giovedì 2 marzo 2023

Lo strano caso di Rumpus McFowl

Ho menzionato Rumpus nel post/guida su Gedeone de' Paperoni poiché si tratta di un altro parente molto prossimo alla famiglia dei Paperi. Questo personaggio poco conosciuto, arrivato in Italia come "Anatrone de' Pennuti" o "Rufus", fa la sua prima apparizione nelle storie a fumetti in It's All Relative (Van Horn, 1994), realizzata dall'autore americano nel 1991. Qui, appare come zio pigro, affamato, senza fissa dimora e piuttosto antipatico di Paperino, pronto a sconvolgere i delicati equilibri della famiglia più popolare di Paperopoli.

L'esordio di Rumpus nei fumetti

Come mi ha confidato Van Horn in una lettera datata 15 aprile 2012, al momento in cui lo stav[a] sviluppando, pensav[a] a Rumpus come una combinazione dell'attore Monty Wolley [sic!] nei panni di Harrison [sic!] Whiteside nel film Il signore resta a pranzo e l'attore comico W. C. Fields.” Stando ad Alberto Becattini, “Van Horn aveva in origine creato il personaggio intorno al 1985, per un libro da lui stesso illustrato, intitolato Uncle Rumpus Arrives. Il libro, tuttavia, non è mai uscito, e l'autore ha riproposto Rumpus in versione anatrina nelle sue storie con i Paperi.” (fonte: Alberto Becattini, Leonardo Gori, Francesco Stajano, Don Rosa e il Rinascimento Disneyano, Comic Art, Roma 1997)

Rumpus ritorna tra le pagine dei comics in Paperino e l'ospite indesiderato (Van Horn, 1995), in cui lo vediamo interagire per la prima volta con suo cugino Paperon de' Paperoni. Fino a qui, non c'è nulla di particolarmente problematico nell'esistenza di questo personaggio, ma le cose iniziano a complicarsi nel finale della sua terza apparizione, Secrets (Van Horn, 1998), in cui Paperone rivela ai nipotini che Rumpus non è in realtà suo cugino, bensì suo fratellastro (half brother).

Il segreto di Paperone

Nella successiva storia in cui appare, Zio Paperone e il fraterno problema (Van Horn, 2000), vengono poi rivelate informazioni e dettagli che intricano ulteriormente la questione, rendendola difficilmente conciliabile con versioni precedenti. Ma andiamo con ordine... Rumpus irrompe infatti nel deposito del ricco parente con l'intento di richiedere metà dei suoi averi in quanto fratellastro, ai sensi dello statuto calisotiano 313 del 1818. Il papero barbuto, che nella storia antecedente a questa non era a conoscenza della vera parentela tra lui e Paperone, racconta qui il momento della scoperta.

Strane leggi a Paperopoli

Rumpus, accompagnato dall'avvocato J. Benchbar Crunch, afferma di avere fatto un recente soggiorno da tale zia Vera (a quanto pare, zia di entrambi, indipendentemente dal fatto che fossero o meno fratelli) e di avere lì trovato una vecchia lettera all'interno di un vecchio album di famiglia. Questa lettera, scritta dalla madre di Rumpus a zia Vera, racconta del breve matrimonio tra la mittente e Fergus de' Paperoni (padre di Scrooge) e di come lei lo abbia poi lasciato per andarsene assieme al figlio, senza che questi venisse a sapere di essere uno di quegli orribili de' Paperoni o di avere “un giovane antipatico e scorbutico” come Paperone come fratellastro. A questo punto, Paperino chiede come mai dichiarare per tutti questi anni che Paperone fosse suo cugino se lui e la sua famiglia erano tanto odiosi e Rumpus, citando la lettera della madre, sostiene che hanno optato per il grado di cuginanza a causa di altri legami con i de' Paperoni da parte di altri membri della loro famiglia. Da questa storia in poi, Paperone e Rumpus si riconoscono reciprocamente come fratellastri.

La lettera della madre di Rumpus a zia Vera

Elencati questi dati, cercherò di fare emergere alcune questioni a mio avviso di difficile risoluzione. 

1) Innanzitutto, Crunch sostiene che Rumpus sia l'unico fratello (sole sibling) di Paperone, il che è piuttosto improbabile. Anche volendo escludere Gedeone e il fratello gemello da l'Uomo del West (di cui l'autore probabilmente non era a conoscenza), Paperone ha le sorelle proposte da Barks/Rosa, quantomeno la madre di Paperino, di cui altrimenti non potrebbe essere lo zio… Potremmo fingere che l'avvocato intendesse l'unico fratello in vita” (come peraltro suggerito dalla traduzione italiana), decidendo così di far decedere tutti gli altri, ma la soluzione non mi sembra meno peggiore della precedente.

2) Passiamo a zia Vera. Vera è zia di entrambi anche quando questi non sanno di essere fratelli, ma da che lato dell'albero genealogico andrebbe collocata? Si tratta di una sorella di Fergus o di Piumina? Escluderei Piumina perché, da ciò che sappiamo, Rumpus non ha nessuna parentela con quel ramo della famiglia. Vera è dunque una de' Paperoni, forse l'unica che la madre di Rumpus non odi, o forse la moglie di un de' Paperoni fratello di Fergus (a questo proposito, va notato che Rumpus menziona anche uno zio Crankmore che parrebbe vivere con zia Vera). Purtroppo, la parentela di cuginanza tra Rumpus e Paperone è molto vaga, non possono chiaramente essere cugini di primo grado e la madre afferma che alcuni membri della loro famiglia sono legati ai de' Paperoni, quindi si tratta di un rapporto molto lontano. Perciò, Vera potrebbe essere una zia di Rumpus molto alla lontana (ignorando il fatto che lui sia figlio di Fergus) oppure potrebbe, essendo solo una cognata di Fergus, avere dei fratelli imparentati in qualche modo con la madre di Rumpus... Più ci penso, più la faccenda diventa complicata, perciò preferirei non perderci la testa. La mia collocazione preferita rimane quella di moglie di un fratello di Fergus, possibilmente Crankmore. Una eventuale altra parentela con la madre di Rumpus spiegherebbe la confidenza con cui questa le parla del suo matrimonio e del figlio.

Riferimento allo zio Crankmore (de' Paperoni?)

3) Proprio quel breve matrimonio” di Fergus con la madre di Rumpus è un altro fattore problematico. Quando avviene? Prima del matrimonio con Piumina? Dopo? Forse, dopo avrebbe più senso, se non fosse che vediamo Fergus passare a miglior vita in Il miliardario di Colle Fosco (Rosa, 1993) e, sinceramente, quel personaggio non sembra avere avuto per la testa altre donne (o addirittura un matrimonio) dopo la perdita di Piumina.

Fergus e Piumina si ricongiungono ne Il miliardario di Colle Fosco

Per tentare di risolvere queste tre incongruenze, ho provato a contattare Van Horn nel 2012 e lui mi ha risposto con la lettera menzionata a inizio post. Purtroppo, le parole dell'autore non sono state molto utili per identificare la parentela con zia Vera o la collocazione temporale del matrimonio di Fergus. Cito testualmente: “Alcune delle tue domande non hanno veramente una risposta. Credo di aver letto qualche riferimento al fatto che il padre di Paperone si chiamasse Fergus. Oltre a ciò, ho semplicemente inventato zia Vera. [...] Non so davvero se Rumpus sia più vecchio di Paperone. Potrebbe.

Van Horn, che ha collaborato con il creatore di Zio Paperone in Una cavalcata nella storia (Barks/Van Horn, 1994), mi dice di non aver mai parlato con lui del personaggio di Rumpus

Rumpus è apparso a oggi in 20 storie, tutte scritte e disegnate da William Van Horn, pubblicate tra il 1994 e il 2014. A questo proposito, David Gerstein ha dichiarato sul forum The Feathery Society che, durante i suoi anni come editor alla Egmont (1997-2005), gli editor Egmont di Van Horn scoraggiavano attivamente altri creatori nell'utilizzare Rumpus, in parte a causa della credenza che Van Horn fosse l'unico in grado di renderlo bene.

© Disney per le immagini pubblicate.

mercoledì 22 febbraio 2023

La fabbrica di margarina

“È invalso l'uso di considerare Paperino un fannullone”, scrivevano Marovelli, Paolini e Saccomano nel loro saggio Introduzione a Paperino. La fenomenologia socialedei fumetti di Carl Barks (1974), “dall'esame delle storie di Barks risulta che egli ha fatto 110 mestieri diversi e ha avuto una trentina di hobbies” (corsivo presente nel testo originale). D'altronde, l'eccellenza di Donald in vari lavori viene analizzata a fondo da Lonnie McAllister in The Brittle Mastery of Donald Duck, un lungo articolo di 12 pagine pubblicato sul numero doppio 25-26 della fanzine statunitense The Barks Collector nel 1983 e di cui forse parlerò in futuro.

Ciò che mi interessa riportare oggi è un mestiere in particolare, tra i tanti intrapresi (con più o meno successo) dal nostro papero preferito, che ogni tanto viene riproposto nelle storie di produzione danese: il suo impiego presso la fabbrica di margarina di Paperopoli. All'interno della guida ufficiale distribuita dall'editrice Gutenberghus ai suoi autori dal 1978, si legge:

Il normale stato sociale di Paperino è quello di disoccupato. Quando lavora ha quattro alternative:
 
1) Come assistente sottopagato di Zio Paperone.

2) Come impiegato in una azienda o negozio in cui è sempre perseguitato dalla sfortuna.

3) Come proprietario di una attività, nel ruolo di esperto. Svolge impieghi nel modo più soddisfacente fino a quando non gli viene assegnato il compito più importante, che fallirà catastroficamente.

4) Come impiegato alla fabbrica di margarina di Paperopoli. Questo collocamento serve solo come “scusa” per lasciare Paperino partire per una vacanza di cui ha un disperato bisogno a causa del noioso lavoro di routine alla fabbrica.
 
Dunque, questo ruolo è istituzionalizzato almeno dal 1978, viene menzionato in Per un pugno di diamanti (Lilley/Vicar, 1982), ha una parte di rilievo in Paperino e la vocazione (Angus/Branca, 1987) ed è presente in decine di storie che arrivano fino ai giorni nostri, la più recente delle quali è forse Days at the Margarine Factory (Seppälä/Fernández Martinez, 2019), essendo canonico anche nelle storie danesi di Paperinik, come Paperinik e l'eredità (Pihl/Smet, 2005). La domanda a cui voglio rispondere è: quale è l'origine di questo impiego incredibilmente stabile?

La spiegazione mi viene fornita dall'editor e storico del fumetto David Gerstein. Cito testualmente:

La decisione di avere la fabbrica di margarina come luogo di lavoro ricorrente per Paperino è stata fatta dagli editor Egmont Lars Bergström e Stefan Printz-Påhlson intorno al 1980. Era un tentativo di essere fedeli a Barks, perché [...] sia Bergström e Printz-Påhlson sono cresciuti con la versione svedese di Paperino e il fischiofono [Barks, 1953], che aveva tradotto la fabbrica di olio di puzzola come fabbrica di margarina. Nessun editor Egmont aveva accesso a una edizione inglese all'epoca — la Carl Barks Library sarebbe arrivata un paio di anni dopo —, ma, siccome gli impiegati Egmont danesi e tedeschi ricordavano con affetto la fabbrica di margarina dalle traduzioni locali, tutti presupponevano che dovesse provenire dall'originale di Barks (ma in realtà non era così; nel 1955, la Danimarca aveva fatto la modifica e altri paesi l'avevano copiata).
 
Questa dunque la motivazione della presenza abituale della fabbrica nelle storie danesi e nella citata guida di fine anni Settanta.

Galeotta fu la traduzione!

© Disney per l'immagine pubblicata.

sabato 11 febbraio 2023

Scrooge's Quest

Oggi vorrei parlare di una storia in sette parti scritta dall'autore veterano DC Marv Wolfman e pubblicata sui primi sette numeri del mensile statunitense DuckTales nel 1990. La trama generale non è particolarmente complicata: Amelia rapisce Gaia per chiedere a Paperone la sua Numero Uno come riscatto, il miliardario accetta, consegnando la sua monetina, ma la fattucchiera non mantiene il patto e conserva sia la bambina sia il decino. Nel corso di questi racconti, la famiglia dei Paperi cercherà di recuperare entrambi, dovendo affrontare diverse minacce, oltre ad Amelia, i Bassotti e Cuordipietra Famedoro.

Lungi da me voler commentare ogni singola vignetta e recensire queste avventure trentenni (non l'ho mai fatto e non comincerò ora), intendo invece riportare alcuni dettagli che ho molto gradito e che bene si inseriscono in un eventuale contesto di continuity.

Partendo con una piccola curiosità, nel primo capitolo, The Ice Demon (Wolfman/Quartieri, Bat, 1990), Paperone afferma di avere comprato la sua tuba “trent'anni fa” per la somma di 37 centesimi.


Nel terzo capitolo, The Fall of New Atlantis! (Wolfman/Quartieri, 1990), assistiamo poi al primo incontro tra Amelia e Cuordipietra.


Inoltre, nella stessa storia, compare Savin Cash, il banchiere di Paperone, che ha le fattezze di Carl Barks. A rimarcare il riferimento al creatore di Scrooge, nonché ispiratore della serie stessa DuckTales, Famedoro menziona l'allevamento di polli di Cash/Barks a San Jacinto.


Sul numero 5 del mensile, viene dunque pubblicata una lettera dello stesso Barks, che ringrazia per la propria caricatura e si complimenta per le storie.


Rimanendo sul quinto numero, trovo che nel capitolo pubblicato al suo interno, Down, but Not Out, in Duckburg (Wolfman/Quartieri, Uzal, 1990), sia possibile ritrovare diversi particolari interessanti. Innanzitutto, scopriamo che Paperone possiede la più grande fabbrica di graffette del mondo, situata “da qualche parte vicino a Paperopoli”. In realtà, questa fabbrica è una copertura per un sotterraneo segreto in cui Paperone custodisce laboratori di sperimentazione per le proprie industrie, cimeli di avventure passate e un caveau pieno di gemme. È qui che facciamo la conoscenza di Gabby McDrake, un vecchio papero brontolone, guida di Scrooge ai tempi del Klondike, che vorrebbe vivere nel passato e rifiuta ogni tipo di innovazione. A proposito del Klondike, Gabby ricorda come si fosse preso cura del giovane miliardario febbricitante (per ben 37 giorni!) assieme a una certa Tess Gander (parente di Gastone?).


La sala dei cimeli, che Joe Torcivia paragona alla Fortezza della Solitudine di Superman, è ricca di citazioni alle opere di Barks: le percussioni del villaggio di Cura De Coco da Paperino e gli indiani Paperuti (Barks, 1962), il vello d'oro da Paperino e il vello d'oro (Barks, 1955), la canoa d'oro da Paperon de' Paperoni e la barca d'oro (Barks, 1961), le armature-robot dei Bassotti da Paperino e i “buoni compagni” (Barks, 1953) e gli uccelli urlatori da Paperon de' Paperoni e la cassaforte di cristallo (Barks, 1962).




Inoltre, è curioso notare come, secondo questa storia, la madre di Cuordipietra sia ancora in vita e come il figlio non sembri essere a lei particolarmente legato, come invece traspare da Zio Paperone e il campionato di quattrini (Barks, 1959) e Cuordipietra e l'eredità dei Famedoro (Jensen/Rota, 2015).


Nel sesto capitolo, Witch Way Did She Go? (Wolfman/Quartieri, Valenti, 1990), i Paperi si recano in Indiastan per incontrare Ali Blabber (“blabber” significa “blaterare”, ma anche “chiacchierone”), “il più saggio di tutti i saggi”, e i nipotini si dimostrano subito scettici a riguardo poiché non ne trovano riferimento all'interno del loro Manuale.


La cosa che mi ha divertito di più a proposito di questo personaggio è che, nonostante viva in una caverna difficilmente accessibile e apparentemente in ascesi, mantiene questa estetica solo per tradizione. Da tempo, ha infatti aggiornato gli affari di famiglia, utilizzando una sofisticata tecnologia.


Stranamente, Amelia non sa che farsene della Numero Uno, che tutti (compreso Paperone) continuano a chiamare “lucky dime” (decino fortunato). A tal proposito, il papero più ricco del mondo sostiene che il decino possa portare fortuna solo a lui perché l'ha “guadagnato [...] attraverso il suo duro lavoro.


Infine, nell'ultimo capitolo, All That Glitters is Not Glomgold (Wolfman/Quartieri, Bat, Valenti, 1990), Paperone deve vedersela con uno spietato Cuordipietra che ora possiede tutta Paperopoli, rinominata per l'occasione Famedoropoli (Glomgoldburg). Qui, Scrooge fa atterrare Jet in un parco chiamato Barks Park, ennesima citazione all'Uomo dei Paperi.


Tirando le somme: ho apprezzato questa lunga saga (182 tavole in totale), capitolo più capitolo meno. Ho trovato i disegni molto validi, mi sono piaciuti i vari riferimenti e i dettagli che ho riportato in questo post e ritengo che sia un peccato che non sia mai stata pubblicata in Italia. Per ovvie ragioni, non mi sono addentrato nello specifico dei singoli intrecci della storia, che nel complesso valuto piuttosto positivamente.

I crediti dei capitoli, a volte discordanti con quanto riportato su INDUCKS, sono ricavati dalle pubblicazioni originali.

© Disney per le immagini pubblicate.

sabato 28 gennaio 2023

Il post definitivo su Gedeone de' Paperoni

Gedeone de' Paperoni, lo zio di Paperino introdotto in Paperino e i gamberi in salmì (Scarpa, 1956), è un personaggio che mi ha sempre affascinato e, perciò, ho deciso di recuperare tutte le sue apparizioni ufficiali (tra storie e illustrazioni) per commentarle qui, in quella che idealmente potrebbe essere una scheda completa e definitiva sul personaggio (almeno fino a quando non verranno prodotte nuove avventure a cui prenderà parte).

Gedeone de' Paperoni

Innanzitutto, è da considerare che, sei mesi prima del suo debutto, Guido Martina e Giovan Battista Carpi (qui ancora coadiuvato da Giulio Chierchini) avevano già assegnato  in Paperino e l'uomo del West (Martina/Carpi, 1955)  un parente prossimo alla famiglia dei Paperi: nientemeno che il fratello gemello di Zio Paperone. Questo insolito, e mai più ripreso, personaggio si chiama esattamente Paperon de' Paperoni e non mostra alcuna differenza fisica con il fratello, tanto che Paperino e nipotini credono inizialmente di trovarsi al cospetto dell'usuale parente. 

Tutto comincia quando Paperino riceve una raccomandata contenente cinquanta dollari e una lettera dello zio Paperon de' Paperoni che lo invita a trascorrere un mese di villeggiatura a Città d'Oro sul Fiume d'Oro (Texas), per festeggiare la scoperta della sua 745sima miniera d'oro. 

L'insolita lettera dello Zio Paperone

I Paperi, in bolletta cronica e stanchi di sopportare il caldo estivo della città, partono subito alla volta del West. Con loro stupore, la piazza principale di Città d'Oro ospita un asilo, una scuola, un ospedale e un ente assistenza intitolati a Paperon de' Paperoni, nonché una statua che lo raffigura, con incisa la dicitura: “A Paperon de' Paperoni. Benefattore e filantropo. La cittadinanza riconoscente.” 

L'arrivo a Città d'Oro

Il mistero è presto svelato: l'anziano papero che ha invitato Paperino non è il Paperone di città, “il taccagno arci-arci-arci-triliardario”, bensì il suo gemello, generoso e filantropo scopritore di miniere d'oro (che regala), il quale aveva conosciuto il nipote quando questi non aveva che pochi mesi. Curiosamente, nonostante nell'avventura appaiano entrambi i fratelli de' Paperoni, Paperone e Mani Buche (questo il soprannome affibbiato al filantropo) non si incontrano mai.

La rivelazione

Ne I gamberi in salmì — prima storia di Romano Scarpa come autore completo , facciamo quindi la conoscenza del secondo (in ordine di creazione), e decisamente più fortunato (a livello editoriale), fratello di Paperone: Gedeone de' Paperoni. Gedeone è da quarant'anni direttore del Grillo Parlante, “il più grande quotidiano del paese”, e viene da subito mostrato alle prese con un'attività di coordinazione dei suoi dipendenti a dir poco frenetica, che gli permette di non tradire la fiducia dei suoi 4.275.421 lettori.

Il colloquio di Paperino con lo zio

Il buon giornalismo d'inchiesta, la ricerca della verità e la libertà dell'informazione vengono messi al primo posto da Gedeone, che “centinaia di volte” si è rifiutato di vendere la testata al fratello (già proprietario di novantanove pubblicazioni) di fronte a un'offerta di quasi tre milioni di dollari. Il Grillo Parlante viene da lui infatti definito “un quotidiano libero e obiettivo, che costituisce la vera e propria coscienza del paese”.

L'importanza della libera informazione

Va comunque fatto presente che, nella prima stesura di questa storia, intitolata Paperino agente investigativo (Scarpa, 1953), il direttore era solamente un amico di Paperino.

Confronto tra Paperino agente investigativo (sinistra) e Paperino e i gamberi in salmì (destra)

Sei anni dopo I gamberi in salmì, Gedeone viene recuperato in Paperino cronista del giorno dopo (Barosso, Pavese/Perego, 1962), che, come la precedente, vede il personaggio titolare della storia desideroso di entrare nel mondo del giornalismo. Parallelamente a una variegata gavetta (ingrassaggio degli ingranaggi delle rotative, impaccatura dei giornali, composizione in linotipia e correzione delle bozze) presso lo zio, Paperino frequenta l'archivio del quotidiano, dove legge con grande ammirazione gli articoli di un tale Pap Paper, pubblicati tra l'ultimo ventennio del 1800 e il 1903 (anno in cui è stato cacciato dal giornale). 

L'ammirazione di Paperino per Pap Paper

Gedeone ricorda che, quando ancora era cucciolo di redazione, il direttore dell'epoca additava Pap Paper come “esempio di incapacità e progressivo regresso mentale”. Paperino non si convince e continua a documentarsi sul giornalista del passato, che comincia ad apparirgli sotto forma di fantasma, consegnandoli edizioni dei quotidiani del giorno dopo. In questo modo, il papero vestito da marinaio ha la possibilità di conoscere in anticipo le notizie prima che esse accadano e prova a sfruttare ciò a proprio favore, accorgendosi presto che non è così semplice come potrebbe sembrare. A partire da questa storia, Gedeone e Paperone non condivideranno la scena fino agli anni Novanta.

La prima apparizione non-scarpiana di Gedeone

Giampaolo Barosso, ormai assurto a secondo padre di Gedeone, lo riutilizza (qui in coppia con il fratello Adamo) in Paperino e l'intervista volante (Barosso, Barosso/Perego, 1966), ancora come datore di lavoro dello sventurato Paperino. Il nipote, inizialmente un semplice fattorino sfruttato dai vari giornalisti presenti in redazione, viene infatti messo alla prova come reporter. Il suo improbabile compito è quello di intervistare lo spericolato paracadutista “Jumping” Jim Jones, noto per avere un caratteraccio e una indisposizione nei confronti della stampa. 

Gedeone mette alla prova il nipote

Per riuscire nell'impresa, Gedeone recluta anche Gastone Paperone, che si riferisce a lui come “zio”. Nonostante il direttore affermi di avere a cuore solo il suo giornale, in questa storia, iniziano a emergere alcuni lati del carattere che lo avvicinano al fratello Paperone. Memorabile, a questo proposito, la frase: “Preferisco avere due interviste uguali che nessuna!” 

Gedeone decide di raddoppiare le possibilità di successo

Tuttavia, la comparsa del parente pare essere solamente un pretesto per introdurre la varie disavventure affrontate da Paperino nel tentare di ottenere l'agognata intervista e, a partire dalla settima tavola (di ventisette), non verrà più mostrato né menzionato

Anche nella successiva Paperino e le zanzare Za-Za (Barosso, Barosso/De Vita, 1966), Gedeone serve a dare il via (comparendo in una vignetta a tavola quattro e poi in tredici vignette, delle quali tre come silhouette, nelle tavole dalla diciotto alla ventuno) a questa storia, che vede Paperino in disputa con Gastone. Il cugino fortunato, invidioso dell'occupazione di Paperino come giornalista (nello specifico, “reporter gastronomico”) per il Grillo Parlante, decide di proporsi al giornale in modo da ottenere anch'egli biglietti omaggio per il cinema. Tra un sotterfugio e un equivoco, Paperino se la vede brutta e chi uscirà vincitore da questa avventura saranno (oltre a Gastone) i suoi nipotini.

Il Gedeone dei Barosso continua a mostrare una somiglianza di carattere con il fratello

Scarpa si re-impadronisce del personaggio in Paperetta Yè-Yè e i gatti indossatori (Scarpa, 1967), in cui — come suggerisce il titolo — si trova in coppia con un'altra fresca creazione del Maestro veneziano: la nipote di Doretta Doremì, introdotta in Arriva Paperetta Yè-Yè (Scarpa, 1966) e qui alla sua seconda apparizione assoluta.

Il burrascoso rapporto tra Gedeone e Paperetta

Curiosamente, in questa storia — così come nella successiva Paperino e la quiete creativa (Cimino/Scarpa, 1969) —, Gedeone sfoggia un look rinnovato (senza occhiali, ma con “sopracciglioni e capelli più folti ai lati), che ricorda maggiormente quello dell'allora direttore di Topolino Mario Gentilini (già di ispirazione per il carattere del personaggio), e il suo quotidiano cambia nome in Grillo della Sera. Inoltre, ne La quiete creativa, Paperino è qualificato come “vice sostituto narratore in prova” presso il giornale dello zio, che  purtroppo — ha un ruolo parecchio marginale e viene mostrato solamente in cinque vignette.

Confronto del design di Gedeone tra I gamberi in salmì (sopra) e I gatti indossatori (sotto)

Con la fine degli anni Sessanta, Gedeone de' Paperoni sparisce dalle scene per una trentina di anni, probabilmente a causa della serie di storie inaugurata da Dick Kinney e Tony Strobl che presenta Paperino e suo cugino Paperoga alle prese con un altro quotidiano paperopolese, il Papersera (Duckburg Chronicle), alle dipendenze di Zio Paperone. La prima di queste avventure è infatti Zio Paperone bianco papero (Kinney/Strobl, 1970), pubblicata un anno dopo La quiete creativa.

Oltre alle storie citate, lo stesso Scarpa parrebbe raffigurare Gedeone solamente in quattro illustrazioni note (19671986; 19921994), operando quella che parrebbe una fusione tra i due design utilizzati nei fumetti, restituendogli una spessa montatura di occhiali, ma mantenendo le folte sopracciglia solamente nel primo disegno. Nelle tre illustrazioni più recenti, inoltre, Gedeone sembrerebbe possedere un terzo giornale, intitolato La Tromba (di Paperopoli) o The Trumpet.


Un disegno di Gedeone pubblicato su I Disney Italiani (1990) e, prima ancora, sulla monografia Romano Scarpa. Un cartoonist italiano tra animazione e fumetti (1988), “eseguito a matita nel 1967” (fonte: Alberto Becattini, “Cronologia delle Opere di Romano Scarpa”, in Le Grandi Storie Disney — L'opera omnia di Romano Scarpa, n. 51, gennaio 2015, p. 217)

A dire il vero, il disegno che apre questa carrellata risulta provenire da questo foglio di prova inedito, probabilmente realizzato in prossimità de I gatti indossatori

Omaggio di Scarpa per il ventennale del Salone Internazionale dei Comics di Lucca (1986)

Illustrazione di Scarpa per i risguardi della collana Capolavori Disney (1992)

Gedeone dall'illustrazione di Scarpa per il numero 2000 di Topolino (1994)

Gedeone appare poi in un'unica vignetta di Paperino in Accade un Giorno (Panaro/Gorlero, 1993)  parodia della pellicola Accadde una notte (It Happened One Night, Frank Capra, 1934) — nei panni di Gedeone Gordon (corrispettivo del Joe Gordon interpretato da Charles C. Wilson), direttore del giornale Duck News, e in un'unica vignetta (questa volta muta) della storia celebrativa 60 anni insieme con Topolino (Boschi/Camboni, 1994). In entrambe, Gedeone mostra la chioma delle ultime illustrazioni scarpiane.

Gedeone Gordon

Gedeone assieme ad altre creazioni scarpiane

Per vedere il personaggio in un ruolo da protagonista, bisogna attendere la curiosa Zio Paperone e le notizie... fraterne (Sisti/Soave, 1996). Qui, infatti, si hanno alcuni flashback dei due fratelli de' Paperoni da piccoli in Scozia e la storia li vede competere nella Paperopoli contemporanea, affiancati dalla loro sorella maggiore [sic!] Elvira (Nonna Papera). Da notare che, secondo Sisti, ciascuno dei fratelli possiede il quarantotto per cento delle azioni del Grillo Parlante (il restante quattro per cento verrà destinato a fine storia proprio a Nonna Papera). In questa storia, Gedeone recupera il look della sua prima apparizione, abbandonando quindi sopracciglia e capelli a lato, e viene recuperato persino il portiere del palazzo del suo quotidiano, qui nomato Tom.

Gedeone, Nonna Papera e Zio Paperone da piccoli in Scozia

Non mi soffermo oltre sulla presunta parentela tra Gedeone, Nonna Papera, Zio Paperone, peraltro già smentita dall'albero genealogico pubblicato in Walt Disney presenta Paperina e le altre (Boschi/Carpi, 1994), limitandomi invece a rimandare a questa mia precedente ricerca.

Gedeone e Paperone accanto al cugino Cirillo (erroneamente indicato come fratello...), da Paperino fotografo (Gregory/Strobl, 1960), nell'albero genealogico dei Paperi secondo Boschi e Carpi

Ci pensa proprio l'esperto Luca Boschi a riesumare il personaggio come si deve in una storia che mescola sapientemente elementi di precedenti produzioni americane e nostrane. In Sgrizzo reporter ma non troppo (Boschi/Freccero, 1997), Paperino e Paperoga lavorano infatti per il Papersera, lo stato in cui vivono si chiama Calisota, come rivelato in Paperino contro l'uomo d'oro (Barks, 1952), e viene recuperata dall'opera di Don Rosa l'impresa di Francis Drake, del quale ci viene perfino mostrato un suo discendente, Carolambo. Ma le citazioni non si limitano appunto al panorama statunitense: il protagonista di questa storia è dunque Sgrizzo, quarto cugino di Paperino introdotto in Sgrizzo il più balzano papero del mondo (Scarpa, 1964) e già ripreso dallo stesso Boschi in Una baita per Ciccio (Boschi/Scarpa, 1997), e Gedeone menziona l'avo Pap Mc Paper, co-protagonista in Paperino e la leggenda dello «scozzese volante» (Scarpa, 1957). 

Tre personaggi scarpiani in un'unica vignetta

Si tratta della prima di tre storie (tutte sceneggiate da Boschi) in cui Sgrizzo lavora per il Grillo Parlante. Da notare come il protagonista si riferisca a Gedeone come suo “bis-zio di secondo o terzo grado”, riadattando così l'improbabile parentela proposta da Scarpa tra lui e Paperino.

Gedeone riappare quindi in La grande corsa Paperopoli-Ocopoli (Boschi/Faccini, 1998) e Sgrizzo cronista di spettacolo (Boschi/Ferraris, 1999), per poi comparire in una tavola autoconclusiva dal titolo Paparazzo Yè-Yè (Sisti/De Lellis, 2004), pubblicata sul volume della collana Disney Parade dedicato a Paperetta. Nelle storie di Boschi (ad eccezione di quella disegnata da Faccini), Gedeone sembra essere ringiovanito, mostrando una folta capigliatura castana, mentre De Lellis recupera invece il design delle illustrazioni scarpiane (con tanto di “sopracciglioni”). A oggi, le storie di Boschi sono le ultime in cui Gedeone dirige il Grillo Parlante (sostituito in tutte le successive dal Grillo della Sera).

Gedeone nelle sue tre apparizioni sceneggiate da Luca Boschi

Passano quasi dieci anni ed è nuovamente Carlo Panaro a interrompere l'assenza del personaggio dalla carta stampata, riportandolo sulle pagine in Paperetta Yè-Yè e il verde paese (Panaro/Dalena, 2013). Come si intuisce dal titolo, viene qui riproposta la dinamica de I gatti indossatori e Gedeone — che appare solamente in due tavole su trentadue — viene presentato come editore e direttore del Grillo della Sera. Lo stesso Panaro è fautore della successiva apparizione del personaggio, in Il malfunzionamento (Panaro/Baldoni, 2014), in cui il direttore del Grillo della Sera ha a che fare per la prima volta (documentata) con l'inventore Archimede Pitagorico. In entrambe le storie, Gedeone sfoggia il look delle illustrazioni scarpiane più recenti.

Passano i decenni, ma Gedeone rimane sempre molto indaffarato

Gedeone ha poi un ruolo chiave nella lunga Zio Paperone e il segreto di Cuordipietra (Artibani/Perina, 2017), nella quale viene attirato in trappola dal miliardario sudafricano Cuordipietra Famedoro per poi essere usato dallo stesso come esca per Paperone, facendo leva sul lato sentimentale del papero più ricco del mondo.

Cuordipietra fa leva sui sentimenti di Paperone

È alla fine di questa avventura che i due fratelli recuperano il legame da tempo messo da parte. Qui, Gedeone è rappresentato graficamente come ne I gatti indossatori. Da notare come Artibani tenti di inserire Gedeone nelle coordinate proposte da Don Rosa; esclama infatti Paperone nella penultima vignetta della storia: “Tutto è cominciato con i nostri genitori, Fergus e Piumina! Insieme a me e Gedeone c'erano anche le nostre sorelle Matilda e Ortensia...

I due fratelli si ricongiungono

In seguito a questo riconciliamento, l'autore Vito Stabile decide di sfruttare le diverse caratterizzazioni dei personaggi (avventuroso e visionario Zio Paperone, e sedentario e ‘concreto’ Gedeone”) per dare vita a una serie di storie da dieci pagine in cui i due partono assieme per nuove avventure. I fratelli De' Paperoni (questo il titolo della serie) conta al momento tre storie: Lo scarabeo d'oro (Stabile/Asaro, 2020), Il cilindro del potere (Stabile/Meloni, 2020) e Il formaggio perpetuo (Stabile/Coppola, 2020). Da notare che lo Scarabeo d'Oro era il quotidiano di Paperone nella prima apparizione del fratello giornalista. A differenza de Il segreto di Cuordipietra, Gedeone recupera qui il design più utilizzato dell'ultimo ventennio: occhialoni rossi, papillon al posto della cravatta e niente folte sopracciglia. 

Gedeone nelle tre storie sceneggiate da Vito Stabile

A oggi, l'ultima storia in cui appare Gedeone è Paperino e il torneo del Re (Panaro/Palazzi, 2022), una storia in costume in cui veste i panni di Gedeone Paperingio, fratello di Papero Magno scomparso in mare da tanti anni.

Gedeone Paperingio assieme al fratello


Il Gedeone di Zanchi

Il Gedeone di Intini

Ufficialmente, l'età di Gedeone non è mai stata rivelata. Nella scheda del personaggio pubblicata nel primo volume de L'opera omnia di Romano Scarpa, Becattini ne attesta la data di nascita intorno al 1910, ma ciò contraddirebbe quanto affermato dallo stesso Gedeone nella sua prima storia a proposito dei suoi quarant'anni di attività. Ad ogni modo, nel volume Romano Scarpa. Sognando la Calidornia (Becattini, Boschi, Gori, Sani, 2001), così come nella traduzione americana de I gamberi in salmì (Gray, 2015), in questo redazionale firmato da Valerio Paccagnella (2018) e nelle prime due storie del ciclo I fratelli De' Paperoni, viene riconosciuto come fratello minore di Paperone.

Lo scarso e altalenante successo che ha ottenuto questo personaggio  apparso in un totale di 20 storie in 66 anni  non gli ha permesso di diventare membro fisso del clan dei Paperi né di essere particolarmente conosciuto all'estero, da dove arriva invece un altro fratello di Paperone: il fratellastro Rumpus McFowl, introdotto come zio di Paperino in It's All Relative (Van Horn, 1994) e apparso anch'egli in un totale di 20 storie tra il 1994 e il 2014 (tutte scritte e disegnate da William Van Horn). 

Va comunque tenuto in considerazione che Francisco Angones (showrunner del reboot di DuckTales) è a conoscenza dell'esistenza di Gedeone. In un post sul suo profilo Tumblr datato 4 luglio 2018, in risposta alla domanda di un fan che chiedeva quanti fratelli avesse Paperone, Angones sentenzia: “Al momento solo Ortensia e Matilda. Non ci sono piani immediati per Gedeone.”

La sconvolgente rivelazione di Rumpus McFowl in Travails (Van Horn, 2000)

Per rimanere in terra straniera, ritengo doveroso citare la striscia giornaliera del 4 maggio 1966 (Karp/Taliaferro, 1966), in cui Nonna Papera menziona un fratello senza nome di Zio Paperone, e la bellissima illustrazione di Daan Jippes realizzata come copertina del ventunesimo numero della fanzine danese Rappet (2013).

Il fratello di Zio Paperone



Il Gedeone di Jippes inchiostrato e a colori

Per concludere, trovo interessante menzionare un soggetto mai realizzato, descritto dallo stesso Scarpa nell'intervista pubblicata nel volume Romano Scarpa. Sognando la Calidornia. Dice Scarpa: “Ma [il Grillo Parlante] è in ribasso. Forse scriverò una storia in cui, sottobanco, Paperone stesso gli farà superare le difficoltà di bilancio.

© Disney per le immagini pubblicate.