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mercoledì 2 ottobre 2024

Eco del Mondo allo Stripfestival Breda

Si è da poco concluso lo Stripfestival Breda, una manifestazione fumettistica olandese che vanta, oltre a stand per l'acquisto di volumi, conferenze e aree per i più piccoli, la presenza di diversi professionisti del settore, disponibili per scambiare chiacchiere con i lettori, firmare albi e realizzare disegni originali. Per l'occasione, un giovane inviato dell'Eco del Mondo, Owen, ha rivolto un paio di domande a due fumettisti e copertinisti delle pubblicazioni Disney dei Paesi Bassi: Jan-Roman Pikula e Maarten Gerritsen. Buona lettura!

Jan-Roman Pikula (a sinistra) e Maarten Gerritsen (a destra)

EdM: Eco del Mondo
JRP: Jan-Roman Pikula
MG: Maarten Gerritsen

EdM: Ciao, Jan-Roman! Qual è il tuo personaggio preferito?

JRP: Ciao! Personalmente, mi piace molto Paperone. Sì, amo Paperone.

Due copertine di Pikula in cui Paperone è protagonista assoluto

EdM: Quali sono gli artisti che più hanno ispirato il tuo stile?

JRP: Beh, Barks è ovviamente il primo da citare, ma forse è una risposta un po' scontata. Quando ho iniziato, pensavo che Rosa fosse molto bravo, ma ora ora non disegno per niente come lui. La sua peculiarità è che ci sono così tanti dettagli ovunque, e lo trovavo davvero figo. Poi, mi piace molto Mau Heymans per la sua "follia". Il suo Paperino vive in un mondo assurdo, in una sorta di mondo strano tipo Looney Tunes... e questo lo apprezzo tanto. Per rispondere alla tua domanda, sono influenzato un po' da chiunque... anche da Floyd Gottfredson, di cui sono un grandissimo fan. Per illustrare la serie Mickey Lost ‘t Op, prendo molta ispirazione da Gottfredson.

EdM: Ci sono anche molti camei di suoi personaggi in quella serie...

JRP: Sì, mi piace molto inserirli. Me ne piacciono davvero tanti, di quei vecchi personaggi, e penso che il modo in cui Gottfredson ritraeva quel mondo sia grandioso e ne metto un po' in ogni mio lavoro, anche nelle storie dei Paperi.

Due tavole della serie Mickey Lost ‘t Op (da notare a sinistra la quantità di camei di personaggi tratti dalle storie di Gottfredson e non solo, mentre a destra lo stile tipico degli anni Trenta)

EdM: Quando realizzi l'illustrazione per una copertina riferita a una storia, come nel caso della collana Donald Duck Extra, come scegli la scena da raffigurare?

JRP: In quei casi, cerco di scegliere una scena che sia visualmente divertente, in modo che ci sia qualcosa da mostrare, ma provo sempre a evitare il climax alla fine della storia. A volte, per esempio, c'è una grande esplosione, ma non mi piace metterla nella copertina perché altrimenti si saprebbe già cosa succederà nella storia. Perciò, provo a guardare nelle scene prima, un po' prima della metà del racconto, così, se c'è qualcosa di accattivante, come una strega che ha catturato qualcuno, mi piace usare quello. In definitiva, raffiguro la scena che ti fa pensare: "Come faranno a uscirne?"

Alcune coinvolgenti copertine di Pikula per Donald Duck Extra

EdM: Ciao, Maarten! Quali sono gli elementi che, per te, costituiscono una buona copertina?

MG: Ciao! Innanzitutto, una copertina deve ovviamente attirare l'attenzione, e questo perché deve riuscire a vendere la rivista. Ma credo che sia nella sua composizione che vada ricercato quello che chiedi, deve essere pulita e comprensibile.

Suggestive copertine di Gerritsen per il mensile Katrien Duck

EdM: Nel realizzare illustrazioni per copertine riferite a storie, come scegli la scena da ritrarre?

MG: Solitamente, leggo la storia e, il più delle volte, già mi viene un'idea, del tipo: "Oh, questa sarebbe una buona scena per una copertina!" Di solito, si tratta di una scena intensa, ma che non anticipi il finale. Potrebbe anche essere un'immagine costituita da diverse parti della storia piuttosto che una singola scena. Per esempio, si potrebbero mettere insieme una parte di una scena e una parte di un'altra scena, a patto che creino una bella ed emozionante immagine. In ogni caso, non deve rivelare la conclusione, ma intrigare e fare in modo che tu voglia leggere la storia.

Due copertine di Gerritsen per Donald Duck Extra costituite da diverse parti di una storia (la copertina a sinistra si riferisce addirittura a due diverse storie contemporaneamente!)

Per concludere, vi proponiamo due rapidi sketch di Paperino che gli artisti hanno realizzato per accompagnare questa interessante chiacchierata.


© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia Owen per avere raccolto le testimonianze riportate.

lunedì 2 ottobre 2023

Quanti nonni per Zio Paperone?

La ricerca di oggi tratta di un tema poco discusso da queste parti, la famiglia di Zio Paperone, e potrebbe essere quasi considerata una continuazione di questa, in cui andavo a indagare sul padre del papero più ricco del mondo. A tal proposito, ecco un'altra singolare interpretazione di Fergus (e Piumina), da Een ouderwets verhaal (ten Outen/Pérez, Fernández, 2022).


Orsù, dunque, senza ulteriori indugi, cerchiamo di risolvere la questione del giorno: quanti nonni ha Zio Paperone? Si potrebbe, per convenzione, rispondere: "due", uno per genitore. Ma, forse, le cose non sono così semplici...

La prima menzione a un nonno che sono riuscito a rintracciare è tutta italiana e avviene in Paperino e l'orologio parlante (?/Anzi, 1953). Qui, il magnate, si limita a ricordare l'avo come un "pioniere nel west".


Dopo questa prima storia, è possibile trovare riferimenti a un nonno paterno in almeno tre racconti: Zio Paperone e l'orologio dell'eclisse (Barks, 1955), Paperino e il castello stregato (Lockman/DeLara, 1955) e Il clan di Zio Paperone (Barks, 1960).


Fino a qui, come si suole dire, tutto bene. Ma quale è l'identità di questo nonno? Come si chiama? La risposta ci viene fornita in Paperino fotografo (Gregory/Strobl, 1960), pubblicata appena due mesi dopo Il clan di Zio Paperone. Qui, infatti, non solo ci viene presentato il nonno paterno, Titus McDuck, ma ci viene pure mostrato in un flashback raccontato da Zio Paperone.


Ottimo. Ora che abbiamo il nome di uno dei due nonni, ci basterà trovare l'altro e dovremmo essere a posto. L'attesa dura meno di un anno! In Zio Paperone e il ratto di Brigitta (Scarpa, 1961), l'autore veneziano ci svela l'identità del nonno materno di Paperone: Mac Paperson. Tuttavia, occorre indicare che, nell'adattamento statunitense della storia (2005), a cura dell'esperto David Gerstein, Mac Paperson sparisce per lasciare il posto a Fergus McDuck, il padre di Paperone.


E, ora, iniziano a complicarsi le cose. In Zio Paperone e la scadenza della discordia (?/Bradbury, 1968), il nonno di Paperone è ricordato come Ebenezer McDuck.


In, Zio Paperone va alla guerra (Martina/De Vita, 1969), il nonno di Paperone, disertore della guerra del 1876, è chiamato (Paperone) Geremia de' Paperoni. Da notare che, in ogni dialogo in cui Paperone esplicita la propria parentela con il defunto, la dicitura "mio avo" è stata aggiunta successivamente dalla redazione. Rimane, quindi, ignota l'esatta relazione tra i due secondo l'autore.


Lo stesso Martina ci presenta un altro nonno di Paperone, appena un mese dopo, all'interno di Paperino e i chiodi di mago Pampero (Martina/Bottaro, 1969): Don Pepe Pampero Pamperòn. Che sia questo, dunque, il nonno materno?

In questa vignetta, Paperone ha due mani sinistre!

Passa solo un anno e l'autore piemontese delinea un ulteriore nonno, Paperhone, in Zio Paperone e i cannoni del Mississippi (Martina/Scarpa, 1970). All'interno del ciclo di storie di cui fa parte I cannoni del Mississippi, Paperhone appartiene al ramo paterno della famiglia.


Il prossimo nonno, in ordine cronologico, è Arpagone de' Paperoni, ricordato in Nonna Papera candidata all'eredità (Chendi/Rebuffi, 1971), scritta da Carlo Chendi basandosi su una trama internazionale proveniente dallo Studio Disney. Ancora un nonno paterno, quindi! Curiosamente, David Gerstein rivela che, nel soggetto originale, il nome del nonno era Pokerface Drake. Ciò ci permetterebbe di considerarlo, piuttosto, un nonno materno. E il cognome è così simile a quello della madre di Paperone (O'Drake)!


In Paperino e il fantasma cornamusa (?/Strobl, 1974), il nome del nonno è Scott de' Paperoni nella traduzione italiana.


In Zio Paperone e la pepita zuccona (Fallberg/Strobl, 1976), il nome del nonno è, invece, Fortunato de' Paperoni. Lo stesso nome è presente sia nella versione italiana sia in quella spagnola, ma il corrispettivo anglofono non è pervenuto.


Come se la situazione non fosse abbastanza confusa, il "professore" torna alla carica regalandoci un nuovo nonno in Zio Paperone e l'oro di California (Martina/Bargadà Studio, 1981): "Sciupone" McDuck. Va notato che "Sciupone", così come Don Pepe e il nonno anonimo de L'orologio parlante (che alcuni attribuiscono proprio a Martina), è stato pioniere nel West.


A questo punto, pare difficile trovare un'identità univoca tra tutti i personaggi elencati, se non forzando qualche elemento qua e là. Don Rosa entra a gamba tesa proponendoci il suo Dingus McDuck, attualmente unico nonno "ufficiale" di Paperone. Coerentemente con l'affermazione di Paperone in Il clan di Zio Paperone, Dingus è stato reso un minatore dal cartoonist del Kentucky.


L'ultimo nonno di Paperone introdotto in una storia a fumetti di mia conoscenza è Seabass (Zeebaars nell'originale; alla lettera: "Spigola"), creato da Ralph du Mosch per De schat van kapitein Zeebaars (du Mosch/Pérez, 2022).


Questi sono tutti i nonni del multimiliardario che sono riuscito a recuperare in decenni di produzioni. Personalmente, ritengo considerabili e sovrascrivibili almeno Titus e Dingus, in quanto entrambi scozzesi. Dal lato materno, Seabass sembrerebbe l'unico idoneo, visto che Don Pepe e Arpagone hanno a che fare con gli Stati Uniti d'America. Per quanto il nome Pokerface Drake mi piaccia, e non poco...

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 4 gennaio 2023

Una chiacchierata con... Gaute Moe

Per inaugurare questa nuova annata dell'Eco, oggi vi propongo una chiacchierata con Gaute Moe, autore norvegese di cui già ho avuto modo di parlare qui.

SC: Simone Cavazzuti
GM: Gaute Moe

SC: Per cominciare, vorrei chiederti qualche dettaglio sulla tua biografia.

GM: Sono uscito da un uovo nell'estate del '72. Vivo a Oslo con la mia famiglia, lavoro come autista della metropolitana e scrivo sceneggiature di Paperino nel tempo libero. Come mai realizzo queste storie di paperi? Beh, Paperino è ciò con cui sono cresciuto e che ho amato nella mia infanzia.

SC: Quando e come hai iniziato a lavorare in questo settore?

GM: Ho sempre sognato di realizzare storie di paperi e ho deciso di provarci nel 2008. Ho iniziato a bombardare Egmont e Sanoma con sceneggiature e continuo a farlo da allora.

SC: La tua esperienza e il luogo in cui vivi influenzano le tue storie?

GM: Non necessariamente, ma questa estate ho scritto una storia in cui i paperi viaggiano con la metropolitana su cui lavoro qui a Oslo. Verrà pubblicata nel 2023 da Egmont.

SC: Scrivendo sia per Egmont che per DPG, noti qualche differenza nell'uso dei personaggi e nei temi trattati?

GM: C'è una differenza nel lavorare con Egmont e DPG. Egmont si concentra sui bambini e richiede principalmente storie di paperi, mentre DPG si concentra di più sui genitori e gli adulti, che, dopotutto, pagano gli abbonamenti. Per questa ragione, DPG usa un sacco di vecchi personaggi Disney dai film classici del secolo scorso che i vecchietti come me ricordano dalla nostra infanzia. 

Due vignette dallo storyboard di Rescuing Christmas (2022), con protagonisti Penny e Bianca e Bernie dal classico Disney del 1977

SC: Quale potrebbe essere una proporzione percentuale tra idee originali che ti vengono in mente e proponi ai tuoi editor e invece storie con temi specifici che ti vengono richiesti?

GM: Suppongo sia circa un 50/50 tra idee originali e storie con temi richiesti.

SC: Hai scritto alcune storie di Detective Duck, una versione investigativa di Paperino poco conosciuta qui in Italia. Ti andrebbe di spendere due parole a proposito?

GM: Detective Duck è ispirato alle riviste della Pantera Rosa che leggevo negli anni '80, che contenevano questo personaggio ispettore del crimine. Gli editori non richiedono mai questo tipo di storie, perciò immagino non siano superfan, ma mi diverto a scriverle.

Vignetta iniziale dallo storyboard di The Great Pizza Mistery (2019)

SC: In un precedente articolo su questo blog, ho menzionato la tua storia celebrativa su Ciccio in cui vediamo i suoi primi anni di vita prima che i suoi genitori lo mandino da Paperino. Dopo gli eventi raccontati in questi flashback, credi che Ciccio abbia più rivisto la sua famiglia?

GM: Certamente si rivedono. Ogni volta che torna a casa per trovarli.

I genitori di Ciccio decidono di mandare il figlio da Paperino in Het verjaardagsfeest (deel 1) (Moe/Pérez, 2019)

SC: Quante storie riesci a scrivere in un anno?

GM: 20-25.

SC: Quali sono i personaggi che preferisci scrivere?

GM: Non è il personaggio che conta, ma la storia. Uso qualsiasi personaggio che la storia richieda.

Vignetta iniziale dallo storyboard di The Scottish Souvenir (2019)

SC: Quale è la cosa che ti piace di più di Paperopoli?

GM: Il modo in cui caricaturizza la pazzia della nostra società.

SC: A cosa stai lavorando al momento?

GM: Giusto ora, sto lavorando a due storie di Paperino vagamente connesse per un numero da capovolgere sulla notte e il giorno.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 30 novembre 2022

Una gita a Ocopoli

Negli ultimi due anni, ho acquistato più di trecento albi a fumetti Disney olandesi, la maggior parte di cui sono numeri dello spillato settimanale Donald Duck, e (come forse si è intuito da qualche mio scorso post) apprezzo molto i loro contenuti, sia a livello narrativo sia grafico. Una caratteristica interessante che ha la testata ammiraglia olandese sono i numeri tematici speciali inviati agli abbonati (qui parlavo di quello dedicato a Ciccio). Oggi, vorrei dedicare questo spazio allo speciale inviato in allegato al numero 30 (di quest’anno) del settimanale, le cui storie hanno come tematica condivisa la città di Ocopoli (Gansdorp in olandese), menzionata per la prima volta in Paperino e la margherita (Barks, 1950).

La prima menzione di Ocopoli (Barks, 1950)

Più precisamente, vorrei parlare delle storie di apertura e chiusura dell'albo, entrambe scritte da Gaute Moe e complementari l'una all'altra: Nieuwe plek, nieuw gedoe (Moe/Pérez, Fernández, 2022) e De behendige bezorger (Moe/Pérez, Fernández, 2022). Prima di proseguire, vorrei però ringraziare lo stesso Moe per avere messo a disposizione per questo articolo i suoi storyboard originali in lingua inglese, che ci permettono di notare qualche differenza con la versione finale pubblicata.

Nella prima delle due avventure, Paperon de' Paperoni, stanco di dovere affrontare i continui assedi dei Bassotti, decide di trasferire il suo deposito a Ocopoli (dove, per altro, le tasse sembrano essere più basse). Qui, durante una visita di quello che inizialmente crede essere il sindaco della città ospitante, il deposito viene assaltato da una serie di ladri locali dalle varie abilità, tra cui spicca anche il presunto sindaco, che si scopre infatti essere un furfante esperto in travestimenti. Il finale vede Paperone tornare a Paperopoli e letteralmente abbracciare i Bassotti: "potremmo non essere migliori amici, ma almeno vi conosco a fondo".

Paperone realizza che potrebbe trasferire il deposito

Forse, raccontandola così, non riesco a rendere giustizia alla storia, che è davvero molto divertente e dinamica. Già dalle prime due tavole, infatti, ci si trova di fronte a un uso sapiente dell'umorismo e dell'azione nel rappresentare l'attacco (fallito) dei Bassotti e le varie reazioni dei paperi (specialmente Paperino).

La brillante sequenza iniziale in cui i Paperi mandano a monte l'ennesimo assedio dei Bassotti

Le incursioni dei delinquenti ocopolesi non sono sicuramente da meno. Qui abbiamo: Vliegensvlugge Freddie (the Burgar Fly nell'originale), de gevreesde Molman (the infamous Mole-Man), de Onzichtbare Gans (the Invisible Man) e de beruchte dief en meestervermommer Gristian de Graai (the infamous thief and master of disguise, Will S. Teal), nonché una serie di altri innominati pronti all'azione.

Uno stuolo di criminali ocopolesi è pronto ad attaccare il deposito

La seconda storia ha invece come protagonista Dokus Duif (Harry Honk), un piccione (come la parola "duif" indica) alle prese con il suo nuovo lavoro di fattorino e un rivale in amore, Plukkie Parel (Plucky), che gli contende le attenzioni di Kaatje Koer (Meryl Cheep). Questo racconto, che non mostra personaggi già noti all'infuori di Miss Paperett (presente in due vignette), si incastra alla perfezione con quello precedente in due modi: attraverso la famiglia ocopolese Duttema (Robinson), introdotta in Nieuwe plek, e nel mostrare la scena in cui Dokus si reca al deposito per consegnare dei noodles alle guardie della sorveglianza nel mentre dei vari furti (scena appunto già mostrata, seppur da un'altra angolazione).

L'arrivo di Dokus al deposito in Nieuwe plek

... e in De behendige bezorger

Curioso notare come, mentre nella sceneggiatura originale Dokus/Harry ha tre figli e nessuna parentela con Plukkie/Plucky, nella versione pubblicata i figli siano nipoti e Plucky invece il cugino, quasi a voler riportare speculari le relazioni presenti a Paperopoli.

Plukkie nella versione finale porta la stessa acconciatura di Gastone

© Disney per le immagini pubblicate.
Si ringrazia Gaute Moe per avere messo a disposizione gli storyboard originali delle due storie.

giovedì 26 maggio 2022

Nonna Papera e Zio Paperone sono fratelli?

Ovviamente no. Don Rosa l'ha reso evidente all'interno del suo albero genealogico, ma Barks lo aveva già chiarito nelle sue storie (vedasi a tal proposito l'albero genealogico di Marovelli, Paolini e Saccomano, in cui gli autori riportano: "è indubbio che [Paperone e Nonna Papera] non sono fratello e sorella. Ce lo ha confermato lo stesso Barks.", o ancora questa intervista a Barks risalente al 1995, in cui l'Uomo dei Paperi in persona afferma: "Nonna Papera è solo un'amica di Paperone.")

Allora, come mai dedicare un post alla questione se essa è talmente scontata e risolta da tempo? La verità è che, nonostante Barks abbia sempre avuto chiare in mente le parentele che intercorrono nella famiglia dei paperi, così non si può dire per altri autori del passato e, vedremo, del presente.

La tradizione che vuole gli anziani della famiglia imparentati tra loro non proviene dagli Stati Uniti (dove i due hanno cognomi differenti: Duck e McDuck), ma dall'Europa (dove, in molti paesi,  portano entrambi il cognome Duck) e si protrae da lunghi decenni. A quanto pare, la parentela proviene infatti dalla traduzione tedesca della storia Paperino e la seconda infanzia di Paperone (?/Moores, 1956), pubblicata in Germania nel 1958.

Nella traduzione tedesca, Nonna Papera chiama Paperone "Bruder" (fratello)

In Italia, si hanno numerose testimonianze che si estendono per un periodo di quarant'anni. La prima che sono riuscito a rintracciare è questa poesia del 1960 scritta da Guido Martina. Per quanto riguarda invece le storie a fumetti: Zio Paperone e l'antiquariomania (Carpi/Chierchini, 1963), Zio Paperone e l'ottuagenaria a pedale (Barosso?, Barosso?/Bordini, 1964), Zio Paperone e il decompositore ritmico (Barosso, Barosso/De Vita, 1964), Nonna Papera e la battaglia campale (?/Chierchini, 1965), Nonna Papera e l'aratro all'antica (Barosso, Barosso/Perego, 1966), Prologo a "Il fantastiliardo" (Dalmasso/Perego, 1969), Prologo a "I magnifici tre" (Dalmasso/Perego, 1971), Prologo a "Mondo papero" (Dalmasso/Perego, 1971), Nonna Papera e la torta rivelatrice (Martina/Scala, 1973), Buon Compleanno Paperino (Rota, 1984)Nonna Papera vacanziera d'impegno (Sisti/Comicup Studio, 1994), Zio Paperone e le notizie... fraterne (Sisti/Soave, 1996) e Paperino Paperotto e un cent per Millicent (Mulazzi/Barbucci, 1999).

(Barosso?, Barosso?/Bordini, 1964)

(Barosso, Barosso/De Vita, 1964)

(Barosso, Barosso/Perego, 1966)

(Sisti/Soave, 1996)

Anche alcune storie prodotte dallo Studio Disney per il mercato estero riportano questa relazione e mostrano anche momenti condivisi dai due paperi durante la loro infanzia. Tra queste, Nonna Papera "mala" per un cerchio (?/Strobl, 1969), Amelia e il segreto di famiglia (?/Schmitz, 1970), Nonna Papera e i bei tempi andati (Nofziger/Diaz Studio, 1983), Paperino e le buone azioni (?/?, 1986) e Nonna Papera e la guerra di confine (Nofziger/Strobl, 1987). Da notare che i due paperi sono mostrati da bambini all'interno della stessa famiglia anche nella brasiliana Nonna Papera e il Natale di tanti anni fa (Saidenberg/Soares Rodrigues, de Mello?, 1982).

(Nofziger/Diaz Studio, 1983)

Nonostante tutte le storie citate finora siano state prodotte prima del 2000, e sebbene da allora la genealogia donrosiana sia diventata convenzionale a tal punto che verrebbe logico pensare che questa parentela non abbia più senso di esistere, la produzione di fumetti Disney di un certo paese continua a portare avanti questa tradizione. Si tratta dell'Olanda.

Nonna Papera e Paperone assieme ai genitori (1994)

In Olanda, Dora Duck e Dagobert Duck sono da sempre, complice il cognome, considerati fratelli. Basti pensare all'illustrazione che li ritrae da piccoli in Scozia assieme ai genitori (già riportata qui), ma anche a storie più recenti (e post-Rosa), come Heerlijk duurt het langst (Straatman/Gulien, 2018), Een boerenmeid op een website (Straatman/Heymans, 2018), De zuinige grijsaard (Moe/Pérez, 2018) o ancora Zio Paperone e la sfida matematica (du Mosch/Pérez, Fernández, 2022), in cui la parentela è presente nei dialoghi dello storyboard originale (come comunicato privatamente dall'autore).

(Straatman/Heymans, 2018)

Contrariamente all'illustrazione degli anni Novanta sopra riportata, Paperone è qui rappresentato come il fratello maggiore della coppia (Moe/Pérez, 2018)

Ma come può essere conciliata questa relazione con l'albero genealogico di Don Rosa, che pure è stato pubblicato in Olanda? La risposta è in realtà piuttosto semplice, e parecchio cartoonesca. Vi ricordate di quando vi ho parlato dei genitori di Ciccio? Ebbene, il padre di Ciccio (Luke) è conosciuto ufficialmente in Olanda come colui che ha svolto le ricerche genealogiche e che ha perciò realizzato l'albero, però (e qui riporto dal sito ufficiale olandese)

Sfortunatamente, h[a] inavvertitamente rovesciato una tazza di caffè su tutte le carte. Questo è il motivo per cui a volte h[a] dovuto tirare a indovinare come stessero le cose. Perciò, potrebbe benissimo essere che la pro-prozia di Paperone sia in realtà la sua pro-pronipote e viceversa. (trad. mia)

Ecco, dunque, come evitare astutamente le inevitabili incongruenze generate da decenni di produzioni internazionali non sempre in linea le une con le altre. Tornando alla domanda iniziale, Nonna Papera e Zio Paperone non sono ovviamente fratelli per la maggior parte del mondo, ma l'Olanda prosegue invece a testa alta questa sessantennale tradizione; e trovo personalmente interessante avere una molteplicità di punti di vista (come peraltro è sempre stato) piuttosto che conformarsi a un'unica visione (si vedano in proposito i post sulla famiglia Coot).

© Disney per le immagini pubblicate.

lunedì 16 maggio 2022

L'albero genealogico della famiglia PAPERETT

La storica segretaria di zio Paperone esordisce nella storia Zio Paperone e la fattucchiera (Barks, 1961), ma acquisisce il suo nome (Miss Quackfaster nella versione originale) a partire da Paperino e gli indiani Paperuti (Barks, 1962). Da allora, la segretaria sfoggia nel tempo vari e differenti aspetti grafici (alcuni si possono ripercorrere qui), fino ad assumere, almeno nelle storie di produzione italiana, un look ben più giovanile e dinamico. Il fatto che, nelle storie prodotte nel resto del mondo, Miss Paperett mantenga l'aspetto proposto da Barks (decisamente più attempato rispetto al corrispettivo nostrano), potrebbe indurre a credere che si tratti di due personaggi differenti (forse imparentati tra loro, come suggerisce un utente del forum Papersera all'interno di questo thread). Per lo scopo di questa ricerca, ho preferito considerare le due un unico personaggio: sia perché condividono lo stesso nome sia perché, nella ristampa statunitense di Amelia e la furia degli elementi (Artibani, Arena/Cavazzano, 1999), i capelli le sono stati ricolorati di grigio (come nella versione internazionale); analogamente, nelle più recenti ristampe statunitensi di storie danesi, Paperett mostra invece capelli biondi (confermando così una identità con la versione italiana).

L'albero genealogico della famiglia Paperett


TABELLA DEI PERSONAGGI:


GENERAZIONE 0 (i nipoti di Miss Paperett):
 
Bartosz: bisnipote di Emilia Kalena e figlio di una cugina di Miss Paperett, appare in Potland voor een prikkie (Roozen/Rodriguez, 2021).

Polly: nipote di Miss Paperett, appare in Zio Paperone e la segretaria pasticciona (Palmas/Colantuoni, 2007).

Suzy: nipote di Miss Paperett, appare in una tavola autoconclusiva della serie De Wereld van Oom Dagobert (Gentina, 2021).

Attila: nipote di Miss Paperett, viene menzionato in Zio Paperone ospite a rotazione (Muzzolini/Gottardo, 2006).

?: nipote di Miss Paperett, viene menzionato e mostrato in fotografia in Bin World (Gilbert/Ferraris, 2009).
 

GENERAZIONE 1:
 
Madre di Bartosz: cugina deceduta di Miss Paperett, viene menzionata in Potland voor een prikkie.

Emily Quackfaster: segretaria di Paperon de' Paperoni, il nome Emily le è attribuito da Don Rosa.
 
Genitore di Polly e Suzy: non è dato sapere se si tratta di un fratello o una sorella.
              
Madre di Attila e del nipotino anonimo: sorella di Miss Paperett menzionata in Zio Paperone e il segreto di Miss Paperett (Savini/Molinari, 2001).

Maria: cugina di Miss Paperett, appare in una tavola autoconclusiva (Schuddeboom/Alfonso, 2014).

              
GENERAZIONE 2:
 
Genitore della cugina di Miss Paperett: figlio o figlia di Emilia Kalena.

Madre di Miss Paperett: il ritratto qui proposto proviene da una striscia autoconclusiva (Sauer/Alfonso, Fernandez, 2021).

Padre di Miss Paperett: al momento non è mai apparso.

Brunhilde Quackfaster: zia di Miss Paperett, appare in Casa dolce casa (Korhonen, 2019).

Zia di Miss Paperett: viene menzionata in Brigitta e la vicinanza indispensabile (Pandini/Barozzi, 1998).
              

GENERAZIONE 3:
 
Nonno di Miss Paperettil ritratto qui proposto proviene da Potland voor een prikkie.

Emilia Kalena: nonna di Miss Paperett, viene menzionata e mostrata in fotografia in Potland voor een prikkie.


Alcune considerazioni metodologiche:

In Zio Paperone e i severi censori (Concina/Coppola, 1994), Miss Paperett racconta di essere stata al lago con i suoi nipotini, che ho identificato in Attila e nell'altro nipotino senza nome; ho preferito invece mantenere Polly e Suzy su un altro ramo, siccome sono visibilmente più grandi ed entrambe in età lavorativa.

Brunhilde non è esplicitamente indicata come la zia di Miss Paperett all'interno della storia di Korhonen, ma una piccola Emily va a trovare sua zia a Skagway in A Christmas Crossing (Midthun, Nærum, Løkling/Midthun, 2019), perciò ritengo sensato considerarle lo stesso personaggio. Da notare che il nome riportato sul portale INDUCKS (Brunhilde Typefast) rispecchia la pratica dell'editore danese di chiamare Miss Paperett "Miss Typefast" per le fasi di produzione delle storie.

Bartosz, così come la defunta Emilia Kalena, vive in una nazione (forse europea) chiamata Potland, perciò mi sembra logico separarlo dal resto della famiglia. 

L'immagine qui riportata come nonno di Miss Paperett potrebbe in realtà raffigurare un altro parente: proviene infatti da un ritratto di famiglia i cui membri (eccetto Emilia Kalena e Miss Paperett) sono ignoti.

Una piccola Emily Paperett sulle ginocchia della nonna

Interpellato a proposito dell'identità degli altri parenti raffigurati, Francisco Rodriguez (l'artista della storia in questione) mi ha così risposto:

In sceneggiatura era descritta una vecchia fotografia di famiglia in cui Miss Paperett da bambina è seduta in braccio alla nonna. Ho creato gli altri personaggi nella foto solo per darle l'aspetto di una fotografia di famiglia, quindi nessuno sa chi siano gli altri paperi che appaiono lì.

Nonostante questa risposta non aiuti a identificare gli altri parenti, è sensato credere che uno di quelli raffigurati sia la cugina di Miss Paperett, dal momento che Bartosz afferma di avere trovato la fotografia riordinando le sue cose.

[Aggiornamento 27/08/2024]:

Stando a quanto raccontato in Emily (Stabile/Franzò, 2024), la giovane segretaria di Paperone sarebbe in realtà la nipote della Miss Paperett introdotta da Barks. Per quanto si tratti di un'ipotesi affascinante che potrebbe giustificare il differente design, ritengo che genererebbe diverse inconsistenze se si volessero tenere in considerazione anche le storie non prodotte in Italia. Pertanto, fedelmente a quanto scritto in apertura di questo articolo, ho preferito ignorare tale rivelazione.

© Disney per le immagini pubblicate.