mercoledì 19 ottobre 2022

In Donaldismo Veritas (di Hans von Storch)

Questo post nasce dalla mia volontà di importare in Italia una terminologia e una cultura da decenni diffuse altrove e portate avanti tramite l'ausilio di apposite fanzine e associazioni. Di cosa si occupa il donaldismo? Che cos'è un donaldista? Queste concezioni, molto forti nel Nord Europa, hanno faticato a fare breccia nel nostro paese, impedendo ai cosiddetti donaldisti italiani di prendere coscienza della propria natura e di entrare in contatto con i propri simili. Niels Houlberg Hansen dell'associazione danese DDF(R) — della quale ho già detto qualcosa qui — ha stilato nel 2012 una guida introduttiva al donaldismo, che si può consultare (in lingua danese) a questo link, e così hanno fatto pure i colleghi del Picsou-Soir, a questo indirizzo.

Ciò che vi propongo oggi è però un testo risalente al 1981, pubblicato sul numero 17 della fanzine statunitense The Barks Collector e scritto da nientemeno che Hans von Storch, fondatore nel 1977 dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D., nonché editore (dal 1976 al 1985) della storica fanzine Der Hamburger Donaldist. Il dottor von Storch è oggi uno stimato meteorologo e professore presso l'Istituto di Meteorologia dell'Università di Amburgo e ha recentemente pubblicato in proprio un libretto intitolato Ein Tag im Leben des Herrn Donald Duck, acquistabile a questo link. Ottenuto il permesso dall'autore di tradurre e pubblicare il suo testo, mi reputo onorato di poterlo condividere per la prima volta in lingua italiana, tentando così di offrire uno spaccato di questa disciplina, dei suoi valori e del suo linguaggio, offrendo anche spunti per qualche futura lettura a riguardo.

Copertina della recente pubblicazione di von Storch (2022)

IN DONALDISMO VERITAS
di Hans von Storch

  1. La storia del Donaldismo scientifico

La storia del Donaldismo scientifico comincia negli Stati Uniti all'inizio degli anni Quaranta e in Europa  principalmente in Scandinavia e nella Repubblica Federale di Germania  alla fine dei Quaranta e all'inizio dei Cinquanta, attraverso la pubblicazione dei resoconti di un certo Carl Barks sull'Universo Donaldista all'interno di periodici come, ad esempio, Walt Disney's Comics and Stories, Anders And, Kalle Anka, Donald Duck o Micky Maus.

I resoconti sono estremamente istruttivi e affascinanti, cosicché l'intera popolazione adolescente inizia improvvisamente a studiare il Donaldismo scientifico, anche se  all'epoca  non è ancora percepito come tale. La completezza di questi studi può essere esaminata chiedendo semplicemente a un tedesco, che nel 1951  anno della prima apparizione di letteratura donaldista nella Repubblica Federale di Germania  non avesse più di dodici anni e che non fosse stato esposto a un'educazione irresponsabile, a proposito di uova quadre o della tecnica di portare a galla uno yacht affondato per mezzo di palline da ping pong. Questi fatti sono ben ricordati dai donaldizzati e sono immagazzinati con precisione nella loro memoria. Generalmente, comunque, la maggior parte degli studenti non è mai giunta così lontano nel suo lavoro accademico da ricordare oggi l'identità di Slinky Ratmore e quale crimine abbia commesso nei confronti di chi.

L'assorbimento del Donaldismo da parte dei cervelli e dei cuori dei giovani è, ad ogni modo, fortemente ostacolato, specialmente in Germania. Nella Repubblica Democratica Tedesca, la circolazione dei resoconti su Paperopoli e sulla famiglia dei Paperi è impedita fin dal principio, e, nella Repubblica Federale di Germania, i mass media e il pilastro della morale pubblica, le casalinghe tedesche, si mobilitano presto. In campagne diffamatorie senza precedenti, viene sostenuto che la letteratura donaldista renderebbe le persone deficienti o, perlomeno, ridurrebbe il loro orizzonte intellettuale. Allo stesso tempo, pedagoghi sopra le righe costringono i bambini e gli adolescenti a desistere dai propri fumetti di Topolino e a spostarsi invece sui cosiddetti libri buoni scritti da, per esempio, Goethe o May. A loro volta, le casalinghe tedesche confiscano le informazioni fondamentali degli studi donaldisti, utilizzandole erroneamente per fare fuoco, per pulire le pentole, gettandole nella pattumiera o distruggendole in maniere ancor più brutali. Molti casi, riportati dai donaldisti, sono stati registrati dall'Istituto D.A.D.A. (D.A.D.A. è l'abbreviazione di Documentation of Anti-Donaldistic Aggressions, “Documentazione di Aggressioni Anti-donaldiste”), che nel 1979 ha potuto presentare un documentario su questi crimini di fronte a un pubblico scioccato. Questo film, intitolato The Crimes of German Housewives Against Donaldizing Children, or: Housewife Report, è stato premiato con uno spettacolare quinto premio, la meravigliosa biografia di un certo Helmut Schmidt (Hart am Wind), a una proiezione cinematografica nel 1979.

Copertina di Hart am Wind (1978)

Negli anni Sessanta e Settanta, la resistenza delle “vecchie” forze antidonaldiste diviene sempre più debole, ma nuovi nemici del Donaldismo alzano le loro brutte teste. I primi da citare sono i commercialisti, che provano a togliere dalla circolazione tutti i resoconti sull'universo donaldista portando il loro valore a cifre astronomiche attraverso la speculazione. Questo può essere riconosciuto come un attacco alle fondamenta del Donaldismo attraverso il mezzo economico. Altri spregevoli cattivi sono i Volgari, o Anti-donaldisti, che danneggiano volontariamente o negligentemente i Kulturgut donaldisti (questo temine non ha un equivalente in altre lingue. Significa approssimativamente “beni culturali”, ma tale traduzione manca di tutte le qualità emotive, oscure e mistiche del temine originale. Come Kindergarten, Realpolitik, Angst e Berufsverbot, Kulturgut è destinato a trovare il suo spazio nel linguaggio internazionale) o che diffamano il Donaldismo.

Mentre il Donaldismo esiste più o meno silenziosamente per i suoi primi 25 anni, la fase offensiva ha inizio in tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta. A quel tempo, cinque investigazioni principali vengono pubblicate simultaneamente:

  1. GROBIAN GANS: DIE DUCKS  PSYCHOGRAMM EINER SIPPE, WISSENSCHAFTLICHE VERLAGSANSTALT ZUR PFLEGE DEUTCHES SINNGUTES IM HEINZ MOOS VERLAG, MÜNCHEN, FR GERMANY, 1970 (I Paperi  Psicogramma di un Clan). I risultati più importanti del lavoro di Gans sono l'istituzione della teoria della “nucleizzazione”, un albero genealogico preliminare della famiglia dei Paperi, il sospetto che Gastone Paperone sia un agente della CIA, nonché il tentativo di organizzare un'indagine completa sulle società di Paperon de' Paperoni.

  2. N. NOMIAT: ENTENHAUSEN  DAS NEUE JERUSALEM, ENGLISH DEPARTMENT AT KIEL UNIVERSITY, FR GERMANY, 1970, UNPUBLISHED MANUSCRIPT; RISTAMPATO COME HD-SPECIAL NO. 1 DAL DUCK MUSEUM STORCH, GROSSHANSDORF, FR GERMANY, 1977 (Paperopoli  La nuova Gerusalemme). La tesi di questo libro, che purtroppo non ottiene l'attenzione meritata nel 1970, prova che i resoconti donaldisti possono essere interpretati come una versione aggiornata del Nuovo Testamento.

  3. ARIEL DORFMAN, ARMAND MATTELART: PARA LEER AL PATO DONALD, EDICIONES UNIVERSITARIAS DE VALPARAISO, CHILE, 1971; TRADUZIONE INGLESE: HOW TO READ DONALD DUCK, INTERNATIONAL GENERAL EDITIONS, M. Y., USA, 1975 (Come leggere Paperino). Dorfman e Mattelart rimproverano l'uso improprio dei personaggi donaldisti a fini propagandistici.

  4. JON GISLE: DONALDISMEN, GYLDENDAL NORSK FORLAG OSLO, NORWAY, 1973. Questo libro  così come il primo  assegna al Donaldismo il suo giusto spazio insieme ad altre discipline scientifiche, enfatizzando i suoi aspetti sociologici. È il primo testo a classificare i resoconti e a suddividerli in diverse epoche di stili artistici, ad esempio: “Donaldismus antiquues maximus”, “Donaldismus modernis vulgaris” o “Donaldismus macabris diabolus”. L'autore sviluppa inoltre la “Teoria Cosmo-Caos”; secondo tale teoria, Paperopoli è un “cosmo” pacifico centrato attorno al deposito de' Paperoni e circondato da forze “caotiche”: stranieri, maghi, ladri e natura.

  5. JACK L. CHALKER: AN INFORMAL BIOGRAPHY OF SCROOGE McDUCK, THE MIRAGE PRESS, BALTIMORE, USA, 1974 (Una biografia non ufficiale di Paperon de' Paperoni). Questo libro, che è probabilmente piuttosto conosciuto negli Stati Uniti, descrive la carriera di Paperon de' Paperoni nel dettaglio.

Rappresentazione della Teoria Cosmo-Caos di Gisle

Ma questi libri principali sono solamente l'inizio. Già nell'ottobre 1973, viene pubblicata a Ski (Norvegia) da Pal Jensen, la prima rivista periodica donaldista, DONALDISTEN. In essa, vengono pubblicati molti materiali e teorie importanti, ad esempio: articoli sul clima di Paperopoli e la cosiddetta “Teoria Bjurgren”, che sostiene che i paperi senzatetto siano distribuiti dalla fattoria di Nonna Papera a “zie” e “zii” che si devono ora occupare delle piccole creature. Donaldisten è stata purtroppo sospesa dopo 20 numeri alla fine del 1978. Due altri donaldisti norvegesi hanno provato a produrre un periodico donaldista: CARL BARKS & THE OLD MASTER'S SECRET e DUCKMITE, ma sono durati entrambi un solo numero. Nel 1974, segue una rivista danese, CARL BARKS & CO., pubblicata da Freddy Milton e più interessata ai problemi tecnici e artistici dei cartoni animati e dei film. Al momento, ci sono 15 numeri di CB&Co ed è ancora viva. Il primo numero del DER HAMBURGER DONALDIST, affettuosamente abbreviato HD, vede la luce con una iniziale circolazione di 25 copie nell'agosto del 1976 a Grosshansdorf, FRG. HD è all'inizio una semplice copia carbone di Donaldisten e CB&Co, ma fortunatamente i redattori di alcuni giornali tedeschi lo trovano abbastanza divertente, la voce si diffonde e diventa una sorta di valanga mediatica che permette ai donaldisti che vivono in diaspora di sapere dell'esistenza di propri simili. L'HD è attualmente pubblicato con 28 numeri e 7 speciali all'attivo. Si tratta di una pubblicazione non-profit, i suoi contenuti sono prodotti dai donaldisti ed è l'organo centrale dell'organizzazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D., che si sarebbe formata nel 1977.

Copertina di Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Esistono anche altre riviste donaldiste, come NAFS(K)URIREN, che è stata fondata nel 1977 a Stoccolma (Svezia) o le americane: FUNNYWORLD, THE BARKS COLLECTOR e THE DUCKBURG TIMES.

  1. Il D.O.N.A.L.D.

Questa è l'abbreviazione della DEUTSCHE ORGANISATION NICHTKOMMERZIELLER ANHANGER DES LAUTEREN DONALDISMUS (Organizzazione Tedesca dei Sostenitori Non-commerciali del Puro Donaldismo), che è stata fondata ad Amburgo (FRG) il 16 aprile 1977. Come ogni associazione tedesca che si rispetti, D.O.N.A.L.D. ha formulato una serie di statuti e il suo primo articolo (di sei) recita:

“1.1 Lo scopo dell'associazione è la coltivazione, la promozione e la diffusione della filosofia donaldista.

1.2 L'inno dell'associazione è la ben nota canzone DER RÜHRSELIGE COWBOY.”

(Der rührselige Cowboy è la versione tedesca di The Screaming Cowboy)

L'importante questione dell'adesione è trattata nel

“2.1 L'adesione è aperta a chiunque possa dichiarare in buona fede di rispettare completamente gli statuti dell'associazione, di garantire per la Carta dei Diritti Donaldisti e di essere irreprensibile in senso donaldista. Ad ogni modo, non è richiesto di essere in pieno possesso di facoltà mentali o fisiche o di diritti civili.”

Quest'ultima frase è importante poiché sancisce che anche persone senza esistenza possono diventare membri del D.O.N.A.L.D., come ad esempio il famoso direttore del D.A.D.A. Peter Peinlich, che istituì il cosiddetto PRIMO TEOREMA DI PEINLICH, dichiarando che i veri donaldisti non sono in grado di distruggere i Kulturgut donaldisti.

Come conseguenza di queste richieste, il D.O.N.A.L.D. è una delle poche organizzazioni tedesche in cui i conservatori e i comunisti (e chiunque si trovi tra questi due poli) combattono contro la deprivazione dei diritti e l'ingiustizia (ad esempio: la campagna contro 6.8 nel 1977/1978, si veda HD-Special No. 2). Questa rara alleanza è conseguenza di due principi dell'organizzazione: Conservatorismo (espresso nel 2.15: “L'assemblea di tutti i membri ha il diritto di deliberare tutto tranne la modifica degli statuti. 'Modifica degli statuti' nel senso della suddetta frase sono tutte le alterazioni che mutano lo spirito della Carta dei Diritti Donaldisti.”) e Caos: quest'ultima è una qualità intrinseca del Congresso Annuale dell'Associazione. Quattro ne sono già stati tenuti: il primo nel 1977, ad Amburgo, per fondare l'associazione in modo ufficiale; nel 1978, i donaldisti si sono radunati a Monaco, dove sono finiti assieme ai malvagi sostenitori del deplorevole 6.8. Nel 1979, il congresso ha avuto luogo a Essen e, nel 1980, i donaldisti hanno letteralmente affollato Francoforte.

Prima pagina del secondo speciale del Der Hamburger Donaldist contro il 6.8 (1978)

Una splendida e tradizionale parte del congresso sono i Kolloquiua scientifici con le conferenze dove vengono espressi i reali risultati delle investigazioni donaldiste, ad esempio: “Come sarà il futuro di Paperopoli?”, “Sulla stabilità del corpo dei Paperi”, “Un confronto di foto satellitari della Terra e del pianeta di Paperopoli”, ecc.

Un importante compito del congresso è l'elezione del presidente del D.O.N.A.L.D., il cosiddetto PRÄSIDENTE (Ente è il termine tedesco che indica la papera). Finora, il congresso ha dovuto eleggere un nuovo presidente ogni anno perché i precedenti sono stati tutti dei flop, il che è una caratteristica propria dei donaldisti. I nomi di queste persone di insuccesso sono: Hans V. Storch (1977-78), Christian Zarnack (1978-79), Hartmut II Hansel (1979-80) e Tim Elbers (1980-81).

Ovviamente, il D.O.N.A.L.D. è suddiviso in diverse fazioni divergenti; degni di nota sono i Barksisti/Donaldisti, il B.O.N.A.L.D. (una derivazione bavarese), il R.O.N.A.L.D. (un equivalente del Reno), gli Scroogeisti (deviatori di destra), le Brigate Rosse di Paperopoli e i (femministi) Daisyisti (entrambi deviatori di sinistra).

  1. Le fondamenta teoretiche del Donaldismo scientifico

    1. L'attendibilità delle informazioni

Come in molte altre discipline scientifiche, un'importante e difficile questione è l'attendibilità delle informazioni riportate. Quali sono affidabili, quali ovvi prodotti di pura fantasia?

Membri del gruppo con massima attendibilità e precisione sono Carl Barks, Al Taliaferro e la traduttrice tedesca delle storie dei Paperi, Dr. Erika Fuchs. Non è ancora chiaro se i nuovi giornalisti europei Freddy Milton (Danimarca), Daan Jippes (Olanda) e Volker Reiche (FRG) appartengano a questa categoria.

Un secondo gruppo solamente a volte riporta informazioni corrette. Tra questi, sono da menzionare i nomi di Jack Bradbury, Tony Strobl e [Paul] Murry. Il terzo gruppo, che include le persone che lavorano per l'editore italiano Mondadori e Vicar che lavora per il danese Gutenberghus, è composto da semplici ciarlatani.

I Kulturgut donaldisti (con relativa rappresentazione dell'attendibilità delle fonti) come descritti in Der Hamburger Donaldist, n. 5 (1977)

Siccome non bisogna pretendere che un singolo cronista sia perfetto, bisogna accettare che pure un affidabile giornalista come Barks abbia sbagliato in certe descrizioni dell'Universo Donaldista. È possibile che questi uomini abbiano eseguito una sorta di autocensura  Barks sotto l'influenza del maccartismo?  ad esempio per quanto concerne la sfera sessuale. Inoltre, non si può escludere che i loro resoconti dessero (e ancora diano?) volontariamente a volte informazioni incorrette.

Non tutti i donaldisti sono d'accordo con le analisi proposte nei Kulturgut donaldisti, alcuni ritengono che solo i resoconti provenienti dalla penna di Carl Barks siano congruenti con la realtà. Infatti, ora ottantenne, si tratta del più importante cronista donaldista ed è stato il primo a informare l'umanità circa l'esistenza di personalità illustri, come Paperon de' Paperoni, Gastone Paperone, Archimede Pitagorico, Cuordipietra Famedoro e la fattucchiera Amelia. Ha scoperto Paperopoli, il deposito (“Axis Mundi” secondo la “Teoria Cosmo-Caos” di Gisle) e il primo decino di Paperone. Ma Taliaferro, e il suo collaboratore Karp, avevano già trovato molti dettagli interessanti negli anni Trenta, ad esempio: l'esistenza dei nipotini di Paperino, di Paperina, Nonna Papera e  ultimo, ma non per importanza  di Ciccio. Per questo motivo, una restrizione alla sola opera di Barks sarebbe inappropriata e i Barksisti/Donaldisti sono  come detto sopra  una frangia di deviatori di destra.

Una domanda ancora insoluta riguarda l'attendibilità dei film donaldisti. Mostrano la realtà? La colonna sonora è originale? Si tratta di documentari o di recitazione?

Una difficoltà peculiare è l'impossibilità di svolgere esperimenti. Bisogna affidarsi ai resoconti come fossero dati, tenendo a mente le loro incompletezze e incorrettezze.

    1. Le sotto-discipline donaldiste

Un altro saggio importante è “Die Entität des inneren Donaldismus”, scritto da Eduard Wehmeier e pubblicato sul numero 3 di HD. In questa ricerca, l'autore prova ad associare le varie investigazioni ad altrettante sotto-discipline, caratterizzate dalle diverse concezioni dell'Universo Donaldista. Nella stima di Wehmeier, la due direzioni principali del Donaldismo sono “Donaldismo Interno” e “Donaldismo Esterno”. Il secondo riguarda solamente i problemi materialistici e le analisi viste dal punto di vista delle discipline scientifiche non donaldiste: artisti? autori? periodi? persone? guadagni? Disney? influenze pedagogiche delle storie dei Paperi sui bambini e gli adolescenti? I manuali appartenenti a questa categoria sono How to Read Donald Duck (si veda il Capitolo 1), Donald Duck (Marcia Blitz), “Donald Duck und das pädagogische Ethos des Ehapa-Verlages” (Gerd Sembritzki, HD-Special No. 3) e molti saggi e interviste in fanzine come Funnyworld e Carl Barks & Co.

Prima pagina della ricerca di Wehmeier in Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Tutto ciò che non fa parte del Donaldismo Esterno rientra nel Donaldismo Interno, che a sua volta consiste di “Donaldismo Applicato” (una definizione del quale viene fornita in HD 2) e “Donaldismo Puro”, che si occupa solamente dei contenuti delle storie di Paperi. All'interno del Donaldismo Puro, si possono distinguere la variante letteraria “Donaldismus litteraricus” e la scientifica “Donaldismus archeologicus”.

La prima è di stampo barksiano e riguarda la totalità delle sue storie intese come una gigante opera letteraria. Molti articoli dettagliati appartenenti a questa categoria possono essere letti nella fanzine danese Carl Barks & Co., come “Bing, du er hypnotiseret”, “Barksismus” e le due “Barks analysis”. Un bella guida di Bruno Diepen, “Die tollsten Details im zeichnerischen Werk von Carl Barks” (HD-Special No. 4) mostra una serie di dettagli di sfondo nell'opera di Carl Barks.

Un compito importante del Donaldismus literaricus è l'istituzione di un catalogo di tutte le storie di Barks, un cosiddetto “Indice Barks”. Il primo Indice Barks è stato pubblicato da Mike Barrier in Funnyworld. Al giorno d'oggi, si possono trovare indici in Danimarca (CB&Co 1, 1974), Norvegia (The Old Master's Secret, 1977), Olanda (Barks Boek, 1977), Svezia (NAFS(k)uriren 5, 1978), Repubblica Federale di Germania (Deutscher Barks-Index, 1979; HD 28, 1981) e Finlandia (Sarjainfo 25, 1979).

Il punto di vista del Donaldismus archeologicus è quello di un archeologo che utilizza ogni storia di Paperi attendibile come fonte. Attraverso le informazioni presenti in queste fonti, prova a ricostruire l'Universo Donaldista e la sua società. Testi molto importanti appartenenti a questa categoria sono quelli di Gisle, Gans, Chalker e Nomiat menzionati sopra. Una variante speciale del Donaldismus archeologicus è il “Donaldismus archeologicus futuricus”, che vede la luce nel 1954 con la pubblicazione del saggio fantascientifico The last message di A.C. Clarke: gli astronauti giungono a una Terra distrutta. Non trovano persone, ma soltanto storie di Paperi e film. Con questo materiale, provano a capire il mondo umano del ventesimo secolo.

Più serio è il “Donaldismus archeologicus historicus”, che è basato sull'esistenza (passata? futura?) di un mondo donaldista parallelo al nostro.

Lo scopo del Der Hamburger Donaldist è sostenere il progresso di questa disciplina.

I © delle immagini pubblicate sono degli aventi diritto.
Si ringrazia Hans von Storch per il permesso di traduzione e pubblicazione del suo testo e per l'accesso all'archivio del Der Hamburger Donaldist.

mercoledì 5 ottobre 2022

Strijd om een erfenis (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

Torno a parlare di Ralph du Mosch (qui la nostra chiacchierata risalente a qualche mese fa) per commentare la sua Strijd om een erfenis (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022), pubblicata nei Paesi Bassi lo scorso agosto, in cui Paperone viaggia indietro nel tempo per ottenere un'eredità. Questa avventura, definita dallo stesso autore "una delle [sue] preferite da scrivere", si apre con la ricezione di una lettera dei notai McGaai, McGraai e McSnaai in cui viene comunicato al papero più ricco del mondo di essere erede della fortuna del duca di Zwaenenzang-Zilverpoets. Per sua sfortuna, non si tratta dell'unico erede e deve condividere l'eredità con Cuordipietra Famedoro (come Paperone, biscugino di ottantaquattresimo grado del defunto duca), a meno che non si riesca a stabilire che uno dei due avesse un grado di parentela più prossimo con il duca rispetto all'altro. Per assicurarsi la vittoria, Paperone decide di viaggiare indietro nel tempo grazie all'ausilio di un'invenzione di Archimede e fare in modo che una sua prozia (Agaath McDuck) sposi il duca, peccato che la stessa idea sia venuta anche a Famedoro...

Vignetta iniziale dallo storyboard di Strijd om een erfenis

Senza procedere con il disvelamento dell'intreccio (auspicando che un giorno questa storia diventi fruibile anche in Italia), vorrei concentrarmi su alcuni punti di contatto con produzioni passate che ritengo degni di nota.

Innanzitutto, il tema della parentela di Paperone con un suo rivale non è nuovo: qui analizzavo infatti le varie parentele che il nostro protagonista ha condiviso con Rockerduck nel corso dei decenni e qui riportavo invece l'altro parente in comune tra il miliardario scozzese e quello sudafricano, Bogey McDivot (parentela che ho avuto modo di ripensare qui, grazie anche alla conferma dell'autore della storia in questione, John Lustig). Viene ripresa appunto da questa storia la reazione dei due all'apprendere di una qualche sorta di reciproca relazione, nonché la reazione dei due nel finale (nonostante i due racconti viaggino su binari completamente differenti).

Paperone apprende dell'esistenza di un altro erede in Zio Paperone e l'eredità indivisibile (Martina/Esposito, 1974)

... e in Strijd

Cuordipietra e Paperone non accettano di essere imparentati in Family of Fore (Lustig/Vicar, 2001) 

... e in Strijd

(Lustig/Vicar, 2001) 

(du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

(Lustig/Vicar, 2001) 

(du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

Inoltre, è piacevole notare che l'autore, piuttosto che creare un qualche marchingegno temporale su misura per questa avventura, recupera la Time-Tub introdotta da Vic Lockman negli anni Settanta (e già ripresa da DuckTales), inserendosi idealmente all'interno di una continuità internazionale e ultradecennale.

La Time-Tub di Archimede in I Bassotti e la cella senza Tv (Lockman/Alvarado, 1970)

... in Old Time Crime (?/Manning, 1978)

... e in Strijd

Infine, sono di interesse genealogico le apparizioni della prozia di Paperone, Agaath McDuck, e della prozia di Cuordipietra, Grizelda Goudglans (corrispettivo olandese di "Glomgold", ovvero Famedoro).

Agaath (a sinistra) e Grizelda (a destra)

© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 27 settembre 2022

"Fantomius court-il toujours ?" (su Picsou-Soir, n. 11)

È uscito l'undicesimo numero della fanzine Picsou-Soir (di cui ho già parlato qui e qui) e contiene una versione francese di questo mio post, re-intitolato per l'occasione "Fantomius court-il toujours ?".

L'impaginazione del mio contributo

L'intero numero, che sfoggia una bellissima copertina ispirata al mio testo, disegnata dall'artista finlandese Ville Tanttu (@theultimateduckfan su Instagram), è leggibile gratuitamente a questo link.
 
La bellissima copertina ispirata al mio articolo

© Disney per le immagini pubblicate.

giovedì 15 settembre 2022

Archimede indossa un parrucchino? (parte seconda)

Qualche mese fa, ho pubblicato un post in cui, riportando come esempio quattro storie sceneggiate da Vic Lockman (che in quella sede ho definito "una sorta di secondo padre" dell'inventore paperopolese), mi chiedevo se Archimede indossasse o meno un parrucchino. Avendo recentemente avuto accesso all'intero archivio della storica fanzine tedesca Der Hamburger Donaldist (della quale avrò comunque modo di parlare in un futuro prossimo), mi sono però accorto di essere stato preceduto di ben 45 anni da Klaus Lange che, in un articolo con il medesimo titolo del mio post ("Trägt Daniel Düsentrieb ein Toupet?"), pubblicato sul quarto numero della rivista, si poneva la medesima questione.

Il principio della ricerca di Lange (1977)

Nonostante la ricerca di Lange si sposti poi su altri argomenti, come "che tipo di animale è Archimede?" e "come mai egli nega la sua entità?", l'autore recupera evidenze dell'esistenza di un parrucchino che io avevo trascurato nel mio precedente post: Archimede e il tutto all'istante (Lockman/DeLara, 1965), Archimede ballerino telefonico (Lockman/DeLara, 1966) e Archimede e il pensator-scultore (Lockman/DeLara, 1968).

(Lockman/DeLara, 1965)

(Lockman/DeLara, 1966)

(Lockman/DeLara, 1968)

Curioso notare come, diversamente dalla già citata Archimede e il pianeta bitorzolo (Lockman/DeLara, 1969) — e analogamente invece alle tre storie disegnate dallo stesso Lockman negli anni Novanta —, il parrucchino si presti qui solamente a una gag visiva e non giochi invece un ruolo nella trama della storia. Inoltre, trovo particolarmente interessante il fatto che, mentre non è possibile risalire all'autore de il tutto all'istante, due delle tre storie individuate da Lange siano state scritte proprio da Vic Lockman, già autore delle quattro riportate nello scorso post.

[Aggiornamento 18/03/2024]:

L'argomento in questione è stato preso in esame molto dettagliatamente in un saggio intitolato "Vic Lockman and Gyro Gearloose's Hair", nel quale riporto una lista completa delle storie di Lockman in cui questa gag è presente e anche alcune storie di altri autori successivi che la recuperano. Attualmente è in fase di revisione e spero di riuscire a pubblicarlo presto da qualche parte.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 7 settembre 2022

Una chiacchierata con... Fernando Ventura

Classe 1980, Fernando Ventura si occupa a diverso titolo di fumetti Disney per il mercato brasiliano e quello statunitense. Conosciamolo meglio.

SC: Simone Cavazzuti
FV: Fernando Ventura

SC: Nel corso degli anni, ti sono stati riconosciuti crediti come autore, artista, inchiostratore, colorista, traduttore... e sei anche uno dei coordinatori dell'INDUCKS. Come sei finito a realizzare fumetti? È ciò che volevi fare da bambino?

FV: Fin da quando ero bambino, volevo lavorare con i fumetti Disney. Uno dei miei insegnanti di fumetto è stato Waldyr Igayara de Souza, che aveva scritto e disegnato le storie di Joe Carioca negli anni Sessanta e successivamente era stato direttore del gruppo delle riviste per bambini alla Abril. Immaginavo che avrei solo scritto e disegnato, ma la produzione dei fumetti Disney è stata incostante negli ultimi anni, perciò ho provato a specializzarmi anche in altre fasi del lavoro. 

SC: Quale è la parte che preferisci del tuo lavoro?

FV: La parte migliore è vedere finalmente pubblicate le proprie storie in edicola (che è anche il momento in cui sei sicuro che verrai effettivamente pagato per il tuo lavoro).

Prima tavola di O Réptil Devorador (Ventura, 2000), la prima storia Disney di Ventura pubblicata

SC: Da quando hai cominciato a lavorare con i personaggi Disney, quali sono quelli che hai preferito?

FV: All'inizio, oltre a José Carioca, ebbi la possibilità di disegnare anche fumetti di Topolino e Paperino. Mi piace anche lavorare con personaggi più oscuri, come il coccodrillo Vecchio Tom (che alla fine è diventato l'animale domestico di José Carioca) e il merlo indiano Gancio.

SC: Cosa pensi sia cambiato nel corso degli anni?

FV: A proposito delle mie matite, credo che i miei personaggi siano ancora espressivi oggi, ma ho una maggiore padronanza narrativa e di composizione delle storie.

SC: Noto che hai realizzato delle incredibili colorazioni di storie classiche (Gottfredson, Taliaferro, Scarpa, Strobl...) e apprezzo davvero il fatto che abbiano un tocco moderno (con, per esempio, le varie gradazioni di colore e l'utilizzo delle ombre), pur combinandosi perfettamente con l'inchiostrazione originale, rispettando i bellissimi disegni. Come hai trovato questo equilibrio?

FV: Le storie che ho colorato per il mercato estero sono state curate da David Gerstein. In generale, mi piacciono molto i colori originali, perciò siamo giunti a un accordo di utilizzarli come base quando fosse stato possibile, ma anche applicando alcuni tocchi più moderni. Non bisogna lasciarsi ingannare dalla tavolozza di colori apparentemente infinita di Photoshop: è necessario pensare in termini grafici perché non tutti i colori che stanno bene sullo schermo stanno altrettanto bene stampati.

Colori di Ventura per Paperina testimone oculare (Scarpa, 1966) e The Catch (?/Strobl, 1974)

SC: Quali sono gli autori e artisti (sia brasiliani e stranieri) ai quali sei stato più esposto durante la tua crescita? E quali sono quelli che ti hanno segnato maggiormente?

FV: La Abril ha pubblicato fumetti Disney da tutto il mondo in Brasile per quasi 70 anni, perciò ho sempre avuto accesso ai lavori dei più conosciuti autori e artisti Disney. Ad ogni modo, le mie più grandi influenze sembrano provenire dalla scuola brasiliana, specialmente dai disegni di Renato Canini degli anni Settanta e dalle sceneggiature di Arthur Faria Jr. degli anni Ottanta e Novanta. Apprezzo particolarmente anche artisti con tratti "strani", come Jim Fletcher (artista di varie storie con le streghe), Kimura (Paperone) e Frank Grundeen (Pico de Paperis). Oggi, il mio autore/artista preferito è forse il finlandese Kari Korhonen: le sue storie sono sempre le prime che leggo! 

SC: A che punto è la produzione di fumetti Disney in Brasile? Quale ruolo hai al suo interno?
 
FV: La casa editrice Abril ha pubblicato i fumetti Disney in Brasile tra il 1950 e il 2018. Oggi, la licenza è divisa tra Panini (pubblicazioni per collezionisti) e Culturama (pubblicazioni periodiche). Sto traducendo le storie straniere per entrambi gli editori e colorando le nuove storie di José Carioca prodotte da Culturama.

SC: Potresti spendere qualche parola sulla guida che hai realizzato per scrivere storie Disney?

FV: Quel periodo (2012-2016) ha rappresentato un momento unico nel quale l'unica indicazione degli editori era che le storie dovessero essere le più divertenti possibile. La guida serviva come un promemoria per gli autori di lasciare da parte il politicamente corretto e provare a rischiare un po' di più, ma anche di evitare giochi di parole, satira o di datare i fumetti. Un'altra curiosità è che potevamo utilizzare qualsiasi stile di abbigliamento per José Carioca che credessimo adatto per la sceneggiatura. Questo è il motivo per cui, nelle storie di quel periodo, appariva con aspetti differenti.

Intestazione e primo punto della guida scritta da Ventura (2014)

SC: Quale è l'importanza di uno strumento come l'INDUCKS?

FV: Come negli altri paesi, per molti anni, gli autori dei fumetti Disney brasiliani non venivano accreditati. Ho sempre voluto sapere chi ci fosse dietro a tutti quei fumetti che amavo così tanto e probabilmente ho speso più tempo a ricercare chi fossero quelle persone che a creare le mie storie. È stato possibile rendere disponibili queste informazioni grazie ad Arthur Faria Jr., che, oltre a essere egli stesso un eccellente autore, è anche il coordinatore delle pubblicazioni brasiliane all'INDUCKS e ha strutturato tutte queste informazioni all'interno del database. Grazie a questo sforzo, molti autori sono emersi dall'anonimato. Ciò che mi piace di più dell'INDUCKS è che tutte le storie e tutti gli autori hanno la medesima importanza, e non finisco mai di scoprire nuove informazioni!

SC: A cosa stai lavorando al momento?

FV: Ho scritto una serie di articoli sui fumetti Disney brasiliani per una convention accademica annuale (Jornadas Internacionais das Histórias em Quadrinhos) che spero di raccogliere sotto forma di libro in futuro. Oltre al mio lavoro per Panini e Culturama, ho anche riorganizzato il mio portfolio e buttato giù qualche idea per nuove storie che intendo mettere su carta un giorno.

Bellissimo omaggio realizzato da Ventura in occasione della nostra chiacchierata

© Disney per le immagini pubblicate. 

sabato 27 agosto 2022

L'esilio dei Van Coot (Sisti/Bigarella, 2022)

Solitamente, non scrivo di storie così nuove, ma  complice anche la recente pubblicazione della mia ricerca su Cornelius Coot sulla fanzine Rappet  non potevo non essere quantomeno incuriosito dall'annuncio di Cornelius – l'esilio dei Van Coot (Sisti/Bigarella, 2022), in edicola dal 24 agosto. Perciò, la mattina stessa di mercoledì, mi sono recato ad acquistare una copia del settimanale Topolino per potere arricchire il mio bagaglio personale su questo personaggio e per vedere se ci fosse qualcosa di interessante da riportare qui.

Il giovane Cornelius interpretato da Ivan Bigarella

Nata da un'idea di Alex Bertani, questa atipica avventura divisa in due episodi (presenti entrambi sullo stesso numero) è interamente ambientata nella New York del 1804 e vede come protagonisti un giovanissimo Cornelius Coot, alcuni suoi amici e la sua famiglia. Il primo dettaglio che salta all'occhio, presente anche nel titolo, è che il cognome del futuro fondatore di Paperopoli sarebbe Van Coot. La famiglia, composta dal padre Jeroen, la madre Els e lo zio Marteen, proverrebbe infatti dall'Olanda, mentre Cornelius stesso sarebbe invece nato nel nuovo continente.

Jeroen Van Coot

Els

Marteen Van Coot

Tra gli amici del pioniere, spicca un tale Perceval de Roquerduc, figlio di Honoré de Roquerduc, "uno dei paperi più facoltosi della città". Nonostante la somiglianza nel nome, non è al momento dato sapere se (e in quale eventuale modo) questi personaggi siano imparentati con il miliardario John D. Rockerduck o se si tratti invece di una coincidenza.

Perceval de Roquerduc

Honoré de Roquerduc

Un altro particolare notevole riguarda il nome completo del protagonista della storia: Cornelius Ermogene Van Coot. Si tratti infatti di un omaggio alla prima traduzione italiana del nome del personaggio, peraltro già reso dallo stesso Sisti in Paperino e la iella in passerella (Sisti/Barbucci, 1996).

"Cornelio Ermogene" nella prima versione italiana di Paperino e il maragià del Verdestan (Barks, 1952)

"Cornelius Ermogene Coot" in Paperino e la iella in passerella (Sisti/Barbucci, 1996)

Cornelius Ermogene Van Coot

Senza perdermi in anticipazioni (motivo per cui ho rimosso i dialoghi dalle vignette qui riportate), mi limito a evidenziare come questa nuova produzione si ponga in contrasto con storie come The Incredible Quest for Cooties (Kruse/de Jonge, 1991), in cui Cornelius lascia il vecchio continente assieme al fratello Johannes alla volta del nuovo mondo, o anche Paperino e il certame del nipotame (Pesce/Gula, 2008), nella quale un Cornelius bambino è in compagnia di un non meglio identificato zio (personaggio che non sembrerebbe esistere nel racconto di Sisti).

Cornelius e il fratello Johannes in The Incredible Quest for Cooties (Kruse/de Jonge, 1991)

Lo zio di Cornelius in Paperino e il certame del nipotame (Pesce/Gula, 2008)

Nel chiudere questo post, vi consiglio (se non l'avete fatto) di recuperare la storia perché è meritevole a livello di scrittura e disegni (e anche colorazione) e perché offre una prospettiva nuova e intrigante, ponendo luce su eventi e circostanze in precedenza taciuti. Sarei curioso di conoscere ulteriori sviluppi e maggiori dettagli sulla vita del pioniere, forse troppo spesso mostrato come un essere leggendario.

© Disney per le immagini pubblicate.