione seguiranno le nuove produzioni nel caso vi fossero ulteriori riferimenti alle origini di questo personaggio dal grande potenziale comico.


© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 4 febbraio 2025

Grandi Autori, Disney Masters e Les Trésors de Picsou: tre pubblicazioni a confronto

Quando scrivo su questo blog, sarò sincero, non ho in mente una tipologia di lettore in particolare. Banalmente, pubblico quello che interessa a me e che immagino potrebbe interessare a un ipotetico appassionato con un background simile al mio. Qualcuno che abbia ben salde in mente le basi del fumetto Disney, che saprebbe ripetere come tabelline autori, personaggi e storie fondamentali... o, molto più semplicemente, che si sia almeno letto i miei post precedenti, in modo da non dovere ogni volta ricominciare da capo a specificare ogni singolo dettaglio. Per un fruitore come il sottoscritto, che ha avuto modo di assimilare migliaia e migliaia di avventure di questi incredibili personaggi, accumulando una modesta collezione di riviste e volumi, non è facile trovare qualcosa di particolarmente imperdibile nel vasto panorama delle pubblicazioni odierne. Certo, alcune belle storie vengono ristampate in edizioni più "prestigiose", in libri veri e propri, e reputo che possano essere dei bei regali da fare per "iniziare" un amico o un parente, ma il mio desiderio è rivolto altrove. Con l'articolo di oggi, vorrei fare il punto su tre collane per certi versi simili, recuperandone la storia editoriale, descrivendone i contenuti e tentando di fare una sorta di paragone (ben cosciente di tutti i limiti del caso), valutando quelli che considero i loro pro e i contro. Nello specifico, mi riferisco alla nostrana Grandi Autori, alla statunitense Disney Masters e alla francese Les Trésors de Picsou.


GRANDI AUTORI

La storia di questa collana è davvero curiosa: la sua numerazione prosegue, a partire dal numero 83, quella di Speciale Disney, una testata ombrello esistente sin dal 1994, al cui interno si sono susseguiti diversi cosiddetti "Vattelapesca" tematici e raccolte di ristampe varie. È solo con il numero 65 (maggio 2014) che le cose iniziano a cambiare e la collana comincia ad assumere le sembianze di un progetto coerente. Topolino Black Edition (dedicato alle "più belle storie noir scritte da Tito Faraci"), infatti, inaugura un ciclo antologico rivolto ad autori e disegnatori italiani, il cui numero di pagine risulta essere 372 e il prezzo 7,90 €. Esclusi i numeri 66 (agosto 2014) e 71 (agosto 2015), entrambi intitolati Io Paperino, il numero di pagine e il prezzo rimangono invariati sino al numero 80 (maggio 2018), Topolino Extra Edition (dedicato ai "casi più appetitosi dell’agente speciale Ciccio degli G.N.A.M., 'cucinati' da Riccardo Secchi"), finché il primo si ridurrà sempre più per attestarsi sulle attuali 244 (a partire dal numero 99) e il secondo aumenterà invece di dieci centesimi, raggiungendo (a partire dal numero 95) gli 8 euro tondi. Anche la struttura di queste raccolte — che hanno assunto i nomi di Black Edition, Platinum Edition, Gold Edition, Diamond Edition, Fluo Edition, Pink Edition, Evergreen Edition, Sunny Edition, Classic Edition, Extra Edition, Flash Edition, Writers Edition, Metal Edition e Neon Edition  si è modificata nel tempo. Se, infatti, i primi sei volumi contenevano commenti degli stessi autori coinvolti per ogni loro storia pubblicata, a partire dal numero 73 (marzo 2016), si ha una sola prefazione e una postfazione scritte da autori differenti a quelli a cui sono dedicati i volumi (senonché, a partire dal numero 80, la postfazione diventa un'intervista all'autore di riferimento e, alcuni numeri dopo, ritorna a essere un articolo scritto di proprio pugno dallo stesso autore). 

"Che confusione!", cantava qualcuno, ma non è finita qui! La collana, come si scriveva, acquisisce il titolo ufficiale Grandi Autori sul retrocopertina già dal numero 83, ma è solamente con il 99 (dedicato a Giorgio Cavazzano) che tale titolo inizia ad apparire univocamente sulle copertine dei volumi. Del numero di pagine e del prezzo si è già discusso, la periodicità è trimestrale, ma anche la struttura merita un accenno, visto che cambia nuovamente. Ora, si hanno preziosi approfondimenti sulla biografia degli autori in esame, sulle loro opere proposte e sul contesto storico in cui esse sono state realizzate. Tali testi sono stati sinora curati da Davide Del Gusto (numeri 99-103), Marco Travaglini (104) e Alberto Brembilla (105 e 106). Inoltre, il numero 104 risulta essere l'unico al momento rivolto a un autore non italiano, considerando anche le varie Edition. Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:


DISNEY MASTERS

Tra le tre, Disney Masters risulta sicuramente la collana con la storia editoriale più lineare e meno suscettibile a variazioni. Si tratta di volumi cartonati da libreria antologici che propongono storie realizzate da diversi autori con un numero di pagine che oscilla intorno alle 200 e un prezzo mantenuto a 29,99 $ dal numero 1 (maggio 2018) al numero 23 (marzo 2024), per poi alzarsi a 34,99 $ a partire dal numero 24 (maggio 2024). Così come il suo numero di pagine, la periodicità di questa pubblicazione risulta essere indefinita e variabile: nel 2018, vedono la luce 5 numeri, 4 nel 2019, 5 nel 2020, 4 nel 2021, 3 nel 2022, 1 nel 2023 e 3 nel 2024. Diversamente da Grandi Autori, inoltre, il contenuto editoriale è parecchio ridotto e, salvo alcune rare occasioni, si limita a una singola breve biografia/commento dell'autore a cui il libro è intitolato (peraltro ristampata tale e quale nei volumi successivi al primo dedicati allo stesso autore). Tali testi sono stati sinora curati da Francesco Stajano e Leonardo Gori (numeri 1, 5, 8, 17 e 23), Armando Botto (2 e 16), Germund von Wowern (3, 7, 13, 15 e 21), Joe Torcivia (3, 13, 15 e 21), David Gerstein e John Clark (4 e 18), Freddy Milton (4), Luca Boschi (6), David Gerstein (8, 11 e 20), Luca Boschi e Lidia Cannatella (9), Marius Molaug (10), Alessandro Sisti e Luca Boschi (11), David Gerstein e Solveig Thime (12 e 22), Alberto Becattini e David Gerstein (14 e 20), Francesco Stajano (19), David Gerstein e Thad Komorowski (20), Alberto Becattini (23 e 25) e Niels Houlberg Hansen (24). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

26 — Marco Rota (in uscita ad aprile)
27 — Paul Murry (in uscita a luglio)

LES TRÉSORS DE PICSOU

Come nel caso di Grandi Autori, si tratta di una collana che nel tempo ha subito alcune trasformazioni: la sua numerazione prende il via dal numero 3 (estate 2006) e prosegue quella di due numeri pubblicati nelle due estati precedenti (intitolati La Jeunesse de Picsou) contenenti la Saga di Don Rosa. In effetti, così come il suo predecessore dalla vita breve, Les Trésors nasce come un'edizione speciale della testata principale Picsou Magazine, su cui andare a raccogliere le storie di Rosa, Barks e altri autori internazionali. Dal numero 44 (ottobre 2018) al numero 60 (ottobre-dicembre 2022), la collana ospita la ristampa integrale e cronologica dell'intera opera dell'autore del Kentucky, ancorché intermezzata da storie altrui, mentre, a partire dal numero 61 (gennaio-marzo 2023), un nuovo logo e un nuovo sottotitolo ("Les grands maîtres de la BD Disney", ovvero "I grandi maestri del fumetto Disney") rivelano il varo di una nuova formula. I volumi, infatti, iniziano a essere dei mini compendi cronologici dedicati a diversi autori Disney con importanti carriere alle spalle. Anche in questo caso, la periodicità è trimestrale, il numero di pagine è 244 e il prezzo è di 6,95 €. La selezione delle storie, le introduzioni alle stesse, le preziose interviste e gli approfondimenti critici sono mirati a presentare al meglio i fumettisti proposti, contestualizzandone le opere e offrendo un riuscitissimo manuale della loro evoluzione artistica. I testi di queste pubblicazioni sono stati sinora curati da Arnaud Hilmarcher (numeri 61-69), Alban Leloup (61-63 e 67), François Vincent e Jean-Baptiste Roux (62), Simone Cavazzuti (66) e Arnaud Hilmarcher e François Vincent (67). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

70 — William Van Horn (in uscita a marzo)

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Una volta riportate in maniera oggettiva le coordinate principali delle collane, andrò ora a tentare un paragone secondo il mio personale gusto e le mie preferenze. Innanzitutto, però, mi preme sottolineare che ritengo si tratti di tre serie valide e utili tanto ai collezionisti più esigenti quanto a chi necessita di familiarizzare con le opere di questi autori, poiché la selezione delle storie e i contributi aggiuntivi intendono accompagnare il lettore alla (ri)scoperta di questi maestri. Delle tre, come risulta evidente da quanto scritto sopra, Disney Masters è quella più onerosa in termini economici e, considerando anche la scarsità di approfondimenti, qualcuno potrebbe domandarsi se ne valga la pena. La risposta, per quanto mi riguarda, è sì e cercherò di motivarla. Per prima cosa, a differenza delle altre due serie, che escono regolarmente in edicola, Disney Masters è una collana da libreria, dalle dimensioni importanti e, nonostante la quasi assenza di testi critici, il lavoro del curatore si manifesta nella selezione delle storie, nel restauro delle stesse, nella loro traduzione e lettering... In poche parole, vi è dietro un lavoro che punta a offrire il materiale proposto nel miglior modo possibile. A maggior ragione, va tenuto in considerazione che, molto spesso, si tratta di storie inedite in lingua inglese, e ciò rende la collana ancora più appetibile e interessante. Da questo punto di vista, Grandi Autori rischia molto meno, in quanto si limita a ristampare storie italiane già viste ed esattamente come si sono già viste, senza cioè nuovi interventi sulla loro colorazione o sul lettering. Il formato di questa collana è, inoltre, tascabile, poco più grande di un Topolino, e il suo prezzo dovrebbe fondamentalmente essere giustificato dalla selezione delle storie e dagli approfondimenti inediti. Per tale motivo, ad avviso di chi scrive, il rapporto qualità/prezzo di Grandi Autori risulta essere quello un po' più infelice tra le tre. Les Trésors de Picsou, al contrario, pur avendo lo stesso esatto numero di pagine, costa un euro in meno e può vantare un grande formato, abbastanza simile a quello dei Disney Masters, che permette di poter ammirare e apprezzare meglio i disegni. In più, come già scrivevo con riferimento ai quattro volumi dedicati a Jippes, i contenuti inediti e i recuperi di materiale raro sono numerosi e valgono ampiamente il prezzo della testata. Va pure considerato che, tra le tre collane, Les Trésors de Picsou è l'unica ad avere avuto illustrazioni inedite in copertina, realizzate appositamente per il progetto, mentre le altre si sono "limitate" a rielaborare copertine o vignette già esistenti. Per gusto personale, preferisco anche il suo dedicarsi allo stesso autore per più numeri consecutivi, in maniera da esplorare esaustivamente le varie fasi e i periodi del suo percorso. Certo, la lingua potrebbe essere il limite più comune, ma mi sento di confessare che, pur non avendo mai studiato francese, non ho riscontrato grandi problemi nel comprendere quello che leggo e, anzi, direi che ho imparato a masticare la lingua proprio acquistando le pubblicazioni Disney d'Oltralpe. Disney Masters, d'altro canto, pubblica in inglese, che è l'idioma "ufficiale" parlato da Donald, Mickey e compagni. Anche per questa ragione, mi sento di consigliare l'acquisto dei volumi intitolati agli autori americani o a quelli internazionali (le cui storie potrebbero essere di difficile reperibilità in Italia), ma di sconsigliarlo per quelli intitolati agli autori italiani. E ciò non per patriottismo, ci mancherebbe, ma il fatto è che le versioni pubblicate negli Stati Uniti non sono propriamente delle traduzioni, quanto più degli adattamenti (loro usano il termine "localization") ai propri usi e alla propria cultura. I dialoghi delle storie vengono, perciò, riscritti e, per quanto il risultato sia comunque ottimo, ciò può portare a una minore fedeltà al testo dell'autore, in favore di un prodotto più affine ai gusti d'Oltreoceano. Secondo il sottoscritto, i volumi più riusciti di questa iniziativa e che non dovrebbero mancare in una collezione di tutto rispetto sono quelli dedicati ad autori poco ristampati (come quello rivolto ai fratelli Heymans o quello intitolato a William Van Horn), quelli che raccolgono tutti i numeri di una testata passata (come quello dedicato alle storie pubblicate sulla rivista The Phantom Blot) e quelli che si propongono di recuperare integralmente la produzione di un dato autore (come quello contenente l'intera collaborazione tra Freddy Milton e Daan Jippes o i due, su quattro previsti, rivolti all'inossidabile duo composto da Dick Kinney e Al Hubbard).

In chiusura, vorrei spendere qualche riga per consigliare vivamente un'altra collana italiana che sto seguendo con interesse, vale a dire Humour Collection. Nata nel 2022 per pubblicare le grandi saghe da autrice completa (e qualche storia più "breve") di Silvia Ziche, subisce un importante cambio di rotta a partire dal settimo volume. Da Le vacanze di Paperoga... e altre follie (luglio 2024), infatti, si inizia a ristampare in maniera cronologica le storie di Enrico Faccini come autore completo, con un articolo di introduzione curato da Valerio Paccagnella (quelli dei precedenti volumi erano, invece, curati da Davide Del Gusto) e una ricca intervista in chiusura all'autore, nella quale si va a commentare ogni singola storia ristampata, riportando suggestioni, aneddoti e curiosità. Credo che, per come sono attualmente strutturati, questi volumi cartonati dalle 226 pagine, dal prezzo di 16 euro e con cadenza quadrimestrale siano un ottimo strumento per approfondire il percorso degli autori coinvolti e la loro evoluzione e maturazione autoriale e artistica. La speranza è che Humour Collection possa durare il più a lungo possibile mantenendo queste condizioni.

© Disney per l'immagine pubblicata.

giovedì 23 gennaio 2025

Una chiacchierata con... Batem

In occasione della pubblicazione italiana dell'ultimo volume della collana Glénat di fumetti Disney originali, Un lavoro per Paperinik, ho posto qualche domanda senza spoiler al suo disegnatore, Batem (al secolo Luc Collin), un artista belga principalmente noto come il successore di André Franquin nella serie Marsupilami. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
BA: Batem

SC: Come sei entrato nel mondo del fumetto?

BA: All'età di sette anni, ho scoperto che mio papà era abbonato a Spirou! Prima di disegnare le avventure di Marsupilami, ho lavorato per dei giornali scolastici e sono stato il caricaturista di un quotidiano, La Nouvelle Gazette di Charleroi.

Successivamente, sono stato assunto dalla S.E.P.P., una società sorella delle edizioni Dupuis, per lavorare su un progetto di cartoni animati di Marsupilami, ed è così che André Franquin ha scoperto i miei disegni di Marsupilami.

SC: Com'è stato lavorare con André Franquin? 

BA: È stata un'avventura e una scuola straordinaria durante la quale il mio maestro e il mio idolo ha tenuto la mia mano e la mia matita con enorme tatto e grande cura. Ho imparato di più in pochi mesi che nei ventisei anni precedenti!!

SC: Sentivi la pressione?

BA: La pressione c'era, eccome: André Franquin, Marsupilami, Greg e la promessa di una grande tiratura... tutto questo per un volume che doveva essere disegnato in meno di 4 mesi!! Ma ero giovane e avrei fatto di tutto, abbandonato tutto, anche solo per cancellare le matite dalle tavole di Franquin o addirittura per spazzare il suo studio! E, poi, ripeto: Franquin ha fatto di tutto per mettermi a mio agio e rassicurarmi, la favola poteva cominciare!

SC: Prima che Glénat lanciasse la sua serie di volumi Disney d'autore, avresti mai immaginato di lavorare un giorno a un fumetto Disney? 

BA: Prima che Glénat mi proponesse questa collaborazione su Paperinik, non avrei immaginato un giorno di lavorare per questo universo e di vedere uscire un volume Disney con il mio nome in copertina!

Ma da bambino mangiavo tutti i giorni con Paperino. Era lui che decorava la mia tazza e il mio piatto ed è stato il primo personaggio che ho imparato a disegnare (male) a memoria prima ancora di compiere cinque anni.

Il Topolino di Batem

SC: A dire il vero, il tuo primo lavoro Glénat/Disney è stata una pagina di Topolino scritta da Nicolas Pothier e pubblicata nel volume collettivo Mickey All Stars. Come sei stato coinvolto nel progetto?

BA: Non ricordo più come sono stato coinvolto nel progetto Mickey All Stars. Penso che sia stato tramite Nicolas Pothier, che già lavorava con Johan Pilet [ndr. disegnatore di Mickey contre L'Alliance Maléfique], con cui condivido lo studio.

SC: Più tardi, nel 2020, tu e Pothier avete cominciato a lavorare a un nuovo titolo, Un lavoro per Paperinik, in uscita oggi in Italia. Avevi familiarità con i personaggi?

BA: Conosco abbastanza bene l'universo Disney che ha scosso la mia infanzia, ma, sorprendentemente, non conoscevo Paperinik, le cui avventure non venivano pubblicato sulla rivista di Mickey. Ma si tratta di Paperino e dato che ero anche un grande fan di Super Pippo, l'aspetto da piccolo supereroe non ha fatto altro che rafforzare il mio entusiasmo!

SC: Ti sei occupato solo della parte visiva o hai contribuito anche alla trama e alle gag della storia?

BA: Io sono il disegnatore e Nicolas Pothier lo sceneggiatore e, a parte qualche dettaglio grafico, non sono intervenuto né nella trama né nelle gag.

SC: Nel volume, possiamo vedere alcuni schizzi preparatori e model sheet dei personaggi che hai messo insieme copiando le loro pose dagli artisti Disney. Quanto tempo hai impiegato per studiare i personaggi, per imparare a disegnarli e per sviluppare il tuo stile?

BA: Effettivamente, mi sono divertito a ridisegnare i personaggi che ho trovato in qualche libro e su internet per iniziare a farci la mano. È stato, comunque, abbastanza veloce perché l'universo grafico di Marsupilami non è poi così lontano da quello di Paperopoli, e, poi, non ho cercato di appropriarmi dei personaggi rendendoli qualcosa di diverso da quello che mi faceva sognare da bambino. Ho disegnato il Paperino che era sui miei piatti! Almeno, ho fatto del mio meglio!! Ah! Ah! Ah!

Studi preparatori di Paperino e Archimede

SC: Pensi che potremmo vederti disegnare nuovamente questi personaggi? Magari anche come sceneggiatore? È qualcosa che ti interesserebbe?

BA: È ovvio che se le Edizioni Glénat ci propongono un secondo volume delle avventure di Paperinik e di tutta la sua banda, noi lo facciamo! Non so se avrei il tempo o la capacità di scrivere storie per Paperinik, ma in ogni caso, anche se ciò mi interessasse, non credo che riuscirei a farlo bene come Nicolas!

SC: A cosa stai lavorando al momento?

BA: Il prossimo volume di Marsupilami uscirà a febbraio 2025 e sto attualmente lavorando al numero 35, che è sceneggiato da Ced e Kid Troussaint. Ho abbozzato le prime venti tavole ed è previsto per febbraio 2026, contemporaneamente all'uscita del film di Philippe Lacheau!

Una bellissima (e recentissima!) illustrazione di Marsupilami

© Disney per le immagini pubblicate.

domenica 12 gennaio 2025

Indice ragionato degli articoli presenti sul blog

Sulla falsariga del precedente post, ho deciso di compilare un indice analitico degli articoli e delle ricerche pubblicati sul blog negli ultimi anni, suddiviso questa volta per oggetto preso in esame, in modo da avere una sorta di guida di lettura cronologica in base all'argomento interessato.




CICCIO



CUORDIPIETRA FAMEDORO








PAPERINO



giovedì 9 gennaio 2025

Indice delle chiacchierate presenti sul blog (e sul canale YouTube)

Per inaugurare il 2025, anno in cui il blog spegnerà metaforicamente quindici candeline, riporto in maniera ordinata e con i relativi collegamenti l'indice delle chiacchierate svolte nel corso degli anni e che è possibile recuperare sulle pagine di Eco del Mondo e sull'omonimo canale YouTube, suddivise per data di realizzazione.

2010

Michael T. Gilbert

2011

Rob Klein (a cura di Andrea Cara)

2012


2013

Daan Jippes (realizzata per la fanzine Rappet)

2014


2021


2022

Claretta Muci (video) 

2023

Vito Stabile (video) 
Carlo Panaro (video) 
Alex Bertani (video) 
Marco Gervasio (video) 
Roberto Gagnor (video) 
Francesco Vacca (video) 

2024

Sergio Badino (video) 
Massimo Fecchi (video) 

Vi sono poi autori che non ho mai formalmente intervistato, ma con i quali mi è capitato di confrontarmi nel corso delle mie ricerche, così come disegnatori che hanno collaborato con il blog in qualche maniera. Tra questi, ricordo con piacere John Lustig, William Van Horn, Paul Halas, Lucio Leoni, Francisco Rodriguez, Riccardo Pesce, Tim Artz, Diego Bernardo, Federico Butticè, Simona Capovilla, Paolo De Lorenzi e Adrien Miqueu. 

Il presente indice verrà costantemente aggiornato in modo da avere sempre la possibilità di accedere alle varie chiacchierate da un unico luogo di riferimento. Le interviste condotte per altri progetti non saranno incluse, ma mi riservo di dedicare loro uno spazio diverso in futuro.

sabato 21 dicembre 2024

Tirando le somme di questo 2024


Fare un bilancio di un anno in chiusura non è cosa semplice. Per quanto, con il passare delle stagioni, il tempo paia scorrere sempre più velocemente, dodici mesi non sono pochi e racchiudono diversi accadimenti: inizi, fini, evoluzioni, incontri, viaggi, letture più e meno piacevoli... Insomma, il rischio di tralasciare qualcosa è dietro l'angolo! Per quanto riguarda il blog che state leggendo, è stato sicuramente un anno differente dai precedenti: sono diminuite drasticamente le ricerche (soprattutto quelle genealogiche, che hanno costituito un importante tassello dalla riapertura avvenuta nel 2021) e si sono pubblicati post di natura un po' più personale, tra cui resoconti, riflessioni e interviste. Questo è avvenuto principalmente per due ragioni: la prima è che tali ricerche, tanto approfondite quanto dilatate nel tempo, sono bene o male da considerarsi esaurite (salvo preziosi aggiornamenti che, di tanto in tanto, vengono direttamente apportati negli articoli originali) e, pertanto, preferisco rimandare a quanto già scritto piuttosto che ripetermi; la seconda ragione, invece, è di natura prettamente fisiologica e riguarda il tempo a mia disposizione, che devo sapientemente bilanciare tra la gestione del blog e tutto il resto. D'altronde, come sapete, Eco del Mondo è da sempre una realtà curata da una singola persona e, come si può immaginare, le ricerche e gli approfondimenti necessari ad alcuni articoli possono richiedere mesi oppure addirittura anni e, come sopra, preferisco non pubblicare a tutti i costi post che siano inutili, ripetitivi o tirati via.

Il 2024 è stato un anno importante, l'anno in cui Paolino Paperino ha compiuto novant'anni. Un anniversario che non è passato in sordina e che è stato celebrato in ogni paese in cui i fumetti Disney vengono prodotti. Per l'occasione, persino i colleghi francesi del Picsou Magazine hanno realizzato una storia inedita di quattro tavole (disegnata dal buon Emmanuele Baccinelli), un fatto più unico che raro! Inoltre, Kari Korhonen ha svelato importanti retroscena sulla madre di Paperino, Ortensia, nella curiosa Mr. Adventure (Korhonen/Gattino, 2024), di cui non posso che auspicare un seguito; mentre in Italia abbiamo potuto leggere storie dal sapore vintage come Paperino e la banda del Lupo (Artibani/Pastrovicchio, 2024) o Paperino e l'ombroso (Nucci/Cavazzano, 2024), nonché la corale That's your life, Donald! (Savini/Mangiatordi, Surroz, Urbano, Ermetti, Ferracina, 2024), pubblicata su cinque numeri consecutivi del mensile Paperino. Ma le celebrazioni del papero con la giubba da marinaio non si sono limitate alla produzione fumettistica: D.I.Y. Duck (dir. Mark Henn, 2024), infatti, risulta essere il primo cortometraggio intitolato a Donald Duck realizzato dopo il 1961, esclusa la parentesi dei Mickey Mouseworks (1999-2001).

D'altronde, chiedendo a un campione di lettori quale sia il cast che si preferisce tra quello di Paperopoli e quello di Topolinia, è molto probabile ricevere maggiormente come risposta la prima opzione e gran parte del merito, ça va sans dire, va ascritto a Carl Barks. I suoi Paperi sono compendi viventi di emozioni, aspirazioni e difetti umani, sono credibili, si comportano come ci comportiamo noi, e ognuno ha il suo ruolo ben preciso all'interno della società e della narrazione. Fortunatamente, la lezione di Barks è stata studiata e recepita da uno stuolo di "eredi" che ne ha proseguito la tradizione, arricchendo sempre più il Cosmo Papero. Topolino, d'altro canto, ha avuto, ad avviso di chi scrive, qualche problema in più su questo versante. Certo, l'opera di Floyd Gottfredson è un capolavoro, è impossibile negarlo, ma il suo testimone è stato raccolto? Limitandoci al contesto del nostro paese, ci sono stati in passato alcuni autori in grado di scrivere ottime storie con protagonista Topolino e i suoi amici e di cogliere le varie sfaccettature di questi character, proponendo avvincenti situazioni. Limitandomi a citare pochi nomi con la speranza di non fare torto ad altri validi sceneggiatori, potrei ricordare in primis Romano Scarpa, ma anche Alessandro Sisti, Giorgio Pezzin, Francesco Artibani e Tito Faraci. In tempi più recenti, invece, è forse Casty l'autore che si è dimostrato più in grado di portare sulle pagine del settimanale il vero Mickey, e questo lo affermo pur notando la riproposizione di alcuni pattern e tematiche ricorrenti all'interno dei suoi testi. 


Non sorprende che, negli ultimi anni, le storie più rilevanti prodotte in Italia con Topolino siano racconti horror o sovrannaturali (il ciclo del Dottor Piuma, L'ora del terrore di Lord Hatequack, Gli EvaporatiCircus o la recentemente conclusa 500 piedi), storie in compagnia dei Paperi (DucktopiaTopolino e il pianeta ramingo, le tre storie di Marco Gervasio in cui collabora con Paperinik e l'evento natalizio dello scorso anno) oppure strascichi di saghe passate, come i seguiti de La Spada di Ghiaccio firmati da Marco Nucci e Cristian Canfailla. Questi numerosi esempi sembrerebbero quasi dimostrare una difficoltà da parte degli autori a scrivere storie regolari con il cast di Topolinia che non siano take alternativi o grandi imprese in cui accade tutto e il contrario di tutto. Peraltro, mi permetto umilmente di far notare che due delle storie più acclamate del periodo preso in considerazione, Gli Evaporati e 500 piedi, entrambe scritte da Bruno Enna e illustrate dall'abile emulo devitiano Davide Cesarello, risultano in qualche modo "debitrici" di altrettanti spunti provenienti dalla penna del già citato Casty, seppur poi gli sviluppi virino in direzioni altre: Topolino e Pippo Cittadini del nulla (Casty/Gervasio, 2006), in cui tutti gli abitanti di Topolinia eccetto i due protagonisti sembrano essere improvvisamente "svaniti nel nulla" (con tanto di mancanza di elettricità!), e Topolino e l'isola di Quandomai (Casty, 2010), in cui i nostri beniamini si trovano faccia a faccia con dei minacciosi uomini-insetto in grado di mutare forma e sostituirsi alle persone di cui assumono le sembianze... In ogni caso, per sollevare gli autori italiani da qualsiasi responsabilità, mi occorre far notare che non si tratta di una tendenza tutta nostrana. Se, infatti, nel solo 2004, l'editrice Egmont produceva ben 50 avventure intitolate a Mickey Mouse dalla lunghezza di 10 pagine o più, risultano solamente 7 quelle prodotte in totale tra il 2010 e il 2024 (di cui 3 in compagnia di Paperino, Zio Paperone o delle Giovani Marmotte), contro le circa 460 della stessa lunghezza e realizzate nello stesso periodo intitolate a Donald Duck. Dati che sono certo possano generare riflessioni che magari verranno affrontate in altre sedi.

Ma il 2024 è stato un anno importante per i fumetti Disney anche per un'altra ragione: l'inizio dell'inedita collaborazione tra Disney e Marvel. L'unione di questi due colossi del settore rappresenta un interessantissimo punto di svolta, che si è tradotto prima nell'ambiziosa avventura Zio Paperone e il decino dell'infinito (Aaron/Mottura, D'Ippolito, Pastrovicchio, Mangiatordi, Perissinotto, 2024) e poi in una serie di deliziosi What If...? in cui i personaggi di casa Disney vestono i panni dei supereroi Marvel. Si tratta di una inattesa produzione i cui sviluppi ed evoluzioni mi confesso sinceramente curioso di scoprire. Ah, e l'editrice statunitense Dynamite ha iniziato a produrre e pubblicare nuovi fumetti di DuckTales ambientati nella linea temporale della storica serie televisiva del 1987. Che altro dire se non che è stato un anno ricco di piacevoli sorprese!

È difficile prevedere cosa ci riserverà il 2025, un anno che segnerà i novantacinque anni dei fumetti Disney e gli ottantacinque anni di un'altra celebre abitante di Paperopoli, ma sono certo che questi anniversari non passeranno inosservati dai vari editori. Per quanto mi riguarda, sarà possibile leggere alcune mie collaborazioni sui periodici disneyani francesi nel corso dei prossimi mesi e dopo chissà... Di tanto in tanto, probabilmente, mi rivedrete spuntare su questi lidi e, a dire il vero, mi piacerebbe trovare il tempo e il modo di compiere le ricerche necessarie per potere scrivere la seconda parte del mio articolo sulla fattucchiera Amelia (a cui nel 2023 è stato dedicato un peculiare graphic novel), analizzando le differenze tra la caratterizzazione barksiana del personaggio e quella proposta nelle storie "da esportazione", scritte principalmente da Alpine Harper, Cecil Beard e George Davie. Prima o poi... Nel frattempo, credo sia giunta l'ora di concludere questo post augurandovi un piacevole periodo di festività! Quack!

Si ringrazia Adrien Miqueu per avere accompagnato le mie parole con simpatiche illustrazioni.

venerdì 8 novembre 2024

La mia esperienza a Lucca Comics & Games come inviato stampa

Quando ho creato il mio blog, avevo quattordici anni e mezzo e il web era un posto molto diverso da quello che possiamo vedere oggi. Giusto per dare qualche coordinata: i forum andavano ancora di moda, Facebook era il social più diffuso per mettersi in contatto con persone di tutto il mondo, Instagram e TikTok non esistevano, e le cosiddette "storie", ormai presenti su qualsiasi piattaforma, sarebbero state introdotte solamente anni dopo, con l'affermarsi di Snapchat. Da due anni e mezzo, avevo iniziato a seguire le varie pubblicazioni a fumetti disneyane che uscivano in edicola e frequentavo librerie, fumetterie e mercatini vari alla ricerca dei numeri più vecchi delle testate che preferivo. Nel marzo 2008, avevo anche partecipato alla mia primissima fiera di settore, Cartoomics, pagando un biglietto ridotto al prezzo di 4 euro. Erano decisamente altri tempi...


Come titolo per il mio angolino di internet, avevo scelto "Daily War Drum", in onore del quotidiano capitanato da Topolino nella mitica Topolino giornalista (Osborne/Gottfredson, 1935), e, come "logo", avevo preso a prestito la vignetta iniziale di Paperino nella Luna (Barks, 1948), nella quale, esattamente come nella storia a strisce di Topolino di tredici anni prima, Paperino lavorava come strillone. Ero giovane e affatto disilluso e mi piaceva sognare. A un certo punto, ho stampato un foglio su cui figurava il nome del blog accompagnato dall'immagine di Paperino strillone e il mio nome sotto. Armato di forbici, ho ritagliato il foglio affinché ne uscisse un rettangolino dalle dimensioni di un biglietto da visita e poi l'ho inserito in una apposita macchina plastificatrice che avevo comperato al discount e che penso di avere usato tre volte in vita mia. Ecco, ora avevo tra le mie mani un piccolo pezzo di plastica con sopra il mio nome. Mi immaginavo di utilizzarlo come tesserino di riconoscimento, come una sorta di pass. Va da sé, non è mai uscito dalle quattro mura della mia stanza.


Ma tutto questo accadeva più di quattordici anni fa! Nel frattempo, sono cambiate un po' di cose. Sono cresciuto, ho concluso il mio percorso di studi, mi sono disincantato, ma la passione per questi racconti a fumetti non è mai scomparsa, e ritengo che gli articoli pubblicati su l'Eco del Mondo lo possano testimoniare. Ovviamente, anche il mondo esterno a me è cambiato, il web, come si scriveva in apertura, ma anche il settore editoriale di riferimento. Nuovi autori, nuove pubblicazioni, nuovi editori... Ripenso con nostalgia a quel ragazzino che divorava i redazionali dei sommi Boschi e Becattini, studiandoseli fino all'ultima virgola. Le introduzioni alle storie, agli autori, le selezioni che proponevano. Si può dire che mi abbiano formato, almeno inizialmente. Poi, altre letture, altri studiosi e altri saggi hanno arricchito la mia conoscenza e il mio modo di concepire questo ambito. Con Alberto, oggi, siamo amici. Ci incontriamo alle fiere, ci sentiamo telefonicamente, ci scambiamo opinioni... Eppure, dentro di me, so che gli devo tantissimo per avermi introdotto a questo magico mondo, e ancora oggi faccio enorme tesoro di ogni suo racconto e di qualsiasi riga esca dalla sua penna. Ma non vorrei divagare... Il post si intitola "La mia esperienza a Lucca Comics & Games come inviato stampa" e sia mai che venga tacciato di servirmi dell'ignominiosa pratica del clickbait. Lucca Comics & Games, inutile scriverlo, è la manifestazione fumettistica più grande in Italia. Anche se nel tempo si è ibridata (qualcuno direbbe, forse, "annacquata"), integrando altre forme di intrattenimento, è indubbiamente un punto di riferimento forte per il settore. Ci sono gli editori, i lettori, si presentano le novità, si incontrano gli autori... Sono cinque giorni ricchi di eventi e possibilità. È la seconda volta che partecipo a questa fiera, e la prima volta come inviato stampa. Nello specifico, ho avuto la possibilità di recarmici rappresentando Picsou Magazine, un ottimo periodico disneyano francese. In un certo senso, dopo tutti questi anni, il mio sogno giovanile si è realizzato. Finalmente, portavo al collo un pass con sopra il mio nome e, per di più, per una rivista di fumetti Disney. Cosa avrei potuto desiderare di più?


Il sole? Stranamente, c'era anche quello. Così come lo scorso anno, i miei compagni di avventura sono stati il buon Valerio Paccagnella e altri tre utenti de La Tana del Sollazzo. In ogni caso, va tenuto presente che i momenti effettivi di comunione si traducevano fondamentalmente nei saporiti pasti fuori e nelle calorose serate in casa, mentre ognuno disponeva delle giornate liberamente, in base alle proprie preferenze. Per quanto riguarda la sistemazione, siamo stati anche fortunati. Non tanto per il prezzo, quello è alto ovunque durante le giornate della kermesse, ma quantomeno siamo riusciti a trovare un appartamento in pieno centro, a pochissimi minuti dai padiglioni principali. L'assenza del maltempo e dei vari disagi che, invece, avevano dominato la scorsa edizione è stata una bella sorpresa che non si può trascurare nello stilare un bilancio dell'esperienza.

[Fonte: La Tana del Sollazzo]

In ogni caso, il mio giudizio complessivo non può che essere positivo. Nonostante qualche intoppo iniziale, sono riuscito a fare ciò per cui sono andato, e questo non è poco. Tra un impegno e l'altro, ho persino potuto concedermi un po' di sano svago, come un aperitivo assieme al bravo autore Francesco Vacca (che mi ha fatto scoprire il tradizionale "peschino" lucchese) oppure presenziando alle prime cinematografiche di acclamate pellicole internazionali, come The Substance (dir. Coralie Fargeat, 2024) e Un'avventura spaziale — Un film dei Looney Tunes (dir. Peter Browngardt, 2024), conservandone un ricordo più che piacevole. 

[Fonte: pagina Facebook Un'avventura spaziale - Un film dei Looney Tunes]

Purtroppo, però, come già ho riportato nei primi capoversi, l'"età dell'innocenza" è bella che passata e, per quanto si possano amare i personaggi dei propri fumetti preferiti e le avventure che vivono, non si può fare a meno che notare i fili, chi li muove, e ciò può distrarre dalla fruizione delle opere, portandoti a riflettere su altre logiche, andando a inficiare il piacere sotteso a essa e rendendo il tutto un po' meno magico. Sotto questo punto di vista, invidio un po' il giovane Simone in grado di entusiasmarsi e divertirsi senza andare a incastrarsi in meccaniche produttive non necessariamente accattivanti. A ogni modo, non posso fare a meno che ringraziare i miei sodali per la piacevole compagnia e il tempo trascorso insieme e Picsou Magazine per l'opportunità, invitandovi a leggere un mio resoconto ben più "fumettoso" sul prossimo numero della rivista.