mercoledì 22 giugno 2011

Ancora DeMolay

 In appendice a quanto scritto in questo articolo, ecco a voi una nuova striscia restaurata.



© Disney per l'immagine pubblicata

mercoledì 1 giugno 2011

Una nuova storia di Don Rosa (di Andrea Cara)

Keno Don Hugo Rosa, o più semplicemente Don Rosa, è molto ben conosciuto da tutti noi

fan dei fumetti Disney per la sua saga “The Life and Times of $crooge McDuck”, ovverosia la “Saga di Paperon de’ Paperoni”, in cui racconta in maniera dettagliata, saccheggiando a piene mani dall’opera del grande Carl Barks, episodi e frammenti della vita e delle opere del papero più ricco del mondo. E’ quindi una vera e propria biografia a fumetti di Paperone, sulla falsariga di una Graphic Novel, che gli ha fatto meritare l’Eisner Award nel 1995.


Mentre il nostro Don è a ben titolo riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue trasposizioni a fumetti delle avventure dei paperi più famosi del mondo, il suo rapporto con Mickey Mouse, il nostro beneamato Topolino, è a dir poco negativo. In questo, per lo meno in parte, ricalca quanto era già successo con Carl Barks, il quale, non avendo nelle sue corde il Topo del Calisota, ha disegnato, in tutta la sua lunghissima carriera, solo una storia con Topolino come protagonista, Topolino e il mistero del cappellino rosso (The Riddle of the Red Hathttp://coa.inducks.org/story.php?c=W+OS+++

79-01).


Don Rosa si è spinto più in là, se possibile. Benché Don Rosa sia stato interessato a disegnare solo storie legate al mondo dei paperi, spesso e volentieri troviamo nascosti dei piccoli Topolini, o semplicemente le inconfondibili teste, in singole vignette di molte delle sue storie (i cosiddetti Hidden Mickeys).


Anche in questo il cartoonist del Kentuky risulta un maestro, essendo in grado di produrre gag divertentissime mostrando Topolino in situazioni a dir poco umilianti.

Un esempio per tutti: a pagina 6 del sesto capitolo della saga di paperone, Il Terrore del Transvaal (http://coa.inducks.org/story.php?c=D+92273&search=il%20terrore%20del%20transvaal), troviamo Topolino spiattellato sotto il peso della zampa di un elefante; non è propriamente una posa dignitosa!


Nonostante tutto, Don Rosa ha trovato il modo di omaggiare Topolino in una singola storia, per la verità mai pubblicata nella sua forma definitiva, dove compare in compagnia di Pippo, quest’ultimo disegnato da Barks nella stessa storia (Barks ne aveva disegnato anche un lontano parente in una storia con Droopy come protagonista; insomma, una bella confusione!).


Ci fa quindi piacere in questa sede presentarvi le prime due tavole della storia sotto forma di storyboard, o sceneggiatura disegnata, in cui compare Topolino, e disegnata da Don Rosa nell’ormai lontano 1989, dal titolo “The Starstruck Duck” (http://coa.inducks.org/story.php?c=D+2004-277), che

viene pubblicata per la seconda volta oggi nel volume Walt Disney Treasury: Donald Duck Volume 1 della BOOM!


C’è da dire che come sempre i paperi sono i protagonisti, ed in particolare Paperino, che con una sfilza di divertentissime gag incontra Topolino e Pippo solo nell’ultima pagina, dove peraltro risultano gli uni agli altri dei perfetti sconosciuti.


Ma come mai Don Rosa ha deciso di disegnare questa storia?


Il modo più semplice per rispondere a questa domanda è di riportare la traduzione del testo originale che Don Rosa ha inviato alla Egmont per la sua inclusione nel secondo volume della serie Disney’s Hall of Fame dedicato a Don Rosa, pubblicato nei paesi scandin

avi e in Germania, dove la storia era stata pubblicata per la prima volta.

Eccola quindi di seguito:


“Alla fine del 1988, la Gladstone mi chiese di disegnare una storia molto speciale! Il parco divertimenti a tema della Disney-MGM Studio (oggi i Disney’s Hollywood Studios [n.d.t.]) era in fase di completamento e la Disney aveva chiesto alla Gladstone Comics una storia con Paperino come protagonista per promuovere il nuovo parco; un compito che gli editori hanno passato a me. Tutto questo è stato particolarmente interessante, dato che sono stato invitato per una visita speciale come VIP nel parco ancora in fase di completamento! Mi sono quindi fermato a DisneyWorld mentre tornavo da una vacanza di Natale alle Key West, e ho fatto un bel giro per tutto il parco giochi. Ho preso varie note e fatto diversi schizzi che avrei poi usato per una storia con Paperino ambientata nel parco. Quando ero piccolo, nella metà degli anni cinquanta, i fumetti Disney della Dell a volte presentavano storie dove Paperino o Topolino o gli altri personaggi Disney visitavano l’allora nuovissimo parco di divertimenti Disneyland in California; storie promozionali sicuramente richieste dalla Disney così come ora mi veniva chiesta una storia promozionale dalla Gladstone. Il modo in cui funzionavano quelle vecchie storie della Dell era che avremmo visto Paperino portare i suoi nipoti a Disneyland per poi, dopo circa una pagina, dire “sapete, questo mi ricorda quando…” e la storia sarebbe passata dall’ambientazione Disneyland ad un racconto ambientato da qualche altra parte. Beh, io volevo fare qualcosa di meglio! Tutta la mia storia si sarebbe svolta nel nuovo parco di divertimenti della Disney-MGM. Paperino avrebbe interagito con ogni attrazione del nuovo parco, con precisione geografica. Avrei poi inserito molti riferimenti divertenti a vecchi film e storie della Disney. E avrei anche utilizzato Topolino nella storia!

Ora, alcuni di voi sapranno che a mio parere personale nell’universo di Paperino, Topolino non esiste veramente. Almeno non come un compagno con cui Paperino potrebbe talvolta interagire. Ma ho pensato che sarebbe stato divertente, se avessi usato Topolino come fosse un famoso movie star nel mondo di Paperino e se l'azione avesse coinvolto un inseguimento da parte dei Keystone Kops (un famoso gruppo di poliziotti incapaci utilizzati nei film comici muti del produttore Mack Senneck tra il 1912 e il 1917 [n.d.t.]) attraverso il parco quando Paperino cerca di ottenere l'autografo del famoso Topolino. Alla fine ho pensato di avere fatto davvero un magnifico lavoro! Ho trascorso la maggior parte di gennaio creando un capolavoro che promuoveva ogni metro quadrato di quel nuovo parco a tema. Ma la storia non è stata mai prodotta. Disney ha respinto il mio script quando Gladstone glielo ha mostrato. Si potrebbe pensare che la ragione per il rifiuto fosse la maniera bizzarra in cui avevo utilizzato Topolino nel contesto della mia personale visione dell'universo dei Paperi. Si potrebbe pensare che fosse perché ho fatto troppi riferimenti a vecchi film o altri personaggi che sarebbero stati capiti solo da dei cinefili come lo sono io. Si potrebbe pensare che sia successo perché la gag di chiusura era basata su un vecchio modo di dire che potrebbe non essere più capito (e che magari gli europei potrebbero non capire?): “non ricordo il suo nome, ma la sua faccia fa suonare un campanello”. Ma no, nessuno di questi. Il motivo che mi è stato dato per il rifiuto della Disney era che hanno pensato che la mia storia era “troppo commerciale”. BOING! Eh? Non era proprio questa l’idea?!

Comunque, questo è l’unica storia dei Paperi che ho mai scritto che è stata respinta e di cui non ho completato la stesura. Ma ho salvato naturalmente il mio script/storyboard ed Egmont mi ha ora chiesto di utilizzarlo qui in questo volume, inserita in maniera cronologica, dove viene quindi stampato per la prima volta al mondo!”

















Images are © Disney and MGM

domenica 29 maggio 2011

Interview with Pat Block

Oggi vi propongo un'intervista fatta al cartoonist americano Patrick Blog.


Hi Pat! Do you prefer drawing stories or writing them?

Well, it is all the part of the same process to me. The separating of comics into writing and drawing is strictly an artificial practice, invented by the comic book studios to streamline the process. The artform is a combination of writing and drawing.


Are you self-taught or did you attend any art school?

Edinboro University of Pa. BFA Degree.



By which past Maestro are you inspire the most?

Carl Barks was the artist I devoured the most comics of during my childhood. John Stanley, of Little Lulu fame
, was a close second. As an adult, I really enjoy Gray's Orphan Annie, Capp's Lil' Abner, McCay's Nemo, Foster's Prince Valiant, and Goseki's Lone Wolf and Cub.


Which kind of stories do you prefer, I mean humor, thriller, adventure, what else...?

I read quite a lot, and prefer adventure-type tales, science fiction, mysteries, horror, fantasy. As far as writing, I like mystery type tales a lot for the ducks.


What is your process when writing a new story?

Shelly and I work together. Her skills are very character oriented; she is better with gags than me. Generally she comes up with good ten page plots, I am the one who breaks them down into length/format. I'm good with pacing, and she is great with Donald'd personality.

She comes up with the ideas f
or the shorted Egmont tales for the most part. She gives them to me, I thumbnail them and send them back to her to fill in gags where needed.


Which Disney character do you like most? Why?

I've always enjoyed the nephews the most. I like how they take charge and are capable, more so than Donald or Scrooge at times. I like their three-speaking as one gimmick, the way they stack atop one another, and how cute they look in hats. They are the simplest in design, and in some way very pure cartoons, like the early Mickey.


Not many people know that you also paint. When did you start doing it?

In the sixth grade. I still own a gouache I drew in Mrs. Hamilton's class of the big old house across the street from the school.

I actually minored in painting in college. I've always enjoyed it, and have been painting in watercolors with the Disney characters all along. The oils I've been doing now for the past 8 or so years.



Where do you work?

We work right out of our home in southwestern Pennsylvania. It's a fair sized tudor sort of older home. We have an art school, Art Quest, we run in what used to be our basement. It's Shelly's school, I help out. I teach guitar there, and occasional drawing classes.

Upstairs, I have a studio in one of our bedrooms for my duck stories, and a separate sunroom for oil painting in that is very pretty.



What instruments do you use?

My published stories are drawn with Winsor Newton Series 7 Brushes exclusively on Strathmore Seris 500 Bristol Board, 3 ply. I use FW Acrylic Ink, Yarka St. Petersburg imported watercolors, and ARCHES watercolor paper. I only use the best materials for everything. You only live once, and I try to give everything I do 100% effort.


You started drawing Hazel the Witch. What did you like of her?

My collector friend Ron Fernandez and I broke into Disney comics back in 1993. He was a fan of Hazel, and write the first four stories I drew. Two of these tales use this friendly, confused witch, and I suspect Ron took her much further, and with better characterzation, than the Disney studio ever did in it's short with her.


You also drew the first version of Barks' SOMEWHERE IN NOWHERE. How did it feel ?

The day Carl asked me to draw 'Somewhere in Nowhere', I fell off my art stool, I was so excited. I had met him the previous year at Steve Geppi's place, and he had already read and enjoyed our story, 
'Three Little Cupids', and that story convinced him to use me for SIN.

The only better m
oment I can recall as a working artist is when I took the inked art out to show to him, and he very kindly told me that he liked the story very much, and pointed out that some of the pages were "Just as he would have done it."


No matter how long I work as an artist, I will never hear anything that sounds sweeter than that.


Your last published story, The Case of the Missing Mummy, reminds me a bit of Barks. Is that true to you?

Does it? I've been forced to work somewhat smaller in recent years, than in my earlier stories because of a lack of scanners large enough at the publisher to hold the darn pages. I felt somewhat cramped on this story, but I am always glad to hear any comparison to Carl.

'The Case of the Missing Mummy' was a sort of experiment- an unusual story premise. The entire tale takes place inside the museum, which was a challenge I wanted to set. I was interested in seeing if I could hold interest for a long story like this, for that length of time. It is a detective mystery story, and I wanted it to actually be interesting and 'solvable'. Too often stories of this ilk are illogical or, have no way to solve them before the end.

This was a tough story to pull off, but it was fun and interesting. Hopefully people enjoyed it!



Who do you feel you should  thank the most for your career (except your w
ife Shelly)?

My grandmother started me down the road to being a Disney cartoonist. She bought countless "funny books" as she called them, and read them to me at an extremely early age. I still have a couple of coverless issues she bought me when I was only 3 or 4 years old. She read them to me so many times I had them memorized, and could recite them back to her before I could read.

I probably have read some of Carl's stories a hundred times each. There's nothing like infinite familiarity to drive his storytelling style deep into one's subconscience!




Images are © Disney

domenica 15 maggio 2011

Fantagraphics pubblica la Gottfredson Library

Si è sentito parlare di crisi, di rinvii, di annullamenti vari ed invece è uscito, senza problemi, il primo numero della Floyd Gottfredson Library.

Il costo del volume è di 29 dollari e 99 cents e le pagine sono poco meno di 300. Il primo volume contiene classiche avventure come quella del Gatto Nip, della Death Valley e di Felice il Bel Gagà. Inoltre, sono contenute molte strisce autoconclusive dei primi anni '30, molte illustrazioni e commenti degli esperti, fra i quali il curatore dell'opera, David Gerstein.

I primo numero permette ai lettori americani di leggere le tre strisce apocrife di Giorgio Scudellari e una tavola, ormai ben nota ai collezionisti più attenti, di Guglielmo Guastaveglia.

Il tempo stimato per il completamento dell'opera è di circa 15 anni (mese più, mese meno). Per il momento ci godiamo un'anteprima delle prime 19 pagine del volume.

http://pdfcast.org/pdf/gottfredson-library-preview-19-pages

venerdì 6 maggio 2011

Le strisce del Cordone DeMolay restaurate!

Come ad alcuni è noto, il Cordone DeMolay (Internation DeMolay Cordon) pubblicò, agli inizi degli anni '30, alcune strisce di Topolino, ovviamente con il permesso di Disney (membro del Cordone), disegnate dal buon Fred Spencer.

Alcune di queste strisce, ovviamente provate dal tempo, sono state recuperate dallo storico Paul F. Anderson, del Disney History Institute e da lui restaurate digitalmente. Un esempio di questa operazione è l'immagine del Topo qui a destra che vediamo qui a sinstra nella versione originale rovinata.

Le strisce di Spencer, praticamente sconosciute, sono reperibili nel sito dell'Istituto, che fra l'altro mette in vendita oggetti Disney Vintage e rari molto interessanti.

Vi propongo qui le versioni originali e restaurate delle suddette che sono quindi da considerare delle interessanti scoperte storiche, al pari di quadri inediti di Hopper o di manoscritti inediti del D'Annunzio. Buona Lettura! (cliccate sulle immagini per ingrandire)



























© Disney per le immagini pubblicate

venerdì 1 aprile 2011

La nascita di Paperoga (di Andrea Cara)

Oggi è venerdì 1 aprile, questa data non vi dice niente? Ma certo!... Oggi è il primo d'aprile, la giornata mondiale degli scherzi. Presso i diversi paesi essa è appellata in molti modi, ma le sue origini sono tuttora semisconosciute.

Nei paesi di lingua anglo-sassone, oggi è il "April's Fool Day", che potremmo tradurre alla lettera come "Il giorno dello sciocco d'aprile" e, a proposito di sciocchi, ce n'è uno nato guarda caso proprio il primo d'aprile ed il suo nome risponde a Fethry Duck.

In occasione del suo -esimo compleanno, Andrea Cara, appassionato Disney a trecentossessanta gradi, battezzato da Luca Boschi nel suo Cartoonist Globale, ha scritto un interessante articolo sulla nascita del personaggio, analizzando in modo completo la sua storia d'esordio.

Ad accompagnare il testo, abbiamo le immagini in anteprima mondiale degli storyboard della storia realizzati da Dick Kinney, forniteci dal collezionista americano David Gerstein.


Buona Lettura!


La Nascita di Paperoga

a cura di Andrea Cara


La nascita di Paperoga (Fethry Duck), per così dire, ha veramente del curioso.

All’inizio degli anni ’60, mentre il mercato delle storie Disney americano andava scemando lentamente, all’estero, soprattutto in Europa e in Brasile, le cose non potevano andare meglio. Difatti era aumentata la richiesta di nuove storie, dato che quelle sfornate non erano sufficienti per soddisfare l’appetito dei lettori.

L’allora responsabile del Dipartimento delle pubblicazioni Disney alla Western, George Sherman, decise quindi di soddisfare la pressante richiesta degli editori d’oltreoceano, ma anche del Brasile e in parte Australia e Colombia, aumentando considerevolmente la produzione di storie per il mercato extra-americano affidandosi, per tramite dell’editore Tom Golberg, ad una schiera di disegnatori. Ecco quindi che nasce l’Overseas Comics Program, tramite il quale vennero prodotte, a cavallo tra il 1962 e il 1990, migliaia di nuove storie con il codice S (dall’iniziale di Studio Disney). Tra questi scrittori e disegnatori erano presenti, per citarne solamente alcuni, Jack Bradbury, Tony Strobl, Carson Van Osten, Kay Wright, Ellis Eringer, il nostro Romano Scarpa, Jim Fletcher, Carl Fallberg, Dick Kinney e Al Hubbard.

E’ proprio dall’incontro tra Dick (Richard) Kinney, fratello minore del più famoso Jack, animatore e direttore di svariati cartoni animati, e Al (Allan) Hubbard che nascono uno stuolo di fantastici nuovi personaggi a noi ben noti. Tra questi ricordiamo Dinamite Bla (Hard Haid Moe), 01 Paperbond (Double-0 Duck) e Mata Harrier, Prospero Chiacchera (Hustler Duck), Bella Quack (Belle Duck), Malachia (Tabby) e, ovviamente, il nostro Paperoga.

La prima storia con protagonista Paperoga viene pubblicata nel 1964 in Italia su Topolino #453 (http://coa.inducks.org/story.php?c=S+64008) con il titolo Paperino e il fanatico igienista (The Health Nut). Bisogna aspettare il 2003 perché questa storia veda finalmente la luce negli Stati Uniti (paese che del personaggio aveva ospitato un prima storia, alternativa a quella di Hubbard e Kinney, disegnata da Tony Strobl) su Walt Disney's Comics and Stories #638 (http://coa.inducks.org/issue.php?c=us/WDC+638#f), per l'occasione ricolorata da Barry Grossman. Paperoga rimane quindi pressoché sconosciuto al grande pubblico americano, tanto che Keno Don Rosa, nel compilare il suo famoso albero della genealogia dei Paperi, non lo considera neanche parte della famiglia. Difatti, nella sua versione personale, il nostro eroe risulta assente dal suddetto albero (sigh!). Ma ai geni vanno concesse certe sregolatezze. Per fortuna l’editore Byron Erickson, in carica alla Egmont, ne forza l’inserimento. E’ quindi da questo albero che veniamo a conoscenza che Paperoga è figlio di Lulubelle Loon e di Eider Duck (citato da Carl Barks in Paperino e il falco [http://coa.inducks.org/story.php?c=W+WDC++47-02]), nonché fratello di Chiarafonte (Whitewater Duck), quest’ultimo personaggio creato dalla mente geniale di Carl Barks (http://coa.inducks.org/story.php?c=W+WDC+267-02), il cui vero nome (del cugino di Paperino, non di Barks), Abner, viene indicato nell’albero di cui sopra.

Ma torniamo al nostro eroe...

Nello “splash panel” della storia Paperino e il fanatico igienista vediamo Paperino leggere un telegramma che dice, più o meno: “Mi fermerò da te per qualche giorno. Ti insegnerò un nuovo stile di vita. La tua vita deve cambiare. Cugino Paperoga”. Eccome se è cambiata la vita di Paperino! E direi nella stessa prima pagina. Fin da subito Paperoga si rivela un carattere eccentrico, curioso, eclettico, anarcoide ma soprattutto entusiasta e coinvolgente. In questa prima storia Paperoga è fissato con il salutismo e lo yoga, ed è per questo che il traduttore del momento, probabilmente Elisa Penna, decide di chiamarlo Paperoga, come crasi tra “papero” e “yoga”. Impareremo più avanti con gli anni ad associare a Paperoga i più vari e strambi interessi, rendendo il personaggio sempre più interessante per noi e pericoloso per i suoi concittadini.

E quindi, nel corso degli anni, troveremo un Paperoga maniaco della manualistica o della moda del momento, creando grande scompiglio nella vita del suo cugino preferito, oppure nella sede del giornale locale, il Papersera (Duckburg Chronicle), dove di nuovo insieme a Paperino si occupa di giornalismo ovviamente con risultati disastrosi!

Per tornare alla storia d’esordio, è chiaro sin dall’inizio che Paperoga ha deciso di cambiare la vita di Paperino, questa prima volta obbligandolo ad uno stile di vita sano, seguendo i dettami di un fantomatico Dr. Obit Deceased, che potremmo tradurre come “necrologio del defunto”, il che la dice lunga sulla validità dei metodi salutisti del dottore.

Nel corso della storia quindi Paperoga cercherà di costringere in tutti i modi Paperino ad accettare questo nuovo stile di vita. Ci va di mezzo anche Malachia, anche lui alla sua prima assoluta, che in questa prima storia viene proposto come il gatto di casa di Paperino. Da subito Malachia teme Paperoga; e non potrebbe essere altrimenti, visto lo stile di vita posato del gatto di casa che fa da contraltare allo stile di vita tutto schizofrenico di Paperoga.

Tanto Paperoga è entusiasta ma confusionario nei suoi studi, quanto Pico De Paperis (Ludwig Von Drake) risulta invece essere vero depositario dei più nascosti rami del sapere. E’ quindi nel finale della storia che questi due grandi eccentrici si scontrano disquisendo d’arte culinaria con grande fastidio del padrone di casa Paperino.

L’accoppiata Kinney/Hubbard è subito vincente. I due si rivelano dei veri maestri, in grado di proporre situazioni veramente esilaranti con i loro disegni veloci e dinamici. Kinney scrive lo script, recentemente fortunatamente pubblicato in Norvegia nel volume Hall of Fame - De Store Serieskaperne 26 (2008) e in Germania nel volume Disney’s Hall of Fame 17 (2009).

Lo script è uscito fuori per caso. In seguito all’esigenza di volere vendere su ebay diversi script delle storie del periodo dell’Overseas Comics Program, da una scatola è saltato fuori il suddetto script dove era rimasto nascosto per decenni, come ci dice David Gerstein nel suo blog (http://ramapithblog.blogspot.com/2009/05/sketches-for-fethry-ducks-first.html). I disegni di Kinney sono semplici e diretti ma esplodono della vita e dell’energia degli storyboard dei cartoni animati, da cui proviene Kinney. D’altra parte nello script Paperoga ha un cappello che subirà modificazioni nel corso degli anni, gli occhi troppo rotondi, i capelli chiaramente diversi dalla versione finale e il suo entusiasmo rasenta l’aggressività. Al Hubbard è quindi un maestro nella sua capacità di definire il personaggio per come noi lo conosciamo ed apprezziamo e nel dargli una vita reale al fianco dei suoi concittadini.

Cosa più importante, in questa storia è nato un nuovo personaggio destinato a cambiare la vita dei paperopolesi. Un personaggio vivo e felice di vivere la vita e che irrompe, sconvolgendole, nelle vite dei suoi concittadini.

Beware, Duckburg citizens. A new Duck has come to town!



Le immagini sono © Disney
Courtesy of David Gerstein for images