domenica 16 febbraio 2025

Le vere origini di Gennarino

Se sulla affascinante Amelia qualcosa ho già scritto, vorrei dedicare questo articolo al suo fedele alleato, il corvo Ratface. Mentre il personaggio debutta nell'universo Papero grazie alla penna di Carl Barks già nel 1962 (dapprima come anonimo corvo e dal 1963 come il fidato Ratface), è solo due anni più tardi che acquisirà il suo iconico nome italiano, Gennarino, per merito degli infaticabili fratelli Abramo e Giampaolo Barosso. I Barosso non si limitano, però, solamente al nome, ma tolgono a Gennarino il dono della parola, restituendogli la sua natura più "animale"; una caratteristica rimasta invariata nelle storie italiane, laddove Ratface ha continuato per decenni a esprimersi in perfetto inglese nelle storie di produzione estera. Tenete a mente questa apparentemente insignificante differenza perché ci torneremo più tardi.


Nel 1965, quando George Sherman e Tom Goldberg decidono di produrre internamente presso lo Studio Disney a Burbank nuove storie con la fattucchiera per il mercato non statunitense, la trasferiscono in un castello alla periferia di Paperopoli dove convive con Maga Magò e due corvi chiacchieroni, chiamati Ed e Al, dal nome di Edgar Allan Poe, autore della poesia "The Raven" ("Il corvo"). Oltre ad apparire in una quarantina delle cosiddette storie da esportazione, questa coppia di simpatici uccellacci del malaugurio fa capolino in una manciata di storie brasiliane, nonché in tre racconti italiani (uno dei quali a cura di Guido Martina e due scritti da Bruno Mandelli). Curiosamente, in questi ultimi titoli, i corvi non sono in grado di comunicare con la padrona di casa, proprio come Gennarino.


Come se non bastasse, le cose cambiano ulteriormente con l'avvento della serie animata DuckTales (1987-1990). Qui, infatti, troviamo nuovamente un singolo corvo parlante a tenere compagnia ad Amelia, ma il suo nome è Poe (il riferimento al poeta risulta conservato) e si scopre essere nientemeno che il fratello (!) di Amelia, trasformato in corvo da un incantesimo irreversibile.


Comunque stiano le cose, va tenuto in considerazione che il corvo è un animale che ben si presta all'immaginario oscuro e, non a caso, già nella prima apparizione di Amelia (1961), vediamo la temibile papera nel suo rifugio in compagnia di un corvo, un pipistrello e un gatto nero. Poi, in Paperino e il corvo parlante (Barks, 1962), è intenta a ipnotizzare il corvo di Qui, Quo e Qua, Randolph e, ancora, in The Raven Raiders (?/Carey, 1973), possiede circa una dozzina di corvi che impiega per tentare di recuperare la Numero Uno.

In realtà, un proto-Ratface è già visibile nella prima apparizione della fattucchiera

Per tornare al quesito iniziale, dove si colloca il buon Ratface in tutto ciò? La risposta ci viene fornita da una bella storia danese, Amelia in: le origini di una fattucchiera (Åstrup/Cavazzano, 2021). In questo toccante prequel, difatti, si apprende che Gennarino è in realtà il risultato del primo incantesimo di Amelia: un pupazzo che le era stato donato quando era ancora neonata da sua madre, reso animato. 


Ottimo, dunque, mistero risolto! Ehm... non proprio. Vedete, ci viene fornita un'altra risposta, apparentemente inconciliabile, nel graphic novel The Book of Doom (Blengino, Andolfo/Xella, 2023). In questa peculiare storia, infatti, Gennarino non è altro che l'amico d'infanzia di Amelia, Gennaro, inavvertitamente trasformato da lei in un corvo e impossibilitato a tornare nella sua forma originale. Quanto qui raccontato ricorda da vicino ciò che è successo all'alleato della fattucchiera nella serie animata, motivo per cui, nella traduzione tedesca della storia, il nome del personaggio è stato reso come Poe.

La trasformazione di Gennaro in corvo

Ottimo, dunque, mistero risolto! Ora, abbiamo ben due origini (abbastanza simili) per Gennarino: la versione che lo vuole un pupazzo e quella in cui era invece un papero amico di Amelia. Ma vi ricordate quando, all'inizio dell'articolo, vi ho chiesto di tenere a mente la differenza tra il Ratface parlante e il Gennarino "animale"? Ecco... nelle storie italiane, non c'è spazio per interpretazioni creative come quelle appena discusse: Gennarino è un corvo, punto. E, come tale, si comporta in compagnia di altri volatili puri. Si veda, per esempio, il suo fidanzamento con la corvetta Rosa in Gennarino e l'amore difficile (Concina/Deiana, 2001) o con la colomba Bianchina in Amelia e la cugina fata (Gentina/Vetro, 2007), o la sua amicizia con i corvi Gennargentu e Tiberio e Caio (anche noti come "Fratelli Gracchi") in Zio Paperone e la cupidigia di Cupido (Badino/Limido, 2024). 

Gennarino e Rosa

Qualora questi esempi non dovessero bastare a confermare oltre ogni ragionevole dubbio le sue origini animali, è il caso di ricordare i suoi numerosi parenti corvi al 100%: L’antenato Ciro (Sisti/Castellani, 2015), il cugino Croccantino da Amelia, Gennarino e un attore per cugino (Badino/Molinari, 2006) e, infine, la madre, il cugino Gennariello, due nipotini senza nome e il nonno Gennarone da Amelia e lo sciopero del corvo (Salvatori/Bozzano, 1994). Ebbene, in quest'ultima storia, è anche rivelato che i cosiddetti "corvi Gennari" sono al servizio delle streghe fin dal Medioevo, a partire dal capostipite della famiglia, Gennaro Gennari.


Dunque, come risolvere le incongruenze presentate nel corso della mia dissertazione? Come già ho dichiarato precedentemente, questo non è lo scopo e il fine delle mie ricerche. Ciò che interessa a me è offrire spunti, mostrare i diversi punti di vista attraverso cui medesimi fatti possono essere raccontati, prestando attenzione anche ai meno noti. Trovare risposte univoche a questioni aperte da così tanto tempo non è di mia competenza e lo trovo pure un esercizio poco affascinante. Tuttavia, sarà curioso vedere quale direzione seguiranno le nuove produzioni nel caso vi fossero ulteriori riferimenti alle origini di questo personaggio dal grande potenziale comico.


© Disney per le immagini pubblicate.

martedì 4 febbraio 2025

Grandi Autori, Disney Masters e Les Trésors de Picsou: tre pubblicazioni a confronto

Quando scrivo su questo blog, sarò sincero, non ho in mente una tipologia di lettore in particolare. Banalmente, pubblico quello che interessa a me e che immagino potrebbe interessare a un ipotetico appassionato con un background simile al mio. Qualcuno che abbia ben salde in mente le basi del fumetto Disney, che saprebbe ripetere come tabelline autori, personaggi e storie fondamentali... o, molto più semplicemente, che si sia almeno letto i miei post precedenti, in modo da non dovere ogni volta ricominciare da capo a specificare ogni singolo dettaglio. Per un fruitore come il sottoscritto, che ha avuto modo di assimilare migliaia e migliaia di avventure di questi incredibili personaggi, accumulando una modesta collezione di riviste e volumi, non è facile trovare qualcosa di particolarmente imperdibile nel vasto panorama delle pubblicazioni odierne. Certo, alcune belle storie vengono ristampate in edizioni più "prestigiose", in libri veri e propri, e reputo che possano essere dei bei regali da fare per "iniziare" un amico o un parente, ma il mio desiderio è rivolto altrove. Con l'articolo di oggi, vorrei fare il punto su tre collane per certi versi simili, recuperandone la storia editoriale, descrivendone i contenuti e tentando di fare una sorta di paragone (ben cosciente di tutti i limiti del caso), valutando quelli che considero i loro pro e i contro. Nello specifico, mi riferisco alla nostrana Grandi Autori, alla statunitense Disney Masters e alla francese Les Trésors de Picsou.


GRANDI AUTORI

La storia di questa collana è davvero curiosa: la sua numerazione prosegue, a partire dal numero 83, quella di Speciale Disney, una testata ombrello esistente sin dal 1994, al cui interno si sono susseguiti diversi cosiddetti "Vattelapesca" tematici e raccolte di ristampe varie. È solo con il numero 65 (maggio 2014) che le cose iniziano a cambiare e la collana comincia ad assumere le sembianze di un progetto coerente. Topolino Black Edition (dedicato alle "più belle storie noir scritte da Tito Faraci"), infatti, inaugura un ciclo antologico rivolto ad autori e disegnatori italiani, il cui numero di pagine risulta essere 372 e il prezzo 7,90 €. Esclusi i numeri 66 (agosto 2014) e 71 (agosto 2015), entrambi intitolati Io Paperino, il numero di pagine e il prezzo rimangono invariati sino al numero 80 (maggio 2018), Topolino Extra Edition (dedicato ai "casi più appetitosi dell’agente speciale Ciccio degli G.N.A.M., 'cucinati' da Riccardo Secchi"), finché il primo si ridurrà sempre più per attestarsi sulle attuali 244 (a partire dal numero 99) e il secondo aumenterà invece di dieci centesimi, raggiungendo (a partire dal numero 95) gli 8 euro tondi. Anche la struttura di queste raccolte — che hanno assunto i nomi di Black Edition, Platinum Edition, Gold Edition, Diamond Edition, Fluo Edition, Pink Edition, Evergreen Edition, Sunny Edition, Classic Edition, Extra Edition, Flash Edition, Writers Edition, Metal Edition e Neon Edition  si è modificata nel tempo. Se, infatti, i primi sei volumi contenevano commenti degli stessi autori coinvolti per ogni loro storia pubblicata, a partire dal numero 73 (marzo 2016), si ha una sola prefazione e una postfazione scritte da autori differenti a quelli a cui sono dedicati i volumi (senonché, a partire dal numero 80, la postfazione diventa un'intervista all'autore di riferimento e, alcuni numeri dopo, ritorna a essere un articolo scritto di proprio pugno dallo stesso autore). 

"Che confusione!", cantava qualcuno, ma non è finita qui! La collana, come si scriveva, acquisisce il titolo ufficiale Grandi Autori sul retrocopertina già dal numero 83, ma è solamente con il 99 (dedicato a Giorgio Cavazzano) che tale titolo inizia ad apparire univocamente sulle copertine dei volumi. Del numero di pagine e del prezzo si è già discusso, la periodicità è trimestrale, ma anche la struttura merita un accenno, visto che cambia nuovamente. Ora, si hanno preziosi approfondimenti sulla biografia degli autori in esame, sulle loro opere proposte e sul contesto storico in cui esse sono state realizzate. Tali testi sono stati sinora curati da Davide Del Gusto (numeri 99-103), Marco Travaglini (104) e Alberto Brembilla (105 e 106). Inoltre, il numero 104 risulta essere l'unico al momento rivolto a un autore non italiano, considerando anche le varie Edition. Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:


DISNEY MASTERS

Tra le tre, Disney Masters risulta sicuramente la collana con la storia editoriale più lineare e meno suscettibile a variazioni. Si tratta di volumi cartonati da libreria antologici che propongono storie realizzate da diversi autori con un numero di pagine che oscilla intorno alle 200 e un prezzo mantenuto a 29,99 $ dal numero 1 (maggio 2018) al numero 23 (marzo 2024), per poi alzarsi a 34,99 $ a partire dal numero 24 (maggio 2024). Così come il suo numero di pagine, la periodicità di questa pubblicazione risulta essere indefinita e variabile: nel 2018, vedono la luce 5 numeri, 4 nel 2019, 5 nel 2020, 4 nel 2021, 3 nel 2022, 1 nel 2023 e 3 nel 2024. Diversamente da Grandi Autori, inoltre, il contenuto editoriale è parecchio ridotto e, salvo alcune rare occasioni, si limita a una singola breve biografia/commento dell'autore a cui il libro è intitolato (peraltro ristampata tale e quale nei volumi successivi al primo dedicati allo stesso autore). Tali testi sono stati sinora curati da Francesco Stajano e Leonardo Gori (numeri 1, 5, 8, 17 e 23), Armando Botto (2 e 16), Germund von Wowern (3, 7, 13, 15 e 21), Joe Torcivia (3, 13, 15 e 21), David Gerstein e John Clark (4 e 18), Freddy Milton (4), Luca Boschi (6), David Gerstein (8, 11 e 20), Luca Boschi e Lidia Cannatella (9), Marius Molaug (10), Alessandro Sisti e Luca Boschi (11), David Gerstein e Solveig Thime (12 e 22), Alberto Becattini e David Gerstein (14 e 20), Francesco Stajano (19), David Gerstein e Thad Komorowski (20), Alberto Becattini (23 e 25) e Niels Houlberg Hansen (24). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

26 — Marco Rota (in uscita ad aprile)
27 — Paul Murry (in uscita a luglio)

LES TRÉSORS DE PICSOU

Come nel caso di Grandi Autori, si tratta di una collana che nel tempo ha subito alcune trasformazioni: la sua numerazione prende il via dal numero 3 (estate 2006) e prosegue quella di due numeri pubblicati nelle due estati precedenti (intitolati La Jeunesse de Picsou) contenenti la Saga di Don Rosa. In effetti, così come il suo predecessore dalla vita breve, Les Trésors nasce come un'edizione speciale della testata principale Picsou Magazine, su cui andare a raccogliere le storie di Rosa, Barks e altri autori internazionali. Dal numero 44 (ottobre 2018) al numero 60 (ottobre-dicembre 2022), la collana ospita la ristampa integrale e cronologica dell'intera opera dell'autore del Kentucky, ancorché intermezzata da storie altrui, mentre, a partire dal numero 61 (gennaio-marzo 2023), un nuovo logo e un nuovo sottotitolo ("Les grands maîtres de la BD Disney", ovvero "I grandi maestri del fumetto Disney") rivelano il varo di una nuova formula. I volumi, infatti, iniziano a essere dei mini compendi cronologici dedicati a diversi autori Disney con importanti carriere alle spalle. Anche in questo caso, la periodicità è trimestrale, il numero di pagine è 244 e il prezzo è di 6,95 €. La selezione delle storie, le introduzioni alle stesse, le preziose interviste e gli approfondimenti critici sono mirati a presentare al meglio i fumettisti proposti, contestualizzandone le opere e offrendo un riuscitissimo manuale della loro evoluzione artistica. I testi di queste pubblicazioni sono stati sinora curati da Arnaud Hilmarcher (numeri 61-69), Alban Leloup (61-63 e 67), François Vincent e Jean-Baptiste Roux (62), Simone Cavazzuti (66) e Arnaud Hilmarcher e François Vincent (67). Di seguito, l'elenco degli autori a cui sono stati dedicati i volumi per il momento editi:

70 — William Van Horn (in uscita a marzo)

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Una volta riportate in maniera oggettiva le coordinate principali delle collane, andrò ora a tentare un paragone secondo il mio personale gusto e le mie preferenze. Innanzitutto, però, mi preme sottolineare che ritengo si tratti di tre serie valide e utili tanto ai collezionisti più esigenti quanto a chi necessita di familiarizzare con le opere di questi autori, poiché la selezione delle storie e i contributi aggiuntivi intendono accompagnare il lettore alla (ri)scoperta di questi maestri. Delle tre, come risulta evidente da quanto scritto sopra, Disney Masters è quella più onerosa in termini economici e, considerando anche la scarsità di approfondimenti, qualcuno potrebbe domandarsi se ne valga la pena. La risposta, per quanto mi riguarda, è sì e cercherò di motivarla. Per prima cosa, a differenza delle altre due serie, che escono regolarmente in edicola, Disney Masters è una collana da libreria, dalle dimensioni importanti e, nonostante la quasi assenza di testi critici, il lavoro del curatore si manifesta nella selezione delle storie, nel restauro delle stesse, nella loro traduzione e lettering... In poche parole, vi è dietro un lavoro che punta a offrire il materiale proposto nel miglior modo possibile. A maggior ragione, va tenuto in considerazione che, molto spesso, si tratta di storie inedite in lingua inglese, e ciò rende la collana ancora più appetibile e interessante. Da questo punto di vista, Grandi Autori rischia molto meno, in quanto si limita a ristampare storie italiane già viste ed esattamente come si sono già viste, senza cioè nuovi interventi sulla loro colorazione o sul lettering. Il formato di questa collana è, inoltre, tascabile, poco più grande di un Topolino, e il suo prezzo dovrebbe fondamentalmente essere giustificato dalla selezione delle storie e dagli approfondimenti inediti. Per tale motivo, ad avviso di chi scrive, il rapporto qualità/prezzo di Grandi Autori risulta essere quello un po' più infelice tra le tre. Les Trésors de Picsou, al contrario, pur avendo lo stesso esatto numero di pagine, costa un euro in meno e può vantare un grande formato, abbastanza simile a quello dei Disney Masters, che permette di poter ammirare e apprezzare meglio i disegni. In più, come già scrivevo con riferimento ai quattro volumi dedicati a Jippes, i contenuti inediti e i recuperi di materiale raro sono numerosi e valgono ampiamente il prezzo della testata. Va pure considerato che, tra le tre collane, Les Trésors de Picsou è l'unica ad avere avuto illustrazioni inedite in copertina, realizzate appositamente per il progetto, mentre le altre si sono "limitate" a rielaborare copertine o vignette già esistenti. Per gusto personale, preferisco anche il suo dedicarsi allo stesso autore per più numeri consecutivi, in maniera da esplorare esaustivamente le varie fasi e i periodi del suo percorso. Certo, la lingua potrebbe essere il limite più comune, ma mi sento di confessare che, pur non avendo mai studiato francese, non ho riscontrato grandi problemi nel comprendere quello che leggo e, anzi, direi che ho imparato a masticare la lingua proprio acquistando le pubblicazioni Disney d'Oltralpe. Disney Masters, d'altro canto, pubblica in inglese, che è l'idioma "ufficiale" parlato da Donald, Mickey e compagni. Anche per questa ragione, mi sento di consigliare l'acquisto dei volumi intitolati agli autori americani o a quelli internazionali (le cui storie potrebbero essere di difficile reperibilità in Italia), ma di sconsigliarlo per quelli intitolati agli autori italiani. E ciò non per patriottismo, ci mancherebbe, ma il fatto è che le versioni pubblicate negli Stati Uniti non sono propriamente delle traduzioni, quanto più degli adattamenti (loro usano il termine "localization") ai propri usi e alla propria cultura. I dialoghi delle storie vengono, perciò, riscritti e, per quanto il risultato sia comunque ottimo, ciò può portare a una minore fedeltà al testo dell'autore, in favore di un prodotto più affine ai gusti d'Oltreoceano. Secondo il sottoscritto, i volumi più riusciti di questa iniziativa e che non dovrebbero mancare in una collezione di tutto rispetto sono quelli dedicati ad autori poco ristampati (come quello rivolto ai fratelli Heymans o quello intitolato a William Van Horn), quelli che raccolgono tutti i numeri di una testata passata (come quello dedicato alle storie pubblicate sulla rivista The Phantom Blot) e quelli che si propongono di recuperare integralmente la produzione di un dato autore (come quello contenente l'intera collaborazione tra Freddy Milton e Daan Jippes o i due, su quattro previsti, rivolti all'inossidabile duo composto da Dick Kinney e Al Hubbard).

In chiusura, vorrei spendere qualche riga per consigliare vivamente un'altra collana italiana che sto seguendo con interesse, vale a dire Humour Collection. Nata nel 2022 per pubblicare le grandi saghe da autrice completa (e qualche storia più "breve") di Silvia Ziche, subisce un importante cambio di rotta a partire dal settimo volume. Da Le vacanze di Paperoga... e altre follie (luglio 2024), infatti, si inizia a ristampare in maniera cronologica le storie di Enrico Faccini come autore completo, con un articolo di introduzione curato da Valerio Paccagnella (quelli dei precedenti volumi erano, invece, curati da Davide Del Gusto) e una ricca intervista in chiusura all'autore, nella quale si va a commentare ogni singola storia ristampata, riportando suggestioni, aneddoti e curiosità. Credo che, per come sono attualmente strutturati, questi volumi cartonati dalle 226 pagine, dal prezzo di 16 euro e con cadenza quadrimestrale siano un ottimo strumento per approfondire il percorso degli autori coinvolti e la loro evoluzione e maturazione autoriale e artistica. La speranza è che Humour Collection possa durare il più a lungo possibile mantenendo queste condizioni.

© Disney per l'immagine pubblicata.