domenica 26 ottobre 2025

Come si fanno i fumetti Disney oggi (parte prima)

Nel corso degli anni, ho portato sul blog principalmente ricerche, interviste e qualche curiosità. Il post di oggi potrebbe rientrare nella terza categoria e, volendo, potrebbe essere la prima parte di una rubrica che idealmente andrebbe a coinvolgere diversi artisti disneyani. Per introdurla, mi sono rivolto al brillante Ville Tanttu (che abbiamo già incontrato recentemente), giovane disegnatore finlandese in forza all'editore olandese DPG da oltre due anni.

In questo appuntamento iniziale, Ville ci illustrerà dettagliatamente come realizza una pagina di fumetti Disney attraverso i vari passaggi. Colgo l'occasione per ringraziarlo nuovamente per la disponibilità e per la condivisione del prezioso materiale e dei suoi commenti illustrativi. Qui, trovate tutti i riferimenti della storia di cui stiamo per vedere la lavorazione. Senza ulteriori indugi, gli lascio la parola. Buona lettura!

LA LAVORAZIONE DI ANT SOLUTION
di Ville Tanttu

Innanzitutto, una premessa: io lavoro digitalmente. In tale modo, è più facile apportare correzioni.

Step 1. 
Per presentare l'idea, creo uno storyboard con descrizioni che propongo allo story editor.


Step 2a. 
Se viene approvato, disegno un bozzetto dettagliato e lo invio ai miei editor


Step 2b.
Loro lo analizzano e segnano in rosso le richieste di correzione necessarie.


Step 3. 
Apporto le correzioni richieste.


Step 4.
Una volta ottenuto il permesso, procedo con l'inchiostrazione. Svolgo anch'essa digitalmente.


Step 5.
Il mio lavoro effettivo termina qui. A questo punto, la storia passa nelle mani dei coloristi, la redazione si occuperà di aggiungere i balloon, e la storia verrà pubblicata sulla rivista in futuro. A volte prima, a volte dopo.


Ci sono alcune storie che ho disegnato qualche anno fa, ma che non so quando verranno pubblicate. A volte, può richiedere molto tempo e, in alcuni casi, può anche accadere che non vedano mai la luce. Essendo, le mie, essenzialmente delle "riempitive", non hanno una programmazione definitiva e vengono selezionate quando si manifesta la necessità di racconti brevi.

© Disney per le immagini pubblicate.
Ps: non perdetevi il prossimo episodio, in arrivo molto presto!

lunedì 20 ottobre 2025

Una chiacchierata con... Lara Molinari

Molti di voi conosceranno la mia odierna ospite come una promettente artista Disney le cui storie e illustrazioni circolano attraverso diversi media da una trentina di anni. Di recente, Lara Molinari ha aperto un profilo Instagram sul quale pubblica esempi dei suoi lavori e vecchie fotografie in compagnia di colleghi. Ho colto la palla al balzo per contattarla e scoprire un po' di più sul suo percorso artistico. Buona lettura!


SC: Simone Cavazzuti
LM: Lara Molinari

SC: Buongiorno, Lara! Quando è avvenuto il tuo primo incontro con i personaggi Disney?

LM: A quattro anni già leggevo Topolino. Strappavo in blocco le storie che mi piacevano e me le mettevo da parte, per averle senza la pubblicità. Erano tutte di Cavazzano, Scarpa... Non c'era scritto il nome degli autori all'epoca, ma, già a quell'età, riuscivo a identificare le più belle.

SC: C'è qualche storia in particolare che ricordi?

LM: Ce ne sono talmente tante che ne ho quintali a casa. Praticamente tutte quelle di Cavazzano, Massimo De Vita... Da loro ho imparato qualcosa.

SC: Quando hai avuto la possibilità di trasformare questa passione in un lavoro?

LMQuando ho finito il liceo artistico, ho iniziato a lavorare per delle agenzie di pubblicità e, una sera, mio papà mi ha mostrato un articolo sul Corriere della Sera in cui c'era scritto che Giovan Battista Carpi stava cercando dei disegnatori per la Disney. Allora, mi sono detta: "Perché non provare?" Tanto, male che sarebbe andata, non mi avrebbero accettata. Mio papà non era molto ottimista: "Ma cosa vuoi che ti prendano? Con tutte le persone che si presenteranno..." Speranzosa, sono andata da Carpi quando la Disney era ancora in Via Dante a Milano. Non mi ha fatto lavorare subito perché, per due anni e mezzo, ho fatto le prove per imparare a disegnare i personaggi Disney: tutte le anatomie, le strutture corporee. Per farli recitare, bisogna saperli sviluppare nelle loro anatomie. Lui diceva: "Ti insegno volentieri perché vedo che ti piace il disegno". Io avevo sempre disegnato, il mio lavoro era quello, ma non Disney. Disegnavo in stile realistico, facevo la visualizer, realizzavo gli storyboard per la pubblicità. Cose completamente diverse... Dopo due anni e mezzo, mi hanno dato la prima storia e ho iniziato a lavorare. Era l'inizio degli anni Novanta.

Lara assieme a Giovan Battista Carpi

SC: Come era Carpi come insegnante?

LM: Molto rigoroso. Voleva forgiarti, quindi non era uno zuccherino. Ti diceva solo le cose che andavano male, mai quelle che andavano bene. Dopo anni, mi ha detto: "Sai, io ti ho detto solo le cose che andavano male perché volevo vedere come reagivi, se eri pronta ad affrontare tutte le difficoltà che ti avrebbe dato lavorare per una azienda così grande". Io ero mingherlina, magrolina, ma ha capito che ero forte. Tutte le volte che mi diceva che qualcosa andava male, gliele correggevo e gli portavo anche di più. Non soltanto l'essenziale, come facevano magari altri, perché volevo iniziare a lavorare.

SC: C'erano, invece, disegnatori che si scoraggiavano con questo metodo?

LM: Sì, molti che hanno iniziato con me hanno lasciato. Mi ricordo che all'inizio inizio eravamo tipo trecento, ma solo una trentina sono riusciti ad arrivare in fondo. Era veramente una prova di resistenza... psicologica, più che altro. Carpi voleva selezionare gli artisti più resistenti mentalmente, perché poi c'era una quantità di lavoro... Negli anni Novanta, lavorare per la Disney era impressionante: c'era una pressione incredibile perché lavoravi anche per tutti i licenziatari intorno alla Disney: Il Sole 24 Ore, la Banca BNL, i puzzle Clementoni, i videogiochi della Sony... In più, quando c'era ancora la Scuola Disney, arrivavo alle sette e un quarto del mattino e mi apriva la donna delle pulizie, poi arrivavano Carpi e tutti gli altri, ma io già iniziavo a disegnare e, fino alle dieci di sera, rimanevo lì. Inoltre, sabato e domenica, la Disney ti mandava alle mostre mercato a disegnare per il pubblico tutto il giorno, pagandoti un gettone di presenza: all'Expocartoon di Roma, a Milano, a Lucca Comics, a Napoli... Praticamente, ho fatto cinque anni non stop in cui i genitori non mi vedevano neanche... era una prova di resistenza fisica! Io ho iniziato che avevo diciannove anni e i miei coetanei andavano in discoteca, mentre io disegnavo... era molto impegnativo. Per raggiungere un certo traguardo, bisogna fare dei sacrifici. È un lavoro che mi piace, e sono fortunata per questo, ma bisogna impegnarsi tanto.

Da sinistra a destra: Giorgio Cavazzano, Lara Molinari, Carlo Chendi e Silvia Ziche

SC: Su Instagram, pubblichi diverse foto con i tuoi colleghi. Che rapporto avevi con loro?

LM: Un ottimo rapporto. Condividevamo il bene e il male in una grande azienda che aveva più di seicento persone che ci lavoravano dentro, tra cui anche noi collaboratori esterni. Era praticamente come una grande famiglia, anche perché stavo più lì che a casa mia. Poi, ai tempi, c'erano i meeting annuali per fare incontrare gli sceneggiatori e i disegnatori e far nascere idee per creare qualcosa di nuovo. Ne abbiamo fatti tantissimi, a Disneyland Paris, all'Isola d'Elba o a Stresa... stavamo lì una settimana e faceva piacere perché, essendo i disegnatori distribuiti in tutta Italia, non capitava di incontrare tutti i giorni chi abitava magari in Sicilia...


SC: Ripercorrendo le storie che hai disegnato, c'è una serie che ricordo con molta simpatia: le storie di Umperio Bogarto.

LM: Umperio Bogarto mi piace tantissimo essendo un personaggio di Cavazzano. È molto simile a Paperino: pasticcione, un po' ebete e ne combina di tutti i colori anche nel suo lavoro! A me piacciono i personaggi che sono più vicini a noi esseri umani. È simpatico anche Topolino, ma per me è troppo perfetto... per questo ho fatto quasi tutte storie dei Paperi. Paperino e Paperoga era una coppia che mi piaceva tantissimo. Riesco di più a immedesimarmi in questi personaggi che non in Topolino.


SC: Alle soglie del nuovo millennio, hai disegnato Paperino e il grande zio, ispirato al reality show Grande Fratello, che stava nascendo in quel periodo. Con il senno di poi, e con il successo ottenuto in seguito dal programma, cosa puoi raccontare di questa esperienza?

LM: Io non amo l'idea di persone rinchiuse per mesi e mesi, lo considero contro natura. Sicuramente, lo portano avanti anche per un discorso di esposizione mediatica, per un interesse di visibilità dei concorrenti. Ho fatto il titolo molto simile all'occhio della telecamera del Grande Fratello, però la storia era molto all'acqua di rose rispetto al reality vero e proprio. Io l'ho dovuto guardare per fare la storia, ma non lo seguo, non mi appassiona.

SC: Hai anche disegnato Zio Paperone e il codice Metsys, addirittura prima che uscisse il famoso film tratto dallo stesso libro!

LM: Sì. È stata una lunga storia, ben 36 tavole. Anche in questo caso, ho dovuto leggermi il libro di Dan Brown.


SC: Cosa ricordi, invece, delle Cronache da Invisibilia?

LM: Lì, non c'era da disegnare niente, ahahah. C'erano solo i balloon da fare! Dovevi far capire al lettore cosa stesse succedendo senza disegnare i personaggi. Dovevi esprimere tutto con il dialogo: la paura, lo sgomento, la rabbia, la gioia... Infatti, molti testi erano movimentati. È stato un po' strano farlo...

SC: Oltre alle storie, hai da sempre fatto un sacco di illustrazioni, di copertine...

LM: Sì, parecchie, di tante testate. Inoltre, lavorando per la Disney, avevi anche la possibilità di lavorare con tutte le divisioni: editoria, licensing, home video, dischi, libri...


SC: Come colori le tue illustrazioni?

LM: Alcune con l'ecoline, altre con gli acrilici, altre ancora a olio. Uso tutti i tipi di colori perché amo tantissimo il colore. Infatti, è un peccato dover fare solo il bianco e nero quando si disegnano le storie. Io faccio molte illustrazioni a colori anche per richieste private, se qualcuno vuole incorniciarle. Ora, si usa la colorazione virtuale, mentre Carpi colorava tutto manualmente. Il digitale è molto più veloce, ma alla fine non rimane niente di originale... non è la stessa cosa stampare un'immagine a colori dal computer. Avendo sempre utilizzato i colori, fin dai tempi della pubblicità, mi manca non farli: ho l'esigenza di dipingere, sporcarmi di colore.

SC: Mi sembra che i tuoi colori siano belli vivaci, accesi...

LM: Vivaci come è la Disney. Sono parecchio stata influenzata nella mia produzione di quadri e di illustrazioni anche non Disney... Quando faccio delle cose non Disney, hanno i colori accesi come quelle Disney perché, dopo trent'anni, l'influenza è stata notevole.


SC: Ho notato che c'è una pausa nella tua collaborazione disneyana tra il 2010 e il 2013...

LM: Sì, mi ero dedicata a qualcosa di diverso. In quel periodo, ho incontrato un mercante d'arte che mi ha proposto di fare dei quadri dedicati all'infanzia e che mi ha organizzato diverse mostre un po' ovunque. Perciò, ho lasciato un po' perdere il mondo Disney, a parte qualche illustrazione che continuavo a fare ogni tanto. Mi piace variare e, così, alterno i lavori.

SC: Dal 2014, hai iniziato a disegnare delle storie di raccordo scritte da Massimo Marconi, sulla falsariga di quelle de I Classici di tanti anni fa.

LM: Le ho fatte volentieri. Per me, ogni esperienza è un arricchimento personale e non ho mai detto di no a nessun lavoro.


SC: Invece, negli ultimi anni, hai realizzato storie per Paperino, Zio Paperone e Paperinik.

LM: Sì. Faccio quello che mi viene richiesto e, in quei casi, c'era bisogno di questo tipo di storie. Non ho mai fatto un solo lavoro: alterno le storie a illustrazioni anche grandi che mi richiedono mesi per completarle.

SC: Leggi ancora Topolino?

LM: Sì, volentieri. L'ho sempre letto e non credo che smetterò mai, è troppo radicato in me.

SC: Adesso, cosa stai facendo di bello?

LM: Molti quadri a colori, specialmente per privati, anche perché non ci sono molti disegnatori che usano il colore. Quando me li chiedono, li faccio volentieri. Non è solo un lavoro per me, ma una passione. Se mi chiederanno nuove storie, le farò. Non dico mai di no.


© Disney per i disegni pubblicati.
Si ringrazia l'artista per le fotografie e le immagini messe a disposizione.

giovedì 16 ottobre 2025

Una mia storia su Topolino?

Premessa: il seguente articolo è un po' diverso dal solito, pertanto invito chiunque a leggerlo fino in fondo per evitare di averne una comprensione parziale o errata. Non è mia intenzione screditare uno dei miei autori preferiti, che, nel corso degli anni, mi ha fatto ridere e sorridere con geniali trovate che hanno, a mio avviso, quasi sempre alzato la qualità media dei numeri del libretto in cui erano presenti. Si tratta solamente di un piccolo post da appassionato contento di averne in qualche modo influenzato il lavoro e spero che le mie parole non vengano equivocate o travisate. Ciò precisato, buona lettura!

È il 28 settembre 2023 e mi trovo in video-chiamata su Teams per intervistare Corrado Mastantuono per il mio canale YouTube. La nostra chiacchierata dura quasi un paio di ore e, prima di salutarci, decido di raccontare a Corrado un'idea svolazzante che ho avuto per una possibile storia del suo ciclo Papersera News che mi piacerebbe tantissimo vedere sviluppata da lui, con il suo personalissimo tipo di umorismo. In parole povere, riguarda un'ex-promessa del giornalismo investigativo ormai ridotta ad anziano stagista del quotidiano di Zio Paperone, costretta a seguire gli strampalati ordini impartiti da Paperino e Paperoga prima di un inevitabile rientro in pista... Corrado è attento, partecipe, fa domande, reputa il concetto "molto interessante per un inizio di storia" e comincia ad abbozzare in diretta una sorta di struttura del racconto, commentando: "Probabilmente lo sfrutterò come spunto".

Passano due mesi, monto l'intervista, la carico online e, nel frattempo, rimugino su quell'idea. Intendo metterla giù per bene, renderla più coesa e completa e butto giù una specie di "soggetto" più definito, con un inizio uno svolgimento e una fine, in cui presento una trama lineare e descrivo alcune scene con precisione. Praticamente, si tratta degli stessi fatti discussi in video, solo più "in ordine". Invio questo trattamento a Corrado via e-mail in data 26 novembre 2023, ma non ricevo alcuna risposta.

Avanti veloce a luglio 2025. Mi torna in mente quella potenziale storia. Penso: "Peccato che Mastantuono non abbia mai risposto, la vedevo proprio nelle sue corde!" D'altronde, si tratterebbe di una storia di Papersera News, e tanto (unito al fatto che io non sono un autore) mi frena dal pensare di proporla direttamente alla redazione. Solo lui la potrebbe realizzare. Chissà, forse un giorno...

Poi, la svolta: il 13 luglio, l'autore di Blue Peaks Valley pubblica una foto su Instagram in cui si intravedono alcune tavole di un nuovo progetto, accompagnate da una didascalia sibillina: "Stampa laser di un lavoro di prossima uscita". A un follower ignaro non possono dire nulla, ma appena le vedo riconosco immediatamente un'ambientazione familiare. Ci sarebbe tutto: il passato, il giornalista trionfante all'interno della sua redazione... sembra di vedere ciò che gli avevo suggerito trasformato in disegni. Non vedo l'ora che la storia veda la luce per vedere se effettivamente sia lei e come, nel caso, sia stata sviluppata.

L'incipit della storia nell'e-mail inviata a Corrado Mastantuono

Quindici ottobre: la storia è in edicola. Essendo abbonato al settimanale, ho avuto modo di leggerla già il giorno prima. I miei sospetti erano fondati... più o meno. C'è il flashback di due tavole in seppia che celebra i traguardi del giornalista di inchiesta, e lo vediamo persino anziano nel presente come galoppino di Paperino e Paperoga! Per sei delle ventiquattro pagine totali, la storia si dispiega quasi esattamente come mi ero immaginato due anni fa, poi la trama prende una strada alternativa. La ragione per cui il protagonista aveva dovuto interrompere la sua promettente carriera è differente da quella a cui avevo pensato io, e lo è pure il finale. Corrado ha fatto un ottimo lavoro di character building ed è riuscito a spiazzare persino me! 

Un altro estratto dal mio "soggetto" seguito dall'autore (nella storia pubblicata non c'è spazio per le richieste sciocche dei cugini!)

Arrivati a questo punto, non penso sia necessario chiarire che il titolo del post è un po' clickbait: no, non c'è una mia storia su Topolino. Tuttavia, ciò che è vero è che vi è una storia le cui premesse sono farina del mio sacco. Per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, ci tengo a ribadire che l'intento del post odierno non vuole essere affatto polemico o in alcun modo "accusatorio", ma che, trattandosi questo blog di un mio personale spazio online, mi premeva raccontare questa simpatica curiosità dal mio punto di vista, dal punto di vista di colui se non fosse stato per il quale questa vicenda nello specifico molto verosimilmente non sarebbe nemmeno esistita. 

Stimando e apprezzando molto il lavoro di Mastantuono (tanto da acquistarne anche la divertente autobiografia), non posso che sentirmi onorato dal fatto che abbia trovato i miei spunti così funzionali e in linea con il suo stile al punto da imbastirci una nuova avventura (che, diciamocelo, era il mio desiderio quando glieli ho esposti la prima volta), condita con le sue brillanti gag e con il suo modo di raccontare che tanto ci piace. Solo, mi dispiace un pochino non avere avuto un minimo di avviso in questi due anni del fatto che l'idea fosse stata di fatto sfruttata, visto che l'autore è in possesso sia del mio indirizzo e-mail sia del mio numero di telefono e che, in altri contesti, non ha avuto problemi a farne uso. Come specificato fin da subito, ho fornito volontariamente l'idea all'autore senza pretendere nulla in cambio, solo per il piacere di vederla rielaborata da lui, ma avrei apprezzato un simbolico ringraziamento o, quantomeno, una comunicazione che mi avvertisse del fatto che il racconto fosse in lavorazione. Chissà, forse non voleva rovinarmi la sorpresa...

In conclusione: alcune delle vignette ispirate al mio spunto.


© Disney per le immagini pubblicate.
Come dichiarato nel corso del post, Corrado Mastantuono non ha mai risposto all'e-mail di cui si vedono due estratti, pertanto non posso sostenere con certezza che la abbia effettivamente letta (nonostante abbia letto e risposto con incredibile solerzia a comunicazioni successive). In ogni caso, quanto è presente negli screenshot qui pubblicati era già stato oggetto del pitch in video-chiamata, perciò posso confermare senza ombra di dubbio che l'abbia recepito (e pure commentato) in quella precedente occasione. Ho deciso di caricare le immagini piuttosto che il filmato solo per una questione di praticità e perché l'idea era esposta in maniera più ordinata, ma mi riservo di condividere anche quel materiale in un secondo momento, qualora si dovesse rendere necessario.