mercoledì 9 novembre 2022

L'albero genealogico della famiglia PAPERONE (GANDER)

Quando — ormai quasi due anni fa — ho deciso di tornare a scrivere sul blog, ho subito recuperato tutti i vari alberi genealogici della famiglia dei paperi che avevo compilato per mio uso una decina di anni prima, li ho corretti (proseguendo le ricerche da dove erano state interrotte e ragionando un po' meglio su alcuni collegamenti) e aggiornati (andando ad aggiungere tutti quei personaggi che intorno al 2010 non erano ancora stati introdotti). In particolare, il progetto che propongo oggi (probabilmente il più completo e curato tra quelli pubblicati nell'ultimo biennio) mi ha tenuto occupato parecchio tempo e mi considero soddisfatto del risultato, apprezzato pure dal fondatore dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D. (nonché della storica fanzine Der Hamburger Donaldist), Hans Von Storch.

    INTRODUZIONE
C'è un personaggio all'interno della famiglia dei Paperi che si può amare o odiare, ma di certo non si può ignorare, e sto parlando del cugino Gastone Paperone. Introdotto dall'Uomo dei Paperi, Carl Barks, in Paperino lingualunga (Barks, 1948), Gastone non è da subito la persona fastidiosamente fortunata che conosciamo oggi, piuttosto era pigro e più simile a Paperino di quanto si possa credere. Durante i suoi primi anni di apparizioni, il personaggio si è evoluto e la fortuna è stata aggiunta alla pigrizia. Si noti qui che: nonostante la sua fortuna sia formidabile per quanto riguarda vantaggi a breve termine (ad esempio: trofei, premi, riconoscimenti, ecc.), alla fine delle storie di Barks, Gastone è raramente un vincitore al 100%, come riportato da John Nichols nel suo studio intitolato “GLADSTONE GANDER IN THE MAGIC LAND. OR: ‘Winning IS a form of work!’”, pubblicato sul numero 30 del The Barks Collector.

Gastone Paperone in Paperino e la caccia al tacchino (Barks, 1960)

The Barks Collector (1976-1990) è stata una delle prime fanzine americane dedicate ai fumetti dei Paperi (e soprattutto a quelli di Barks) e conteneva interessanti studi e ricerche che andavano a leggere l'opera di Barks in modi differenti, applicandovi un approccio accademico e osservandola attraverso diverse branche. È stata fondata e pubblicata da John Nichols (attraverso la sua Bear Mountain Enterprises) e conteneva articoli scritti da studiosi americani e internazionali, ognuno dei quali era specializzato nei suoi specifici temi e aree di competenza.

    LE BASI
Il grado di parentela che intercorre tra Gastone e Paperino è semplice, sono cugini. La sua relazione con Paperone è un po' più complessa, ma ci viene fornita dallo stesso Barks in Paperino e l'isola misteriosa (Barks, 1949). Qui, Paperone viene detto essere il cognato del fratello della madre di Gastone. Stando all'albero genealogico che Barks aveva abbozzato per uso personale negli anni Cinquanta, Gastone sarebbe stato il figlio di Luke the Goose e Daphne Duck, zia di Paperino e quindi sorella del cognato di Paperone, come dichiarato nella storia citata poco sopra. Sempre secondo questo primo albero, i genitori di Gastone sarebbero però morti quando lui era un bambino e sarebbe quindi stato adottato da Goosetave Gander e dalla sorella di Paperone, Matilda. Questo retroscena macabro serviva a Barks solamente per instaurare una connessione più solida tra i due personaggi (simile a quella tra Paperone e Paperino), ma è stato poi scartato in una bozza successiva del 1991, che ha portato all'albero genealogico di Don Rosa che tutti conosciamo (in cui Daphne e Goosetave sono i genitori naturali di Gastone).

    IN BARKS
Ma chi sono gli altri parenti di Gastone? Barks ne cita solamente uno in Paperino contro l'uomo d'oro (Barks, 1952): Miss Susiebelle Swan. Barks la descrive soltanto come una parente lontana e, stando al titolo “Miss” e al fatto che Gastone viene nominato suo unico erede, possiamo dedurre che non sia mai stata sposata. In questo modo, potrebbe essere la pro-prozia di Gastone, come Don Rosa aveva suggerito nella prima bozza del suo albero. Altri parenti sono stati introdotti da altri autori, perciò vediamo di seguito quelli posizionati sul lato paterno della famiglia.

Miss Susiebelle Swan in Paperino contro l'uomo d'oro (Barks, 1952)

    I NIPOTI
Innanzitutto, ci sono il nipotino fortunato Shamrock Gander e le cuginette fortunate senza nome, che appaiono in Paperino e il festival dei paperi (?/Strobl, 1955), suggerendo che la fortuna in qualche modo appartenga alla famiglia Gander (“Luck sorta runs in the family!”). Solo Shamrock (dei tre) apparirà nuovamente, in una storia brasiliana intitolata O Trevinho da Sorte (Saidenberg/Miyaura, 1978). 

Shamrock Gander in Paperino e il festival dei paperi (?/Strobl, 1955)

Un altro nipote, chiamato Clyde (nessun cognome viene fornito), compare in Le GM e l'aspirante Marmotta (Gregory, 1981). Così come Shamrock, Clyde è molto fortunato (uno dei nipotini di Paperino commenta: “It must run in the family!”), viene da un altro luogo (entrambi i nipoti si trovano in visita dallo zio Gastone) e indossa un cappello simile, ma è visibilmente più grande di età. 

Clyde in Le GM e l'aspirante Marmotta (Gregory, 1981) 

In ogni caso, la sensazione di déjà-vu non termina qui. Infatti, un terzo quasi identico nipote, chiamato Gastoncino, visita lo zio in Qui, Quo, Qua e il cugino Gastoncino (Russo/Comicup Studio, 1992), dove viene esplicitato il fatto che si tratti (come il titolo suggerisce) di un cugino di Qui, Quo e Qua. A causa delle somiglianze tra i tre personaggi (sia nel design sia nella fortuna) e del fatto che essi appaiano soltanto in una storia ciascuno (tranne Shamrock), i lettori tendono a considerarli come un unico personaggio. Una incongruenza riguardante questa teoria è che, nella storia italiana, Gastone si ricorda di avere visto suo nipote l'ultima volta quando era uscito dall'uovo.

Gastoncino in Qui, Quo, Qua e il cugino Gastoncino (Russo/Comicup Studio, 1992)

    I CUGINI
Gastone ha tre cugini dal lato paterno (a parte le cuginette, che probabilmente sono figlie di un primo cugino) che sono apparsi o menzionati in storie pubblicate: Disraeli Duck, Sadstone Gander e Badluck Gander. Disraeli fa la sua unica apparizione in Gladstone and Disraeli (Jensen/Rodriguez, 2013) e si trova in visita a Paperopoli dopo non aver visto Gastone dai tempi della loro infanzia. Disraeli è piuttosto irritante e manipolativo e Gastone non apprezza la sua compagnia; inoltre, nonostante il suo cognome sia Duck, viene esplicitamente dichiarato che non vi è alcun grado di parentela con Paperino.

Disraeli Duck in Gladstone and Disraeli (Jensen/Rodriguez, 2013)

Sadstone Gander appare in The Dark Side of the Luck (Klein/Gulbransson, 2014) come il cugino sfortunato di Gastone da tempo sperduto. Nell'intenzione dell'autore, questo personaggio avrebbe dovuto essere il fratello gemello di Gastone, ma i redattori della Egmont hanno rifiutato questa parentela a causa della sua assenza in storie precedenti, assenza apparentemente ingiustificabile per un parente così prossimo di uno dei personaggi principali. 

Sadstone Gander in The Dark Side of the Luck (Klein/Gulbransson, 2014)

Badluck viene menzionato nella striscia giornaliera del 28 ottobre 1992, a cura dell'artista americano Larry Knighton, e viene descritto come “the black sheep of [Gander] family” perché “he only won the state lottery twice”.

 Badluck Gander nella striscia del 28 ottobre (Knighton, 1992)

    I GENITORI
Menzionati nell'albero abbozzato da Barks negli anni Cinquanta e disegnati da Mark Worden nel 1976?, la zia di Paperino Daphne Duck e Goosetave Gander (conosciuto anche come Goostave, Goosetale e Goosetail) sono resi “ufficialmente” genitori di Gastone da Don Rosa nel suo ben noto albero genealogico dei Paperi. Rosa ha anche usato Daphne in due storie a fumetti (1994; 1998), ma non ha invece mai mostrato Goosetave, recentemente comparso in De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022).

Goosetave Gander in De komst van oom Fortunus (du Mosch/Ferioli, 2022)

Un'altra coppia di genitori senza nome è stata data a Gastone in un editoriale pubblicato sul numero 46 del settimanale olandese Donald Duck nel 1993, disegnata da un artista non accreditato. Inoltre, la mamma di Gastone (o almeno la sua parte inferiore) viene mostrata in un flashback nella già menzionata Gladstone and Disraeli, apparendo piuttosto differente dalla Daphne di Rosa.

 I genitori di Gastone nell'illustrazione olandese (1993)

    LE ZIE
Gastone ne ha almeno due dal lato paterno. Zia Gastolinda è mostrata in un flashback in Gastone Paperone in: Rivoglio il quadrifoglio! (Michelini/Barbucci, 1995) e zia Esmeralda è menzionata da Gastone e Sadstone nella storia in cui appare il cugino sfortunato. Secondo corrispondenza privata con l'autore, Rob Klein, quest'ultima sarebbe una sorella del padre di Gastone.

Gastolinda in Gastone Paperone in: Rivoglio il quadrifoglio! (Michelini/Barbucci, 1995)

    ALTRI PARENTI
Nonostante non si tratti di una pubblicazione Disney ufficiale, The Barks Collector introduce anche un personaggio importante per la genealogia di Gastone. Un articolo del barksista John Nichols, pubblicato nel numero doppio 31-32 della fanzine e intitolato “FINE FEATHERED FRIENDS: THE DISNEY DUCKS. Part two: Gyro Gearloose, aninterview”, suggerisce che la fortuna dei Gander provenga dal nonno di Gastone, Gemstone Gander (“Gemstone’s the reason Gladstone’s family wound up here. He won the Irish Sweepstakes five times, and finally had to come over here to find a lottery they’d let him enter. Got to the point he wasn’t allowed to buy a ticket for the Irish one”). Dal momento che questo sarebbe attualmente uno spazio vuoto nella continuity ufficiale e, dato che l'articolo in questione di fatto prova a spiegare la caratteristica principale della famiglia Gander, lo considero degno di nota.

Gastone ha anche due prozii: il prozio Guberto, dal quale ha ereditato la casa in cui vive, menzionato in Gastone e l’eclissi di fortuna (Barosso/Scarpa, 1962), e il prozio Coodle O'Luck, che appare in carne e ossa in Gastone e il cugino dimenticato (Faccini, 2005). Inoltre, in Zio Paperone e l'incentivo dell'eredità (Chendi/Bottaro, 1971), Gastone riceve un'eredità dal suo “lontanissimo parente” Jellat De' Scalognati; il loro grado di parentela è, tuttavia, ignoto.

Coodle O'Luck in Gastone e il cugino dimenticato (Faccini, 2005)

Altri parenti sparsi (probabilmente antenati) sono mostrati in Gastone e la luna storta (Faccini, 2014), rispettivamente: Gappo Buonasorte, Paperella De Quadrifoglis, Fortunio ?Paperunio? (il cognome non è completamente leggibile) e Felice Cornucopia. Nella stessa storia, Gastone incontra anche il suo sfortunato bis-bis-bisnonno Badstone Badluck in un luogo onirico in cui il tempo pare essersi fermato. Tale incontro riporterà Badstone alla sua epoca e lo renderà fortunato, cambiando perciò il suo destino.

 Badstone Badluck in Gastone e la luna storta (Faccini, 2014)

Ancora altri parenti vengono mostrati da Marco Gervasio nel capitolo Dolly Paprika (Gervasio, 2017) della sua recente saga su Fantomius: Samantha Gander, prozia di Gastone, suo marito Clement Duck e le loro figlie Margaret e Dolly Duck (vera identità di Dolly Paprika), partner dello stesso Fantomius.

    PARENTELE CONTROVERSE
In Qui Quo Qua esattori (Barks, 1946), Paperino afferma di aver prestato un libro a sua cugina Mehitabel Mudhen per evitare di saldare un conto in sospeso. Nella storia, non è specificato se tale personaggio esista realmente o se il nome sia inventato da Paperino (come nel caso del “Marmaduke Mallard” menzionato in questo post), ma suppongo che avrebbe poco senso inventarsi il nome di un parente di fronte ai propri nipoti. Si tratta comunque della sua unica menzione e, siccome non si conoscono altri Mudhen e siccome lo spazio per la madre dei nipoti di Gastone è tuttora vacante, suggerirei che potrebbe ricoprirne il ruolo. Ciò la renderebbe una cugina acquisita di Paperino.

 Mehitabel Mudhen in Qui Quo Qua esattori (Barks, 1946)

In Paperino e il papero preistorico (Fallberg/Strobl, 1960), Nonna Papera mostra un albero genealogico della famiglia dei Paperi e, come Paperino commenta, Gastone si trova sullo stesso ramo di Blackduck, il pirata. Oltre a questa citazione, nulla è detto riguardo al personaggio, se sia ancora in vita e che grado di parentela abbia esattamente con Gastone.

Blackduck in Paperino e il papero preistorico (Fallberg/Strobl, 1960)

Oscar Paperone fa il suo debutto in Zio Paperone e l'amuleto su misura (Chendi/Scarpa, 1962) come nipote di Paperon de' Paperoni. Vive lontano da Paperopoli e non è né fortunato (come Gastone e praticamente il resto della sua famiglia) né sfortunato (come Sadstone), ma è uno iettatore che porta accidentalmente sfortuna a Paperone (facendogli perdere “venti miliardi per ogni minuto secondo”) e fortuna a Rockerduck (raddoppiandone la ricchezza). Oltre a essere nipote di Paperone, apprendiamo che è anche cugino di Paperino e, siccome il suo cognome è lo stesso di Gastone, si potrebbe pensare a una qualche connessione tra i due personaggi. Purtroppo, non sono mai apparsi insieme.

Oscar Paperone in Zio Paperone e il nipote portasfortuna (Chendi/Scarpa, 1966) 

Nel 1975, il redattore del settimanale olandese Donald Duck Thom Roep vuole pubblicare il classico barksiano Paperino contro l'uomo d'oro, ma, non avendo ricevuto tutte le pagine della storia dalla Danimarca, decide di riscrivere i dialoghi per dare un senso alle poche tavole di cui è in possesso. In questa nuova versione, viene menzionato che un cugino di secondo grado di Gastone, Snek Snavel, è recentemente deceduto.

    I PARENTI INEDITI
Esistono alcuni parenti tuttora inediti, ma che potrebbero essere introdotti in future storie Disney: si tratta di Wayward D. e Luckstone Gander, ideati dall'autore Rob Klein e comunicatimi personalmente dallo sceneggiatore una volta appreso dell'esistenza di questo progetto. Secondo Klein, questi personaggi sarebbero rispettivamente il padre e il fratello gemello di Sadstone (“The backstory is that as soon as they came out of their mother, or the egg, Sadstone started having bad luck, and his twin had only good things happen to him”).

    TENTARE UNA RAPPRESENTAZIONE
Unire Shamrock e Clyde in un unico personaggio potrebbe non sembrare un problema inizialmente. Dal momento che Il festival dei paperi è narrata da Paperino mentre commenta vecchie diapositive, potremmo presupporre che la vicenda sia accaduta in un passato in cui Shamrock era ancora bambino; l'assenza dei nipotini di Paperino potrebbe avallare questa tesi senza contraddizioni e il piccolo potrebbe essere poi cresciuto e diventato il ragazzo che vediamo ne L'aspirante Marmotta, quando incontra i tre paperini per la prima volta. Questa teoria sarebbe però in contraddizione con la storia brasiliana in cui appaiono sia Shamrock che i nipoti di Paperino, perché lì si vede chiaramente che non hanno la stessa età. Il problema con Gastoncino riguarda – come dicevo sopra – la frase pronunciata da Gastone a proposito del loro ultimo incontro, perciò si tratta con molta probabilità di un ulteriore nipote.

Anche le due cuginette di Gastone sembrano molto piccole, perciò preferirei considerarle come le figlie di qualche cugino di Gastone; dopotutto, anche Qui, Quo e Qua chiamano Gastone “cugino” invece che “zio” nelle storie di Barks (ad esempio: qui o qui). Per questi due personaggi femminili, ho utilizzato i loro nomi francesi (Rose e Elise), siccome nella versione originale rimangono anonime. Per quanto riguarda il padre delle cuginette, la mia scelta è ricaduta sul cugino Luckstone, secondo indicazione di Klein (“And that very lucky Gander – Sadstone's twin – should be the father of the very lucky girl twins – Elise and Rose –, who were shown – or, at least assumed, and needed – to be very lucky in the Shamrock story”).

Elise e Rose nella traduzione francese di Paperino e il festival dei paperi

A proposito di Oscar: inizialmente, lo avevo pensato come un ulteriore fratello di Sadstone (credevo avrebbe avuto senso), ma ciò non lo avrebbe reso né nipote di Paperone né cugino di Paperino, perciò ho ritenuto che l'unico modo per rispettare queste parentele fosse collocarlo come fratello di Gastone. Alcuni teorici (come Gilles Maurice) lo vorrebbero figlio di Matilda (in seguito a una eventuale separazione tra Daphne e Goosetave), ma non lo considero necessario. È vero che non sarebbe tecnicamente nipote di Paperone senza la parentela con Matilda, ma ciò vale anche per Gastone.

Per quanto riguarda il prozio Guberto, ho deciso di utilizzare il nome presente nella versione francese (Gilbert) poiché suona più internazionale. Mehitabel Mudhen è stata collocata – come anticipato – come cognata di Gastone, Blackduck il pirata come padre di Badstone (poiché entrambi hanno a che fare con il mare) e Disraeli come figlio di zia Esmeralda (siccome entrambi vengono ricordati come parte dell'infanzia di Gastone nelle rispettive storie). Ancora una volta, dopo vari scambi di e-mail, Rob Klein ha suggerito il nome “Boffo Beakface” come anglicizzazione di Snek Snavel, e l'ho accettato.

Gilbert nella traduzione francese di Gastone e l’eclissi di fortuna (Barosso/Scarpa, 1962)

Ho anche accettato l'idea iniziale di Rosa di avere Susiebelle Swan come prozia di Gustavo. Ero in realtà perplesso all'inizio poiché nella storia viene detto che ha nominato Gastone come suo unico erede, perciò non avrebbe potuto morire prima della sua nascita e anzi avrebbe dovuto conoscerlo. Quindi, il fatto di essere più anziana di ben tre generazioni mi sembrava strano e ho dovuto pensarci un po', ma poi mi sono ricordato delle zie di mia nonna che erano ancora in vita durante i miei vent'anni, perciò ho reputato che non fosse impossibile. Come Susiebelle Swan, anche Jellat De' Scalognati ha nominato Gastone suo unico erede, perciò non dovrebbe essere troppo lontano cronologicamente; l'ho collocato come una specie di zio/cugino alla lontana e l'ho agglomerato nel ramo “Badluck”, siccome mi sembra la traduzione ideale per il cognome che ha nella versione italiana.

L'unico personaggio presente nella seguente rappresentazione che non ho ancora menzionato è Lochbert Gander, un antenato di Gastone citato in Paperino e il castello stregato (Lockman/DeLara, 1955), come il marito della figlia di McTavish Duck (antenato, seppure in maniera differente, sia di Paperino che di Paperone).


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringraziano Rob Klein per la preziosa e costante consulenza e l'utente farmspirit del forum The Feathery Society per la rappresentazione grafica finale (cliccare sull'immagine per ingrandirla).

venerdì 28 ottobre 2022

Come ho conosciuto le storie di Carl Barks (di Carlo Panaro)

Carlo Panaro è autore di Topolino da metà anni Ottanta ed è anche uno dei più prolifici, con più di 1300 sceneggiature all'attivo (dati I.N.D.U.C.K.S.). Nel 2011, gli avevo chiesto di scrivere un pezzo su Carl Barks per un progetto che alla fine non si è mai realizzato e il suo testo è rimasto, così, inedito sul mio computer per tutti questi anni. Onestamente, mi sembrava un peccato non condividerlo e, perciò, ho recentemente chiesto a Carlo se gli facesse piacere pubblicarlo qui sul blog. Non solo ha accettato volentieri, ma ha anche deciso di integrare il suo scritto originale, aggiornandolo e inserendo qualche dettaglio in più sulla propria produzione di storie a fumetti e del rapporto tra questa e quella di Barks.

COME HO CONOSCIUTO LE STORIE DI CARL BARKS
di Carlo Panaro

Carl Barks… un nome che fa sognare chiunque ami i fumetti Disney! Ha costruito un intero mondo popolato da paperi, Paperopoli, e inventato personaggi divenuti immortali, a cominciare da Zio Paperone. Io ho avuto modo di conoscere le sue storie da piccolo, e me ne sono subito innamorato…

Quando ho incominciato a leggere Topolino, negli anni 1969/70, per un bambino, quale ero io all’epoca, era davvero impossibile distinguere le storie “italiane” da quelle “straniere”Infatti, diversamente da quanto avviene ormai da molti anni, non vi erano indicazioni degli autori; quindi, per me, le storie di Carl Barks, Paul Murry, Scarpa, Carpi e così via, facendo solo riferimento ai disegni (quelli che mi colpivano subito l’occhio sfogliando il giornalino), venivano tutte dallo stesso Paese, presumibilmente l’Italia.

Ricordo una delle prime storie, lette all’epoca, di Carl Barks: Zio Paperone e la corona di Gengis Khan, collocata in chiusura di un numero di Topolino degli anni ’70.

Mi colpì subito per la ricchezza di fantasia: dalla suggestiva corona, definita scherzosamente una sorta di “secchiello”, all’altissimo uomo delle nevi, la cui unica parola era un buffissimo “gù”. L’orologio dello Zio Paperone, la classica “cipolla”, presentato nella prima tavola della storia, diveniva, poi, l’elemento risolutivo che permetteva al miliardario e ai nipoti di sfuggire all’insolita creatura e di salvarsi, portando con loro la leggendaria corona.

Prima vignetta di Zio Paperone e la corona di Gengis Khan (Barks, 1956)

Purtroppo, ripeto, non mi era certamente possibile ricondurre quella gradevolissima avventura a Barks, addirittura il creatore di Zio Paperone, l’Uomo dei Paperi, di cui, in tutta sincerità, ignoravo perfino l’esistenza!

Pochi anni dopo, però, le cose cambiarono.

Acquistai, infatti, un delizioso volumetto, Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni: era il 1973 e avevo circa 10 anni.

Leggendo quelle sette splendide avventure, scoprii che lo Zione era stato creato in America nel 1947, quindi, era un personaggio ancora relativamente giovane. La mano” che aveva disegnato e scritto le storie era la stessa di quella fantastica avventura che tanto mi aveva colpito, ma di Carl Barks si parlava ben poco: veniva soltanto citato come “uno dei più intelligenti disegnatori di Walt Disney”.

In realtà, oggi sappiamo tutti che era molto di più! Era comunque la prima volta che mi imbattevo nel suo nome e, inoltre, avevo la possibilità di leggere alcune delle sue meravigliose storie incentrate sulla figura del suo personaggio più famoso, Zio Paperone.

Copertina dell'Oscar Mondadori Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni (1968)

Ebbi, così, modo di accorgermi, anche se con gli occhi di un bambino, del capolavoro psicologico di Barks: lo zione non era soltanto un “vecchio avaraccio” che non sganciava mai un cent al povero Paperino, la sua personalità era molto più complessa e sfaccettata, come compresi meglio da adolescente e da adulto, sempre appassionatissimo lettore di Topolino e, poi, dal 1985, come sceneggiatore.

Carl Barks aveva creato un personaggio che non era solo un accumulatore di dollari, come poteva sembrare a prima vista, ma in grado di veri e propri slanci di generosità. In questo, la storia più illuminante, del già citato volumetto, è Zio Paperone e la Stella del Polo, in cui lo Zione, recitando come un attore degno dell’Oscar, nasconde il suo affetto verso Doretta Doremì, sua vecchia fiamma di gioventù, per la quale dimostra nel finale dell’avventura (non dandolo a vedere a Paperino e Qui, Quo e Qua… almeno, così pensa lui!) una generosità quasi commovente.

Zio Paperone, dunque, mi apparve come un multimiliardario che amava sì alla follia il suo denaro ma non solo per avarizia, o meglio, la sua avarizia era figlia del sacrificio, della fatica messe nel corso della sua vita, delle sue avventure ai quattro angoli del globo, per guadagnare quel denaro che gli avrebbe permesso di lasciarsi alle spalle la sua povera infanzia, quando guadagnò il primo cent lustrando le scarpe.

L’acido Paperone, mostrato nel volumetto in alcune vignette de Il Natale di Paperino sul Monte Orso, si evolveva sotto i miei occhi, pagina dopo pagina, storia dopo storia, divenendo sempre più umano ed era capace di piangere come un bambino per una sola moneta perduta.

L'acido Paperone de Il Natale di Paperino sul Monte Orso (Barks, 1947)

Era un papero in cui viveva ancora l’anima del cercatore d’oro, proteso verso mille avventure e verso quella nuova frontiera, tanto cara agli americani, che lo ha visto puntare verso lo spazio ben prima dello sbarco sulla Luna e che oggi, secondo me, è rappresentata dalle nuove scoperte tecnologiche e da nuovi traguardi sempre più ambiziosi che lo renderanno sempre più ricco, ma non lo priveranno di quell’integrità morale e quel fondo di umanità che ne fanno il personaggio più amato nato dalla magia dell’Uomo dei Paperi.

Dopo le amatissime letture dell’infanzia e dell’adolescenza, come già accennato, nel 1985 iniziai a scrivere per Topolino e, non a caso, incentrai la mia primissima storia (non la prima pubblicata) su Zio Paperone. Si trattava di Zio Paperone e il cibo del futuro. All’epoca, venivano scritte molte avventure con protagonista l’arcimiliardario alle prese con gli affari più svariati così mi rifeci, da esordiente quale ero, a quel genere, trattando un argomento di attualità: la possibilità di utilizzare le alghe per trarre principi nutritivi dai quali ottenere cibi vari.

L'idea di Paperino in Zio Paperone e il cibo del futuro (Panaro/Bargadà Studio, 1986)

Con gli anni, la mia conoscenza di Carl Barks e del suo mondo, delle sue storie, divenne per me un vero e proprio studio. Mi soffermai in particolar modo su due personaggi: Paperino e il “suo” Zio Paperone. Il primo mi piaceva moltissimo perché, in parte, si discostava dal Paperino italico, troppo spesso rappresentato come un pigrone e uno sfortunato cronico. Il Paperino di Barks era più dinamico, propositivo, avventuroso. Certo, restava sfaticato e sfortunato, ma non solo! Spesso, infatti, viveva avventure ai quattro angoli del globo, oppure era impegnato (nelle storie brevi) in mille lavori nei quali si rivelava bravissimo… fino all’immancabile disastro finale.

Mi sono ispirato appunto al Paperino di Barks quando ho scritto alcune storie come Paperino e la perla della Luna (Topolino 3055), nel cui incipit omaggio una bella storia dell’Uomo dei Paperi, Paperon de’ Paperoni snob di società, mostrando dame e personaggi vari adornati con i più svariati e a volte vistosi gioielli. Nella mia storia, Paperino vive un’avventura che lo porta in viaggio alla ricerca di una preziosissima perla, ma non al seguito di Zio Paperone, bensì per suo conto, accompagnato dai nipotini. Un’avventura in proprio, quindi, come quelle tanto care a Barks.

Prima vignetta di Paperon de' Paperoni snob di società (Barks, 1962)
 
Carl Barks ha influenzato altre mie storie, sulle quali non mi soffermo. Una veloce citazione soltanto a Paperino maestro del sonno (Topolino 2094), in cui, come raccontava spesso il Maestro, mostro un Donald bravissimo in un lavoro alquanto improbabile, riuscire a fare addormentare gli afflitti da insonnia, con tecniche umoristiche, fino a combinare l’inevitabile disastro finale.

Su Zio Paperone ho già scritto sopra. Il mondo di Barks, quel caro, amato mondo, è sempre stato presente nella mia fantasia e, quando ho potuto, vi ho attinto. Ricorderei qui soltanto Zio Paperone e il ricordo di un giorno (Topolino 3292), scritta per il settantesimo compleanno dello Zione, ma poi pubblicata, purtroppo, l’anno seguente. Nelle mia storia, ripropongo il rapporto tra il ricco papero e Doretta Doremì, rifacendomi a quanto narrato da Barks e, in seguito, da Don Rosa.

Doretta e Paperone in Zio Paperone e il ricordo di un giorno (Panaro/Vetro, 2018)

Come concludere? Carl Barks è uno di quegli Autori che ti entrano nel cuore: una volta che hai imparato ad amare le sue storie, ti resta dentro per sempre!

© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia Carlo Panaro per la disponibilità.

mercoledì 19 ottobre 2022

In Donaldismo Veritas (di Hans von Storch)

Questo post nasce dalla mia volontà di importare in Italia una terminologia e una cultura da decenni diffuse altrove e portate avanti tramite l'ausilio di apposite fanzine e associazioni. Di cosa si occupa il donaldismo? Che cos'è un donaldista? Queste concezioni, molto forti nel Nord Europa, hanno faticato a fare breccia nel nostro paese, impedendo ai cosiddetti donaldisti italiani di prendere coscienza della propria natura e di entrare in contatto con i propri simili. Niels Houlberg Hansen dell'associazione danese DDF(R) — della quale ho già detto qualcosa qui — ha stilato nel 2012 una guida introduttiva al donaldismo, che si può consultare (in lingua danese) a questo link, e così hanno fatto pure i colleghi del Picsou-Soir, a questo indirizzo.

Ciò che vi propongo oggi è però un testo risalente al 1981, pubblicato sul numero 17 della fanzine statunitense The Barks Collector e scritto da nientemeno che Hans von Storch, fondatore nel 1977 dell'organizzazione tedesca D.O.N.A.L.D., nonché editore (dal 1976 al 1985) della storica fanzine Der Hamburger Donaldist. Il dottor von Storch è oggi uno stimato meteorologo e professore presso l'Istituto di Meteorologia dell'Università di Amburgo e ha recentemente pubblicato in proprio un libretto intitolato Ein Tag im Leben des Herrn Donald Duck, acquistabile a questo link. Ottenuto il permesso dall'autore di tradurre e pubblicare il suo testo, mi reputo onorato di poterlo condividere per la prima volta in lingua italiana, tentando così di offrire uno spaccato di questa disciplina, dei suoi valori e del suo linguaggio, offrendo anche spunti per qualche futura lettura a riguardo.

Copertina della recente pubblicazione di von Storch (2022)

IN DONALDISMO VERITAS
di Hans von Storch

  1. La storia del Donaldismo scientifico

La storia del Donaldismo scientifico comincia negli Stati Uniti all'inizio degli anni Quaranta e in Europa  principalmente in Scandinavia e nella Repubblica Federale di Germania  alla fine dei Quaranta e all'inizio dei Cinquanta, attraverso la pubblicazione dei resoconti di un certo Carl Barks sull'Universo Donaldista all'interno di periodici come, ad esempio, Walt Disney's Comics and Stories, Anders And, Kalle Anka, Donald Duck o Micky Maus.

I resoconti sono estremamente istruttivi e affascinanti, cosicché l'intera popolazione adolescente inizia improvvisamente a studiare il Donaldismo scientifico, anche se  all'epoca  non è ancora percepito come tale. La completezza di questi studi può essere esaminata chiedendo semplicemente a un tedesco, che nel 1951  anno della prima apparizione di letteratura donaldista nella Repubblica Federale di Germania  non avesse più di dodici anni e che non fosse stato esposto a un'educazione irresponsabile, a proposito di uova quadre o della tecnica di portare a galla uno yacht affondato per mezzo di palline da ping pong. Questi fatti sono ben ricordati dai donaldizzati e sono immagazzinati con precisione nella loro memoria. Generalmente, comunque, la maggior parte degli studenti non è mai giunta così lontano nel suo lavoro accademico da ricordare oggi l'identità di Slinky Ratmore e quale crimine abbia commesso nei confronti di chi.

L'assorbimento del Donaldismo da parte dei cervelli e dei cuori dei giovani è, ad ogni modo, fortemente ostacolato, specialmente in Germania. Nella Repubblica Democratica Tedesca, la circolazione dei resoconti su Paperopoli e sulla famiglia dei Paperi è impedita fin dal principio, e, nella Repubblica Federale di Germania, i mass media e il pilastro della morale pubblica, le casalinghe tedesche, si mobilitano presto. In campagne diffamatorie senza precedenti, viene sostenuto che la letteratura donaldista renderebbe le persone deficienti o, perlomeno, ridurrebbe il loro orizzonte intellettuale. Allo stesso tempo, pedagoghi sopra le righe costringono i bambini e gli adolescenti a desistere dai propri fumetti di Topolino e a spostarsi invece sui cosiddetti libri buoni scritti da, per esempio, Goethe o May. A loro volta, le casalinghe tedesche confiscano le informazioni fondamentali degli studi donaldisti, utilizzandole erroneamente per fare fuoco, per pulire le pentole, gettandole nella pattumiera o distruggendole in maniere ancor più brutali. Molti casi, riportati dai donaldisti, sono stati registrati dall'Istituto D.A.D.A. (D.A.D.A. è l'abbreviazione di Documentation of Anti-Donaldistic Aggressions, “Documentazione di Aggressioni Anti-donaldiste”), che nel 1979 ha potuto presentare un documentario su questi crimini di fronte a un pubblico scioccato. Questo film, intitolato The Crimes of German Housewives Against Donaldizing Children, or: Housewife Report, è stato premiato con uno spettacolare quinto premio, la meravigliosa biografia di un certo Helmut Schmidt (Hart am Wind), a una proiezione cinematografica nel 1979.

Copertina di Hart am Wind (1978)

Negli anni Sessanta e Settanta, la resistenza delle “vecchie” forze antidonaldiste diviene sempre più debole, ma nuovi nemici del Donaldismo alzano le loro brutte teste. I primi da citare sono i commercialisti, che provano a togliere dalla circolazione tutti i resoconti sull'universo donaldista portando il loro valore a cifre astronomiche attraverso la speculazione. Questo può essere riconosciuto come un attacco alle fondamenta del Donaldismo attraverso il mezzo economico. Altri spregevoli cattivi sono i Volgari, o Anti-donaldisti, che danneggiano volontariamente o negligentemente i Kulturgut donaldisti (questo temine non ha un equivalente in altre lingue. Significa approssimativamente “beni culturali”, ma tale traduzione manca di tutte le qualità emotive, oscure e mistiche del temine originale. Come Kindergarten, Realpolitik, Angst e Berufsverbot, Kulturgut è destinato a trovare il suo spazio nel linguaggio internazionale) o che diffamano il Donaldismo.

Mentre il Donaldismo esiste più o meno silenziosamente per i suoi primi 25 anni, la fase offensiva ha inizio in tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta. A quel tempo, cinque investigazioni principali vengono pubblicate simultaneamente:

  1. GROBIAN GANS: DIE DUCKS  PSYCHOGRAMM EINER SIPPE, WISSENSCHAFTLICHE VERLAGSANSTALT ZUR PFLEGE DEUTCHES SINNGUTES IM HEINZ MOOS VERLAG, MÜNCHEN, FR GERMANY, 1970 (I Paperi  Psicogramma di un Clan). I risultati più importanti del lavoro di Gans sono l'istituzione della teoria della “nucleizzazione”, un albero genealogico preliminare della famiglia dei Paperi, il sospetto che Gastone Paperone sia un agente della CIA, nonché il tentativo di organizzare un'indagine completa sulle società di Paperon de' Paperoni.

  2. N. NOMIAT: ENTENHAUSEN  DAS NEUE JERUSALEM, ENGLISH DEPARTMENT AT KIEL UNIVERSITY, FR GERMANY, 1970, UNPUBLISHED MANUSCRIPT; RISTAMPATO COME HD-SPECIAL NO. 1 DAL DUCK MUSEUM STORCH, GROSSHANSDORF, FR GERMANY, 1977 (Paperopoli  La nuova Gerusalemme). La tesi di questo libro, che purtroppo non ottiene l'attenzione meritata nel 1970, prova che i resoconti donaldisti possono essere interpretati come una versione aggiornata del Nuovo Testamento.

  3. ARIEL DORFMAN, ARMAND MATTELART: PARA LEER AL PATO DONALD, EDICIONES UNIVERSITARIAS DE VALPARAISO, CHILE, 1971; TRADUZIONE INGLESE: HOW TO READ DONALD DUCK, INTERNATIONAL GENERAL EDITIONS, M. Y., USA, 1975 (Come leggere Paperino). Dorfman e Mattelart rimproverano l'uso improprio dei personaggi donaldisti a fini propagandistici.

  4. JON GISLE: DONALDISMEN, GYLDENDAL NORSK FORLAG OSLO, NORWAY, 1973. Questo libro  così come il primo  assegna al Donaldismo il suo giusto spazio insieme ad altre discipline scientifiche, enfatizzando i suoi aspetti sociologici. È il primo testo a classificare i resoconti e a suddividerli in diverse epoche di stili artistici, ad esempio: “Donaldismus antiquues maximus”, “Donaldismus modernis vulgaris” o “Donaldismus macabris diabolus”. L'autore sviluppa inoltre la “Teoria Cosmo-Caos”; secondo tale teoria, Paperopoli è un “cosmo” pacifico centrato attorno al deposito de' Paperoni e circondato da forze “caotiche”: stranieri, maghi, ladri e natura.

  5. JACK L. CHALKER: AN INFORMAL BIOGRAPHY OF SCROOGE McDUCK, THE MIRAGE PRESS, BALTIMORE, USA, 1974 (Una biografia non ufficiale di Paperon de' Paperoni). Questo libro, che è probabilmente piuttosto conosciuto negli Stati Uniti, descrive la carriera di Paperon de' Paperoni nel dettaglio.

Rappresentazione della Teoria Cosmo-Caos di Gisle

Ma questi libri principali sono solamente l'inizio. Già nell'ottobre 1973, viene pubblicata a Ski (Norvegia) da Pal Jensen, la prima rivista periodica donaldista, DONALDISTEN. In essa, vengono pubblicati molti materiali e teorie importanti, ad esempio: articoli sul clima di Paperopoli e la cosiddetta “Teoria Bjurgren”, che sostiene che i paperi senzatetto siano distribuiti dalla fattoria di Nonna Papera a “zie” e “zii” che si devono ora occupare delle piccole creature. Donaldisten è stata purtroppo sospesa dopo 20 numeri alla fine del 1978. Due altri donaldisti norvegesi hanno provato a produrre un periodico donaldista: CARL BARKS & THE OLD MASTER'S SECRET e DUCKMITE, ma sono durati entrambi un solo numero. Nel 1974, segue una rivista danese, CARL BARKS & CO., pubblicata da Freddy Milton e più interessata ai problemi tecnici e artistici dei cartoni animati e dei film. Al momento, ci sono 15 numeri di CB&Co ed è ancora viva. Il primo numero del DER HAMBURGER DONALDIST, affettuosamente abbreviato HD, vede la luce con una iniziale circolazione di 25 copie nell'agosto del 1976 a Grosshansdorf, FRG. HD è all'inizio una semplice copia carbone di Donaldisten e CB&Co, ma fortunatamente i redattori di alcuni giornali tedeschi lo trovano abbastanza divertente, la voce si diffonde e diventa una sorta di valanga mediatica che permette ai donaldisti che vivono in diaspora di sapere dell'esistenza di propri simili. L'HD è attualmente pubblicato con 28 numeri e 7 speciali all'attivo. Si tratta di una pubblicazione non-profit, i suoi contenuti sono prodotti dai donaldisti ed è l'organo centrale dell'organizzazione donaldista tedesca D.O.N.A.L.D., che si sarebbe formata nel 1977.

Copertina di Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Esistono anche altre riviste donaldiste, come NAFS(K)URIREN, che è stata fondata nel 1977 a Stoccolma (Svezia) o le americane: FUNNYWORLD, THE BARKS COLLECTOR e THE DUCKBURG TIMES.

  1. Il D.O.N.A.L.D.

Questa è l'abbreviazione della DEUTSCHE ORGANISATION NICHTKOMMERZIELLER ANHANGER DES LAUTEREN DONALDISMUS (Organizzazione Tedesca dei Sostenitori Non-commerciali del Puro Donaldismo), che è stata fondata ad Amburgo (FRG) il 16 aprile 1977. Come ogni associazione tedesca che si rispetti, D.O.N.A.L.D. ha formulato una serie di statuti e il suo primo articolo (di sei) recita:

“1.1 Lo scopo dell'associazione è la coltivazione, la promozione e la diffusione della filosofia donaldista.

1.2 L'inno dell'associazione è la ben nota canzone DER RÜHRSELIGE COWBOY.”

(Der rührselige Cowboy è la versione tedesca di The Screaming Cowboy)

L'importante questione dell'adesione è trattata nel

“2.1 L'adesione è aperta a chiunque possa dichiarare in buona fede di rispettare completamente gli statuti dell'associazione, di garantire per la Carta dei Diritti Donaldisti e di essere irreprensibile in senso donaldista. Ad ogni modo, non è richiesto di essere in pieno possesso di facoltà mentali o fisiche o di diritti civili.”

Quest'ultima frase è importante poiché sancisce che anche persone senza esistenza possono diventare membri del D.O.N.A.L.D., come ad esempio il famoso direttore del D.A.D.A. Peter Peinlich, che istituì il cosiddetto PRIMO TEOREMA DI PEINLICH, dichiarando che i veri donaldisti non sono in grado di distruggere i Kulturgut donaldisti.

Come conseguenza di queste richieste, il D.O.N.A.L.D. è una delle poche organizzazioni tedesche in cui i conservatori e i comunisti (e chiunque si trovi tra questi due poli) combattono contro la deprivazione dei diritti e l'ingiustizia (ad esempio: la campagna contro 6.8 nel 1977/1978, si veda HD-Special No. 2). Questa rara alleanza è conseguenza di due principi dell'organizzazione: Conservatorismo (espresso nel 2.15: “L'assemblea di tutti i membri ha il diritto di deliberare tutto tranne la modifica degli statuti. 'Modifica degli statuti' nel senso della suddetta frase sono tutte le alterazioni che mutano lo spirito della Carta dei Diritti Donaldisti.”) e Caos: quest'ultima è una qualità intrinseca del Congresso Annuale dell'Associazione. Quattro ne sono già stati tenuti: il primo nel 1977, ad Amburgo, per fondare l'associazione in modo ufficiale; nel 1978, i donaldisti si sono radunati a Monaco, dove sono finiti assieme ai malvagi sostenitori del deplorevole 6.8. Nel 1979, il congresso ha avuto luogo a Essen e, nel 1980, i donaldisti hanno letteralmente affollato Francoforte.

Prima pagina del secondo speciale del Der Hamburger Donaldist contro il 6.8 (1978)

Una splendida e tradizionale parte del congresso sono i Kolloquiua scientifici con le conferenze dove vengono espressi i reali risultati delle investigazioni donaldiste, ad esempio: “Come sarà il futuro di Paperopoli?”, “Sulla stabilità del corpo dei Paperi”, “Un confronto di foto satellitari della Terra e del pianeta di Paperopoli”, ecc.

Un importante compito del congresso è l'elezione del presidente del D.O.N.A.L.D., il cosiddetto PRÄSIDENTE (Ente è il termine tedesco che indica la papera). Finora, il congresso ha dovuto eleggere un nuovo presidente ogni anno perché i precedenti sono stati tutti dei flop, il che è una caratteristica propria dei donaldisti. I nomi di queste persone di insuccesso sono: Hans V. Storch (1977-78), Christian Zarnack (1978-79), Hartmut II Hansel (1979-80) e Tim Elbers (1980-81).

Ovviamente, il D.O.N.A.L.D. è suddiviso in diverse fazioni divergenti; degni di nota sono i Barksisti/Donaldisti, il B.O.N.A.L.D. (una derivazione bavarese), il R.O.N.A.L.D. (un equivalente del Reno), gli Scroogeisti (deviatori di destra), le Brigate Rosse di Paperopoli e i (femministi) Daisyisti (entrambi deviatori di sinistra).

  1. Le fondamenta teoretiche del Donaldismo scientifico

    1. L'attendibilità delle informazioni

Come in molte altre discipline scientifiche, un'importante e difficile questione è l'attendibilità delle informazioni riportate. Quali sono affidabili, quali ovvi prodotti di pura fantasia?

Membri del gruppo con massima attendibilità e precisione sono Carl Barks, Al Taliaferro e la traduttrice tedesca delle storie dei Paperi, Dr. Erika Fuchs. Non è ancora chiaro se i nuovi giornalisti europei Freddy Milton (Danimarca), Daan Jippes (Olanda) e Volker Reiche (FRG) appartengano a questa categoria.

Un secondo gruppo solamente a volte riporta informazioni corrette. Tra questi, sono da menzionare i nomi di Jack Bradbury, Tony Strobl e [Paul] Murry. Il terzo gruppo, che include le persone che lavorano per l'editore italiano Mondadori e Vicar che lavora per il danese Gutenberghus, è composto da semplici ciarlatani.

I Kulturgut donaldisti (con relativa rappresentazione dell'attendibilità delle fonti) come descritti in Der Hamburger Donaldist, n. 5 (1977)

Siccome non bisogna pretendere che un singolo cronista sia perfetto, bisogna accettare che pure un affidabile giornalista come Barks abbia sbagliato in certe descrizioni dell'Universo Donaldista. È possibile che questi uomini abbiano eseguito una sorta di autocensura  Barks sotto l'influenza del maccartismo?  ad esempio per quanto concerne la sfera sessuale. Inoltre, non si può escludere che i loro resoconti dessero (e ancora diano?) volontariamente a volte informazioni incorrette.

Non tutti i donaldisti sono d'accordo con le analisi proposte nei Kulturgut donaldisti, alcuni ritengono che solo i resoconti provenienti dalla penna di Carl Barks siano congruenti con la realtà. Infatti, ora ottantenne, si tratta del più importante cronista donaldista ed è stato il primo a informare l'umanità circa l'esistenza di personalità illustri, come Paperon de' Paperoni, Gastone Paperone, Archimede Pitagorico, Cuordipietra Famedoro e la fattucchiera Amelia. Ha scoperto Paperopoli, il deposito (“Axis Mundi” secondo la “Teoria Cosmo-Caos” di Gisle) e il primo decino di Paperone. Ma Taliaferro, e il suo collaboratore Karp, avevano già trovato molti dettagli interessanti negli anni Trenta, ad esempio: l'esistenza dei nipotini di Paperino, di Paperina, Nonna Papera e  ultimo, ma non per importanza  di Ciccio. Per questo motivo, una restrizione alla sola opera di Barks sarebbe inappropriata e i Barksisti/Donaldisti sono  come detto sopra  una frangia di deviatori di destra.

Una domanda ancora insoluta riguarda l'attendibilità dei film donaldisti. Mostrano la realtà? La colonna sonora è originale? Si tratta di documentari o di recitazione?

Una difficoltà peculiare è l'impossibilità di svolgere esperimenti. Bisogna affidarsi ai resoconti come fossero dati, tenendo a mente le loro incompletezze e incorrettezze.

    1. Le sotto-discipline donaldiste

Un altro saggio importante è “Die Entität des inneren Donaldismus”, scritto da Eduard Wehmeier e pubblicato sul numero 3 di HD. In questa ricerca, l'autore prova ad associare le varie investigazioni ad altrettante sotto-discipline, caratterizzate dalle diverse concezioni dell'Universo Donaldista. Nella stima di Wehmeier, la due direzioni principali del Donaldismo sono “Donaldismo Interno” e “Donaldismo Esterno”. Il secondo riguarda solamente i problemi materialistici e le analisi viste dal punto di vista delle discipline scientifiche non donaldiste: artisti? autori? periodi? persone? guadagni? Disney? influenze pedagogiche delle storie dei Paperi sui bambini e gli adolescenti? I manuali appartenenti a questa categoria sono How to Read Donald Duck (si veda il Capitolo 1), Donald Duck (Marcia Blitz), “Donald Duck und das pädagogische Ethos des Ehapa-Verlages” (Gerd Sembritzki, HD-Special No. 3) e molti saggi e interviste in fanzine come Funnyworld e Carl Barks & Co.

Prima pagina della ricerca di Wehmeier in Der Hamburger Donaldist, n. 3 (1977)

Tutto ciò che non fa parte del Donaldismo Esterno rientra nel Donaldismo Interno, che a sua volta consiste di “Donaldismo Applicato” (una definizione del quale viene fornita in HD 2) e “Donaldismo Puro”, che si occupa solamente dei contenuti delle storie di Paperi. All'interno del Donaldismo Puro, si possono distinguere la variante letteraria “Donaldismus litteraricus” e la scientifica “Donaldismus archeologicus”.

La prima è di stampo barksiano e riguarda la totalità delle sue storie intese come una gigante opera letteraria. Molti articoli dettagliati appartenenti a questa categoria possono essere letti nella fanzine danese Carl Barks & Co., come “Bing, du er hypnotiseret”, “Barksismus” e le due “Barks analysis”. Un bella guida di Bruno Diepen, “Die tollsten Details im zeichnerischen Werk von Carl Barks” (HD-Special No. 4) mostra una serie di dettagli di sfondo nell'opera di Carl Barks.

Un compito importante del Donaldismus literaricus è l'istituzione di un catalogo di tutte le storie di Barks, un cosiddetto “Indice Barks”. Il primo Indice Barks è stato pubblicato da Mike Barrier in Funnyworld. Al giorno d'oggi, si possono trovare indici in Danimarca (CB&Co 1, 1974), Norvegia (The Old Master's Secret, 1977), Olanda (Barks Boek, 1977), Svezia (NAFS(k)uriren 5, 1978), Repubblica Federale di Germania (Deutscher Barks-Index, 1979; HD 28, 1981) e Finlandia (Sarjainfo 25, 1979).

Il punto di vista del Donaldismus archeologicus è quello di un archeologo che utilizza ogni storia di Paperi attendibile come fonte. Attraverso le informazioni presenti in queste fonti, prova a ricostruire l'Universo Donaldista e la sua società. Testi molto importanti appartenenti a questa categoria sono quelli di Gisle, Gans, Chalker e Nomiat menzionati sopra. Una variante speciale del Donaldismus archeologicus è il “Donaldismus archeologicus futuricus”, che vede la luce nel 1954 con la pubblicazione del saggio fantascientifico The last message di A.C. Clarke: gli astronauti giungono a una Terra distrutta. Non trovano persone, ma soltanto storie di Paperi e film. Con questo materiale, provano a capire il mondo umano del ventesimo secolo.

Più serio è il “Donaldismus archeologicus historicus”, che è basato sull'esistenza (passata? futura?) di un mondo donaldista parallelo al nostro.

Lo scopo del Der Hamburger Donaldist è sostenere il progresso di questa disciplina.

I © delle immagini pubblicate sono degli aventi diritto.
Si ringrazia Hans von Storch per il permesso di traduzione e pubblicazione del suo testo e per l'accesso all'archivio del Der Hamburger Donaldist.

mercoledì 5 ottobre 2022

Strijd om een erfenis (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

Torno a parlare di Ralph du Mosch (qui la nostra chiacchierata risalente a qualche mese fa) per commentare la sua Strijd om een erfenis (du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022), pubblicata nei Paesi Bassi lo scorso agosto, in cui Paperone viaggia indietro nel tempo per ottenere un'eredità. Questa avventura, definita dallo stesso autore "una delle [sue] preferite da scrivere", si apre con la ricezione di una lettera dei notai McGaai, McGraai e McSnaai in cui viene comunicato al papero più ricco del mondo di essere erede della fortuna del duca di Zwaenenzang-Zilverpoets. Per sua sfortuna, non si tratta dell'unico erede e deve condividere l'eredità con Cuordipietra Famedoro (come Paperone, biscugino di ottantaquattresimo grado del defunto duca), a meno che non si riesca a stabilire che uno dei due avesse un grado di parentela più prossimo con il duca rispetto all'altro. Per assicurarsi la vittoria, Paperone decide di viaggiare indietro nel tempo grazie all'ausilio di un'invenzione di Archimede e fare in modo che una sua prozia (Agaath McDuck) sposi il duca, peccato che la stessa idea sia venuta anche a Famedoro...

Vignetta iniziale dallo storyboard di Strijd om een erfenis

Senza procedere con il disvelamento dell'intreccio (auspicando che un giorno questa storia diventi fruibile anche in Italia), vorrei concentrarmi su alcuni punti di contatto con produzioni passate che ritengo degni di nota.

Innanzitutto, il tema della parentela di Paperone con un suo rivale non è nuovo: qui analizzavo infatti le varie parentele che il nostro protagonista ha condiviso con Rockerduck nel corso dei decenni e qui riportavo invece l'altro parente in comune tra il miliardario scozzese e quello sudafricano, Bogey McDivot (parentela che ho avuto modo di ripensare qui, grazie anche alla conferma dell'autore della storia in questione, John Lustig). Viene ripresa appunto da questa storia la reazione dei due all'apprendere di una qualche sorta di reciproca relazione, nonché la reazione dei due nel finale (nonostante i due racconti viaggino su binari completamente differenti).

Paperone apprende dell'esistenza di un altro erede in Zio Paperone e l'eredità indivisibile (Martina/Esposito, 1974)

... e in Strijd

Cuordipietra e Paperone non accettano di essere imparentati in Family of Fore (Lustig/Vicar, 2001) 

... e in Strijd

(Lustig/Vicar, 2001) 

(du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

(Lustig/Vicar, 2001) 

(du Mosch/Alfonso, Fernández, 2022)

Inoltre, è piacevole notare che l'autore, piuttosto che creare un qualche marchingegno temporale su misura per questa avventura, recupera la Time-Tub introdotta da Vic Lockman negli anni Settanta (e già ripresa da DuckTales), inserendosi idealmente all'interno di una continuità internazionale e ultradecennale.

La Time-Tub di Archimede in I Bassotti e la cella senza Tv (Lockman/Alvarado, 1970)

... in Old Time Crime (?/Manning, 1978)

... e in Strijd

Infine, sono di interesse genealogico le apparizioni della prozia di Paperone, Agaath McDuck, e della prozia di Cuordipietra, Grizelda Goudglans (corrispettivo olandese di "Glomgold", ovvero Famedoro).

Agaath (a sinistra) e Grizelda (a destra)

© Disney per le immagini pubblicate.