lunedì 26 aprile 2021

Sulla famiglia di Nonna Papera

Il lavoro compiuto da Don Rosa con i paperi Disney può piacere o meno, ma di sicuro non lascia indifferenti. Pochi altri autori con solo una quindicina di anni di lavoro sono riusciti a essere così influenti e a stabilire standard e gettare basi per ciò che viene comunemente chiamato "canone". In questo post, mi chiedevo nello specifico se la visione del cartoonist statunitense fosse l'unica possibile per quanto riguarda la famiglia di Nonna Papera e ho provato a dimostrare il contrario. Oggi, vorrei riprendere da dove ci siamo lasciati.

Dunque, Cornelius Coot è indiscutibilmente il fondatore di Paperopoli. Ce lo dice Carl Barks e praticamente ogni autore dopo lui; ciò che però Barks non dice, e che chiunque tace prima dell'arrivo di Rosa, è che Coot e la famiglia dei Paperi sono collegati. Ora, lo scopo di questo blog e dei miei post è quello di fare ricerca, vagliare dati in modo oggettivo e riportarli in maniera scrupolosa, perciò — almeno statisticamente — questa parentela non è fondata. 

Nonna Papera è figlia di Clinton Coot (Rosa, 1997)

Come già espresso nello scorso articolo, la maggior parte degli autori considera le due famiglie indipendenti, o quantomeno non fornisce indizi che facciano pensare al contrario, mostrando sempre Paperino e nipoti come estranei alla dinastia Coot. Se questo, per forza di cose, è vero in epoca pre-Rosa, rimane veritiero anche in produzioni successive, come le già citate The Red Duck (Anderson/Colomer Fonts, 1990), The New Year's Curse (McGreal, McGreal/Rota, 2015), ma anche la più recente Le Giovani Marmotte in un'indagine da manuale (Nucci/Zanchi, 2020). Tuttavia, in altre storie (prevalentemente nostrane e risalenti allo scorso decennio), la parentela viene rispettata con grande filologia; si vedano Paperino e la corsa al best-seller (Cordara/Barbucci, 1998), Ricordi ramificati (Pesce/Perissinotto, 2013),  Zio Paperone e il gigante di Paperopoli (Panaro/Migheli, 2014), o ancora Nonna Papera e il fantasma dell'opera (Pisapia/Urbano, 2014), in cui l'anziana papera cita addirittura una zio Cinabro Coot.

Lo zio Cinabro Coot (Pisapia/Urbano, 2014)

Ovviamente, i titoli sono a solo titolo esemplificativo e se ne potrebbero aggiungerne altri per entrambe le fazioni. In linea di massima, si può notare che solitamente si è cercato di ignorare la questione senza porre riferimenti espliciti, penso anche a Paperino pioniere in disgrazia (Gerstein/Vicar, 1997), ma la tendenza (almeno per quanto riguarda la produzione italiana) sembra essere quella di andare verso una "canonizzazione" generale dell'universo donrosiano (dovendo comunque giocoforza tradirlo per quanto concerne la linea temporale).

Cornelius Coot e figlio e una piccola Elvira (Cordara/Barbucci, 1998)

Una terza curiosa interpretazione, che io preferisco dal momento che permette di conciliare i due aspetti senza rinunciare ad alcuno, sarebbe quella di considerare i parenti di Coot introdotti da Rosa, ma comunque scollegarli dalla famiglia dei Paperi. Sembra questa la via suggerita da storie come Zio Paperone e il tesoro di Cornelius Coot (Branca, Gattino/Branca, 2002) o Paperinik e il segreto del giardino discreto (Enna/Usai, 2017). Nella prima viene infatti riportato quanto già raccontato in L'invasore di Forte Paperopoli (Rosa, 1994), vale a dire che la terra dove ora sorge il deposito è stata venduta a Paperone dalla famiglia Coot, ma questa famiglia viene descritta come estranea e l'unico collegamento che i paperi hanno con essa sono delle vecchie memorie dei Coot trovate in una scatola rimasta nel forte (e dunque non ereditata).

La famiglia Coot (Branca, Gattino/Branca, 2002)

Inoltre, Branca e Gattino sembrano indicare che Clinton e Casey (padre e figlio secondo l'autore del Kentucky) sono in realtà entrambi figli di Cornelius. 

Casey e Clinton Coot

"nostro padre Cornelius"

Anche nella storia di Enna viene nuovamente ricordata la vendita della Collina Ammazzamotori da parte di Casey, ma, nonostante l'introduzione di un nipote di Cornelius ancora in vita, tale Elias Coot (con cui tra l'altro Paperino interagisce nei panni del diabolico vendicatore), nessun grado di parentela viene qui accennato o quantomeno alluso.

Elias Coot (Enna/Usai, 2017)

Paperino sembra non essere familiare con Casey 

Dunque, questa sarebbe la strada che io personalmente seguirei, come a dire "salviamo il salvabile", anche perché il lavoro di Rosa funziona molto meglio a sé stante, come universo chiuso, ed è talmente ben delimitato che difficilmente è permeabile e integrabile senza essere distorto o inevitabilmente modificato. Per chiudere questo post, vorrei quindi provare a trovare un sostituto a Clinton Coot come padre di Nonna Papera:


I genitori di Nonna Papera (Fallberg/Murry, 1954)

Il papà di Nonna Papera (?, 1987)

  • In Nonna Papera e i bei tempi andati (Nofziger/Diaz Studio, 1983), è presente un flashback in cui vediamo la piccola Elvira che danza assieme a un altro bambino (stranamente somigliante a Paperone) e a due adulti. Nella storia, non è chiarito se si tratta di un fratello o semplicemente di un amico, perciò viene difficile dire se gli adulti siano entrambi genitori della paperetta o meno.

Elvira e i suoi genitori (?) (Nofziger/Diaz Studio, 1983)


Paolo Paperis (Pedrocchi, 1938)

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 19 aprile 2021

Altri rimaneggiamenti brasiliani

Qualche mese fa, mentre mi trovavo a fare ricerche per un prossimo saggio riguardante i parenti in comune tra Paperon de' Paperoni e il suo acerrimo rivale John D. Rockerduck, sono venuto a conoscenza di una curiosità -ancora una volta- tutta sudamericana. Vi ho infatti già parlato dei rimaneggiamenti e delle censure di vario tipo attuate nei confronti delle prime avventure di Paperinik alla loro pubblicazione in Brasile in questo articolo; oggi invece vorrei prendere in esame una storia sempre italiana, sempre martiniana, ma che non vede come protagonista il diabolico vendicatore. 

Il racconto a cui sto facendo riferimento è Zio Paperone e un tesoro chiamato Penny (Martina/Del Conte, 1978), pubblicato in Italia sul numero 259 dell'Almanacco Topolino e ristampato due anni dopo sul numero 184 della testata Tio Patinhas, edita da Abril. L'intreccio è molto semplice: Paperone e Rockerduck si contendono l'eredità di una vecchia zia scozzese. La particolarità di questa storia è che la defunta zia, Pulcheria McPaper-McDuck (questo il suo nome), e sua sorella gemella, Gawdensia, non sono delle papere. 

Pulcheria McPaper-McDuck

Gawdensia McPaper-McDuck

Nonostante questa apparente incongruenza non sia spiegata, la mia ipotesi (per quanto forse azzardata) è che il disegnatore volesse omaggiare anche graficamente Gaudenzio Capelli (da cui una delle zie prende il nome), che da lì a poco sarebbe diventato direttore di Topolino. E in effetti riesco a vederci una somiglianza!

Gaudenzio Capelli

Ma cosa c'entra il Brasile con questa storia italiana di eredità, così ricca di omaggi alla redazione milanese (il notaio O'Hara abita in "via Elizapenn 1313", riferimento all'allora vicedirettrice del Topo, Elisa Penna)? Beh, come il titolo e la mia introduzione possono fare presagire, nella versione pubblicata in Sudamerica i toni sono stati ridimensionati, con censure riguardanti gli atti violenti: ad esempio, il vignettone finale in cui i nipoti inseguono Paperone armati fino ai denti viene rivisto, spogliando i paperi di tutti gli oggetti contundenti; sempre con riferimento alle linee guida di cui vi parlavo nello scorso articolo.

Ma c'è di più, e da qui nasce il mio interesse e l'idea di scriverci un post a proposito (seppur più breve del solito): le vecchie zie, tradotte coi nomi di Pulquéria e Gaudéncia MacMuquirana, abbandonano l'originale aspetto canino per essere ridisegnate come papere. Probabilmente una decisione più logica e comprensibile sul piano della continuity, ma anche una scelta curiosa e in qualche modo autorevolmente forte.

Pulquéria MacMuquirana

Gaudéncia MacMuquirana

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 5 aprile 2021

Chi ha fondato le Giovani Marmotte?

Introdotte in Paperino e l'E.S.S.B. (Barks, 1951), le Giovani Marmotte (Junior Woodchucks in lingua originale) sono un'organizzazione di esploratori scout con una gerarchia ben delineata da gradi e titoli stravaganti; i suoi membri sono caratterizzati da forti valori civici ed etici come la disciplina e il rispetto della natura. Sebbene l'Uomo dei Paperi in persona ne abbia scritte le gesta in decine di avventure, nelle sue storie non viene mai affrontato il tema delle loro origini. Da qui, la domanda che dà il titolo a questo post: chi ha fondato le Giovani Marmotte?

Aprendo la pagina di Wikipedia (o di qualsiasi wikia sui paperi) a loro dedicata, troviamo scritto che le Giovani Marmotte sono state fondate da Clinton Coot, figlio di Cornelius (fondatore di Paperopoli, del quale si è già parlato qui). Questa informazione proviene infatti da Le Giovani Marmotte Q.U.E.S.T.I.O.N.E.D.I.G.E.R.G.O. (Rosa, 1997).

Clinton Coot fonda le Giovani Marmotte (Rosa, 1997)

Si tratta di un dato interessante che riempie quella che apparentemente era una lacuna. Perché scrivo "apparentemente"? Il motivo è che, consultando gli ottantuno numeri della testata statunitense Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks (pubblicata tra il 1966 e il 1984), mi sono reso conto che le Giovani Marmotte avevano già un fondatore, anzi forse più di uno.

  • Nel primo numero troviamo una storia intitolata Newton contagia le Giovani Marmotte (Lockman/Strobl, 1966), in cui il fondatore del movimento ci viene presentato come un papero chiamato Pioneer O'Duck.

Piooner O'Duck (Lockman/Strobl, 1966)



Woodrew Woodchuck (?/Wright, 1974)


Cyrus P. Woodchuck scrive il manuale (Gregory, 1976)

  • È la volta poi di Woodrow C. Woodchuck in Le GM e la candela naturale (?/Carey, 1977). In questa storia i paperini raccontano alle reclute che Woodrow, perdendosi nel bel mezzo di una tempesta nella valle che avrebbe poi preso il suo nome, trovò una specie di candela naturale perpetua in seguito all'abbattersi di un fulmine sul Monte Fumio, il tutto più di ottant'anni prima rispetto agli avvenimenti attuali. Il medesimo racconto viene mostrato in Le GM e la notte senza luce (?/Wright, 1978), anche se in questo caso il fondatore rimane innominato e appare più anziano.

Woodrow C. Woodchuck scopre la candela naturale (?/Carey, 1977)

Lo stesso racconto ma con un fondatore visibilmente più anziano (?/Wright, 1978)

  • In Le GM e l'attacco delle sassotermiti (?/Wright, 1977), il fondatore viene invece presentato come Silas P. Woodchuck ed il suo look è molto simile a quello di Woodrow ne La candela naturale.

Silas P. Woodchuck (?/Wright, 1977)

  • Per la prima volta, in Le GM e lo Yodel Mogol (?/Wright, 1979), veniamo a conoscenza del fatto che le Giovani Marmotte hanno in realtà più di un fondatore (chiamati qui "padri fondatori"). Infatti vediamo in questo caso sia lo Yodel Mogul del titolo sia Rip van Woodchuck, con un evidente richiamo al popolare Rip van Winkle.

Yodel Mogul (?/Wright, 1979)

Rip van Woodchuck (?/Wright, 1979)

  • A distanza di un numero, in Le GM e il furto del purè (Gregory, 1978), ci viene raccontata la storia di come Cyrus P. Woodchuck decise di fondare la gloriosa organizzazione. Il nome e l'aspetto del personaggio sono gli stessi de Il manoscritto originale, probabilmente perché i disegni sono a cura del medesimo artista.

Cyrus P. Woodchuck decide di fondare le GM (Gregory, 1978)



Wadly Owlhoot (Lockman/Wright, 1980)

  • Cyrus P. Woodchuck torna per la terza e quarta volta in Le GM e l'erba trombina (?/Gregory, 1980) e Le GM e il mistero dei mufloni sbam (Gregory, 1980). Nonostante i disegni di Gregory (che ha già ritratto Cyrus ne Il manoscritto originale e Il furto del purè), il fondatore è in queste storie stranamente raffigurato come un papero.

Cyrus P. Woodchuck per la prima volta con sembianze papere (?/Gregory, 1980)

Ancora una volta Cyrus P. Woodchuck appare come un papero (Gregory, 1980)

  • L'ultima volta che un fondatore delle Giovani Marmotte viene menzionato all'interno della collana Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks accade nella storia (mai ristampata in Italia) intitolata Learning The Ropes (?/Gregory, 1981). Qui, non solo Cyrus P. Woodchuck torna al suo aspetto canino (sebbene differente dalla versione bionda e baffuta), ma ci viene anche presentato il suo bisnipote, Timothy Woodchuck.

Cyrus P. Woodchuck (qui di nuovo canide) e il suo bisnipote Timothy (?/Gregory, 1980)

  • Sebbene non appartenente alla testata e facente invece parte della produzione dello Studio Disney per il mercato non statunitense, in Zio Paperone e la giovenbacca tibetana (Fallberg/Strobl, 1974), viene menzionato un tale Marmut Marmot (nella versione italiana) come uno dei fondatori delle GM; in seguito, in Le GM e il pianto caprino (Lockman?/?, 1987), il fondatore è chiamato Jack Astor (nella versione colombiana); e ancora, in L'avventura ambientale (Lockman/?, 1989), il fondatore assume l'identità di Baden Castor (nella versione colombiana).  Non essendo queste storie mai state pubblicate negli Stati Uniti, è praticamente impossibile risalire ai nomi originali che gli autori avevano in mente per questi personaggi, ma — date le traduzioni — possiamo supporre che il cognome fosse comunque Woodchuck. Va inoltre notato che la statua di un fondatore chiamato Cyrus, sebbene con fattezze stranamente umane, ci viene mostrata in Le G.M. e l'aereo alle veneziane (?/Jaime Diaz Studio, 1989).

Marmut Marmot (Fallberg/Strobl, 1974)

Assimilati questi dati e tornando alla domanda iniziale, come è dunque possibile risolvere la questione? Basandoci solo su un fattore numerico dettato dalla maggior frequenza di apparizioni, Cyrus P. Woodchuck sembrerebbe essere il più adatto al titolo (comparendo in ben cinque — sei se si considera anche il Cyrus da L'aereo alle veneziane — storie, contro le singole apparizioni di tutti gli altri). Un'altra spiegazione, proposta da tre delle storie menzionate, sarebbe che le Giovani Marmotte hanno più di un padre fondatore.

Quello che io ritengo più probabile è che Cyrus P. sia veramente il fondatore delle GM, o almeno colui che ne abbia effettivamente avuta l'idea (come si vede in il furto del purè), affiancato in seguito da un gruppo di altri pionieri ed esploratori riportati nell'elenco sopra: Piooner O'Duck, Woodrew, Woodrow C. e Silas Woodchuck (forse imparentati tra loro e con lui), Yodel Mogul, Rip van Woodchuck e Wadly Owlhoot. In tutto ciò dove collocare il Clinton Coot creato da Rosa e ricordato ovunque come l'unico fondatore? La risposta sta in una storia antecedente di qualche anno a quella menzionata in apertura, vale a dire Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta (Rosa, 1993). Qui, i nipotini ricordano infatti Clinton non come il fondatore delle GM, bensì come colui che donò ai fondatori gli appunti per poter scrivere il famigerato manuale.

Clinton Coot dona ai fondatori delle GM gli appunti per scrivere il manuale (Rosa, 1992)

Questo ultimo tassello ci permette di dare un senso al tutto trovando un punto di incontro nuovo ed interessante che mi auguro posso essere preso in considerazione da chi si occuperà in futuro di trattare l'argomento.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 17 marzo 2021

A proposito di Cornelius Coot

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli introdotto nella storia Paperino e il maragià del Verdestan (Barks, 1952); se la vostra mano è rimasta abbassata, probabilmente saprete anche che Cornelius è il nonno di Nonna Papera, giusto? E se vi dicessi invece che potrebbe non esserlo? Per fare ciò, dovremo: tornare indietro nel tempo fino a quando il personaggio è stato concepito, capire da dove questa presunta relazione provenga e fare un pochino di ricerca su elementi che potrebbero dimostrarne l’inconsistenza.

La prima menzione di Cornelius Coot (Barks, 1952)

Partiamo dall’inizio: 1952, nella storia menzionata poco sopra, il sindaco e il sovrintendente ai monumenti vengono cacciati dall’ufficio di Paperone dopo avergli chiesto “poche migliaia di dollari per erigere una statua a Cornelius Coot”, il fondatore della città. Barks citerà questo personaggio in altre due storie, Paperino e la statua acquatica (1957) e Paperino e la macchia d’inchiostro (1957); ma, ogni volta che i paperi hanno in qualche modo a che fare con lui, non menzionano il fatto di esserne discendenti, riconoscendolo semplicemente come il fondatore della città, e Paperino si riferisce a lui come “il vecchio pioniere”. Ciò esclude automaticamente la possibilità che loro siano effettivamente i suoi bis-bis-bisnipoti? Probabilmente no, ma sicuramente appare strano: Cornelius sembra essere amato dalla comunità e (almeno) Paperino non perderebbe di certo l’opportunità di mostrare con orgoglio tale relazione.

Paperino si riferisce a Coot come "il vecchio pioniere" (Barks, 1957)

Ma quindi l’idea di questa parentela dove ha origine? Io credevo provenisse direttamente dal famoso albero genealogico del cartoonist statunitense Don Rosa (e dalle sue storie a fumetti), ma apparentemente mi sbagliavo, siccome esistono almeno due riferimenti più oscuri precedenti ad esso. Questa relazione viene infatti teorizzata per la prima volta da un gruppo di studiosi tedeschi, conosciuti con lo pseudonimo Grobian Gans, nel loro libro Die Ducks  Psychogramm einer Sippe (1970); successivamente, nel 1984, un artista ancora oggi ignoto include Cornelius tra gli antenati di zio Paperone all’interno di un albero genealogico molto ricco (contenente vari personaggi da storie di Barks, Strobl, Bradbury, nonché Paperoga e Pico de Paperis), pubblicato in un volume olandese (Donald Duck 50 jaar in beeld). Interessante notare che, nello stesso volume, viene pubblicata la storia Buon compleanno, Paperino! (Rota, 1984), in cui zio Paperone e Nonna Papera sono fratelli (relazione peraltro mantenuta anche nell’albero genealogico citato poco sopra). Nonostante lo sforzo di includere tutti quei personaggi apparsi una sola volta sia lodevole e mostri certamente molta dedizione da parte degli autori, preferirei non prendere in considerazione questi alberi perché la loro portata non era molto ampia all’epoca e passerei direttamente a Don Rosa, che probabilmente non aveva alcuna idea della loro esistenza ed è giunto quindi alla stessa conclusione per conto suo.

La primissima connessione tra Coot e la famiglia dei paperi (Gans, 1970)

Come sappiamo, Rosa colloca Cornelius Coot come nonno di Nonna Papera e, siccome l’autore del Kentucky è conosciuto per essere sempre stato fedele al lavoro dell'Uomo dei Paperi, questa scelta potrebbe sembrare un po’ fuori luogo a primo impatto, ma credo che il suo ragionamento sia facilmente ricostruibile. Lo stesso Barks introduce infatti un cugino dei paperi chiamato Cuthbert Coot nella storia Paperino cow-boy (1945) e menziona un altro cugino Coot (forse lo stesso) in Paperino e le perle (1948). Perciò, il fatto che il cugino di Paperino ha lo stesso cognome del fondatore di Paperopoli ha probabilmente indotto Rosa a ritenerli imparentati in qualche modo, ma io credo si tratti di una prova troppo debole: Coot potrebbe semplicemente essere un cognome diffuso a Paperopoli. Questa relazione è stata comunque validata da alcuni autori successivi; in storie italiane post-Rosa, come ad esempio Paperino e la corsa al best-seller (Cordara/Barbucci, 1998), Zio Paperone e il gigante di Paperopoli (Panaro/Migheli, 2014), Paperino e il ritrovamento storico (Panaro/Urbano, 2017) e Paperinik e il cimelio del fondatore (Panaro/Soldati, 2019), viene esplicitamente asserito che Nonna Papera è nipote di Cornelius. E ancora la parentela (e dunque l’appartenenza di Nonna Papera alla famiglia Coot) è generalmente accettata tra fan e appassionati, al punto tale da essere considerata canonica nel recente reboot di DuckTales; ma, nonostante questo indirizzo sembri quindi essere affermato, ci sono un paio di indizi che potrebbero far cambiare idea e farlo apparire invece come una qualche sorta di fanfiction d’autore semi-ufficializzata.

Il cugino Cuthbert Coot (Barks, 1945)

Nella continuity italiana Cornelius Coot è accettato come nonno
di Nonna Papera (Cordara/Barbucci, 1998)

Innanzitutto, non esistono testimonianze a partire dalla data di creazione di Nonna Papera (1943) fino all’inizio della produzione donrosiana (fine anni ‘80/inizio anni ’90) dell’appartenenza dell’anziana papera alla famiglia Coot. Infatti, se non contiamo alcune storie italiane (come quella di Rota menzionata un paio di capoversi fa) in cui viene presentata come sorella di zio Paperone, è sempre stata considerata membro della famiglia Duck: in Il compleanno di Nonna Papera (?/Thomson, 1950), scopriamo infatti che il suo nome completo è Elviry Duck, cambiato poi in Abigail in Nonna Papera a Hollywood (Fallberg/McSavage, 1953) e Topolino e la ferrovia Toccaferro (Fallberg/Murry, 1955). Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: “aspetta un attimo, queste non sono delle vere prove, Duck potrebbe semplicemente essere il cognome che ha preso in seguito al matrimonio” e ciò certamente non contraddirebbe il lavoro di Rosa (semmai ne sarebbe a favore), ma, in Paperino e il tesoro di Barbabiforcuta (?/Alvarado, 1971), ci viene presentato Asa Duck, pro-pro-prozio di Nonna Papera. Il fatto che questo parente porti il cognome Duck e che Nonna Papera sembri essere orgogliosa descrivendolo come “uno dei primi cittadini di Paperopoli”, senza nemmeno menzionare l’esistenza di Cornelius (probabilmente sarebbe ancora più orgogliosa se fosse la nipote del fondatore della città), mi fa pensare che tale relazione sia infondata.

Nonna Papera si chiama Elviry Duck (?/Thomson, 1950)

Nonna Papera orgogliosa del suo pro-pro-prozio Asa Duck,
uno dei primi cittadini di Paperopoli (?/Alvarado, 1971)

Ma ci sono altri elementi che accrescono il dubbio. Innanzitutto, nella maggior parte delle storie a fumetti in cui appare (il database INDUCKS ne conta 21 già prima dell’avvento di Rosa nel 1987, ma ne trascura alcune in cui viene solamente menzionato), Cornelius è considerato da Paperino e famiglia solo un pioniere e non effettivamente un parente; per citare un esempio (pescato giusto a titolo dimostrativo tra le decine di usi analoghi di cui sopra): in Paperino e la "graande impresa" (Pezzin/De Vita, 1988), Paperino sospira pensando a “Cornelius Coot, l’eroico paperopolese!”, senza mai riferirsi a lui come un proprio antenato. Questa mancata parentela è resa ancora più evidente in The Red Duck (Anderson/Colomer Fonts, 1990): il nuovo vicino di casa di Paperino si vanta del fatto che un suo antenato è stato uno dei primi sindaci di Paperopoli, Paperino si innervosisce e vuole dimostrare che anche i suoi antenati sono stati importanti, ma non ne conosce nemmeno uno (cosa mi dici di un certo Cornelius Coot, fondatore di Paperopoli?), in qualche modo riesce a viaggiare nel tempo fino ai primordi della città per fare la conoscenza del suo antenato più (in)famoso, un certo pirata chiamato appunto the Red Duck. Sebbene mi sembri abbastanza chiaro ora che la famiglia dei paperi non discenda dai Coot (almeno non dal ramo di Cornelius), un indizio ancora più palese viene fornito nella più recente The New Year's Curse (McGreal, McGreal/Rota, 2015), in cui un flashback ci mostra proprio il fondatore della città alle prese con un suo sergente, tale Bridger Duck, vero antenato di Paperino (altri discendenti di Bridger sono menzionati nella stessa storia: Beauregard Duck, Casey Duck e Draper Duck).

Paperino si riferisce a Coot come "l'eroico paperopolese" (Pezzin/De Vita, 1988)

Paperino non conosce i propri antenati (Anderson/Colomer Fonts, 1990)

Cornelius Coot alle prese con il suo sergente Bridger Duck,
antenato di Paperino (McGreal, McGreal/Rota, 2015)

Quindi, l’intenzione di Barks di non avere Coot come un antenato dei paperi era certamente sottintesa e non esplicitata, ma è stata accettata da autori dopo di lui che l’hanno resa più evidente; come visto sopra: i paperi stessi non lo considerano mai un parente, Nonna Papera fa parte di un ramo della famiglia Duck, e ci sono evidenze di antenati di Paperino in vita ai tempi di Cornelius. Ma, se tutto questo ancora non fosse abbastanza, è possibile tracciare la vera discendenza di Cornelius Coot attraverso un minimo di ricerca. Tre eredi sono infatti presentati in altrettante storie:

  • In Archimede l’aggiustatore folle (Fallberg/Strobl, 1970), possiamo vedere Cornelia Coot (bis-bisnipote di Cornelius) mentre arriva a Paperopoli per rivivere le memorie dell’infanzia; mai viene menzionata una sua eventuale parentela con la famiglia dei paperi, e questo la dice lunga dal momento che anche Nonna Papera appare nella storia;
  • In Nuts On The Family Tree (?/Lopez Guardia, 1983), zio Paperone vorrebbe provare la propria discendenza da Cornelius Coot; alla fine della storia, però, non solo si scopre che il miliardario non ha nessun grado di parentela con il fondatore della città, ma vediamo anche un vero erede del pioniere: un maggiordomo di Paperone, chiamato “Johann” nella ristampa tedesca;
  • Il terzo vero parente viene proposto dall’autore italiano Carlo Chendi, grande ammiratore del lavoro di Barks, suo amico di penna per più di trent’anni (fin dal 1967), e il primo sceneggiatore in assoluto ad aver utilizzato il personaggio di Cornelius Coot — dopo Barks stesso — in Archimede Pitagorico e l’uomo medio (Chendi/Capitanio, 1961). Ebbene, in Zio Paperone mecenate per forza (Chendi/Cavazzano, 1993), il detective Umperio Bogarto scopre di discendere “per vie traverse” da Cornelius Coot. Per chi non fosse familiare con questo personaggio, basti sapere che appare in 89 storie tra il 1982 e il 2019 e mai viene menzionato un suo collegamento con la famiglia dei paperi.

Cornelia Coot (Fallberg/Strobl, 1970)


Il maggiordomo Johann discende da Coot (?/Lopez Guardia, 1983)

Umperio Bogarto discende "per vie traverse" da Cornelius Coot
(Chendi/Cavazzan
o, 1993)

In conclusione: Cornelius Coot è il fondatore di Paperopoli? Certamente sì. Anche se, volendo essere super completi e precisi, altri paperi hanno ricoperto in passato lo stesso ruolo: Dwight Duck in Foto-storia della grande tribù (?/Strobl, 1959), Zio Paperone (!) in Paperon de' Paperoni pioniere (Gregory/Strobl, 1960), Penwick Duck in Paperino dà lustro al clan (Lockman/Strobl, 1967), Don Pepito Paperon in Paperino e le pepite di don Pepito Paperon (Martina/Scala, 1977), Daniel Papero in Zio Paperone e la gloria... spicciola (Lockman/?, 1988) e Paperyn McPap in Paperino e i cugini di Ocopoli (Salvatori/Scala, 1996); queste possono però essere ovviamente considerate trascurabili eccezioni dal momento che Coot ha fatto più di 200 apparizioni considerando soltanto i fumetti (e non contando quindi cartoon e statue nei parchi tematici Disney) e, come i nipotini ricordano a Paperino in Paperino e il fondatore finanziario (Sisti/Leoni, 1995), “tutti sanno che Paperopoli è stata fondata da Cornelius Coot!” Il periodo in cui Cornelius avrebbe fondato Paperopoli è un altro argomento dibattuto poiché, nonostante la maggior parte degli autori (compreso Don Rosa) sia concorde a collocarlo all’interno del diciannovesimo secolo, alcune fonti come The Incredible Quest for Cooties (Kruse/de Jonge, 1991) sembrano invece farlo risalire a un tempo precedente (in questo specifico caso, addirittura al diciassettesimo secolo). Ma, aldilà di queste controversie, il punto qui è: Cornelius Coot è o non è nonno di Nonna Papera e quindi antenato di Paperino? La mia risposta, e spero di averla articolata in modo chiaro ed efficace, è naturalmente no. Come mostrato nel corso di questa ricerca, non ci sono indizi di ciò nella produzione di Barks e la maggior parte degli autori successivi a lui (ad eccezione di Rosa e altri ispirati al suo lavoro) ha evitato questa connessione, preferendo invece lasciare un alone di leggendarietà intorno a questo personaggio così tanto ammirato dai cittadini di Paperopoli (compreso Paperino), fornendo inoltre antenati alternativi coevi a Coot e veri discendenti del pioniere completamente estranei alla famiglia Duck.

"Tutti sanno che Paperopoli è stata fondata da Cornelius Coot!"
(Sisti/Leoni, 1995)

Questo post è una versione ampliata e corretta di un articolo scritto per la fanzine danese Rappet, le immagini pubblicate sono © Disney.

martedì 2 marzo 2021

I genitori di Rockerduck


Il titolo è abbastanza esplicativo e questo post potrebbe essere considerato un approfondimento di quella paginetta che ho recentemente scritto per la fanzine Picsou-Soir, che potete trovare in lingua francese a questo indirizzo. Per l'occasione, ho realizzato infatti un albero genealogico della famiglia Rockerduck, inserendo personaggi comparsi in una ventina di storie tra gli anni '70 del Novecento e gli anni '20 del Duemila. Qui, vorrei invece concentrarmi sugli ascendenti più diretti del miliardario, dal momento che non mi è stato possibile trattarne in maniera adeguata per ragioni di spazio.

Oggetto dei miei ultimi mesi di ricerca, la famiglia Rockerduck non è tanto ampia come quella del suo rivale, ma alcuni dei suoi membri sono personaggi che potrebbero essere ripresi e riutilizzati in maniera efficace dagli autori contemporanei. Il motivo per cui ho deciso di dedicare un intero post ai genitori del miliardario in bombetta è che questi sono l'unico elemento di contraddizione all'interno del suo albero genealogico, dal momento che ne esistono almeno tre versioni differenti.

La prima volta che se ne ha traccia risale al capitolo conclusivo di Storia e gloria della dinastia dei Paperi, una saga in otto episodi scritta da Guido Martina e pubblicata sul settimanale Topolino nel 1970. In Zio Paperone e l'oro del Klondike (Martina/Scarpa, 1970), siamo infatti testimoni del momento in cui il padre di Rockerduck (qui chiamato Pykerdock) incontra la propria anima gemella e se ne invaghisce. In questa storia, la madre del rivale di Paperone è rappresentata come una infermiera con i capelli azzurri e nulla possiamo estrarre sulla sua identità se non che Pykerdock la chiama affettuosamente "Ciccia".


Dopo questa prima apparizione, Martina mette nuovamente in scena un giovane padre di Rockerduck, questa volta attraverso un flashback, in Zio Paperone e l'ora del rimpianto (Martina/Chierchini, 1980). Nella storia, Paperone rimpiange infatti il giorno in cui aveva salvato la vita a un giovane sconosciuto, che in seguito scoprì essere il padre del suo concorrente e nemico.


In Il re di Copper Hill (Rosa, 1993), della fortunata Saga di Paperon de' Paperoni (1992-1994), l'autore statunitense ci presenta però dei nuovi genitori per il secondo papero più ricco di Paperopoli: Howard Rockerduck e consorte, una donna borghese e snob, di cui non ci è dato sapere altro.


Come accennavo in apertura, queste tre rappresentazioni sono tra loro contraddittorie, sia dal punto di vista dei nomi dei personaggi sia per quanto riguarda le ambientazioni storiche:

  • Pokerdyck e "Ciccia", secondo la versione del L'oro del Klondike, danno alla luce il piccolo Rockerduck nel 1897 e Paperone nasce contemporaneamente nello stesso ospedale;
  • Il padre di Rockerduck nel L'ora del rimpianto sembra avere più o meno l'età di Paperone nel Klondike e non abbiamo indizi sull'età di Rockerduck;
  • Nel 1884, Howard (già cercatore d'oro nel '49) è visibilmente più vecchio di Paperone, mentre Rockerduck è solo un bambino.

Lo scopo di questo post non è però trovare una soluzione univoca, anche perché ritengo poco interessante costringere ogni informazione dentro a spazi claustrofobici, ma semplicemente riportare i vari dati in maniera analitica. A onore del vero, potrei menzionare almeno un altro paio di apparizioni dei personaggi sopra citati.

La madre di Rockerduck è infatti visibile (nel design conferitole di Scarpa, ma coi capelli castani) nei ricordi del miliardario all'interno di The Great Egg Robbery (McGreal, McGreal/Cavazzano, 2020), ancora inedita in Italia.


Allo stesso modo, il personaggio di Howard Rockerduck compare (alle prese con il fratello Soames) in quello che attualmente è l'ultimo capitolo dei McDuck Journals dell'autore finlandese Kari Korhonen, anch'esso pubblicato nel 2020 e inedito nel nostro paese.


Ma, se vi lasciassi così, trascurerei un dettaglio interessante e personalmente credo che siano i dettagli a dare quel di più alle ricerche, rendendole curiose e complete. Quindi, per concludere, vi segnalo un'altra storia che ancora non è stata stampata in Italia, An Interview with Rockerduck (Åstrup/Andersen, 2016).

Si tratta di una brevissima storia di cinque pagine in cui il miliardario, intervistato, ripercorre le tappe della sua vita, raccontando di come è cresciuto in una famiglia raffinata e incline alle arti. Mi preme menzionarla qui poiché possiamo vedere, alle pareti dell'abitazione di Rockerduck, due ritratti raffiguranti i suoi genitori.


Interessante notare come, nei disegni di Andersen, i signori Rockerduck appaiano più anziani e aristocratici rispetto a qualsiasi versione precedente.

Siamo giunti al termine anche di questo viaggio nello scorso mezzo secolo di produzione internazionale di fumetti Disney, ma la passione che metto in queste ricerche non finisce qui. Vi aspetto quindi sull'Eco per future curiosità o approfondimenti.

© Disney per le immagini pubblicate.