sabato 30 agosto 2025

... e sono 15!


Nato come Daily War Drum (dal titolo del quotidiano edito da Topolino in una ben nota storia a strisce del 1935), il blog su cui state leggendo questo articolo ha dato il via alle sue pubblicazioni esattamente quindici anni fa... auguri!

A dire il vero, però, a voler essere pignoli, non è proprio così. Come qualcuno saprà, infatti, Eco del Mondo non è che una copia del vecchio blog (cancellato anni fa perché non più accessibile) e, tecnicamente, è stato creato solo nel 2021. Tuttavia, se siete d'accordo con me, si tratta solamente di una questione di pura formalità. Eco del Mondo è Daily War Drum. Ne è una versione migliorata, certo, e questo è dovuto alla maturità acquisita dal suo autore negli anni grazie all'accrescere dell'età anagrafica, ai percorsi di studi, alle diverse influenze e suggestioni e a tutto ciò che ne consegue. Fatto sta che, in ogni caso, i post precedenti al 2021 sono tuttora consultabili, e tanto basta per dimostrare, a mio avviso, la continuità di questo spazio web.

Chiusa tale parentesi (forse necessaria forse no), possiamo tornare agli auguri. Quindici anni... questo blog mi accompagna da oltre metà della mia vita. In effetti, quando per qualche strana ragione ho deciso di aprirlo, io non li avevo ancora compiuti, quindici anni... a pensarci, fa uno strano effetto!

E se vi dicessi che, inoltre, al momento del mio primo acquisto consapevole, consideravo i fumetti Disney una cosa da bambini? Sacrilegio, me ne rendo conto! Non fraintendetemi, però... se avrete un po' di pazienza, vi spiego per bene come sono andate le cose e come ne sono "guarito". Come tutti, ho iniziato a leggerli da bambino: mi piaceva Pk, mi affascinavano le atmosfere di X-Mickey, leggevo Topolino e qualche raccolta di quelle che uscivano ai tempi... e poi stop. Ci deve essere stato un periodo di vuoto, da circa metà delle elementari, in cui, forse spinto dai gusti della massa, mi sono avvicinato a franchise che sembravano più "adulti". Ovviamente, c'erano i Pokémon, Dragon Ball, Yu-Gi-Oh!, la WWE... tutto quello che, insomma, si potesse seguire in televisione e collezionare sotto forma di carte acquistabili in edicola.

Un paio di anni più tardi, verso la fine del 2007, vedo una pubblicità in tv: reclamizza il numero 2710 del settimanale Topolino. "Cose da bambini", penso, ma c'è un particolare che attira la mia attenzione: un gadget. Allegata alla rivista, vi è una riproduzione della Numero Uno di Zio Paperone. Certo, con il senno di poi, non era proprio la Numero Uno... ma non è rilevante ai fini del racconto. Decido di acquistare il fumetto e, visto che ormai l'ho comprato, lo leggo. Tra le storie, ce ne è una che mi rapisce per i suoi bellissimi disegni: Zio Paperone e la carrozza fantasma (Hedman/Gattino, 2007). All'epoca, non lo sapevo, ma si trattava di una storia straniera, pubblicata quasi in contemporanea rispetto ai paesi scandinavi. Gattino (il cui nome, Wanda, mi faceva pensare a una disegnatrice nostrana) si rifaceva allo stile del suo mentore, il grande Daniel Branca, ma non sapevo neppure questo... mi piaceva e basta. La storia, però, non era completa: era soltanto il primo di sei episodi ed era persino accompagnata da un concorso sull'allora immaginifico sito internet della rivista. Non potevo lasciarne la lettura in sospeso e, così, sono tornato bambino.

Da quel momento, la mia vita ha preso una strada da cui non sarei più riuscito a tornare indietro. Acquistavo regolarmente tutto quello che usciva in edicola: I Classici, I Grandi Classici, Paperino, Mega (sigh), Zio Paperone (doppio sigh), Disney BIG, Pocket Love, Disney Comix, Disney Anni d'Oro... e chi se li ricorda tutti? Il punto di svolta è, comunque, rappresentato dal volumetto Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni (2007), che riproponeva le sette storie di Carl Barks presenti nell'omonimo Oscar Mondadori del 1968, arricchite dai preziosi redazionali di due giganti: Alberto Becattini e Luca Boschi. Se scoprire Barks dopo avere letto giusto un paio di numeri di Topolino è un'esperienza in sé, non sono sicuro di riuscire a spiegare a parole cosa possa significare farlo attraverso i commenti dei due esperti toscani, che avrei imparato ad apprezzare molto presto. Ancora oggi, a distanza di diciotto anni dall'uscita di quel volume, ricordo addirittura le immagini che avevano selezionato per gli editoriali: Jones che tira una palla da football nella pancia di Paperino, i due emissari egiziani con i loro sguardi sinistri, la terribile Banda Bassotti... e una vignetta di Paperone da ragazzo nella barca di suo zio Manibuche. Cosa? Paperone da giovane? Quel disegno mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Scoprivo che anche lo zio di Paperino aveva avuto un passato e che era stato narrato da un autore chiamato Don Rosa... dovevo per forza recuperarlo!

Così, accanto agli acquisti in edicola, vagavo per fumetterie, mercatini e fiere alla ricerca di tutto quello che potesse attrarmi. Negli anni, ho messo insieme una bella collezione di testate e letto migliaia di storie diverse, di autori diversi, realizzate in epoche diverse. Mi divertivo a riconoscere i disegnatori. Tornando un attimo indietro, va aggiunto anche che, per una fortunata congiunzione astrale, appena dopo che avevo preso a interessarmi, è iniziata una ristampa completa di Carl Barks, seguita da una di Floyd Gottfredson (peraltro la prima, e finora unica, al mondo!), e chi le cura? Becattini e Boschi! Ero giovane, ma come mi piaceva leggere i loro articoli: le curiosità, i dettagli... il modo in cui condividevano il loro sapere, le informazioni che avevano raccolto in decenni sugli autori, sui personaggi, sulle storie. Il loro amore per la materia era ravvisabile e mi è stato trasmesso attraverso l'attenta fruizione dei loro scritti.

Poi, chiaramente, c'è stato altro. Oltre alle pubblicazioni ufficiali, ho letto diversi saggi, recuperato vecchie fanzine, frequentato forum, ricercato e consultato il consultabile... e questo continuo a fare oggi. Se la matematica non mi inganna, non ho ancora trent'anni, ma faccio tesoro dell'esperienza che decine di studiosi hanno accumulato in circa sei decenni, senza contare gli studi e le ricerche che ho compiuto direttamente e le conversazioni che ho avuto con gli autori. Non vorrei peccare di immodestia, ma penso si tratti di un bel bagaglio di informazioni, e a mia volta cerco di condividerlo al mio meglio, non appena se ne presenti l'occasione.

In ogni caso, se oggi sono qui a scrivere questo articolo riepilogativo, lo devo ad alcune persone che negli anni mi hanno supportato e permesso di crescere a livello personale, tenendo sempre vivo in me l'interesse per queste cose da bambini. Probabilmente, ne scorderò qualcuna, ma vorrei provare a ringraziarle, in ordine rigorosamente cronologico: Tutti i collaboratori di INDUCKS, naturalmente, per il fondamentale servizio reso; Luca Boschi perché, oltre ad avermi trasmesso tantissime nozioni attraverso i suoi articoli, è stato il primo a credere in questo blog, ospitandolo e promuovendolo fin da subito nei suoi spazi, dando a un poco-più-che-bambino l'impressione di stare facendo qualcosa di importante e di utile e incoraggiandolo a proseguire; Carlo Chendi per la sua estrema disponibilità ad approfondire tematiche inerenti ai fumetti disneyani e per la generosità con cui mi ha fatto dono di aneddoti e oggetti che conservo ancora con affetto e gratitudine; Niels Jakob Søe Loft e Timo Ronkainen, rispettivamente ex-redattori di Rappet e Ankkalinnan Pamaus, per avere accettato di pubblicare (entrambi nel 2011) i miei primi articoli su fanzine, dando il via a un percorso parallelo al blog, stampato su carta; tutti gli autori che si sono lasciati intervistare negli anni e coloro i quali hanno risposto alle mie e-mail e ai miei messaggi per risolvere dubbi e curiosità; tutti i "colleghi" fanzinari sparsi per il mondo; gli autentici donaldisti di una volta per avere offerto ai posteri teorie strampalate e affascinanti e per avere trattato questi personaggi come un argomento meritevole di studi approfonditi; Jean-Baptiste Roux, caporedattore di Picsou Magazine e delle altre pubblicazioni Disney in Francia per avere trasformato questo ingombrante hobby in qualcosa di più; Alberto Becattini per tutto (!!!); la redazione disneyana di Panini Comics per la bella collaborazione che abbiamo intrapreso quest'anno; e, infine, ogni persona che abbia mai letto anche un solo mio articolo negli ultimi quindici anni. Chiedo davvero scusa se qualcuno si sentirà escluso da questa lista, ma la mia memoria non è proprio ottima... ci sono anche altre persone che non posso menzionare pubblicamente, ma che sicuramente hanno reso tutto questo più vero e più serio, e, se mai mi dovessero leggere, le ringrazio telepaticamente!

Prima di salutare tutti voi, vi lascio a una galleria di simpatici omaggi/pensierini che alcuni amici del blog hanno realizzato in occasione dell'odierna ricorrenza. Diversamente da come era stato per il post natalizio di due anni fa, gli artisti coinvolti non sono disposti in ordine alfabetico, ma ho cercato di costruire una sorta di percorso cronologico. 

WANDA GATTINO — Come scrivevo sopra, Wanda Gattino è stato il mio imprinting al fumetto disneyano. A lui va ascritto il merito/la colpa della mia predilezione per uno stile più classico e vicino ai modelli barksiani, seppur reinterpretati con una sensibilità che definirei elegante. Per questo motivo, è stato l'artista a cui da subito ho pensato per aprire questa galleria e lo ringrazio infinitamente per averne preso parte, andando in un certo senso a chiudere un metaforico cerchio. Nella sua illustrazione, possiamo ammirare due zii di Paperino: Gedeone e Pico, rispettivamente simboli del giornalismo e della cultura. Quale sintesi migliore per definire questo piccolo spazio online?


LUCIANO GATTO — Onestamente, non credo che Luciano Gatto abbia bisogno di presentazioni. È stato per decenni presenza fissa all'interno delle pubblicazioni disneyane e non solo. Diverse generazioni di lettori sono cresciute apprezzando i suoi disegni e sembra che ci sia da sempre. Esattamente quindici anni fa, l'intervista fatta con lui è stata il primo post sul Daily War Drum e lo ringrazio tantissimo per avere dedicato un po' del suo prezioso tempo per ricordarla attraverso una splendida illustrazione realizzata con il suo riconoscibilissimo stile, inchiostrata digitalmente da Rumpelstiltskin.


ADRIEN MIQUEU — Adrien Miqueu è un amico e collega donaldista da tanti anni. Per le pubblicazioni ufficiali, ha curato i fascicoli della collana Mickey Donald & Cie. Trovo molto interessante il suo stile di illustrazione, quasi underground. Sue sono le caricature che avete visto nel post riassuntivo dell'anno scorso e diverse copertine della fanzine Rappet, come questa, concepita per il trentacinquesimo numero, la cui ispirazione è stata il mio articolo sui fondatori delle Giovani Marmotte. Ps: riconoscete un nome familiare sulla busta tenuta in mano dal postino?


FRANCESCO GUERRINI — Ottimo "paperigrafo bolognese", come lui stesso si definisce, Francesco Guerrini è un caro amico del blog dal 2023, anno in cui ci siamo conosciuti di persona e in cui abbiamo avuto una lunga chiacchierata, molto apprezzata dai lettori di queste pagine. Per festeggiare l'anniversario, Francesco ha realizzato non uno, ma ben due ispiratissimi omaggi (il primo è in apertura al post). Grazie!


RUMPELSTILTSKIN — A proposito di questo strano nome... vi ricordate il pesce d'aprile pubblicato qualche mese fa? Ebbene sì: nonostante l'alta qualità del disegno, non si trattava di un artista professionista, bensì di un giovane appassionato dei Paperi Disney. L'idea è stata quella di ricreare una tavola della storia Zio Paperone e le notizie... fraterne (Sisti/Soave, 1996) come se fosse stata disegnata oggi, sostituendo Nonna Papera con la Zia Matilda (qui reminiscente della recente interpretazione di Libero Ermetti), effettivamente sorella di Gedeone e Paperone.


VILLE TANTTU — Ville Tanttu è un artista finlandese che si occupa di fumetti Disney per l'editore olandese DPG dall'estate del 2023. Circa un anno prima, aveva disegnato la copertina dell'undicesimo numero della (ormai defunta, sigh sob!) fanzine francese Picsou-Soir, ispirata a un mio articolo su Fantomius, il ladro gentiluomo. Il suo contributo è un bel Paperino dal gusto tradizionale.


LUIS BÄRENFALLER — Indicizzatore per INDUCKS, nonché realizzatore di loghi per l'associazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D. dal 2024, Luis Bärenfaller ha uno stile originalissimo che trovo molto simpatico e divertente. Nell'omaggiare il blog, ha deciso di dare vita all'immagine visibile sul suo sfondo, animandola e palesando i pensieri e le frustrazioni di Paperino.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano altresì le pazienti persone che si sono rese disponibili a colorare le illustrazione seguendo ottimamente le mie richieste: Josh Jones per il disegno di Luciano Gatto, David Bühring per il disegno di Ville Tanttu e Simone Cavazzuti (che poi sarei io!) per i disegni di Francesco Guerrini e Rumpelstiltskin (per cui ho provato ad adottare quella che la redattrice Graziella Calatroni ha definito "colorazione sentimentale"). I disegni non menzionati in questa nota sono stati colorati dai propri artisti.

mercoledì 27 agosto 2025

Tutto quello che c'è da sapere — e anche un po' di più! — su Que (Phooey Duck)


Qui, Quo e Quanti sono i nipotini di Donald Duck? Ovviamente, chiunque sarebbe portato istintivamente a rispondere "tre", il numero perfetto... ma se non fosse proprio così? In alcune storie, per esempio, il trio di Paperini sembrerebbe essere composto da quattro elementi, ma solo per brevi istanti, magari in una singola vignetta, come se il disegnatore si fosse distratto per un attimo e avesse ripetuto una volta di troppo quella famigliare figura. Ebbene, questo ipotetico quarto nipotino prende il nome di "Que" nella tradizione italiana, mentre all'estero è comunemente noto come "Phooey" (che equivarrebbe al nostro "pfui", suonando al contempo affine ai nomi anglofoni dei suoi presunti fratelli). In questo articolo, anche per prepararci al meglio a Qui, Quo, Qua e Newton in: Tutto il resto è questionabile (Malgeri, 2025), in uscita sul Topolino disponibile da oggi in edicola, andrò a ripercorrere la storia di questo "personaggio" svelandone i dietro le quinte.


Da sempre affascinato dalle curiosità che circondano il fumetto disneyano, ho iniziato a compiere ricerche su Que oltre una dozzina di anni fa. All'epoca, avevo consultato diverse fonti, stilato una lista provvisoria di apparizioni, contattato alcuni autori per sentire le loro impressioni in merito e persino chiesto a un aspirante disegnatore di realizzare la simpatica illustrazione (a oggi ancora inedita) che apre l'articolo odierno. Dunque, procedendo con ordine, la primissima apparizione documentata di Phooey parrebbe essere Paperino alla conquista del Mattogrosso (?/Barks, 1959). Qui, infatti, l'Uomo dei Paperi ritrae sullo sfondo di una vignetta un personaggio di troppo. Un errore che alcuni sostengono il Maestro dell'Oregon ripeterà in altre due occasioni: Paperino e il segugio sagace (Barks, 1962) e Paperino e la lotta senza quartiere (Barks, 1963). Tuttavia, questi ultimi due casi sono meno schiaccianti rispetto al primo perché il "quarto nipotino" è solo abbozzato nella folla di Giovani Marmotte e potrebbe, perciò, essere chiunque.


Dopo Barks, il primo artista a disegnare involontariamente Que in un fumetto risulta essere Franco Lostaffa, in Le Giovani Marmotte e la battaglia del "Viperon" (?/Lostaffa, 1975), seguito da Tony Strobl, che rende suo malgrado iconica una vignetta di Le GM e i microcanotti (Nofziger/Strobl, 1980). Pur trovandoci anche qui nel contesto delle Giovani Marmotte, tutti e quattro i personaggi sono chiaramente visibili e non sembrano manifestare differenze fisiche tali da suggerire che potrebbe trattarsi di un estraneo.



Vengono poi Paperino e la leggenda del galeone (Anderson/Mascaró, 1984), Magical Mix-up (Melgarejo, 1989) — una pagina di gioco in cui Amelia genera un po' di scompiglio a Paperopoli — e Il faro fantasma (Langhans/Quartieri, Bat, 1990).




Già dopo questi esempi, i lettori più attenti iniziano a farsi domande e a contattare le pubblicazioni di riferimento per avere chiarimenti. Apparentemente, la prima menzione di Phooey in una rivista ufficiale (per quanto compitato come "Fooey") avviene nell'angolo dei lettori del numero 246 di Uncle Scrooge curato dall'editor Bob Foster, solo un mese dopo dall'ultimo caso evidenziato poco sopra.


In Italia, il nome Que (per quanto logico e scontato) sembrerebbe essere introdotto in Paperino e il 4º nipotino (Russo/Comicup Studio, 1992), in cui Paperino lo nomina per fare uno scherzo ai suoi piccoli parenti e questi, per vendicarsi, gli daranno vita interpretandolo a turno. Nel giugno del 1995, Jürgen Wollina scrive un articolo per la fanzine tedesca Der Donaldist, intitolato "Sind Tick, Trick und Track Vierlinge oder Fünflinge - oder noch mehr? Das Mützenwunder und kein Ende", in cui si chiede quanti siano effettivamente i nipotini e, poco più di un anno dopo, tornerà a riflettervi con un seguito dal titolo "Tick, Trick, Track... Und es sind doch mehr als Drei!!!" Nel frattempo, Que appare nuovamente per sbaglio in una vignetta di Paperino e la piramide... miracolosa (Martin/Vicar, 1995)... tenetelo a mente per più tardi!


Il 17 aprile 1996, Dwight Decker posta un messaggio sulla defunta DCML (Disney Comics Mailing List, una sorta di forum internazionale ante litteram) dal titolo "The Fourth Nephew". L'autore manifesta il suo stupore dopo avere letto un articolo del Carl Barks Studio pubblicato sulla storica rivista per appassionati Comics Buyer's Guide in cui si sostiene che il nome ufficiale del quarto nipotino sia "Barks". Questa informazione viene accolta sulla mailing list con diffidenza (molti dimostrano di preferire "Phooey") e, giusto un paio di settimane dopo, John Lustig interviene per aggiungere che il nome "Barks" sarebbe stato comunicato a Bill Grandey del Carl Barks Studio da Lene Balleby, direttrice delle comunicazioni per Egmont, nonché futura responsabile delle comunicazioni per la Casa Reale danese, dal 2008 al 2025. In ogni caso, il testo sul CBG rimane a oggi l'unica pubblicazione conosciuta che testimonia l'esistenza di questo presunto nome alternativo.

Considerato il crescente interesse nei confronti di questa misteriosa creatura, è solo questione di tempo prima che qualcuno decida di riconoscerne la presenza in-universe, e il primo a farlo è Lars Jensen, in un racconto meta-fumettistico dal suggestivo titolo Much Ado About Phooey (Sutter/Santanach Hernandez, 1999), che richiama il Much Ado About Nothing di scespiriana memoria. In effetti, la spiegazione fornita è curiosa: colpiti da un fulmine, i nipotini sviluppano una condizione per cui ogni tanto uno dei tre si può sdoppiare involontariamente e senza preavviso, ma solo per poco tempo.


In questo modo, ogni apparizione accidentale di Que è giustificata. La prossima in ordine cronologico si verifica in Zio Paperone e gli speroni di Ringo (Cimino/Held, 2001), poi in Qui Quo Qua & Penny speleologi spericolati (Badino/Gottardo, 2010), Zio Paperone, le GM e lo spirito alpino (Sisti/Capovilla, 2024) e, infine, in L'evento (Badino/Usai, 2025).





Si trovano al di fuori di questa lista: alcune illustrazioni e copertine in cui i nipotini sono più di tre; l'originale Estoy Acà de Il papero del mistero (Ziche, 1996); Zio Paperone e l'ora fatidica (Hedman/Gattino, 2007), in cui il "quarto nipotino" altri non è che Amelia; due episodi delle nuove DuckTales animate, in cui Phooey viene rispettivamente menzionato e visualizzato in sogno; e due storie scritte e disegnate da Andrea Malgeri — Newton Pitagorico e il questionabile Que (Malgeri, 2023) e la già citata Qui, Quo, Qua e Newton in: Tutto il resto è questionabile , in cui l'artista torinese si diverte a inserire riferimenti ad alcune delle vignette qui riportate, dando loro una nuova spiegazione che non andrò a riferire per evitare spoiler. Inoltre, una menzione d'onore la merita anche la seconda parte di Justice Ducks (Delbert/Lauro, 2023), in cui un negozio vende, oltre al berretto di Paperino, quattro cappellini simili a quelli indossati dai nipotini; il quarto è, ovviamente, colorato di giallo.





Prima di dimenticarcene, vi ricordate di quell'immagine di Paperino e la piramide... miracolosa che vi avevo chiesto di tenere a mente? Vedete, Vicar è un tipo sportivo e, quando gli viene fatto notare l'errore, prima include il quarto nipotino in un breve racconto "didattico" intitolato How to make a comic... the Egmont way! (Erickson/Vicar, 1997) e, in seguito, realizza uno scherzoso schizzo a matita in cui la famiglia dei Paperi è seduta a tavola mentre commenta il posto lasciato vacante da Que, rinominato dall'artista "Gasp".



In conclusione, vi riporto le considerazioni elaborate da alcuni autori su Que nel lontano 2012, durante la preparazione della prima versione dell'articolo che state finalmente leggendo oggi.

SERGIO BADINO: No, non ho mai sentito parlare del quarto nipotino... Penso che lo chiamerei Quid, o Quark... insomma, un nome che possa sottolineare la sua natura un po' oscura di emarginato, di escluso. E poi mi chiederei: perché è rimasto nascosto fino a ora? Forse prova rancore verso Paperino e i nipotini per questo motivo. Stabilite queste premesse, proverei a costruirci sopra una storia

FRANCESCO GERBALDO: Ne ho sentito parlare soprattutto grazie a Paperino e il quarto nipotino e direi che tutto quello che si poteva dire è stato detto in quella storia. Que non esiste né dovrebbe esistere perché sarebbe di troppo nell'economia della storia. A prescindere dal fatto che Paperino non dovrebbe avere un quarto nipotino, non mi dispiacerebbe se... fosse femmina!

MICHAEL T. GILBERT: Certo che ne ho sentito parlare, Simone. Se dovessi dare un nome al misterioso papero extra che alcuni artisti a volte disegnano, lo chiamerei "Oops"!

JOHN LUSTIG: Conosco bene Phooey e ho sempre pensato che quello fosse un nome perfetto visto che la sua inclusione è sempre stata un errore. Penso che sia un personaggio che probabilmente non verrà mai utilizzato di proposito e Phooey è verosimilmente il suo soprannome: nessuno chiamerebbe un bambino "Phooey"; e forse è un cugino di secondo o terzo grado di Qui, Quo e Qua.

CARLO PANARO: Ti dirò, secondo me, non avrebbe senso se esistesse davvero... tre nipotini bastano e poi tre è il numero perfetto! Sarebbe anche arduo spiegare perché Qui, Quo e Qua siano stati separati alla nascita da un fratello di cui ignorano l'esistenza! Quindi, secondo me, viva i tre nipotini di Paperino!

FRANK GORDON PAYNE: Non ho sentito parlare del quarto nipotino, Phooey. Non credo si senta la necessità di un personaggio di questo genere, a meno che non abbia caratteristiche particolari. I nomi italiani dei personaggi Disney sono quanto di più semplice, potremmo dire banale, c'è. Dopo Qui, Quo e Qua, potrebbe anche starci Que, tanto per non andare in cerca di novità fantasiose. Le caratteristiche possono spaziare in tutte le direzioni. Se guardiamo ai giovani di oggi e non a quelli di ieri, bisognerebbe cercare quello che interessa oggi: Que potrebbe essere uno studioso appassionato di informatica e fisica quantistica. Lo stesso Archimede potrebbe essere contento di averlo nel suo laboratorio ogni... spesso! Con Que le storie potrebbero assumere nuova vitalità, dando modo ai nostri personaggi di frequentare mondi infiniti.

GÉRSON LUIZ TEIXEIRA: Penso che potrebbe essere sempre in contrasto con gli altri tre.

© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano gli autori che hanno partecipato.
Se si intendono utilizzare altrove informazioni o immagini presenti in questo articolo, si è pregati di menzionare la fonte.

venerdì 18 luglio 2025

Paperino agente segreto preistorico per la prima volta al mondo in versione integrale!


All'inizio degli anni Novanta, la vulcanica mente dell'autore nizzardo François Corteggiani partorisce una serie di divertentissime storie, interpretate graficamente da una giovane Silvia Ziche. Si tratta di Paperino agente segreto preistorico, che, come il titolo suggerisce, vede in scena la famiglia dei Paperi e i suoi rivali all'inizio dei tempi. I racconti sono spassosi, i disegni dell'artista veneta si sposano alla perfezione con il tipo di umorismo proposto dalle situazioni rappresentate e i vari titoli vengono riproposti singolarmente più e più volte in diversi paesi del mondo, solitamente in raccolte tematiche. Tuttavia, prima di oggi, nessun editore aveva mai pensato di raggruppare l'intera serie in un solo volume, permettendo ai lettori di poterla fruire in un'unica soluzione, tra una risata e l'altra. Forse, azzardo un'ipotesi, la motivazione potrebbe risiedere nel fatto che le vicende di Paperino e co. all'età della pietra subiscono un iter di pubblicazione piuttosto originale: infatti, dopo solo due racconti editi sul settimanale Topolino, i restanti quattro vedono la luce sul mensile Minni & company, indirizzato a un'altra tipologia di pubblico. Comunque stiano le cose, non c'è da preoccuparsi: il cambio di residenza verso una testata considerata "minore", o comunque più settoriale, non si traduce in un abbassamento della qualità dei contenuti, che rimangono a un livello costante fino all'ultima avventura, pubblicata esattamente trent'anni fa.

Ora, per festeggiare simbolicamente i tre decenni dal completamento dell'opera, Panini Comics la pubblica per la prima volta al mondo in versione integrale all'interno del decimo numero della collana antologica Humour Collection, che già aveva presentato saghe e storie di Ziche in qualità di autrice completa. Inoltre, questo libro sancisce ufficialmente l'inizio della collaborazione del sottoscritto con l'importante editore modenese poiché i contenuti redazionali, vale a dire un'introduzione alla serie, un'intervista all'artista e un profilo ragionato sull'autore (purtroppo scomparso nel settembre 2022), sono stati curati da me nello stile che avete imparato a conoscere (e, spero, apprezzare) sulle pagine di questo blog.

Che altro aggiungere? Ci vediamo in edicola, fumetteria o libreria!

© Disney per l'immagine pubblicata.

lunedì 30 giugno 2025

Un Romano Scarpa inedito in Svezia?

È il novembre 2009 quando nelle edicole italiane esce il quinto numero del bimestrale Disney Anni d'Oro, che reca in copertina il seguente strillo: "INEDITO MONDIALE: una storia di Romano Scarpa!"


Si tratta di Zio Paperone e gli uccelli dorati, disegnata da Scarpa nel 1985 per il programma Overseas dello Studio Disney di Burbank, che sforna storie per il mercato internazionale. Per intenderci, è lo stesso contesto produttivo in cui nascono personaggi come Paperoga e 01 Paperbond o nel quale possiamo vedere Amelia e Maga Magò vivere in un castello paperopolese assieme a due corvi e a nonna Amelia (Granny De Spell).

Purtroppo, tale impresa della famiglia dei Paperi va perduta e una sorte analoga capita anche ad altri racconti del Maestro veneziano: Topolino e la marmitta fotonica (pubblicata in Zio Paperone 201, nel 2006), Zio Paperone e il segreto della palandrana (pubblicata in Zio Paperone 210, nel 2007), Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata in Le Grandi storie Disney 24, nel 2014), Nonna Papera e il rospo da guardia (pubblicata in Le Grandi storie Disney 40, nel 2014) e un'altra manciata di avventure tuttora inedite.

Tuttavia, se i disegni di queste storie vengono ritrovati, lo stesso non si può dire dei testi, che sembrano essere smarriti definitivamente. Per tale motivo, in ognuno dei casi sopra citati, a eccezione di Paperino e l'oggetto misterioso (pubblicata muta per la difficoltà di ricostruirne le dinamiche), i dialoghi sono riscritti da capo dall'esperto Luca Boschi, basandosi sulla scansione degli eventi raffigurata da Scarpa. Inoltre, in Zio Paperone e gli uccelli dorati, Boschi non si limita a re-immaginare le conversazioni dei personaggi e le didascalie, ma disegna ex-novo mezza pagina della storia, anch'essa introvabile.


Ebbene, nel terzo numero di quest'anno del bimestrale svedese Kalle Anka Klassiker (nelle edicole da poco più di una settimana), viene proposta per la prima volta nel paese scandinavo la storia di Scarpa, ma con una piccola differenza (peraltro non indicata su INDUCKS al momento della scrittura di questo post): le quattro vignette disegnate da Boschi sono state ricostruite mettendo insieme vignette provenienti da Zio Paperone e la condizione imposta (1980).


© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 1 aprile 2025

[ESCLUSIVA] Gedeone e Matilda per la prima volta insieme in una storia!

Ebbene sì, cari lettori, a volte i desideri si realizzano. Presto, i fratelli Gedeone e Matilda de' Paperoni (immancabilmente accompagnati dal facoltoso Paperone) condivideranno per la prima volta la scena in una storia a fumetti. Solo due anni fa, Matilda faceva il suo debutto da Papera adulta nella produzione italiana, a distanza di un paio di decenni dalla sua prima e (al tempo) unica apparizione in tale guisa, a opera dell'artista statunitense Don Rosa.


Gedeone, invece, introdotto da Romano Scarpa nel 1956, era stato visto per l'ultima volta in una storia in costume del 2022 facente parte del ciclo Paperingio, dopo avere vissuto tre avventure in compagnia del fratello maggiore giusto due anni prima, grazie all'autore Vito Stabile.


I tre, tuttavia, pur essendo parenti molto prossimi, non sono mai stati rappresentati uno a fianco all'altra prima della fine dello scorso anno, quando sono stati avvistati in una rivisitazione del famoso albero genealogico della famiglia dei Paperi illustrata da Federico Butticè.

Al momento, è possibile ottenere questa immagine solamente incollando gli sticker sull'apposito album, pertanto la qualità della foto è meno buona rispetto alle altre

Se questi recuperi a distanza ravvicinata potevano inizialmente sembrare delle semplici coincidenze, proprio ieri ho ricevuto la conferma inconfutabile che c'è sotto di più e sono pronto a rivelarla in esclusiva ai lettori di questo blog. Infatti, un artista di cui preferisco non fare il nome per evitargli problemi con il proprio editore (anche se ritengo sia abbastanza riconoscibile dallo stile di disegno) mi ha inviato l'anteprima di una tavola a cui sta lavorando, che condivido qui sotto.


Come potete notare, i tre fratelli si trovano insieme e sembrerebbero discutere di qualche questione (con i due maschietti che si spalleggiano a vicenda) e parrebbe poi di assistere a una sorta di flashback, in cui è possibile riconoscere il berretto del piccolo Scrooge. Inoltre, in una delle vignette, è presente anche il ritratto di un tale "Zio Jake", menzionato per la prima volta nel classico natalizio Paperino e il ventino fatale (Barks, 1952).

Da grande curioso quale sono, non posso fare altro che aspettare pazientemente questa storia per scoprire quali tematiche affronterà e come i suoi autori hanno caratterizzato il rapporto tra Gedeone e la sorella.

© Disney per le immagini pubblicate.




















Nella migliore delle tradizioni disneyane, il contenuto di questo articolo non è altro che un elaborato pesce d'aprile. Purtroppo, una storia del genere non è in lavorazione (o, almeno, non che io sappia) e nessun autore o disegnatore rischia di perdere il posto di lavoro per avere condiviso informazioni super riservate. Mi spiace avere illuso qualche sognatore come me, ma la speranza è l'ultima a morire. Alla prossima!

domenica 16 febbraio 2025

Le vere origini di Gennarino

Se sulla affascinante Amelia qualcosa ho già scritto, vorrei dedicare questo articolo al suo fedele alleato, il corvo Ratface. Mentre il personaggio debutta nell'universo Papero grazie alla penna di Carl Barks già nel 1962 (dapprima come anonimo corvo e dal 1963 come il fidato Ratface), è solo due anni più tardi che acquisirà il suo iconico nome italiano, Gennarino, per merito degli infaticabili fratelli Abramo e Giampaolo Barosso. I Barosso non si limitano, però, solamente al nome, ma tolgono a Gennarino il dono della parola, restituendogli la sua natura più "animale"; una caratteristica rimasta invariata nelle storie italiane, laddove Ratface ha continuato per decenni a esprimersi in perfetto inglese nelle storie di produzione estera. Tenete a mente questa apparentemente insignificante differenza perché ci torneremo più tardi.


Nel 1965, quando George Sherman e Tom Goldberg decidono di produrre internamente presso lo Studio Disney a Burbank nuove storie con la fattucchiera per il mercato non statunitense, la trasferiscono in un castello alla periferia di Paperopoli dove convive con Maga Magò e due corvi chiacchieroni, chiamati Ed e Al, dal nome di Edgar Allan Poe, autore della poesia "The Raven" ("Il corvo"). Oltre ad apparire in una quarantina delle cosiddette storie da esportazione, questa coppia di simpatici uccellacci del malaugurio fa capolino in una manciata di storie brasiliane, nonché in tre racconti italiani (uno dei quali a cura di Guido Martina e due scritti da Bruno Mandelli). Curiosamente, in questi ultimi titoli, i corvi non sono in grado di comunicare con la padrona di casa, proprio come Gennarino.


Come se non bastasse, le cose cambiano ulteriormente con l'avvento della serie animata DuckTales (1987-1990). Qui, infatti, troviamo nuovamente un singolo corvo parlante a tenere compagnia ad Amelia, ma il suo nome è Poe (il riferimento al poeta risulta conservato) e si scopre essere nientemeno che il fratello (!) di Amelia, trasformato in corvo da un incantesimo irreversibile.


Comunque stiano le cose, va tenuto in considerazione che il corvo è un animale che ben si presta all'immaginario oscuro e, non a caso, già nella prima apparizione di Amelia (1961), vediamo la temibile papera nel suo rifugio in compagnia di un corvo, un pipistrello e un gatto nero. Poi, in Paperino e il corvo parlante (Barks, 1962), è intenta a ipnotizzare il corvo di Qui, Quo e Qua, Randolph e, ancora, in The Raven Raiders (?/Carey, 1973), possiede circa una dozzina di corvi che impiega per tentare di recuperare la Numero Uno.

In realtà, un proto-Ratface è già visibile nella prima apparizione della fattucchiera

Per tornare al quesito iniziale, dove si colloca il buon Ratface in tutto ciò? La risposta ci viene fornita da una bella storia danese, Amelia in: le origini di una fattucchiera (Åstrup/Cavazzano, 2021). In questo toccante prequel, difatti, si apprende che Gennarino è in realtà il risultato del primo incantesimo di Amelia: un pupazzo che le era stato donato quando era ancora neonata da sua madre, reso animato. 


Ottimo, dunque, mistero risolto! Ehm... non proprio. Vedete, ci viene fornita un'altra risposta, apparentemente inconciliabile, nel graphic novel The Book of Doom (Blengino, Andolfo/Xella, 2023). In questa peculiare storia, infatti, Gennarino non è altro che l'amico d'infanzia di Amelia, Gennaro, inavvertitamente trasformato da lei in un corvo e impossibilitato a tornare nella sua forma originale. Quanto qui raccontato ricorda da vicino ciò che è successo all'alleato della fattucchiera nella serie animata, motivo per cui, nella traduzione tedesca della storia, il nome del personaggio è stato reso come Poe.

La trasformazione di Gennaro in corvo

Ottimo, dunque, mistero risolto! Ora, abbiamo ben due origini (abbastanza simili) per Gennarino: la versione che lo vuole un pupazzo e quella in cui era invece un papero amico di Amelia. Ma vi ricordate quando, all'inizio dell'articolo, vi ho chiesto di tenere a mente la differenza tra il Ratface parlante e il Gennarino "animale"? Ecco... nelle storie italiane, non c'è spazio per interpretazioni creative come quelle appena discusse: Gennarino è un corvo, punto. E, come tale, si comporta in compagnia di altri volatili puri. Si veda, per esempio, il suo fidanzamento con la corvetta Rosa in Gennarino e l'amore difficile (Concina/Deiana, 2001) o con la colomba Bianchina in Amelia e la cugina fata (Gentina/Vetro, 2007), o la sua amicizia con i corvi Gennargentu e Tiberio e Caio (anche noti come "Fratelli Gracchi") in Zio Paperone e la cupidigia di Cupido (Badino/Limido, 2024). 

Gennarino e Rosa

Qualora questi esempi non dovessero bastare a confermare oltre ogni ragionevole dubbio le sue origini animali, è il caso di ricordare i suoi numerosi parenti corvi al 100%: L’antenato Ciro (Sisti/Castellani, 2015), il cugino Croccantino da Amelia, Gennarino e un attore per cugino (Badino/Molinari, 2006) e, infine, la madre, il cugino Gennariello, due nipotini senza nome e il nonno Gennarone da Amelia e lo sciopero del corvo (Salvatori/Bozzano, 1994). Ebbene, in quest'ultima storia, è anche rivelato che i cosiddetti "corvi Gennari" sono al servizio delle streghe fin dal Medioevo, a partire dal capostipite della famiglia, Gennaro Gennari.


Dunque, come risolvere le incongruenze presentate nel corso della mia dissertazione? Come già ho dichiarato precedentemente, questo non è lo scopo e il fine delle mie ricerche. Ciò che interessa a me è offrire spunti, mostrare i diversi punti di vista attraverso cui medesimi fatti possono essere raccontati, prestando attenzione anche ai meno noti. Trovare risposte univoche a questioni aperte da così tanto tempo non è di mia competenza e lo trovo pure un esercizio poco affascinante. Tuttavia, sarà curioso vedere quale direzione seguiranno le nuove produzioni nel caso vi fossero ulteriori riferimenti alle origini di questo personaggio dal grande potenziale comico.


© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 4 febbraio 2025

Grandi Autori, Disney Masters e Les Trésors de Picsou: tre pubblicazioni a confronto

Quando scrivo su questo blog, sarò sincero, non ho in mente una tipologia di lettore in particolare. Banalmente, pubblico quello che interessa a me e che immagino potrebbe interessare a un ipotetico appassionato con un background simile al mio. Qualcuno che abbia ben salde in mente le basi del fumetto Disney, che saprebbe ripetere come tabelline autori, personaggi e storie fondamentali... o, molto più semplicemente, che si sia almeno letto i miei post precedenti, in modo da non dovere ogni volta ricominciare da capo a specificare ogni singolo dettaglio. Per un fruitore come il sottoscritto, che ha avuto modo di assimilare migliaia e migliaia di avventure di questi incredibili personaggi, accumulando una modesta collezione di riviste e volumi, non è facile trovare qualcosa di particolarmente imperdibile nel vasto panorama delle pubblicazioni odierne. Certo, alcune belle storie vengono ristampate in edizioni più "prestigiose", in libri veri e propri, e reputo che possano essere dei bei regali da fare per "iniziare" un amico o un parente, ma il mio desiderio è rivolto altrove. Con l'articolo di oggi, vorrei fare il punto su tre collane per certi versi simili, recuperandone la storia editoriale, descrivendone i contenuti e tentando di fare una sorta di paragone (ben cosciente di tutti i limiti del caso), valutando quelli che considero i loro pro e i contro. Nello specifico, mi riferisco alla nostrana Grandi Autori, alla statunitense Disney Masters e alla francese Les Trésors de Picsou.


GRANDI AUTORI

La storia di questa collana è davvero curiosa: la sua numerazione prosegue, a partire dal numero 83, quella di Speciale Disney, una testata ombrello esistente sin dal 1994, al cui interno si sono susseguiti diversi cosiddetti "Vattelapesca" tematici e raccolte di ristampe varie. È solo con il numero 65 (maggio 2014) che le cose iniziano a cambiare e la collana comincia ad assumere le sembianze di un progetto coerente. Topolino Black Edition (dedicato alle "più belle storie noir scritte da Tito Faraci"), infatti, inaugura un ciclo antologico rivolto ad autori e disegnatori italiani, il cui numero di pagine risulta essere 372 e il prezzo 7,90 €. Esclusi i numeri 66 (agosto 2014) e 71 (agosto 2015), entrambi intitolati Io Paperino, il numero di pagine e il prezzo rimangono invariati sino al numero 80 (maggio 2018), Topolino Extra Edition (dedicato ai "casi più appetitosi dell’agente speciale Ciccio degli G.N.A.M., 'cucinati' da Riccardo Secchi"), finché il primo si ridurrà sempre più per attestarsi sulle attuali 244 (a partire dal numero 99) e il secondo aumenterà invece di dieci centesimi, raggiungendo (a partire dal numero 95) gli 8 euro tondi. Anche la struttura di queste raccolte — che hanno assunto i nomi di Black Edition, Platinum Edition, Gold Edition, Diamond Edition, Fluo Edition, Pink Edition, Evergreen Edition, Sunny Edition, Classic Edition, Extra Edition, Flash Edition, Writers Edition, Metal Edition e Neon Edition  si è modificata nel tempo. Se, infatti, i primi sei volumi contenevano commenti degli stessi autori coinvolti per ogni loro storia pubblicata, a partire dal numero 73 (marzo 2016), si ha una sola prefazione e una postfazione scritte da autori differenti a quelli a cui sono dedicati i volumi (senonché, a partire dal numero 80, la postfazione diventa un'intervista all'autore di riferimento e, alcuni numeri dopo, ritorna a essere un articolo scritto di proprio pugno dallo stesso autore). 

"Che confusione!", cantava qualcuno, ma non è finita qui! La collana, come si scriveva, acquisisce il titolo ufficiale Grandi Autori sul retrocopertina già dal numero 83, ma è solamente con il 99 (dedicato a Giorgio Cavazzano) che tale titolo inizia ad apparire univocamente sulle copertine dei volumi. Del numero di pagine e del prezzo si è già discusso, la periodicità è trimestrale, ma anche la struttura merita un accenno, visto che cambia nuovamente. Ora, si hanno preziosi approfondimenti sulla biografia degli autori in esame, sulle loro opere proposte e sul contesto storico in cui esse sono state realizzate. Tali testi sono stati sinora curati da Davide Del Gusto (numeri 99-103), Marco Travaglini (104) e Alberto Brembilla (105-107). Inoltre, il numero 104 risulta essere il primo rivolto a un autore non italiano, considerando anche le varie Edition. Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

108 — Rodolfo Cimino (in uscita a luglio)

DISNEY MASTERS

Tra le tre, Disney Masters risulta sicuramente la collana con la storia editoriale più lineare e meno suscettibile a variazioni. Si tratta di volumi cartonati da libreria antologici che propongono storie realizzate da diversi autori con un numero di pagine che oscilla intorno alle 200 e un prezzo mantenuto a 29,99 $ dal numero 1 (maggio 2018) al numero 23 (marzo 2024), per poi alzarsi a 34,99 $ a partire dal numero 24 (maggio 2024). Così come il suo numero di pagine, la periodicità di questa pubblicazione risulta essere indefinita e variabile: nel 2018, vedono la luce 5 numeri, 4 nel 2019, 5 nel 2020, 4 nel 2021, 3 nel 2022, 1 nel 2023 e 3 nel 2024. Diversamente da Grandi Autori, inoltre, il contenuto editoriale è parecchio ridotto e, salvo alcune rare occasioni, si limita a una singola breve biografia/commento dell'autore a cui il libro è intitolato (peraltro ristampata tale e quale nei volumi successivi al primo dedicati allo stesso autore). Tali testi sono stati sinora curati da Francesco Stajano e Leonardo Gori (numeri 1, 5, 8, 17 e 23), Armando Botto (2 e 16), Germund von Wowern (3, 7, 13, 15 e 21), Joe Torcivia (3, 13, 15 e 21), David Gerstein e John Clark (4 e 18), Freddy Milton (4), Luca Boschi (6), David Gerstein (8, 11 e 20), Luca Boschi e Lidia Cannatella (9), Marius Molaug (10), Alessandro Sisti e Luca Boschi (11), David Gerstein e Solveig Thime (12 e 22), Alberto Becattini e David Gerstein (14 e 20), Francesco Stajano (19), David Gerstein e Thad Komorowski (20), Alberto Becattini (23 e 25) e Niels Houlberg Hansen (24). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

26 — Marco Rota (in uscita ad agosto)
27 — Paul Murry (in uscita a ottobre)

LES TRÉSORS DE PICSOU

Come nel caso di Grandi Autori, si tratta di una collana che nel tempo ha subito alcune trasformazioni: la sua numerazione prende il via dal numero 3 (estate 2006) e prosegue quella di due numeri pubblicati nelle due estati precedenti (intitolati La Jeunesse de Picsou) contenenti la Saga di Don Rosa. In effetti, così come il suo predecessore dalla vita breve, Les Trésors nasce come un'edizione speciale della testata principale Picsou Magazine, su cui andare a raccogliere le storie di Rosa, Barks e altri autori internazionali. Dal numero 44 (ottobre 2018) al numero 60 (ottobre-dicembre 2022), la collana ospita la ristampa integrale e cronologica dell'intera opera dell'autore del Kentucky, ancorché intermezzata da storie altrui, mentre, a partire dal numero 61 (gennaio-marzo 2023), un nuovo logo e un nuovo sottotitolo ("Les grands maîtres de la BD Disney", ovvero "I grandi maestri del fumetto Disney") rivelano il varo di una nuova formula. I volumi, infatti, iniziano a essere dei mini compendi cronologici dedicati a diversi autori Disney con importanti carriere alle spalle. Anche in questo caso, la periodicità è trimestrale, il numero di pagine è 244 e il prezzo è di 6,95 €. La selezione delle storie, le introduzioni alle stesse, le preziose interviste e gli approfondimenti critici sono mirati a presentare al meglio i fumettisti proposti, contestualizzandone le opere e offrendo un riuscitissimo manuale della loro evoluzione artistica. I testi di queste pubblicazioni sono stati sinora curati da Arnaud Hilmarcher (numeri 61-69), Alban Leloup (61-63 e 67), François Vincent e Jean-Baptiste Roux (62), Simone Cavazzuti (66) e Arnaud Hilmarcher e François Vincent (67 e 71). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:


CONSIDERAZIONI PERSONALI

Una volta riportate in maniera oggettiva le coordinate principali delle collane, andrò ora a tentare un paragone secondo il mio personale gusto e le mie preferenze. Innanzitutto, però, mi preme sottolineare che ritengo si tratti di tre serie valide e utili tanto ai collezionisti più esigenti quanto a chi necessita di familiarizzare con le opere di questi autori, poiché la selezione delle storie e i contributi aggiuntivi intendono accompagnare il lettore alla (ri)scoperta di questi maestri. Delle tre, come risulta evidente da quanto scritto sopra, Disney Masters è quella più onerosa in termini economici e, considerando anche la scarsità di approfondimenti, qualcuno potrebbe domandarsi se ne valga la pena. La risposta, per quanto mi riguarda, è sì e cercherò di motivarla. Per prima cosa, a differenza delle altre due serie, che escono regolarmente in edicola, Disney Masters è una collana da libreria, dalle dimensioni importanti e, nonostante la quasi assenza di testi critici, il lavoro del curatore si manifesta nella selezione delle storie, nel restauro delle stesse, nella loro traduzione e lettering... In poche parole, vi è dietro un lavoro che punta a offrire il materiale proposto nel miglior modo possibile. A maggior ragione, va tenuto in considerazione che, molto spesso, si tratta di storie inedite in lingua inglese, e ciò rende la collana ancora più appetibile e interessante. Da questo punto di vista, Grandi Autori rischia molto meno, in quanto si limita a ristampare storie italiane già viste ed esattamente come si sono già viste, senza cioè nuovi interventi sulla loro colorazione o sul lettering. Il formato di questa collana è, inoltre, tascabile, poco più grande di un Topolino, e il suo prezzo dovrebbe fondamentalmente essere giustificato dalla selezione delle storie e dagli approfondimenti inediti. Per tale motivo, ad avviso di chi scrive, il rapporto qualità/prezzo di Grandi Autori risulta essere quello un po' più infelice tra le tre. Les Trésors de Picsou, al contrario, pur avendo lo stesso esatto numero di pagine, costa un euro in meno e può vantare un grande formato, abbastanza simile a quello dei Disney Masters, che permette di poter ammirare e apprezzare meglio i disegni. In più, come già scrivevo con riferimento ai quattro volumi dedicati a Jippes, i contenuti inediti e i recuperi di materiale raro sono numerosi e valgono ampiamente il prezzo della testata. Va pure considerato che, tra le tre collane, Les Trésors de Picsou è l'unica ad avere avuto illustrazioni inedite in copertina, realizzate appositamente per il progetto, mentre le altre si sono "limitate" a rielaborare copertine o vignette già esistenti. Per gusto personale, preferisco anche il suo dedicarsi allo stesso autore per più numeri consecutivi, in maniera da esplorare esaustivamente le varie fasi e i periodi del suo percorso. Certo, la lingua potrebbe essere il limite più comune, ma mi sento di confessare che, pur non avendo mai studiato francese, non ho riscontrato grandi problemi nel comprendere quello che leggo e, anzi, direi che ho imparato a masticare la lingua proprio acquistando le pubblicazioni Disney d'Oltralpe. Disney Masters, d'altro canto, pubblica in inglese, che è l'idioma "ufficiale" parlato da Donald, Mickey e compagni. Anche per questa ragione, mi sento di consigliare l'acquisto dei volumi intitolati agli autori americani o a quelli internazionali (le cui storie potrebbero essere di difficile reperibilità in Italia), ma di sconsigliarlo per quelli intitolati agli autori italiani. E ciò non per patriottismo, ci mancherebbe, ma il fatto è che le versioni pubblicate negli Stati Uniti non sono propriamente delle traduzioni, quanto più degli adattamenti (loro usano il termine "localization") ai propri usi e alla propria cultura. I dialoghi delle storie vengono, perciò, riscritti e, per quanto il risultato sia comunque ottimo, ciò può portare a una minore fedeltà al testo dell'autore, in favore di un prodotto più affine ai gusti d'Oltreoceano. Secondo il sottoscritto, i volumi più riusciti di questa iniziativa e che non dovrebbero mancare in una collezione di tutto rispetto sono quelli dedicati ad autori poco ristampati (come quello rivolto ai fratelli Heymans o quello intitolato a William Van Horn), quelli che raccolgono tutti i numeri di una testata passata (come quello dedicato alle storie pubblicate sulla rivista The Phantom Blot) e quelli che si propongono di recuperare integralmente la produzione di un dato autore (come quello contenente l'intera collaborazione tra Freddy Milton e Daan Jippes o i due, su quattro previsti, rivolti all'inossidabile duo composto da Dick Kinney e Al Hubbard).

In chiusura, vorrei spendere qualche riga per consigliare vivamente un'altra collana italiana che sto seguendo con interesse, vale a dire Humour Collection. Nata nel 2022 per pubblicare le grandi saghe da autrice completa (e qualche storia più "breve") di Silvia Ziche, subisce un importante cambio di rotta a partire dal settimo volume. Da Le vacanze di Paperoga... e altre follie (luglio 2024), infatti, si inizia a ristampare in maniera cronologica le storie di Enrico Faccini come autore completo, con un articolo di introduzione curato da Valerio Paccagnella (quelli dei precedenti volumi erano, invece, curati da Davide Del Gusto) e una ricca intervista in chiusura all'autore, nella quale si va a commentare ogni singola storia ristampata, riportando suggestioni, aneddoti e curiosità. Credo che, per come sono attualmente strutturati, questi volumi cartonati dalle 226 pagine, dal prezzo di 16 euro e con cadenza quadrimestrale siano un ottimo strumento per approfondire il percorso degli autori coinvolti e la loro evoluzione e maturazione autoriale e artistica. La speranza è che Humour Collection possa durare il più a lungo possibile mantenendo queste condizioni.

© Disney per l'immagine pubblicata.