venerdì 22 aprile 2022

Il debutto di Gustavo Paperone (Goosetave Gander)

Oggi vorrei parlare di una storia olandese anticipata durante il corso della chiacchierata con Cèsar Ferioli e pubblicata lo scorso marzo sul settimanale Donald DuckDe komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022). Il mio interesse per questa produzione è motivato dal fatto che si tratta della prima storia a fumetti Disney in cui appare il padre di Gastone, escludendo quella non ufficiale realizzata nel 2019 dalla fumettista britannica Sarah Jolley e già citata qui.

Gastone alle prese con il padre in un'illustrazione di Jan-Roman Pikula (2022)

Il personaggio di Goosetave Gander (la cui genesi barksiana è qui ripercorsa) deve il suo aspetto grafico a Mark Worden, che, nell'illustrare il primo albero genealogico di Barks, sembrerebbe mescolare il design di Ollie Eiderduck, introdotto in Paperino e la sfida natalizia (Barks, 1958), con quello di un personaggio secondario presente in Zio Paperone snob di società (Barks, 1962). Curiosamente, Worden cambia il nome del parente prima in Goosetale (sostituendo la "v" con una "l") e poi in Goosetail (mantenendo la stessa pronuncia, ma con una grafia differente). Don Rosa, che riporta il nome inglese da Goosetail a Goostave (togliendo quindi una "e" rispetto all'intenzione originale), si distacca in minima parte dalle fonti barksiane, mantenendo invece alcune caratteristiche del disegno del suo predecessore, tra cui l'eleganza e la compostezza del papero, nonché la forma del suo becco.

Da sinistra a destra: Ollie Eiderduck, un personaggio senza nome barksiano, il Goosetail Gander di Worden e il Goostave Gander di Rosa

Ma chi è Gustavo Paperone? Quale è la sua storia? Fino a oggi era difficile dirlo (nemmeno il cartoonist del Kentucky lo ha mai rappresentato al di fuori del suo albero genealogico), ma ora abbiamo a nostra disposizione qualche informazione in più. Questa operazione dei fumettisti Disney olandesi non sembrerebbe però costituire un'eccezione: essi hanno infatti già portato in vita la sorella di Paperino in un albo speciale del 2014 (di cui ho parlato qui assieme all'autore della storia), i genitori di Ciccio in un albo speciale del 2019 (di cui ho parlato qui) e hanno ancor più recentemente recuperato il cugino dimenticato Pistacchio (Cuthbert Coot), presentato in Paperino cow-boy (Barks, 1945), all'interno di Het oor van de wind (Jonker, Hoogma/Mota, 2020).

L'incontro/scontro tra Gustavo e i nipoti

Il Gustavo della coppia du Mosch/Ferioli è un sergente del plotone di Zwaandam, unione tra la parola "zwaan" (cigno) e il nome della città olandese Zaandam, identificabile forse con la Borgocigno (Swanville) citata da Barks in Paperino e l'onorevole testone (Barks, 1957), e si trova di passaggio a Paperopoli per una missione importante. Un fortuito incontro/scontro con Paperino e i nipotini, che chiedono al prozio se abbia intenzione di visitare suo figlio Gastone, rivela la bugia con la quale il papero fortunato riesce a tenere il rigoroso padre lontano da sé: egli  racconta infatti al genitore di non avere mai tempo e di essere molto impegnato con il lavoro. Fiutata l'occasione di vendicarsi dei continui sberleffi ricevuti, Paperino decide di condurre lo zio a casa dell'antipatico cugino; qui, Gustavo si rende conto della natura oziosa e indisciplinata del figlio e decide di educarlo in maniera abbastanza pesante.

Esempi del rigido addestramento di Gastone

Il personaggio riparte per Zwaandam verso la fine della storia e non ci è dato sapere quando (e se) farà ritorno a Paperopoli. Trovo curioso notare come nella storia non sia mai fatta menzione a Daphne, la madre di Gastone; forse, i rapporti con il marito non sono dei migliori.

© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 19 aprile 2022

Ancora sul Fantomius di Lucio Leoni

A integrazione dello scorso post, nel quale ho riportato alcuni estratti della chiacchierata tra lo youtuber Fisbio e l'autore Lucio Leoni riguardanti quella che avrebbe potuto a tutti gli effetti essere la prima storia a fumetti contenente il personaggio di Fantomius, vorrei oggi pubblicare per intero un messaggio dello stesso Leoni (che ringrazio ancora), ricevuto in seguito alla mia richiesta di maggiori informazioni a proposito, in modo da dedicare all'argomento lo spazio necessario.

La "storia mai narrata" a cui facevo riferimento si dipanava in dodici episodi poiché avrebbe dovuto coprire un anno editoriale della testata Paperinik, nei lontani anni '90. Gli autori vennero invitati ad offrire il proprio contributo e io proposi una storia sui viaggi nel tempo che si presentava come seguito di una mia precedente sceneggiatura, Paperinik e l'Inganno Silenzioso, in cui avevo introdotto il personaggio del Professor Brain. In questa nuova avventura, Brain avrebbe rubato ad Archimede un progetto per una macchina del tempo con cui avrebbe cambiato il corso della storia, creando una realtà in cui lui sarebbe stato al vertice del potere mondiale. Avrebbe perso però il controllo della macchina causando un vortice temporale in grado di distruggere il tessuto dello spazio tempo, ma Paperinik – grazie all'aiuto di Archimede sarebbe riuscito a bloccare il macchinario, finendo però perso nel tempo e nello spazio come i personaggi del vecchio telefilm Kronos. Il diabolico vendicatore avrebbe così viaggiato in varie epoche e nazioni, incontrando personaggi più o meno noti dell'universo Disney, come Cornelius Coot, il Pirata Paperone e... Fantomius!
 
Tuttavia, si trattava di una mia versione del ladro gentiluomo, in quanto la serie di Gervasio non aveva ancora visto i natali. In quell'episodio, si sarebbero narrate le origini di Fantomius, papero nobiluomo del XIX secolo e uomo di scienza. Purtroppo, in questa veste, il nostro eroe riscontrava poco successo, in quanto le sue invenzioni non erano mai adatte a sfruttamenti di tipo commerciale e gli valevano solo la derisione dei suoi pari. La sua nemesi in particolare era un grosso affarista socio del suo club, noto per i suoi affari poco puliti, che non perdeva occasione per fargli notare quanto egli fosse privo di senso pratico. È a quel punto che lui decide di vendicarsi dei torti subiti e, sfruttando le proprie invenzioni, crea un costume e delle armi ispirandosi a un fatto di cronaca di quei giorni, cioè l'avvistamento notturno di un misterioso individuo vestito di nero con un lungo mantello che si aggira per i tetti di Paperopoli compiendo balzi prodigiosi. Così, celando la propria identità dietro la maschera e il nome Fantomius, riesce ad avere giustizia dei paperopolesi ricchi e disonesti, derubandoli dei loro averi. Inutile sottolineare che il misterioso individuo a cui egli si era ispirato altri non fosse che il nostro Paperinik, rimasto intrappolato per alcuni giorni nel 1800, chiudendo così un cerchio temporale in cui in sostanza le origini di entrambi risultavano indissolubilmente legate tra loro.

martedì 12 aprile 2022

Fantomius è ancora vivo?

Chi non ha mai sentito parlare di Fantomius, il ladro gentiluomo menzionato in Paperinik il diabolico vendicatore (Martina/Carpi, 1969) e recentemente portato in vita da Marco Gervasio in una serie di storie a lui stesso dedicate? Questa mia riflessione nasce dalla recente rilettura della serie e dall'annuncio dello stesso Gervasio dell'imminente ritorno del personaggio sulle pagine di Topolino. L'identità fornitagli dall'autore romano è quella del "nobilpapero inetto e pasticcione" Lord John Quackett, precedente proprietario di Villa Rosa (luogo in cui Paperino ritrova il costume e il diario di Fantomius), e le sue avventure si dipanano in uno spazio di tempo che copre i primi tre decenni del ventesimo secolo. In questo modo, le imprese di Fantomius/Quackett sono debitamente tenute distaccate dalla Paperopoli contemporanea, tranne che in alcune avventure in cui si ritrova spedito nel presente, mantenendo perciò la sua usuale età anagrafica.

Il Fantomius di Marco Gervasio

Domanda 1: Il fatto che le avventure di Fantomius raccontate da Gervasio sono ambientate circa un secolo prima rispetto alle storie situate nel "presente", e che Quackett interagisce con personaggi come il bisnonno di Archimede, è da considerarsi come una prova sufficiente della sua dipartita?

Risposta 1: No. Nelle storie di Gervasio, Fantomius opera certamente in un tempo piuttosto lontano, ma lo stesso fanno Paperone e Cuordipietra, entrambi rivali di Fantomius negli anni '20 e già più anziani di lui. Inoltre, il fratello maggiore di Lord Quackett è probabilmente ancora in vita ai giorni nostri, come suggerito in Notre Duck (Gervasio, 2017). Infine, in Dolly Paprika (Gervasio, 2017), un titolo del Duckburg Times datato 1920 recita: "Ortensia de' Paperoni annuncia la nascita di due gemelli"; trattandosi chiaramente di Della e Paperino, è difficile conciliare questa informazione all'interno di una continuity che vede Paperino (non certo centenario) vivere nel 2018, come esplicitato in I due vendicatori (Gervasio, 2018). Appare quindi ovvia l'impossibilità di definire l'essere in vita o meno di Fantomius sulla base delle date fornite da Gervasio che, da una parte cerca di allontanarlo dal presente ma dall'altra tenta di non tradire quelle proposte da Don Rosa, andando inevitabilmente a generare delle impossibili distorsioni temporali.

L'improbabile titolo di giornale datato 1920

Cosa ci dicono invece le storie di Guido Martina su Fantomius? Non molto, in realtà. In Paperinik il diabolico vendicatore, apprendiamo da uno dei nipoti che "Fantomius era un ladro-gentiluomo che rubava ai ricchi..." ed è chiaro che egli utilizzasse Villa Rosa come suo covo; infatti, Fantomius stesso confessa nel suo diario di essere riuscito a condurre una doppia vita proprio grazie ai segreti della villa. Inoltre, nella stessa storia, apprendiamo che il vecchio proprietario di Villa Rosa "è morto senza eredi" e che, "trascorsi cent'anni dalla sua morte, la villa è stata incamerata dal demanio, che ne ha fatto dono al municipio" e "il municipio l'ha messa in palio come primo premio della lotteria".

Quello che ci dice Martina su Fantomius

Domanda 2: Fantomius era il proprietario di Villa Rosa?

Risposta 2: Non necessariamente. Gervasio ha evidentemente dato per scontato questo collegamento, dal momento che la villa era il nascondiglio del ladro, ma Martina non è esplicito a riguardo. Se Fantomius lo fosse stato, come potrebbero indicare le parole di Gastone (travestito da Fantomius) in Paperinik alla riscossa (Martina/Scarpa, 1970), allora sarebbe inequivocabilmente morto, o almeno scomparso, da cento anni. Ma ciò posizionerebbe la sua dipartita molto indietro nel tempo: negli anni '60 dell'Ottocento se consideriamo come data quella della pubblicazione della storia di Martina, negli anni '10 (circa) del Novecento tenendo invece conto di quelle proposte da Gervasio; in entrambi i casi, avrebbe comunque operato prima di queste date (a meno che non sia morto giovane) e ciò renderebbe la questione ancora più intricata. La mia idea è che Fantomius (chiunque egli fosse) abbia semplicemente occupato Villa Rosa dopo la morte del suo legittimo proprietario, dal momento che nessun indizio schiacciante rivela che si tratti della stessa persona.

Fantomius/Gastone sembrerebbe essere il proprietario di Villa Rosa

Gastone non avrebbe motivo di sapere che Villa Rosa apparteneva a Fantomius, a meno che questa non sia diventata un'informazione di dominio pubblico dopo la morte del ladro. In tal caso, però, potenzialmente chiunque ne potrebbe essere a conoscenza (soprattutto Qui, Quo e Qua, dal momento che in uno dei loro manuali è contenuta tutta la storia di Fantomius) e qualcun altro avrebbe perciò potuto trovare il suo diario prima di Paperino. Nell'edizione americana della storia, questa incongruenza è stata corretta e Fantomius/Gastone non pronuncia più le parole "i ruderi della mia villa", bensì "these forsaken ruins", mostrando che il fortunato cugino non ne conosce le reali qualità, considerandole rovine qualsiasi. Inoltre, a fugare il dubbio sull'eventuale dominio pubblico dell'informazione, è interessante notare che, nel libro Paperinik il diabolico vendicatore, scritto da Guido Martina e pubblicato da Mondadori nel 1970, alla domanda di Paperino: "Che c'entra Villa Rosa con Fantomius?", Quo risponde: "Non c'entra per niente" (p. 33).

Paperino si riferisce a Fantomius/Quackett?

Forse no!

Gervasio non è stato in realtà il primo autore a portare in vita Fantomius. In Danimarca, una storia con il personaggio è stata scritta nel 2003, precedendo così di quattro anni la pubblicazione della prima storia italiana in cui appare fisicamente, si tratta di Paperinik e l'eredità (Pihl/Smet, 2005). In questa storia, che ripercorre la prima avventura di Paperinik, Fantomius è ancora vivo e decide di tornare a Villa Rosa dopo aver appreso che qualcuno ha preso il suo posto; si tratta di un anziano papero che si era ritirato tra le montagne, lontano dalla vita mondana. Cercando negli archivi del municipio, Fantomius scopre che la villa è stata vinta da Gastone come premio della lotteria, lo raggiunge e, accortosi di quanto sia pigro e sfaccendato, decide di addestrarlo per fargli seguire le sue gesta in modo decoroso, mentre questi continua imperterrito e inutilmente a cercare di negare il suo essere Paperinik. Questa interpretazione di Fantomius (che graficamente richiama Uno e caratterialmente Everett Ducklair, con il quale condivide il percorso di eremitaggio, della saga di PK) non contraddice direttamente le storie di Martina, sebbene l'autore si prenda qualche libertà: Fantomius conferma che la casa fosse sua (il che potrebbe avvicinarlo a Lord Quackett, nonostante l'aspetto) e aggiunge che è stata messa in palio dopo la sua partenza (non la sua morte), certamente non dopo cento anni da questa. Curiosamente, nell'edizione italiana, il personaggio anziano non è presentato come Fantomius, ma semplicemente come un suo "esecutore testamentario".

Paperinik a tu per tu con Fantomius

Questo Fantomius redivivo viene ricordato da Paperino in Paperinik e il grande pulitore (Pihl/Smet, 2006), sempre scritta nel 2003, Paperinik e lo scambio di identità (Shaw, Shaw/Andersen, 2006) e Paperinik contro il rumorista (Erickson/Smet, 2006), da Gastone in Paperinik e il raggio sfortunatore (Erickson/Freccero, 2018), ed è raffigurato in un quadro all'interno di Villa Rosa in Paperinik e l'ignobile Dottor Katastrof (Hansegård/Ferraris, 2012).

Paperino teme che Fantomius decida di affidare il suo ruolo...

... al legittimo erede della sua villa

E, a quanto pare, si tratta di un timore ricorrente

Domanda 3: Questa versione di Fantomius è da considerarsi un anziano John Quackett?

Risposta 3: Dipende. Il differente aspetto e la traduzione italiana delle storie di produzione danese lo escluderebbero, così come il fatto che questo Fantomius non conosce la vera identità di Paperinik mentre Quackett sì, si vedano Paperinik, tutto cominciò così (Gervasio, 2019) e L'inizio e la fine (Gervasio, 2021). Però, all'interno della continuity danese, questa versione di Fantomius è a tutti gli effetti Lord Quackett e ciò è confermato da Donald's Surprise (Pihl/Andersen, 2014), tavole di raccordo realizzate per un albo in occasione degli ottant'anni del personaggio di Paperino (alla maniera de I Classici di Walt Disney di una volta), nelle quali l'anziano Fantomius ricorda la propria gioventù, introducendo ai lettori Fantomius a bordo (Gervasio, 2012).

L'anziano Fantomius introduce ricordi di gioventù

Quindi, per rispondere alla domanda proposta dal titolo di questo articolo, Fantomius potrebbe essere ancora vivo. Lo è esplicitamente nelle storie danesi (anche se non vi appare da qualche anno) e lo potrebbe essere anche in quelle italiane, dal momento che la linea temporale è piuttosto instabile e poco affidabile. Per quanto riguarda la sua vera identità, pur apprezzando e rispettando il grande lavoro di Gervasio (che è piuttosto ricco e, per quanto possibile, coerente), preferisco non crederlo un nobile e non lo considero nemmeno il precedente proprietario di Villa Rosa, luogo di cui sicuramente si è appropriato per nascondersi e compiere le proprie scorribande; ma questa è solamente una mia personale interpretazione (tradita anche dalle storie di produzione danese), basata sulle zone d'ombra dell'introduzione martiniana del personaggio, e non ha riscontro in nessun'altra storia a fumetti.

Un'ultima curiosità, che mi sembra doveroso riportare, riguarda il personaggio di Copernico Pitagorico, bisnonno di Archimede introdotto da Gervasio e inventore dei gadget di Fantomius. Nel già citato libro di Martina edito da Mondadori, i gadget utilizzati da Paperinik (che Archimede ricostruisce grazie agli appunti presenti nel diario del ladro gentiluomo) sono tutti brevettati a nome Fantomius, quasi a indicare che egli avesse una mente geniale e creativa, escludendo quindi il potenziale coinvolgimento di altri collaboratori. Questo lato della personalità di Fantomius pare essere condiviso anche dall'autore Lucio Leoni, il quale, durante una recente live sul canale YouTube The Fisbio Show, parla di una vecchia storia mai realizzata in cui Paperinik sarebbe dovuto andare "avanti e indietro nel tempo e anche in dimensioni parallele" e  avrebbe dovuto contribuire "alla creazione di Fantomius, comparendo di fronte al personaggio che sarebbe diventato Fantomius" (dal minuto 39:18). L'autore dichiara infatti che questo personaggio avrebbe dovuto essere "un inventore [...] nella Paperopoli di fine Ottocento che inventava cose che però non avevano mai un'applicazione [...] vantaggiosa dal punto di vista economico" (dal minuto 1:21:58), ricevendo così lo scherno della comunità scientifica;

a un certo punto, decide [...] di usare [...] queste invenzioni per vendicarsi di un paio di personaggi in particolare che lo deridevano continuamente e, nel far questo, scopre che questi personaggi però sono anche disonesti [...] e quindi approfitta di questa sua vendetta personale per fare anche un atto [...] di "giustizia sociale". [...] Per cui, l'inventore dei suoi marchingegni era lui, non un'altra persona (dal minuto 1:22:51).

L'idea scartata di Leoni, risalente agli anni Novanta, sembrerebbe quindi recuperare più fedelmente il Fantomius martiniano, geniale creatore dei propri gadget, introducendo anche come personaggio la nonna di Brigitta, che avrebbe dovuto essere la sua cameriera, "l'unica a sapere che lui avesse un'identità segreta" (dal minuto 1:23:43).

© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 5 aprile 2022

A cosa sta lavorando Giorgio Cavazzano?

A giudicare dall'ultimo post condiviso sui vari profili social, l'artista veneto sta lavorando a una storia che vede il ritorno di nientemeno che lo zio Manibuche de' Paperoni (Pothole McDuck). 


Manibuche veniva solamente citato in Zio Paperone e la Regina del Cotone (Barks, 1955) come il capitano Pothole McDuck, che nel 1870 aveva gareggiato con tale "Porker" Hogg, zio di "Horseshoes" Hogg, "the famous sportsman", nonché attuale rivale di Paperone. Sarà poi Don Rosa, nella sua Saga di Paperon de' Paperoni, a introdurlo come un personaggio vero e proprio, con tanto di aspetto grafico e carattere sopra le righe; lo stesso Rosa suggerisce che "Pothole" sia soltanto un nomignolo, mentre gli attribuisce il nome di battesimo Angus (mantenendo evidenti le radici scozzesi).

Angus alle prese con Porker Hogg nel 1880 (Don Rosa, 1992)

Il personaggio è stato recentemente recuperato dall'autore finlandese Kari Korhonen all'interno dei suoi Diari del Klondike (2019), pubblicati in Italia sull'Almanacco Topolino durante lo scorso anno. 
È curioso notare che Cavazzano stesso ha già ritratto lo zio Manibuche in una copertina destinata al mercato europeo, più di dieci anni fa.

Un altro post del Maestro Disney, datato 18 marzo, suggerisce una ambientazione britannica da diciannovesimo secolo, mostrando inoltre (in seconda vignetta) quello che sembrerebbe essere un piccolo Paperone.


Al momento, non è dato sapere di che progetto si tratti, né se in qualche modo sia collegato con quello sopra, ma sarebbe sicuramente interessante vedere Cavazzano ripercorrere alcuni momenti della vita del nostro miliardario preferito, partendo dalla natia Scozia e passando per il Mississippi.

© Disney per le immagini pubblicate.

venerdì 1 aprile 2022

L'albero genealogico della famiglia FAMEDORO

Come già fatto in questo post (e in questo) con la famiglia Rockerduck, riporto qui l'albero genealogico della famiglia Famedoro (Glomgold), corredato da una tabella riassuntiva che elenchi le apparizioni di ogni personaggio. Per lo scopo di questa ricerca, ho deciso di utilizzare i nomi originali anglofoni dei vari parenti (dove disponibili) o, se possibile, delle probabili anglicizzazioni.

L'albero genealogico della famiglia Famedoro


TABELLA DEI PERSONAGGI:


GENERAZIONE 0 (i nipoti di CUORDIPIETRA):
 
Junior Snorehead: nipote di Cuordipietra che compete con Paperino nella storia Zio Paperone e il miglior nipote (Gregory/Quartieri, Sanchez, 1989).

Slackjaw Snorehead: nipote pigro di Cuordipietra a cui interessa solo uscire con gli amici e rilassarsi, esordisce in Happy Birthday, Flintheart Glomgold (Jensen/Vicar, 2006).
 

GENERAZIONE 1:
 
Padre di Junior e Slackjaw: non viene menzionato in alcuna storia.

Madre di Junior e Slackjaw: dal momento che Slackjaw (e quindi anche Junior) porta un cognome differente da quello dello zio, possiamo suppore che Cuordipietra abbia una sorella.  
 
Flintheart Glomgold: il secondo papero più ricco del mondo, esordisce in Paperino e il torneo monetario (Barks, 1956).
              
Everett Glomgold: cugino texano di Cuordipietra, compare in The Okra Season (Halas/Mota, 2009); Everett è una anglicizzazione del nome "Evertti", presente nella traduzione finlandese. Per amore della completezza, l'autore di questa storia è stato contattato a proposito, ma, avendo sceneggiato centinaia di storie in un arco di oltre trent'anni, non ha memoria del nome originale proposto in sceneggiatura.

Bogford McDivot: lontano parente di Cuordipietra e Paperone, che se ne contendono l'eredità in Zio Paperone e lo sport di famiglia (Lustig/Vicar, 2001); nella storia viene ricordato come "Bogey", ma il nome completo viene fornito dallo stesso Lustig in questo articolo.

              
GENERAZIONE 2:
 
Madre di Cuordipietra: menzionata per la prima volta in Zio Paperone e il campionato di quattrini (Barks, 1959) e rappresentata graficamente in The Glomgold Heritage (Jensen/Rota, 2015) e Zio Paperone e l'aquila di Zeus (McGreal, McGreal/Cavazzano, 2020), era una donna onesta a cui Cuordipietra è molto legato.

Brickheart Glomgold: mostrato in The Glomgold Heritage (Jensen/Rota, 2015), arriva in Sudafrica assieme al padre e lì gestisce inizialmente una locanda.

Elizabeth McDuck: figlia di Quagmire McDuck e madre di Bogey McDivot, viene proposta da Lustig in questo articolo, assieme alla sorella Margaret.
 
Margaret McDuckfiglia di Quagmire McDuck e madre di Bogey McDivot, viene proposta da Lustig in questo articolo; l'immagine utilizzata è quella della zia scozzese (defunta) di Paperone, Maggie McPaperosch, vista in flashback in Zio Paperone e l'infernale codicillo (Pavese/Chierchini, 1963).
 
 
GENERAZIONE 3:
 
Griselda Glomgold: prozia di Cuordipietra presentata in Strijd om een erfenis (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022) come "Grizelda Goudglans"; il più internazionale "Griselda" mi è stato comunicato direttamente dall'autore.

Stoneheart Glomgold: nonno di Cuordipietra, era cocchiere a Londra in Zio Paperone e il preziosissimo prezioso (Anderson/Branca, 1981); dopo avere appreso che il mondo è ingiusto e crudele, si trasferisce in Sudafrica assieme al figlio in The Glomgold Heritage (Jensen/Rota, 2015).

Quagmire McDuck: prozio di Paperon de' Paperoni menzionato in Zio Paperone e l'orologio dell'eclisse (Barks, 1955); la sua parentela con Cuordipietra e Bogford McDivot è stata proposta dall'autore americano John Lustig in questo articolo.
    
 
GENERAZIONE 4:
 
Ironheart Glomgold: antenato di Cuordipietra, menzionato come "Cuordiferro Famedoro" in Paperbridge (Gervasio, 2021).


Una nota finale:

nell'articolo, citato più volte, in cui Lustig fornisce la parentela tra Bogey, Cuordipietra e Paperone, l'autore propone che Elizabeth sia la madre di Bogey, mentre Margaret sposi un Famedoro che sia un lontano cugino del padre di Cuordipietra. Nello stilare questo mio albero genealogico, ho dovuto correggere e semplificare questa parentela per due ragioni:

- nella versione di Lustig, Cuordipietra non sarebbe in realtà imparentato con Bogey (ma con la famiglia di Paperone) e quindi non avrebbe alcun diritto alla sua eredità; nell'albero sopra proposto, invece, i due miliardari hanno una parentela più equa rispetto al defunto;
 
- allo stesso modo, Paperone dovrebbe sapere che nella sua famiglia è presente un Famedoro e che quindi è imparentato in qualche modo con il suo acerrimo rivale; semplificando la relazione come sopra proposto (rendendo Margaret nubile e cambiando il cognome del cugino di Brickheart da Famedoro a McDivot), questo problema non sussiste perché la parentela non sarebbe immediatamente identificabile.
 
L'albero genealogico della famiglia Famedoro considerando le parentele suggerite da Lustig nel 2012

Contattato per essere messo al corrente delle modifiche e per esprimere un parere a proposito, Lustig ha così commentato:

Penso che il secondo albero genealogico [quello presentato a inizio post] abbia più senso considerando la storia che ho scritto. Come dici, dà a Cuordipietra e a Paperone un diritto eguale alla fortuna di Bogey e rende la loro parentela talmente distante da far risultare plausibile il fatto che essi non siano a conoscenza di trovarsi nei reciproci alberi genealogici.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 9 marzo 2022

Una chiacchierata con... Timo Ronkainen

Lo scopo della chiacchierata odierna è presentare la nuova ricerca di Timo Ronkainen, esperto di fumetti Disney, nonché già redattore ed editore della fanzine Ankkalinnan Pamaus (1998-2019). Disney-sarjakuvien historia. 1930-2020 (link INDUCKS) è stato pubblicato dalla casa editrice finlandese Zum Teufel durante la scorsa estate ed è acquistabile (in lingua finlandese) direttamente a questo link; si tratta di una analisi molto dettagliata e precisa che purtroppo, come anche i precedenti titoli dello stesso autore, è completamente sconosciuta in Italia e, per tale motivo, mi premeva parlarne con lui per permettergli di farla conoscere ad altri appassionati.


SC: Simone Cavazzuti
TR: Timo Ronkainen

SC: 392 pagine! Quanto tempo hai impiegato per fare ricerche e scrivere questo libro?

TR: Durante questi ultimi vent'anni, nei quali ho curato e pubblicato la mia fanzine sui fumetti Disney Ankkalinnan Pamaus, ho accumulato una grande quantità di informazioni sui fumetti Disney. Ho collezionato libri e fanzine per ricerca e sono riuscito anche a intervistare diversi artisti. Così, in un certo senso, ho impiegato venti anni, oppure solo un paio, a seconda del punto di vista. Ho lavorato più attivamente a questo progetto per tre/quattro anni.

SC: Novanta anni sono un intervallo di tempo (e di spazio, in un certo senso) importante da prendere in considerazione! Esiste, tra i diversi periodi e paesi, una produzione che preferisci?

TR: Ho cercato di essere il più oggettivo possibile da questo punto di vista, e ogni paese e periodo hanno molto materiale buono come cattivo. Apprezzo principalmente la produzione Dell/Western con Barks (naturalmente); le storie italiane ambientate nel corso della storia (e specialmente nel corso della storia italiana, come Paperino fornaretto di Venezia o la saga di Messer Papero, e le storie medievali di Bottaro, come Paperin furioso, e così via) e ovviamente Romano Scarpa; i britannici hanno avuto molti buoni artisti nel Mickey Mouse Weekly e così via.

SC: C'è qualcosa che hai appreso mentre scrivevi questo libro e che ti ha colpito?

TR: Una grande quantità della produzione brasiliana, che è largamente sconosciuta in Europa, è stata una piacevole sorpresa. E il Bambi e il Pinocchio giapponesi di Osamu Tezuka sono semplicemente bellissimi.

SC: I temi e l'obiettivo di questo progetto mi hanno ricordato un'altra ricerca piuttosto completa: il volume Disney a fumetti. Storie, autori e personaggi 1930-2018, scritto da Alberto Becattini e pubblicato da ANAFI. Conoscevi questo lavoro?

TR: Certamente, la traduzione inglese è stata una delle fonti per il mio libro. Ma solo una. Volevo esaminare i fumetti Disney e la loro produzione più nel dettaglio e da una prospettiva più ampia, inserendoli nel loro contesto storico e culturale. Vale a dire in che modo la politica e la storia contemporanea di ogni rispettivo paese hanno influito sui contenuti e sugli argomenti delle proprie produzioni di fumetti Disney. Volevo essere più analitico e critico di Becattini, il cui libro credo sia puramente enciclopedico e catalografico nel suo approccio, mancando dunque di un punto di vista riflessivo e analitico.

SC: Quanto è importante per te la ricerca e che tipo di materiale hai utilizzato e consultato?

TR: Ovviamente è importante e, per espandere la mia visione, ho anche dovuto studiare la storia culturale e politica di ogni paese del quale stavo andando a trattare. Ad esempio, ho studiato il periodo della Seconda Guerra Mondiale in Italia e come esso abbia influito sui fumetti e sul settore della pubblicazione in generale e non solamente sui fumetti. Il regime fascista imponeva molte restrizioni e censure e così via; voleva bandire tutta la cultura americana, inclusi i fumetti, eppure Mussolini pubblicava i suoi testi di propaganda sulle pagine di Topolino.

Un altro esempio riguarda il periodo di Nasser: la casa editrice dei fumetti Disney era stata nazionalizzata e portava sulle sue pagine testi di propaganda religiosa e pan-arabica. Alcuni di questi erano addirittura anti-americani e ciò accadde presumibilmente senza il consenso o il riconoscimento della Disney.

E poi gli editori argentini e brasiliani dovevano aggiustare le proprie operazioni per adattarsi costantemente al cambiamento del contesto politico. Un colpo di stato militare dopo l'altro avevano reso il clima sociale abbastanza instabile a un certo punto. Il fondatore del ramo argentino del gruppo editoriale Abril, Cesare Civita, dovette lasciare il paese perché le guerriglie di sinistra credevano fosse un fascista e il regime di destra lo considerava un comunista. Fuggì in fretta dopo che la sua casa venne mitragliata. Quella fu la fine dei fumetti Disney realizzati in Argentina e della Abril da quelle parti. E così via...

La sezione che chiude il libro, riguardante i fumetti Disney finlandesi e la storia della rivista Aku Ankka, è la parte più ampia del libro, siccome è scritto per lettori finlandesi.

SC: Quali persone dovresti ringraziare per la realizzazione del libro?

TR: Principalmente dovrei ringraziare quegli autori e artisti Disney che sono stato felice di intervistare durante gli anni. Da Marco Rota a Don Rosa, César Ferioli, Daan Jippes, Freddy Milton e così via.

SC: Questo non è il primo libro che hai scritto per Zum Teufel, vorresti spendere qualche parola sui precedenti? C'è qualcosa in arrivo in futuro?

TR: Il primo è stato un libro sul lavoro di Barks, Ankkamestarin salaisuus (Il segreto del Maestro dei paperi). In quel libro, ho analizzato le storie di paperi di Barks da molti e diversi angoli e punti di vista: come Barks rappresentasse le donne, o esaminando le radici gotiche delle storie horror di Barks, o come Barks chiaramente seguisse attentamente il programma spaziale americano e così via.

Con Avaimia Ankkalinnaan (Le chiavi di Paperopoli), ho adottato un approccio più generale sui fumetti dei paperi Disney a un livello da una parte ironico e dall'altra molto serio. C'è uno sguardo sulla vita sociopolitica a Paperopoli, con la lotta di classe e tutto quel genere di cose; in un altro saggio, esamino le droghe e l'alcol presenti a Paperopoli; ci sono testi sulla genealogia della famiglia dei paperi e sulla biologia riproduttiva dei paperopolesi; un saggio lungo sulla rappresentazione degli afroamericani e del colonialismo nelle storie di paperi e così via.

Prossimamente: qualcosa riguardante Archimede Pitagorico, le sue invenzioni e la tecnologia dietro a esse.

I libri di Ronkainen pubblicati negli ultimi anni

© Zum Teufel e Helmivyö per i contenuti pubblicati.

giovedì 3 marzo 2022

Un caro saluto a FRANCESCO GERBALDO

L'ultimo anno è stato segnato dalla triste scomparsa di alcune persone nel campo dei fumetti a cui ero in qualche modo legato o con le quali ero entrato in contatto; tra queste: i già ricordati Pat McGreal e Carlo Chendi, ma anche Dana Gabbard, editore, assieme al fratello Frank, della storica fanzine statunitense The Duckburg Times.

Purtroppo, giusto ieri ho appreso dell'improvvisa dipartita di Francesco Gerbaldo, giornalista di professione, ma anche esperto di fumetti Disney e collaboratore di alcune testate Panini. Conobbi Francesco virtualmente una quindicina di anni fa tra le discussioni del forum Papersera, tappa fondamentale per gli appassionati Disney in Italia, e si trattava di una persona estremamente cortese ed educata e dedita alla ricerca e alla conoscenza del materiale fumettistico. Negli ultimi tempi, aveva scritto alcune pagine di approfondimento su riviste come Topolino, il nuovo Zio Paperone, il nuovo Almanacco Topolino, e ancora PaperseraIl club dei supereroi, giovanissime testate curate proprio da lui. Da queste pagine e dalla selezione delle storie traspare tutta la sua passione e la fedeltà a questo universo narrativo, tanto ampio quanto ricco di spunti di riflessione.

La notizia mi ha colpito in pieno e mi sembrava doveroso ricordare Francesco con un breve post, mandando un sincero abbraccio virtuale alla madre.

Intervento di Lidia Cannatella sul numero 484 de Il Venerdì di Repubblica (1997)

© la Repubblica per l'immagine pubblicata.